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Inviato

Si parla della denominazione "Aes dichoneutum" di cui ha parlato apostata72:

Libro 11 Codex Teodosiano

11.21.1

Impp. Valentinianus et Valens aa. Modesto praefecto praetorio.

pr. Aes, quod dichoneutum vocatur, non modo deinceps largitionibus inferatur, verum de usu penitus et conversatione tollatur ac nemini publice hoc habere liceat.

1. Et conflatores figurati aeris, adulteratores etiam monetae capitalis animadversio persequatur.


Inviato

Bravo l'hai trovato. Ora Forza fai la traduzione..... :D :D :D

perchè tutto sta ad interpretare bene ;)


Inviato

Questa invece, tratta dal Bury, parla dell follis decargyrus

96 The siliqua was a silver coin = 1/24th of the solidus; but the silver coin most in use was the half-siliqua known as the nummus decargyrus. The silver miliarense (= 1/1000 lb. gold) was, according to Babelon, in the fifth and sixth centuries a monnaie de luxe (cp. Justinian, Nov. 105.2); 12 (not 14) went to the solidus. The ratio between gold and silver in A.D. 397 is given in C. Th. xiii.2.1 as 1 lb. silver = 5 solidi = 5/72 lb. gold, and in A.D. 422, 1 lb. silver = 4 solidi = 1/18 lb. gold (ib. viii.4.27). Thus in these 25 years the ratio changed from 1:14 2/5 to 1:18, a considerable depreciation of silver. On the silver and copper coins of the fourth and fifth centuries see Babelon, Traité des monnaies grecques et romaines, vol. i (1901) 566 sqq., and 612 sqq.— It may be noted here that the ordinary rate of interest in the fourth and early fifth century was from 4 to 6 per cent. 12 per cent (the centesima) was the maximum allowed by law, but it would be an error to infer from the fulminations of Ambrose and Chrysostom against it that it was normal or typical in business transactions. It was only exacted in cases where there was no good security. See Billeter, Gesch. des Zinsfusses, 236 sqq. It was possibly due to clerical influence that senators were forbidden towards the end of the fourth century to lend on interest. The law was, of course, evaded and (after the fall of Chrysostom) they were allowed to receive interest up to 6 p. c. (See C. Th. ii.33.3 and 4, with the commentary of Gothofredus, vol. i p274‑275).


Inviato

Ora cerca anche l'editto di Arcadio-Onorio (395) dove viene menzionato il decargyrus nummus

troverai elemnti interessanti.... B)


Inviato
Bravo l'hai trovato. Ora Forza fai la traduzione..... :D  :D  :D

perchè tutto sta ad interpretare bene  ;)

132939[/snapback]

ora sono stanco, domani mi ci metto :)


Inviato (modificato)

Diciamo che siamo di fronte ad "argomenti" su cui storici e studiosi di Numismatica non hanno ancora dato risposte definitive, come es. vedi la questione della riforma di Diocleziano su cui S. Mazzarino attraverso l'epigrafe di Bicharactam propone solo congetture, e stiamo parlando di un episodio fra i più importanti del Tardo Impero !

Modificato da Silla

Inviato (modificato)
Ora cerca anche l'editto di Arcadio-Onorio (395) dove viene menzionato il decargyrus nummus

troverai elemnti interessanti.... B)

132944[/snapback]

Ieri pomeriggio stavo proprio scrivendo a proposito di questo argomento nel mio post di alcuni giorni fà dove apostata aveva "lanciato" questi interessanti spunti, ma poi sono dovuto scappare in facoltà (causa esame <_<)...

Eg è stato bravissimo a trovare il riferimento all'aes dichoneutum (aggiungo solo la data, 7 aprile 371): riguardo l'editto di Arcadio e Onorio in cui si cita il decargyrum nummum, riporto il testo sempre dal Codex Theodosianus:

Codex Theodosianus 9.23.2

Impp. arcadius et honorius aa. dextro praefecto praetorio. centenionalem tantum nummum in conversatione publica tractari praecipimus maioris pecuniae figuratione submota. nullus igitur decargyrum nummum alio audeat commutare, sciens fisco eandem pecuniam vindicandam, quae in publica potuerit conversatione deprehendi. dat. prid. id. april. mediolano olybrio et probino conss. [12 aprile 395].

Spero di poter postare entro stasera le traduzioni dei due "pezzi" (sempre che non m'anticipi qualche buona anima pia :D e che, soprattutto, ci si possa ancora affidare al mio latino "da liceo" :P).

Una piccola anticipazione, che è poi, credo, la problematica cui faceva accenno apostata: il mitico "Castiglioni-Mariotti" mi dà come unico significato per dichoneutum (che poi è una trasposizione latina per il greco dixovoos, ovvero dika vous = di doppia mente, ambiguo = falso) "falsificato"... il problema è che mi pare difficile poter tradurre: "La moneta [di bronzo] che è chiamata falsificata". É solo un problema di termine? Qualche idea?

Modificato da chersoblepte

Inviato

Bel lavoro cherso io un'idea me la sono fatta sull'aes dichoneutum ma non la dico... per non influenzarvi,

comunque quel "doppio....." nella traduzione letterale...................mi piace :)


Inviato
Bel lavoro cherso io un'idea me la sono fatta sull'aes dichoneutum ma non la dico... per non influenzarvi,

comunque quel "doppio....." nella traduzione letterale...................mi piace :)

133097[/snapback]

senti odore di doppia maiorina? :P


Inviato
Si! ma è solo il mio parere  ;)

133105[/snapback]

ti leggo nel pensiero...

mamma mia, ma perchè la monetazione tardo imperiale è così affascinante? forse perchè è ancora così misteriosa... boh! :)


Inviato (modificato)

Riporto quella che dovrebbe essere la traduzione dei due testi (gli originali latini sono riportati negli interventi precedenti oppure in questa pagina web):

Codex Theodosianus XI, 21.1pr-21.1.1

Gli Augusti imperatori Valentiniano e Valente a Modesto, prefetto del pretorio. La moneta [di bronzo], che è chiamata dichoneutum (doppia maiorina?), non solo sia poi lasciata alle casse imperiali, ma, di certo, sia tolta del tutto dall'uso e dalla circolazione e non sia permesso a nessuno di possederla pubblicamente.

La pena capitale colpisca i fonditori di finto denaro e i falsificatori di moneta.

In data 7 aprile 371, Costantinopoli, (essendo) Augusto Graziano, consoli questo [Graziano] e Probo.

Codex Theodosianus IX, 23.2

Gli Augusti imperatori Arcadio e Onorio a Destro, prefetto del pretorio. Comandiamo che solo il nummus centenionalis sia maneggiato nella circolazione pubblica, dal momento che è stata interrotta la "produzione" di pecunia maior. Pertanto nessuno osi scambiare con altra [moneta] il nummus decargyrus (ovvero dal valore di dieci denari d'argento), sapendo che questa moneta dovrà essere sottratta dal fisco, qualora si arrivi ad osservarla nella circolazione pubblica.

In data 12 aprile 395, Milano, (essendo) consoli Olibrio e Probino.

Modificato da chersoblepte

Inviato

Ottimo lavoro Cherso

questi sono gli unici 2 "trafiletti" di cui disponiamo (magari uscisse qualcosa di nuovo :rolleyes: )

per interpretare la situazione monetaria alla fine del sec. IV

Decargyrus è il termine che fa spaccare la testa agli studiosi di numismatica tardoantica


  • 3 anni dopo...
Inviato

Scusate se riprendo questa discussione...

ma quando si parla di nummus "del valore di dieci denari d'argento" di che si parla?

Inoltre, perchè era punito possedere quella moneta "doppia"?


Inviato

i denari erano una unità di conto teorica

era punito il possesso del dichoneutum perchè le monete venivano fuse per ricavarne argento da rivendere a prezzo maggiorato


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