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Inviato

Ciao,

in questi giorni ho letto un articolo interessante, a mio parere, per quanto concerne l’Alto Medioevo e più in generale la transizione tra Caduta dell’Impero (476 d.C.) e il periodo successivo. Quindi ho deciso di sospendere transitoriamente dei lavori che attualmente in piedi per postare la presente discussione che rientra nei limiti d'interesse della Sezione e che, al caso, sposterò in quella forse più idonea (Storia ed Archeologia dell’amico Flavio?).

Inoltre tendo a sottolineare che questo post tratta marginalmente il tema delle monete ritrovate (delle quali non ho trovato elenchi precisi) ma bensì trae spunto per alcune considerazioni sul periodo storico di cui sopra.

Procediamo: il sito è quello del Lago di Loppio, poco a nord est di quello di Garda.

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(piantina tratta da Google Earth)

Il Lago di Loppio: Il sito archeologico è situato nel comune di Mori, in località Loppio, dove un tempo sorgeva un lago alpino di notevole bellezza, mentre oggi restano paludi discontinue, su cui si stagliano radi alberi. Lo svuotamento del Lago di Loppio è dovuto ai lavori effettuati negli anni 1939-40 e 1954-1959 per la costruzione del canale artificiale sotterraneo che scarica l’acqua dell’Adige nel Lago di Garda, moderando le piene del fiume; il canale, intaccando la falda freatica del Lago di Loppio, ne ha causato l’alterazione. Il mutamento del paesaggio non ha tuttavia diminuito l’importanza naturalistica del luogo, che dal 1987 è biotopo tutelato. L’inizio delle ricerche: Particolarmente frequentata nel tempo è stata l’isola di S.Andrea, nel Lago di Loppio, dove è localizzato il sito archeologico. Segnalazioni della presenza degli antichi sull’isola si ebbero fin dal secolo XIX; ritrovamenti occasionali, tra cui frammenti di vasellame di epoca romana e resti di una sepoltura con corredo (balsamario in vetro), risalgono al 1987 e al 1990. Gli scavi ad opera della Sezione Archeologia del Museo Civico di Rovereto – tuttora in corso – iniziarono nel 1998 e furono preceduti, nel 1992 e nello stesso 1998, oltre che da vari sopralluoghi, da indagini di tipo geofisico e geoelettrico, che avevano evidenziato alcune anomalie nel sottosuolo.

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Inviato

La struttura e la tipologia:

L’indagine archeologica interessa tre settori: il primo si trova sul lato Nord-orientale dell’isola (settore A) e include tracce di capanne e due edifici in muratura, che si affacciano su una strada inghiaiata (via glareata). Un altro settore è nell’area meridionale (settore B), dove è stato trovato un terzo edificio sventrato durante la Prima Guerra Mondiale per costruirvi un rifugio. Infine, la zona centrale (settore C) - il punto più elevato dell’isola - è area sacra e ospita la chiesa romanica di S. Andrea, impostata su di una necropoli più antica. Altrove, in aree del sito non ancora scavate, sono stati riconosciuti un probabile quarto edificio (zona Nord dell’isola) e resti di mura, anche di mole notevole (margine Ovest).

LE FASI CRONOLOGICHE:

Le capanne della fine del V secolo (settore A)

Sotto al primo degli edifici studiati nel settore A, sono state evidenziate dagli archeologi tracce di un insediamento di capanne in legno, che sulla base dei reperti mobili appare databile alla fine del V secolo o all’inizio del VI secolo d.C. Quel che rimane sul terreno di queste strutture deperibili sono strati di calce e ceneri, buche di palo e focolari con piano in laterizi: indizi modesti che tuttavia all’occhio allenato dell’esperto acquistano grande valore storico. Accanto ai resti di capanne, nel corso delle campagne del 2004 e 2005 sono stati messi in luce anche alcuni muri appartenenti a edifici di piccole dimensioni, la cui natura e datazione appaiono per il momento difficili da determinare.

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Inviato

L’insediamento in muratura (settori A e B)

Le capanne furono presto sostituite dagli abitanti del luogo con ben più solidi edifici in muratura, dalle pareti costruite con pietre e ciottoli di varia misura e di materiale diverso (calcare, dolomia, porfido, micascisto), disposti in modo irregolare e legati con malta di calce grossolana; in alcuni casi all’interno dell’edificio sono ancora visibili resti d’intonaco acromo. I muri di questi fabbricati, che andarono a sovrapporsi ai piani delle capanne e in parte a inglobare i resti murari precedenti, erano edificati direttamente sulla roccia, ma, dove il terreno, scendendo verso il lago, si faceva più ripido, venivano provvisti di fondamenta. L’edificio I del settore A, sul lato rivolto verso il lago, ha anche quattro potenti contrafforti di sostegno. Nei fabbricati del settore A sono state trovate in posto due soglie in calcare di reimpiego, cioè prelevate da un edificio più antico, ormai in disuso, che doveva trovarsi in zona. Le piante degli edifici che è possibile ricostruire sono rettangolari o trapezoidali e la superficie va dai 45 ai 60 mq. La tipologia dei materiali rinvenuti all’interno e la presenza di resti di focolare permettono di ipotizzare per questi fabbricati un uso domestico. I focolari scoperti nell’edificio del settore B, tuttavia, potrebbero anche far pensare a una funzione produttiva e artigianale. Sempre sulla base dei materiali è possibile datare l’insediamento tra la prima metà del VI secolo e l’inizio del VII secolo.

Insediamento fortificato voluto da Teodorico e castrum longobardo?

Per la datazione, la posizione geografica e la tipologia d’abitato, l’insediamento di Loppio potrebbe essere stato uno dei nuclei abitativi con massicce strutture difensive (in latino, castra), che tra il 507 e il 511 il re Teodorico – riprendendo una tendenza locale che si era sviluppata fin dall’età tardo romana (V secolo) – ordinò di costruire, per offrire alla popolazione una valida difesa in occasione dei frequenti attacchi da parte di invasori transalpini (Cassiodoro, Variae, III, 48). La presenza di gente armata nella popolazione maschile che abitava l’Isola di Sant’Andrea è in effetti indiziata dal ritrovamento di alcuni oggetti appartenenti alla sfera militare: le borchie di fodero e il frammento di scramasax (spada corta a un solo taglio usata dai Longobardi, ma prodotta anche nella Roma bizantina) potrebbero essere testimonianza del passaggio di Bizantini e Longobardi, popoli che controllarono il territorio trentino dopo i Goti di Teoderico e ne ereditarono la necessità di difenderlo contro ulteriori incursioni straniere. Il sito di Loppio potrebbe essere stato uno dei castra longobardi occupati e distrutti dagli invasori franchi nel 590 (Paolo Diacono, Storia dei Longobardi, III, 31), forse il castrum Bremtonicum, che a tutt'oggi non è stato ancora identificato con esattezza sul territorio.


Inviato

La tomba a enchytrismos

Nel settore A, lungo il muro perimetrale e accanto a uno dei contrafforti dell’edificio I, è stata trovata una tomba a enchytrismos. Il termine è greco e indica la sepoltura di un feto o un nato prematuro all’interno di un contenitore fittile. E’ un tipo di sepoltura diffuso presso i popoli mediterranei, e nel VI-VII secolo era utilizzato soprattutto in area bizantina: quella di Loppio è la prima tomba a enchytrismos scoperta nell’arco alpino orientale. Il luogo in cui è avvenuto il ritrovamento è detto in latino suggrundarium, che significa letteralmente “tettoia”, ma che per i Romani era anche il sepolcro di bambini morti prima di aver compiuto quaranta giorni. Per la sepoltura di Loppio era stata utilizzata un’anfora di Gaza, così chiamata dal nome della città in cui era generalmente prodotta, e detta Late Roman Amphora 4 nella classificazione convenzionale formulata dallo studioso J.A. Riley. La sua forma permette di collocarla cronologicamente nella prima metà del VI secolo. In Trentino anfore di questo tipo, che venivano utilizzate per l'importazione del vino prodotto in area palestinese, sono state ritrovate soltanto a Trento.

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Anfora in situ

L’area sacra: la necropoli e la chiesa romanica di S. Andrea (settore C)

Contemporanea ai tre edifici in muratura è la necropoli scoperta nel settore C, sotto ai resti della chiesa romanica di S.Andrea. Qui sono state riconosciute varie tombe, sfortunatamente senza corredo, forse sottratto nel corso degli anni successivi alla tumulazione: una tomba alla cappuccina (così si chiamano le tombe con una sorta di “tetto” a doppio spiovente) con copertura di tegole ad alette; un pozzetto quadrangolare, che probabilmente rappresenta i resti di una tomba a cassa laterizia; una terza tomba costituita da un pozzetto quadrangolare con i lati in muratura (ne sono stati riconosciuti con certezza due) e l’interno rivestito di tegole ad alette; una fossa naturale e un bacino artificiale con la base e un lato rivestito di cocciopesto e gli altri tre lati ricoperti da lastre di pietra. La chiesa di S.Andrea, invece, è sicuramente d’età successiva all’insediamento, ma non è stato ancora accertato quando esattamente venne costruita. Testimoniata anche da documenti cartografici d’età moderna, fu oggetto di vari interventi di sistemazione, come evidenziato dallo studio stratigrafico del deposito archeologico. Sopra agli strati di distruzione della chiesa sorge un’edicola quadrifronte di XVI-XVII secolo: questo indizio consente agli archeologi di collocare l’abbandono della chiesa romanica di S.Andrea anteriormente al periodo in cui fu edificata l’edicola.


Inviato (modificato)

Alcune foto dei resti architettonici

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Vista aerea

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Pianta dell'insediamento

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e una ricostruzione di fantasia

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Modificato da Illyricum65

Inviato

I MATERIALI

Per fare la guerra, per cucinare, per cucire, per farsi belli…

La tipologia di materiali ritrovati nel sito descrive un vivace scenario di vita quotidiana antica, arricchito da particolari che denotano anche una certa apertura verso il mondo esterno: oggetti in pietra, in vetro e in ceramica, che le famiglie utilizzavano in cucina, accanto ad armi e utensili da pesca, al necessario per il cucito (rocchetti, fusaiole, aghi), agli accessori per l’abbellimento del corpo (spilloni e un frammento di armilla in bronzo). Alcuni oggetti, come gli speroni in ferro, le borchie di fodero e il frammento di scramasax, consentono di riconoscere nella popolazione maschile del luogo la significativa presenza di militari.

Resti animali e frammenti di anfore

Grazie allo studio dei resti animali ritrovati negli strati di terreno scavati, è stato possibile attribuire ai gruppi familiari che vivevano sull’Isola di S.Andrea la pratica dell’allevamento (prevalentemente di suini, ma anche di caprini e bovini) e della pesca, che si associavano all’agricoltura. Frammenti di anfore orientali e africane, generalmente utilizzate per il trasporto di merci pregiate, inducono a pensare che il sito di Loppio si trovasse all’interno di una rete di scambi commerciali d’ampio raggio.

Le monete

Il sito ha restituito anche varie monete: oltre a più comuni monete in bronzo di III – IV secolo, anche rare frazioni di silique d’argento di metà VI secolo ostrogoto-bizantine, non frequenti in Italia settentrionale, trovate nel settore A, durante lo scavo della strada e dell’edificio I.

Quanto sopra da

http://alpiantiche.unitn.it/dett_siti.asp?id=10

L’evidenza numismatica propone una moneta forata (per la sospensione?) di Constantius II FEL TEMP REPARATIO dalla zecca di Thessalonica.

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Detta usanza è attestata in contesti altomedioevali come già descritto nella discussione

http://www.lamoneta.it/topic/115743-monete-romane-riusi-e-usanze/?hl=longobardi#entry1313548

in genere nel periodo alto medioevale e in particolare in ambito longobardo, dove non sono infrequenti i rinvenimenti di monete romane tardoimperiali. Il loro utilizzo esclusivo a titolo ornamentale a scapito dalla normale circolazione monetale del tempo non è stato finora dimostrato.


Inviato (modificato)

In generale comunque la testimonianza numismatica dimostra la permanenza della monetazione romana tardoimperiale nei siti del VI-VII secolo e la sua integrazione nei contesti monetali bizantini e barbarici. Quasi tutte le monete argentee sono emissioni ostrogote o bizantine e sono frazioni di siliquae che vanno da Odoacre a Vitige (176-540 d.C.).

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Mezza siliqua d’argento battuta a Mediolanum da Odoacre a nome dell’Imperatore d’Oriente Zenone.

L’unica moneta aurea è di epoca bizantina, battuta a Roma a nome di Giustiniano (537-542). In realtà si tratta di un tremisse suberato . Indica il rifornimento del sito di moneta comunque di pregio e ricollegabile alla frequentazione militare (e ai relativi salari) dell’insediamento.

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Quello che personalmente mi ha incuriosito è stato il ritrovamento dell’anfora da Gaza utilizzata nella sepoltura. In un periodo così travagliato non mi aspettavo la presenza di un recipiente ceramico proveniente dal Medio Oriente… pressochè in zona alpina! E’ vero che probabilmente la sua presenza è da ricollegarsi alla guarnigione di stanza che vigilava su un territorio ai confini della massima espansione giustiniana e quindi il rinvenimento è verosimile ma suppone la presenza di un vasta rete commerciale (la cosiddetta “late roman amphora 4” volgarmente detta “da Gaza” era un contenitore legato al trasporto di vino di alta qualità e quindi se vogliamo un commercio di alto livello, non di base) che contrasta un po’ con l’atmosfera decadente e “buia” che normalmente viene attribuita al periodo. Insomma tutt’altro che ciò che si legge sui testi e sul web e che prendo ad esempio da Wiky:

" ...Ai tempi di Giustiniano Constanopoli, grazie alla sua posizione geografica privilegiata, dominava i traffici commerciali nel Mediterraneo.I Bizantini non erano granché interessati a commerciare con nazioni europee, ormai impoverite dalle invasioni barbariche..."

http://it.wikipedia.org/wiki/Giustiniano_I

Sono stati rinvenuti inoltre altri frammenti ceramici provenienti dall’area nordafricana a dimostrazione che il fittile medio-orientale non rappresenta un unicum bensì solo l’apice delle evidenze di un commercio consolidato e che serviva anche gli insediamenti marginali (e tutto sommato di piccola entità e di non elevata ricchezza). Quindi, in poche parole ... decaduto l'Impero Romano di solito si tende a considerare che il commercio abbia risentito di ciò... ma ne siamo proprio sicuri?

A Voi la parola

Illyricum

:)

Modificato da Illyricum65

Inviato

Ritorno sul tema commercio ...

se andiamo a vedere i domini bizantini dopo l'espansione giustiniana (area arancione)

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possiamo tranquillamente supporre una distribuzione indiretta verso l'Italia settentrionale mediata da Bisanzio:

- dall'area medio-orientale verso Costantinopoli

- da qui verso Ravenna, lungo le coste dell'Adriatico

- da Ravenna verso l'entroterra (e quindi anche a Loppio)

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In alternativa si può ipotizzare una rotta commerciale mediata da Aquileia, da sempre in commercio con le regioni medio-orientali e da qui a Ravenna stessa per navigazione peri-costiera.

Non dimentichiamo che da stime recenti anche in ambiente romano imperiale circa una nave su tre andava persa durante la navigazione (e per tal motivo venivano preferiti in certi casi i trasporti per via terra, certamente più lenti ma più sicuri). Inoltre questo motivava anche gli elevati costi del commercio marittimo.

Inoltre la presenza di anfore medio-orientali e nordafricane attestate a Loppio (e sembra anche a Trento) potrebbe indicare il tentativo di intraprendere rapporti commerciali anche con le regioni d'oltralpe.

In fin dei conti la politica espansionistica di Giustiniano aveva portato al dissesto le finanze dell'Impero Bizantino per pagare le milizie impiegate e la ripresa commerciale avrebbe portato vigore alle finanze di Costantinopoli che mediava gli scambi tra Oriente e Occidente. Oppure l'espansione non sarebbe stata portata per motivi legati alla "gloria" e alla riunificazione dell'Impero sotto la guida di Costantinopoli ma proprio dalla ricerca di nuovi sbocchi commerciali.

Ma è nata prima la gallina ... o l'uovo? ;)

Ciao

Illyricum

:)


Inviato

Ho pensato: dato che il lago si è prosciugato negli anni Cinquanta, ci saranno pur foto che documentano com'era e com'era l'sola di cui parla @@Illyricum65. E le ho trovate::

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Inviato (modificato)

Belle! Dimostrano bene la posizione dell'isola circondata dal lago, collegata da un istmo alla terraferma e quindi la chiara buona valenza strategica e difensiva del sito...

Ciao

Illyricum

:)

Modificato da Illyricum65

Inviato

Questa immagine, presa con meno zoom dimostra quel che dice @@Illyricum65: l'isola "chiude" la valle tra il Bondone e il Baldo. Davvero, per l'epoca, una grande importanza strategica

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Inviato

Gli abitati in transizione tra il periodo tardoimperiale ed altomedievale rivestono un interesse del tutto particolare, sia pure se spesso noto solo a pochi "iniziati".

Loppio è un sito archeologico caratteristico di tale tipologia, unitamente ad altri casi, noti e meno noti, trai i quali, ad esempio : monte Barro, la piana di San Martino in Valtidone, San Martino presso Riva del Garda e, perchè no, Perti.

Purtroppo molti siti similari sono stati poco studiati, se non abbandonati a se stessi ed in alcuni casi del tutto scomparsi, quasi fossero "figli minori" dell'archeologia, mentre sono di grande rilievo.

Bravo Illyricum, ottimo argomento.

Su Loppio consiglio una visita virtuale al sito del museo archeologico di Rovereto, ricco di articoli, sui relativi notiziari scaricabili, sull'argomento.

Per quanto all'argomento anfore, per chi avesse voglia di leggersi le oltre duecento pagine, vi rimanderei al seguente link :

http://history.uaic.ro/wp-content/uploads/2013/01/classicacc412009-pag115-351.pdf


Inviato

Ciao Flavio,

e grazie per l'interessante articolo sulle anfore (in realtà l'articolo è costituito da una quarantina di pagine).

Le anfore sono un importante fonte di informazioni di solito basate sulla tipologia e sul'eventuale presenza di bolli. Ma ultimamente le analisi si sono approfondite: dalle analisi degli impasti, siano esse macro o microscopiche, si ottengono ulteriori dati. Dall'analisi visiva si possono trarre notizie dalla presenza di chamotte (tritumi di argilla, in questo caso) che ne attribuisce un'età repubblicana; da quella microscopica la zona di provenienza (la presenza ad esempio di minerali di origine vulcanica può indicare una produzione suditalica, avvalorata magari dalla tipologia greco-italica).

Loppio è un sito archeologico caratteristico di tale tipologia, unitamente ad altri casi, noti e meno noti, trai i quali, ad esempio : monte Barro, la piana di San Martino in Valtidone, San Martino presso Riva del Garda e, perchè no, Perti.

Purtroppo molti siti similari sono stati poco studiati, se non abbandonati a se stessi ed in alcuni casi del tutto scomparsi, quasi fossero "figli minori" dell'archeologia, mentre sono di grande rilievo.

Ti ringrazio anche per questa segnalazione, vedrò se trovo qualche notizia sui siti che hai menzionato.

Ciao

Illyricum

:)


Inviato (modificato)

Ciao Flavio,

e grazie per l'interessante articolo sulle anfore (in realtà l'articolo è costituito da una quarantina di pagine).

Vero!!! Me le sono sognate le 200 pagine. Come disse qualcuno...."che figura di ....." :blum:

Ti ringrazio anche per questa segnalazione, vedrò se trovo qualche notizia sui siti che hai menzionato.

Giusto un paio di link.

Monte Barro

http://www.ermannoarslan.eu/Contributi/2001-EAA-MonteBarro.pdf

http://www.dlib.si/stream/URN:NBN:SI:DOC-FDIMH7IG/1a128620-26b3-4537-82ea-748ad0ca6fbd/PDF

San Martino Valtidone

http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/piana_san_martino/scavo_08.htm

http://www.aut-online.it/indici/fulltext/AUT%2027/AUT%2027-2.pdf

http://www.federarcheo.it/wp-content/uploads/Testimonianze-longobarde-dal-sito-della-Piana-di-S.-Martino-Pianello-Val-Tidone-Piacenza.pdf.

Perti

http://www.ermannoarslan.eu/Contributi/2001-EAA-S.AntoninoDiPerti.pdf

http://didattica.uniroma2.it/assets/uploads/corsi/143152/S.Antonino_.pdf

www.aut-online.it/AUT25-26_2.pdf‎

Monte San Martino ai Campi di Riva

http://www.archeosanmartino.it/wp-content/uploads/2012/11/GuidaBreve_SanMartino.pdf

Mi interessano particolarmente gli studi sugli abitati, fortificati o meno, nella traversa tra V e VI secolo e poco oltre.

In particolare sono affascinato dagli insediamenti rurali poveri del periodo, purtropoppo molto poco trattati.

Allego due link, da uno dei quali scaricabile anche un pdf molto interessante, sugli insediamenti rurali poveri di montagna, del periodo, in Liguria.

http://beniculturali.altaviadeimontiliguri.it/beniAVML/it/insed_rurali_poveri.wp;jsessionid=8269C25BDE4196F0A064100DC80BFD93

http://beniculturali.altaviadeimontiliguri.it/beniAVML/it/villaggio_savignone.wp;jsessionid=C2B3278C1FAFD6EA440F238BD4B89714

Mi sto allargando in una sezione che non mi compete, con argomenti non strettamente numismatici.

Chiedo venia... ;) .

Modificato da Flavio

Inviato

Ciao Flavio,

Mi sto allargando in una sezione che non mi compete, con argomenti non strettamente numismatici.

personalmente trovo il tema di estremo interesse. Ma la colpa è mia, la discussione tratta di striscio la numismatica e il periodo storico proprio della Sezione. Infatti all'inizio affermai che mi riservavo la possibilità di auto-postare la discussione in quella da te diretta in caso di segnalazioni in tal senso. Anzi, non è detto che dopo aver dato un po' di visibilità alla discussione in questa Sezione (per permettere a chi è interessato al V secolo di prenderne visione) la sposti in quella "Storia ed Archeologia". Sempre che tu sia d'accordo!

Ciao

Illyricum

:)


Inviato

Anzi, non è detto che dopo aver dato un po' di visibilità alla discussione in questa Sezione (per permettere a chi è interessato al V secolo di prenderne visione) la sposti in quella "Storia ed Archeologia". Sempre che tu sia d'accordo!

Assolutamente d'accordo sul mantenere la Tua discussione in questa sezione ove di grande visibilità.

Altrettanto d'accordo per quando vorrai spostarla.

Tassativamente da lasciare in questa sezione nel momento in cui dovesse "rilanciarsi" sotto l'aspetto numismatico, che non le è comunque estraneo.


Inviato

Ok Flavio,

come al solito... siamo in piena concordia! :good:

Ciao

Illyricum

:friends:


  • 3 settimane dopo...
Inviato

Come promesso a Flavio,

passato un po' di tempo in Sezione giro la presente discussione nella Sezione Archeologia e Storia, sperando di fare cosa gradita che gli utenti della stessa che magari non frequentano quella "Monete Imperiali".

Buona lettura

Illyricum

:)


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