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Inviato (modificato)

Salve a tutti,

per quanto io abbia cercato e letto su Aureliano, non mi viene facile trovare un antoniniano avente:

D/ IMP AURELIANUS AUG con busto drappeggiato/corazzato

R/ IOVI CONSERVATORI imperatore stante verso d., tiene lancia o scettro e riceve globo da Giove stante verso s. con scettro; tra loro due nel campo in basso ai piedi...Stella a 8 punte.

peso = 3,6 g

Non avendo l'esergo a causa di un imperfezione del tondello, o meglio vi è solo un accenno centrale di puntino...a quale zecche può appartenere la tipologia seguente?

Si hanno esempi descritti o figurati? (Non trovo il busto drappeggiato associato alla stella in basso sul rovescio).

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Modificato da Fidelio

Inviato

In effetti la tua moneta e' senza simbolo di zecca , ho letto sul catalogo della Venera tutti gli Aureliani con la legenda : Iovi Conservatori , quasi tutti hanno la stella , ma in esergo che precede le lettere : P , S , T , oppure Q , che ne identificano la zecca , tranne i numeri 189 e 190 che hanno solo la P in esergo ma senza la stella ; solo due monete hanno la stella ai piedi delle figure la 194 e 195 , pero' in esergo o di fianco c'e' sempre la lettera P . La tua moneta per quello che ho potuto rintracciare e' anomala ; occorre dire pero' che in questo periodo le zecche , in particolare quella di Roma , erano in fermento , famosa la rivolta monetaria avvenuta sotto Aureliano , quindi possono esistere pezzi anomali .


Inviato

In effetti la tua moneta e' senza simbolo di zecca , ho letto sul catalogo della Venera tutti gli Aureliani con la legenda : Iovi Conservatori , quasi tutti hanno la stella , ma in esergo che precede le lettere : P , S , T , oppure Q , che ne identificano la zecca , tranne i numeri 189 e 190 che hanno solo la P in esergo ma senza la stella ; solo due monete hanno la stella ai piedi delle figure la 194 e 195 , pero' in esergo o di fianco c'e' sempre la lettera P . La tua moneta per quello che ho potuto rintracciare e' anomala ; occorre dire pero' che in questo periodo le zecche , in particolare quella di Roma , erano in fermento , famosa la rivolta monetaria avvenuta sotto Aureliano , quindi possono esistere pezzi anomali .

Nelle monete che hai osservato, il busto è drappeggiato o drappeggiato corazzato o corazzato?


Inviato (modificato)

Drappeggiato come in foto . La tua moneta pero' non potrebbe rientrare in quelle conosciute nel deposito Venera , sebbene quelle trovate di Aureliano ammontano a 10.562

Modificato da Legio II Italica

Inviato

In effetti la tua moneta e' senza simbolo di zecca , ho letto sul catalogo della Venera tutti gli Aureliani con la legenda : Iovi Conservatori , quasi tutti hanno la stella , ma in esergo che precede le lettere : P , S , T , oppure Q , che ne identificano la zecca , tranne i numeri 189 e 190 che hanno solo la P in esergo ma senza la stella ; solo due monete hanno la stella ai piedi delle figure la 194 e 195 , pero' in esergo o di fianco c'e' sempre la lettera P . La tua moneta per quello che ho potuto rintracciare e' anomala ; occorre dire pero' che in questo periodo le zecche , in particolare quella di Roma , erano in fermento , famosa la rivolta monetaria avvenuta sotto Aureliano , quindi possono esistere pezzi anomali .

Di solito, le "barbariche romane" hanno pesi inferiori.


Inviato

Le emissioni

MEDIOLANUM I - II - III - IV - V - VI (M)

TICINUM I - II - III - IV - V (T)

SERDICA I - II - III - IV - V - VI - VII - VIII

CYZICUS I - II - III - IV - V - VI - VII - VIII - IX - X

ANTIOCHIA I - II - III - IV - V - VI

TRIPOLIS I - II - III - IV

II EMISSIONE Mediolanum.

La II è caratterizzata al dritto dalla legenda IMP AVRELIANVS AVG abbinata a busti drappeggiati e corazzati e al rovescio da un repertorio che attinge ai tipi coniati nella
seconda zecca orientale sotto Valeriano e Gallieno, le legende mostrano una grafia alta e il numero delle officine salgono da tre a quattro (P-S-T-Q).

Sembra essere la piu combaciante escludento le ALTRE....ma mancano paragoni fotografici con peso e ritratto stilistico....


Inviato (modificato)

Ciao @@cancun175 , non capisco il termine "barbariche romane" riferito ad Aureliano , inoltre il peso della moneta di 3,6 grammi rientra perfettamente nella media delle monete dell' epoca di Aureliano . Comunque la Stella come simbolo indica la zecca di Siscia o Cizico

Modificato da Legio II Italica

Inviato

Ciao @@cancun175 , non capisco il termine "barbariche romane" riferito ad Aureliano , inoltre il peso della moneta di 3,6 grammi rientra perfettamente nella media delle monete dell' epoca di Aureliano . Comunque la Stella come simbolo indica la zecca di Siscia o Cizico

Le monete dette "barbariche romane" sono quelle battute a Roma fuori dalla zecca ai tempi di Felicissimus, cioè appena prima della repressione di Aureliano. L'ho evocata perché l'hai evocata tu:

occorre dire pero' che in questo periodo le zecche , in particolare quella di Roma , erano in fermento


Inviato (modificato)

Ora ho capito cosa intendevi col termine "barbariche" , pero' non so se e' un termine giusto , ciao :)

Modificato da Legio II Italica

Inviato (modificato)

Ciao @@cancun175 , non capisco il termine "barbariche romane" riferito ad Aureliano , inoltre il peso della moneta di 3,6 grammi rientra perfettamente nella media delle monete dell' epoca di Aureliano . Comunque la Stella come simbolo indica la zecca di Siscia o Cizico

Di Cizico non vengono nominate stelle in campo...?

La monetazione di questo atelier viene suddiviso dalla Estiot in nove serie.

La I, datata alla fine del 270, mostra al dritto una titolatura lunga (IMP C DOM AVRELIANVS AVG) e sotto il busto un numero di globetti, da uno a tre, corrispondenti alle tre officine operanti, mentre al rovescio si riprendono tipi dal repertorio di Claudio II e di Quintillo, secondo una prassi già riscontrata.

Nella II (inizio del 271d.C.) al dritto la legenda si accorcia (IMP AVRELIANVS AVG) e il numero di globetti sotto il busto possono essere solo uno o due in quanto una delle tre officine chiude; al rovescio le tipologie richiamano quelle della zecca SPQR di Gallieno e Claudio II, le cui maestranze avevano contribuito allavvio dellatelier .

La III (fine del 271 d.C.) vede un cambiamento di stile nei ritratti, che si allargano, e un abbandono del sistema dei globetti sebbene ancora sporadicamente utilizzato.

Nella IV (inizio del 272 d.C.) compaiono nuovi segni di zecca che sono costituiti in una prima fase dalle lettere di officina P o S, e, in una seconda, dalliniziale della città

accompagnata dal numerale I o II (CI(-II)).

La V (inizio estate 272 d.C.) mostra allesergo ancora la lettera di zecca accompagnata da una o due stelline (*C, *C*). Un cambiamento più significativo avviene, però, con la VI (estateautunno 272 d.C.): la titolatura imperiale, inizialmente ripresa dalle serie precedenti, viene poi sostituita da una più lunga (IMP C AVRELIANVS AVG) e le officine operanti ritornano ad essere tre indicate dalle lettere P-T che seguono liniziale della città accompagnata da una stellina (C*P(-T)).

Nella VII (autunno 272- inizio 273 d.C.) si assiste fin dallinizio allutilizzo dellalfabeto greco per indicare le officine le quali, in una seconda fase, passano da tre a quattro; si possono così leggere in esergo: allinizio di questa serie o la lettera A tra due figure inginocchiate o le lettere A-G accompagnate talvolta da un crescente, alla fine le lettere A-D precedute da una stellina (*A(-D)).

Durante la produzione dell'VIII (primavera 273-primavera 274 d.C.), da un lato aumenta il numero delle officine, che passano da quattro a sei, indicate dalla lettere greche A-V e poste prima delliniziale della zecca C (A(-V)C), dallaltro si trovano varie legende al dritto e si introduce al rovescio il tipo solare, accompagnato da uno o due prigionieri.

La IX (primavera-fine 274 d.C.) e la X (inizio-estate 275 d.C.), le uniche collocabili dopo la riforma, mostrano entrambe il segno XXI in esergo e lettere greche in campo, ma

nella X il tipo classico solare viene sostituto da tipi più guerreschi (MARS INVICTVS) e vi compare anche Salonina.

Modificato da Fidelio

Inviato

Ora ho capito cosa intendevi col termine "barbariche" , pero' non so se e' un termine giusto , ciao :)

Il termine non è mio. L'ho preso da qualche parte. Comunque, queste monete non portano l'effice di Aureliano, ma di Claudio II o DIVO CLAVDIO, pur essendo battute regnante Aureliano. Ne ho una (ex Turner collection): come vedi, è sotto il grammo:

Claudius II Gothicus

Radiato imitativo (minimus), zecca non ufficiale (originale zecca di Roma), circa 270 d.C.

AE, 0,817 gr, 12,5 mm, 0°, F

D/ DIVO CLAVDIO, testa radiata a dx

R/ CONSECRATIO, altare fiammeggiante

cf SRCV III 11462 and RIC V 261 (ufficiale, zecca di Roma)

Provenienza: ex William Turner Collection, lotto 396 (questa moneta). Acquisita da Turner tra il 1812 e il 1817. Collezione lasciata in eredità nel 1867 al figlio Mansfield Turner, morto nel 1901. Poi rimasta in famiglia e dispersa dal pronipote di William Turner nel 1987. Ex Alex G Malloy collection, New York. Ex FAC, Morehead City, Usa. Acquisita nell'aprile 2012.

NOTA: peso e diametro sono compatibili con le coniazioni "barbariche minime", ma la qualità delle immagini e delle iscrizioni oltreché la provenienza mediorientale (la moneta è entrata nella collezione Turner tra il 1812 e il 1820 durante la sua permanenza nell'Impero Ottomano) inducono a considerare questo antoniniano come prodotto dalle zecche non ufficiali romane all'epoca di Felicissimus, regnante Aureliano.

post-7971-0-49627400-1393430064_thumb.jp


Inviato

Le diciture sulle foto: drappeggiato e drappeggiato/corazzato sono invertite, la corazza è identificabile dagli pterugi che spuntano dal drappeggio sulla spalla.

post-18735-0-17007400-1393537972_thumb.j


Inviato (modificato)

Le diciture sulle foto: drappeggiato e drappeggiato/corazzato sono invertite, la corazza è identificabile dagli pterugi che spuntano dal drappeggio sulla spalla.

attachicon.gif______4.jpg

Si, hai ragione, grazie per la precisazione! ;)

A quanto pare quella che piu si avvicina alla descrizione sembra essere questa;

autunno del 271 d.C. *//Q. SISCIA

RIC 227var. ?

ma non drappeggiato...

post-27200-0-47633900-1393543281_thumb.j

Modificato da Fidelio

Inviato

Ciao Fidelio , ma hai cambiato la moneta di apertura del post ? se ricordo bene la prima moneta che avevi messo aveva tutto il campo dell' esergo bene in vista , ma senza simboli , su quella nuova l' esergo e' quasi tutto scomparso , potrebbe esserci stato qualsiasi simbolo di lettera .


Inviato (modificato)

Si, legio II Italica,

la foto d'apertura attuale è la moneta di cui parlavo, l'altra avevo precisato a dire che era un fotomontaggio dimostrativo da aggiungere alla descrizione!

Non è che sia tanto preso da questo esemplare, piuttosto, mi intriga risolvere a che zecca appartiene non avendo il segno, ma i segni sul fronte-retro!

Ancor di piu il fatto che non ne trovo un riscontro sui siti piu conosciuti!

Mi appellavo al forum e al contributo di qualcun altro che si ègià imabattuto su queste tipologie.

Modificato da Fidelio

Inviato (modificato)

Osservando bene, il busto sul tuo esemplare mi sembra corazzato e drappeggiato (tipo c), in ogni caso corrisponde a questa:

RIC Va, 227, Aureliano, zecca di Siscia

D: IMPAVRELIANVSAVG (legenda 4), busto radiato con drappeggio e corazza (tipo c)

V: IOVI CONSERVATORI, stella in campo al centro

Esergo: P

Come vedi da questo strappo del RIC, sono censiti esemplari con tre tipi di busto:

a: Radiato e drappeggiato (227a)

c: Radiato con drappeggio e corazza (227c)

f: Radiato e corazzato (227f)

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Modificato da Exergus
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Inviato

Ringrazio l'intervento di n@@Exergus, io ho questi dati per la zecca di Siscia...farò alcune riflessioni.

La zecca di Siscia e per questo periodo viene suddivisa dalla Estiot in nove emissioni.

La I, secondo quanto già riscontrato nelle altre zecche occidentali, riprende sia lo stile dei ritratti, i quali sono per lo più costituiti da busti drappeggiati e corazzati, sia molti tipi di rovesci dagli imperatori precedenti, Claudio II e Quintillo, mentre unico elemento veramente innovativo consiste nell'’introduzione dei tipi CONCORDIA MILI e CONCORDIA LEGI; le titolature imperiali impiegate sono molto varie e spesso complesse; le officine ad operare
continuano ad essere quattro (P-Q).

La II è caratterizzata, invece, da un unico tipo di rovescio, GENIVS ILLVR, e dalla comparsa accanto alla lettera d’offina di una stella, simbolo che distinguerà per lungo tempo poi gli esemplari di Siscia, anche se per il momento non costituisce ancora una costante; l’unica legenda che si riscontra al dritto è IMP AVRELIANVS AVG. Lo schema fornito da Göbl per queste prime fasi varia solo per il fatto che vengono spostati nella II i due tipi originali di rovescio appartenenti alla I. La datazione di entrambe le serie per la Estiot si colloca negli ultimi mesi del 270 d.C, nell’autunno-novembre la I, a novembre la II, mentre dallo studioso viennese queste venivano riferite al 271.
Negli antoniniani della III (primavera-estate 271 d.C.) i busti a differenza delle due serie precedenti si presentano, prevalentemente, solo corazzati, mentre al rovescio si introducono nuovi tipi tra cui quello più attestato della FORTVNA REDVX; la stella ormai compare sempre tra i segni di zecca.
La IV (autunno 271 d.C.) risente molto della seconda emissione milanese, di poco precedente, sia per l’altezza delle legende che per i tipi richiamanti quelli di Valeriano; i busti tornano ad essere prevalentemente drappeggiati e corazzati.

Nella V (fine 271 d.C.-autunno 272 d.C.), dopo la parentesi della particolare IV emissione, i busti, più larghi e con teste più grosse, ritornano ad essere solo corazzati, e, al rovescio eccetto pochi tipi nuovi la maggior parte sono ripresi dalla III e dalla IV, talvolta con piccole modifiche (IOVI CONSER, FORTVNA REDVX ,VICTORIA AVG ecc.).
Nella VI (autunno 272 d.C.-inizio 274 d.C.) i busti, come nella contemporanea IV emissione di Milano, si fanno sempre più alti e imponenti arrivando ad essere in alcuni casi, a Siscia, veramente giganti; accanto ai tradizionali tipi dello IOVI CONSER e della CONCORDIA MILITVM prolificano quelli alludenti ai successi nella campagna d'’Oriente.
[ L'’individuazione e lo sviluppo delle emissioni III-V, sebbene logicamente formulate e giustificate, non sempre, risultano, però, di facile comprensione. Più convincente risulta infatti, la sequenza delle serie, effettuata sempre dalla Estiot, nel ripostiglio di Maraveille244, secondo la quale la IV con i busti drappeggiati era collocata all’inizio delle tre serie, mentre la III e la V, entrambe con busti corazzati, si susseguivano mostrando una continuità anche nei tipi del rovescio. A far retrocedere da questa posizione la studiosa francese sono stati però una serie di ibridi (8 ess.), presenti nel ripostiglio della Venera, la maggior parte dei quali con al dritto il busto di Aureliano, con testa grande come negli esemplari della V, e al rovescio il tipo dello IOVI CONSERVATORI, tipico della IV, i quali se si accettasse la precedente
ricostruzione sarebbero usciti da coni non appartenenti ad emissioni successive. Tale ripensamento però su queste basi non appare pienamente soddisfacente e condivisibile: come infatti hanno già ribadito per altri periodi, Burnett e Bland, non è raro trovare ibridi tra emissioni non consecutive, soprattutto se queste, come nel nostro caso, si succedono in un breve periodo di tempo. L’anticipazione della IV emissione, inoltre, la renderebbe contemporanea alla II di Milano con la quale, come abbiamo visto mostra molti punti in comune, sia sotto l’aspetto formale che propagandistico.]

Nella VII emissione, databile alla primavera del 274 d.C., la struttura della zecca si allarga, passando da quattro a sette officine; al dritto i busti diventano piccoli, tendenza che era iniziata già alla fine della serie precedente, e la legenda si allunga diventando IMP C AVRELIANVS AVG; al rovescio accanto al tradizionale tipo della CONCORDIA MILITVM abbiamo l'’introduzione dei tipi con il Sole accompagnato da uno o due prigionieri e dalla legenda ORIENS AVG o SOLI INVICTO. Göbl distingueva questa serie in tre emissioni distinte unicamente sulla base dei tipi di rovescio (Göbl 4-6), sottovalutando l’uniformità, però, dei corrispettivi
dritti e dei segni di zecca.
L' ’VIII emissione (estate 274 d.C.) mostra al rovescio oltre alle lettere d’'officina, le quali seguono in esergo il nuovo segno XXI, anche l’iniziale della zecca, S, mentre
scompare il simbolo della stella; continuano, dalle serie precedente, i tipi della CONCORDIA MILITVM e dell’ORIENS AVG, che si ritroveranno anche nella IX accanto ad uno nuovo, PROVIDEN DEOR.

La IX (autunno 274-primavera 275) si distingue dalla precedente per la mancanza al rovescio dell’iniziale della città e la presenza nella monetazione anche di Salonina la cui titolatura, solo a Siscia, compare al dativo, SALONINAE AVGVSTAE. Göbl, divideva la IX emissione in due serie distinte: una con solo Salonina da collocarsi alla fine della monetazione di Aureliano (Göbl 9), l’altra con solo l’imperatore (Göbl 7) da collocarsi prima dell’VIII della Estiot (=Göbl 8) senza però che si potessero evidenziare delle diversità nei segni di zecca.
Il peso degli antoniniani dalla prima all’ultima serie tendono ad aumentare: i dati della Venera indicano un peso medio per le prime cinque emissioni di g 3,61, per la VI e la VII di g 3,70, e per le due emissioni post riforma un peso medio di ca. g 4 come già attestato per Roma e Mediolanum. Anche i dati sulla percentuale di fino, sulla base della documentazione fornita dalla Estiot e da King e Northover, sembrano attestastarsi sugli stessi standard delle due zecche italiane: di 9 scrupoli per libbra prima della riforma e di 12 scrupoli per libbra dopo la riforma.

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Inviato

post interessantissimo, grazie.


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