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Inviato

Nella discussione su Paropos avevo accennato a problemi di prendere in considerazione delle monete inedite o molto rare e senza contesti noti.

Colgo l’occasione della pubblicazione di un interessante articolo di Maria Amalia Mastelloni (archeologa specializzata in numismatica, con quasi 30 anni di esperienza, in forza all'Assessorato ai Beni Culturali della Regione Sicilia e distaccata alla Soprintendenza del Veneto), intitolato “La produzione della zecca, la collezione numismatica del Museo ed i rinvenimenti di Adrano”, sul volume “Tra Etna e Simeto. La ricerca archeologica ad Adrano e nel suo territorio”, Catania 2009, p, 157-176.

Questo articolo rivela una presa di coscienza del grave problema dei falsi anche a livello accademico e dei responsabili per la conservazione del patrimonio archeologico e quindi anche delle monete antiche. Prende in considerazione la monetazione di Adranon, specialmente dal punto di vista archeologico e dimostra l’esistenza di non pochi falsi di quella zecca, anche se il corredo illustrativo nell’articolo è piuttosto carente (il solito problema, anche economico, dei testi accademici). A lei era nota l’esistenza di diversi punzoni moderni (in parte illustrati, anche se su piccola scala), grazie all’analisi condotta dai Carabinieri del nucleo TPA di Messina ed esaminati anche dalla studiosa.

Intanto riporto la sua premessa, che difficilmente può essere contestata:

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In questa sede prendo in considerazione l’esistenza di frazionali in argento che attesterebbero una alleanza tra Piakos e Adranon, non citata da alcuna fonte letteraria e storica. Evidentemente si tratta di una informazione di grande importanza storica. Eppure notate come scrive la dr.ssa Mastelloni, relativamente a un primo esemplare, che è poi quello illustrato dal Jenkins e che era appartenuto alla famosa collezione Moretti (anche se non ho ancora tracce di un suo successivo passaggio in asta):

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Mi ha un po’ stupito la severità del giudizio e soprattutto non comprendo come lei abbia potuto fare una analisi così dettagliati di particolari, partendo da una modesta fotografia riportata sul Jenkins. Addirittura accenna a microglobetti (ossia microbolle) che tradirebbero l’uso di una matrice in materiale plastico moderno. Che occhio! Eppure non riesco a trovare una immagine ad alta definizione di questo esemplare. Più avanti ho postato l’unica immagine un po’ migliore che ho.

Poi la dr.ssa Mastelloni passa a un secondo esemplare, che lei dice essere presente nel sito online dell’American Numismatic Society (ANS):

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Per la verità non ho trovato una immagine nel sito dell’ANS. Se qualcuno la trova, con adeguata definizione, mi farebbe un piacere. In realtà questo esemplare proviene dall’asta Classical Numismatic Group n. 40 del 1996 (lotto 819), che sarà più avanti postato.

Non so se è possibile affermare con lei che “… il pezzo è stato realizzato con la tecnica della cera persa e con fusione “ad albero””.

E’ credibile questa asserzione….?

Nel prosieguo dell’articolo la studiosa passa ad esaminare le varie emissioni di Adranon, evidenziando alcuni esemplari sicuramente autentici e trovati in contesti archeologici assieme ad esemplari invece sicuramente falsi (o presunti falsi)….

Tornando alla particolare serie di Piakos & Adranon, allo stato attuale per quella monetazione si conoscono praticamente solo le schede provenienti dalla mia vecchia monografia su Piakos (risalente al 1993) e dal volume di Buceti (del 2010).

Per completezza le riporto tutte.

Da Campana (nn. 4-5 del suo catalogo):

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Da Buceti (nn. 6-7 del relativo catalogo, dove sono chiaramente riassunte le informazioni già contenute in Campana).

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Quindi, per la verità, rispetto a quanto mostrato dalla dr.ssa Mastelloni, la realtà appare un po’ più complessa e articolata.

Esisterebbero una litra e una emilitra.

Per la litra sembra esistano due distinti conii per il diritto, che si distinguono per le lettere dell’etnico, e due o tre conii per il rovescio. Dovrebbero esistere in tutto almeno 5 esemplari.

Per l’emilitra, più rara, esisterebbero forse due coppie di conii e finora si conoscono ancora solo 3 esemplari.

(continua)


Inviato (modificato)

Di seguito provo a riportare tutte le immagini che finora sono riuscito a reperire per questa serie (sono naturalmente benvenute nuove segnalazioni):

Litra Campana 4a = Buceti 6b:

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ex collezione Moretti g. 0,72

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ex coll. Cammarata 151 g. ? (con etnico al R/ fuori campo), ma ci sono dubbi che sia invece della variante successiva,

immagine non reperibile

ex coll. privata g. 0,38 (era una collezione privata svizzera che vidi diversi anni fa, di modesta conservazione e della quale non ero poi riuscito ad avere una fotografia).

Litra Campana 4b = Buceti 6a;

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Classical Numismatic Group 40/1996, n. 819 g. 0,64 (esaminato dalla Mastelloni e sfuggito al mio precedente censimento)

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ArtCoins 4/2011, n. 602 g. 0,63 (non noto al mio precedente censimento)

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Leu 22/1979, n. 29 g. 0,62 (= Manganaro 1984, Mikrà, n. 89 = Cammarata 150) (pesce sotto esergo fuori campo e etnico poco leggibile)

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Numismatica Ars Classica 21/2001, n. 102 = Numismatic Fine Arts 30/1992, n. 14 (realizzando ben 4500 dollari!) g. 0,55

Astarte 14/2004, n. 602 g. 0,53 (fratturato)

Emilitra Campana 5 = Buceti 6

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Coll. privata a Munchen (Manganaro 1984, Kerma, tav. VI, n. 86) g. 0,34

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Numismatica Ars Classica 23/2002, n. 1108 g. 0,26

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Coll. privata svizzera (Manganaro 1984, Kerma, tav. VI, n. 87) g. 0,23

Non credo che sia condivisibile del tutto il severo giudizio della Mastelloni, la quale praticamente condanna come falsa o almeno sospetta l’intera emissione di frazionali a nome di Piakos e Adranon e sulla base di soli due esemplari, quando in realtà è noto un numero maggiore di questi frazionali, anche se questi risultano essere comparsi solo negli anni ’70-’90 del XX secolo.

E’ un atteggiamento preoccupante e quindi resta il problema su come impostare correttamente uno studio dedicato a Piakos e in particolare a queste rare emissioni di alleanza con Adranon.

Sono graditi i vostri giudizi sull’effettiva autenticità di queste monetine…..

Modificato da acraf

Inviato

Se Adranon sorse sul luogo dell’attuale Adrano, fondata nel 400 a.C. da Dionisio I, l’ubicazione di Piakos resta ancora un mistero, anche se l’ipotesi prevalente è che corrispondesse al noto sito archeologico di Mendolito, a quasi 8 km a NO di Adrano, su un vasto terreno, di circa 80 ettari (in rosso nella figura), bagnato a ovest dal fiume Simeto, in tale modo giustificando la presenza del toro androprosopo, che simboleggerebbe appunto il vicinissimo fiume Simeto.

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Resta da capire questo doppio etnico, Piakos e Adranon, e soprattutto l’esatto momento della coniazione di questi frazionali.

Può darsi che la coniazione sia avvenuta in occasione proprio della fondazione di Adranon ad opera di Dionisio I, nel 400 a.C., sul luogo dove già esisteva il santuario dedicato al dio ctonio Adranos, mitico padre dei Palici e in parte assimilato al dio Efesto, custodito da ben 1000 cani cirnechi.

La vicinanza tra il vecchio abitato di Mendolito (= Piakos ?) e il nuovo centro di Adranon, con relativi legami politici ed economici, può avere reso possibile la coniazione di un doppio etnico.

In ogni caso è un esempio di una unica testimonianza storica offerta dalle monete ed appare comprensibile la circospezione e direi sospetti di una archeologa come Mastelloni di fronte a monete che finora non sono mai state trovate in contesti archeologici…..


Guest Tugay Emin
Inviato

@@acraf "a monete che finora non sono mai state trovate in contesti archeologici….." Non hanno avuto fortuna, o magari l'ubicazione è altrove ! Mi sembra un tantino difficile inventarsi diversi coni . E probabile che ci sia qualche falso , ma rinnegare la genuinita' di alcuni esemplari sol perché nel contesto Pubblico ,non ci sono riscontri ,mi pare un po' azzardato. Pero' essendo studiosi , hanno piu' voce.

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Inviato

Il problema è che se vai a cercare i ritrovamenti monetari da scavi archeologici, molto spesso essi risultano essere abbastanza poveri e non sempre rispecchiano l'effettiva circolazione delle monete. Magari basta allontanarsi di un poco e armarsi di un buon metaldetector per trovare ben altro. Così hanno agito per anni i tombaroli….

Il sito di Adranon non ha dato molto materiale numismatico, almeno a livello di scavi archeologici controllati, ma forse è stato sufficiente girare un pò intorno….

E' il solito problema e molto spesso quando arrivano gli archeologi su un nuovo sito archeologico, esso è già risultato essere abbondantemente violato e pieno di buchi….. E che trovano di sostanzioso….?

Anche il ricco sito di Morgantina, che pure ha permesso di ricuperare molte monete greche e romane repubblicane, ha fornito anche molto materiale clandestino e alcuni importanti tesoretti pare siano stati trovati nei dintorni, solo che non abbiamo altri dati….


Inviato

quello che penso di queste monetine e' questo che magari ve ne sono altre, logore senza epigrafi finite sotto altra attribuzione nei cassetti dei collezionisti,


Inviato

E magari pure di medaglieri pubblici. So ad esempio che nei depositi dello stesso museo Salinas di Palermo c'è molto materiale, compresi frazionali in argento (anche se provengono generalmente dalla Sicilia occidentale), che attende ancora di essere classificato….


Guest Tugay Emin
Inviato

E magari pure di medaglieri pubblici. So ad esempio che nei depositi dello stesso museo Salinas di Palermo c'è molto materiale, compresi frazionali in argento (anche se provengono generalmente dalla Sicilia occidentale), che attende ancora di essere classificato….

"che attende ancora di essere classificato" . chissà quante frazioni in argento sono immagazzinate fortemente ossidate. che attendono di essere pulite e classificate. Se al Salinas di Palermo avrebbero bisogno mi proporrei gratuitamente.

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