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Inviato
Bella patina iridescente ... personalmente preferisco quella più delicata del D/.
E' questa, secondo me, la naturale e giusta patina delle monete in argento con un po' di anni addosso.
Quelle tutte nere, causate dal solfuro, danno l'idea (?) di una manipolazione chimica.
Mah, e se fosse esattamente il contrario?
apollonia

Beh ... può anche essere se si utilizza un po' di zolfo, ma una patina uniforme, tutta nera, mi fa sorgere più di qualche dubbio e poi i gusti non possono essere consigliati o insegnati, contrariamente alla rarità e la storia. :hi:


Supporter
Inviato

Caro Sanni, questa è, non dico storia, ma cronaca.

Tetradramma venduto alla CNG 88, Lot. 450 nella Printed Auction del 14 settembre 2011.

post-703-0-87559100-1393322471_thumb.jpg

apollonia


Inviato

Caro Sanni, questa è, non dico storia, ma cronaca.

Tetradramma venduto alla CNG 88, Lot. 450 nella Printed Auction del 14 settembre 2011.

attachicon.gifTetra Babilonia CNG 88 14 sett. 2011 Lot 450.jpg

Apollonia

Ciao Apollonia, perché non continui questo interessante discorso ne "le monete più attraenti di Alessandro magno"? :)


Inviato

Caro Sanni, questa è, non dico storia, ma cronaca.

Tetradramma venduto alla CNG 88, Lot. 450 nella Printed Auction del 14 settembre 2011.

attachicon.gifTetra Babilonia CNG 88 14 sett. 2011 Lot 450.jpg

apollonia

Buon pomeriggio @apollonia ... non riesco a seguirti.
Il Tetradramma è lo stesso e non vedo grandi differenze se non nella qualità della foto.
La patina iridescente, secondo me, c'è anche nel tetra CNG 88, anche se la foto, scattata con molta luce, non la evidenzia.
Beh ... dopo circa tre anni penso sia normale vederla più estesa in quello di "ArtCoins 8" la cui foto è molto più realistica rispetto a quella CNG 88.
Babilonia - ArtCoins 8
post-26600-0-18665100-1393346738_thumb.j
Babilonia - CNG 88
post-26600-0-76028100-1393346792_thumb.j

Supporter
Inviato
Proseguirò questa discussione con altri esempi analoghi in 'Casa Alessandro' come consigliato da Andrea. Qui però devo qualche chiarimento a Sanni che scrive (corsivo)
Buon pomeriggio @apollonia ... non riesco a seguirti.
Buon pomeriggio anche a te. Vediamo se riesco a spiegarmi.
Il Tetradramma è lo stesso e non vedo grandi differenze se non nella qualità della foto.
Esatto, si tratta della stessa moneta.
La patina iridescente, secondo me, c'è anche nel tetra CNG 88, anche se la foto, scattata con molta luce, non la evidenzia.
Beh ... dopo circa tre anni penso sia normale vederla più estesa in quello di "ArtCoins 8" la cui foto è molto più realistica rispetto a quella CNG 88.
La moneta è stata venduta nella CNG 88 in data 14 settembre 2011 con la notazione 'Goof VF, a little die wear on obverse.' Nessun cenno al 'toning', che la CNG considera un valore aggiunto per le proprie monete. Infatti, in altri esemplari simili della stessa asta e di altre, la patina è ben evidente e regolarmente dichiarata nella didascalia.
Otto mesi dopo (non tre anni), precisamente il 14 maggio 2012, la stessa moneta compare in un'altra asta con la notazione 'Patina da collezione, spl +', la traccia di consunzione del conio sul diritto è scomparsa, il 'toning' è comparso, il 'grading' è passato dal nostro buon BB a SPL+.
Sei ancora dell'idea di quanto avevi scritto e qui riportato alla seconda riga?
Bella patina iridescente ... personalmente preferisco quella più delicata del D/.
E' questa, secondo me, la naturale e giusta patina delle monete in argento con un po' di anni addosso.
Quelle tutte nere, causate dal solfuro, danno l'idea (?) di una manipolazione chimica.
apollonia
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Inviato

Ciao a tutti, forse se il tema rimane le patine converrebbe proseguire in questa discussione. Il rischio sarebbe frammentare troppo le discussioni.

Grazie

Skuby


Inviato

Beh ... forse sbaglio, forse CNG nel 2011 ha omesso alcuni dettagli nella descrizione del tetradramma perché dalla foto io riesco a vedere, nonostante la cattiva qualità, la stessa iridescenza dell’immagine di Artcoins 8.

post-26600-0-07271400-1393363883_thumb.j

... :unknw:


Supporter
Inviato

Non è detto che non sia io a sbagliarmi. In ogni caso la moneta in discussione della CNG (foto sopra) è messa a confronto con un altro esemplare della CNG stessa 'lightly toned'.

post-703-0-04267400-1393365998_thumb.jpg

SELEUKID KINGS of SYRIA. Seleukos I Nikator. 312-281 BC. AR Tetradrachm (26mm, 17.08 g, 3h). In the name and types of Alexander III of Macedon. Babylon I mint. Struck circa 311-300 BC. Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; monogram in wreath in left field, MI below throne. SC 82.5b; Price 3747; HGC 9, 10f. Good VF, a little die wear on obverse.

post-703-0-76401600-1393366022_thumb.jpg

SELEUKID KINGS of SYRIA. Seleukos I Nikator. 312-281 BC. AR Tetradrachm (26mm, 17.11 g, 12h). Babylon I mint. Struck in the name of Alexander III of Macedon, circa 311-300 BC. Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; in left field, monogram in wreath; MI below throne. SC 82.5b; Price 3747. Near EF, lightly toned.

apollonia


Supporter
Inviato (modificato)

Salve

Dal confronto tra la didascalia del tetradramma al tempo t=0 (foto sopra) e quella della stessa moneta al tempo t=8 mesi si nota che il numero di catalogazione del Price è diminuito di una unità.

post-703-0-35580400-1393414508_thumb.jpg

SELEUKID KINGS of SYRIA. Seleukos I Nikator. 312-281 BC. AR Tetradrachm (26mm, 17.08 g, 3h). In the name and types of Alexander III of Macedon. Babylon I mint. Struck circa 311-300 BC. Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; monogram in wreath in left field, MI below throne. SC 82.5b; Price 3747; HGC 9, 10f. Good VF, a little die wear on obverse.

post-703-0-38203400-1393414525_thumb.jpg

Re Seleucidi della Siria, Tetradramma, Babilonia, Seleuco I (312-281), c. 317-300 a.C., AR, (g 17,11, mm 26, h 3). Testa di Eracle a d., indossa leontè , Rv. BAΣIΛEΩΣ AΛEΞANΔPOY, Zeus seduto in trono a s., tiene scettro e aquila; a s. monogr. in corona, sotto MI. Price 3746. Patina di collezione. spl+.

Ovviamente il tetra è rimasto Price 3747, ma la differenza col Price 3746 è veramente minuscola, direi… puntiforme. Sapete dire qual è?

apollonia

Modificato da apollonia
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Inviato (modificato)

Ecco un effettivo tetra Price 3746

post-703-0-52155800-1393415033_thumb.jpg

SELEUKID KINGS of SYRIA. Seleukos I Nikator. 312-281 BC. AR Tetradrachm (27mm, 17.01 g, 2h). Babylon I mint. Struck in the name of Alexander III of Macedon, circa 311-300 BC. Head of Herakles right, wearing lion's skin / Zeus Aëtophoros seated left; monogram in wreath in left field, MI below throne. SC 82.5a; Price 3746. Good VF.

apollonia

Modificato da apollonia

Inviato

Ecco un effettivo tetra Price 3746

attachicon.gifTetra Babilonoa 3746.jpg

SELEUKID KINGS of SYRIA. Seleukos I Nikator. 312-281 BC. AR Tetradrachm (27mm, 17.01 g, 2h). Babylon I mint. Struck in the name of Alexander III of Macedon, circa 311-300 BC. Head of Herakles right, wearing lion's skin / Zeus Aëtophoros seated left; monogram in wreath in left field, MI below throne. SC 82.5a; Price 3746. Good VF.

Apollonia

Sì direi che è puntiforme...E' proprio il caso di dire puntiforme, apollonia.... ;)

Tuttavia ho notato come gli assi della 3747 sono solo a ore 12, mentre la 3746 ha diverse angolazioni possibili.

Il punto all'interno del simbolo racchiuso nella corona d'alloro non è comunque così visibilissimo nella P.3747.

Ossia, se uno non lo sa potrebbe anche non accorgersene.

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Inviato (modificato)

Questo gettone pubblicitario in argento 900 appena acquistato mi dà lo spunto per chiarire alcune interpretazioni della formazione della patina su questo metallo espresse da altri nell’area tecnica del forum che sono in contrasto con i principi della chimica e della termodinamica. Mi scuso se la prendo un po’ alla lontana.

post-703-0-91111100-1393588738_thumb.jpg

L’argento è un metallo di un colore bianco particolare che si designa con l’epiteto ‘argenteo’ e un vivo splendore, dovuto alla sua grande capacità di riflettere i raggi luminosi. L'argento non si ossida né all'aria secca né all'umida, né a freddo né a caldo e per questa ragione entra a far parte del gruppo dei metalli nobili. Ciò significa in altri termini che l’argento non viene trasformato in ossido Ag2O dall’ossigeno molecolare presente nell’atmosfera come invece si verifica per il rame, che per semplice esposizione all’aria umida si ricopre di uno strato di cuprite Cu2O.

Questo non vuol dire che l’ossido d’argento non esiste, ma che si può formare in altre condizioni sperimentali. Ad es., portando in soluzione l’argento metallico con un acido ossidante come l’acido nitrico e poi alcalinizzando con NaOH, si forma l’idrato d’argento instabile che si scinde in acqua e in ossido Ag2O, il quale precipita dalla soluzione sotto forma di polvere bruno-nerastra amorfa. Però sulla superficie di una moneta d’argento non troveremo l’ossido perché l’ossigeno è sì un buon ossidante ma non tale da ‘strappare’ quell’elettrone più esterno dello strato 4s dell’argento metallico e trasformarlo in ione Ag+.

Il solfuro d’argento Ag2S è il sale dell’argento con l’acido solfidrico (H2S) che precipita come polvere nera dalle soluzioni acquose di sali d’argento per azione dell’H2S gassoso, normalmente prodotto in situ nella soluzione stessa. L’acido solfidrico, detto anche idrogeno solforato o solfuro di idrogeno, è un gas incolore di odore caratteristico di uova marce che può esplicare le sue proprietà acide solo in presenza di acqua e formare dei sali con i metalli pesanti caratterizzati da una scarsa solubilità in acqua. Con l’argento in particolare, l’idrogeno solforato contenuto nell’aria, anche in basse concentrazioni, reagisce formando un sottile strato di solfuro che preserva il metallo da ulteriori attacchi. La reazione responsabile dell’imbrunimento dell’argento esposto all’aria è la seguente:

post-703-0-54256200-1393588717_thumb.jpg

Come si vede, l’intervento dell’ossigeno è necessario per creare l’ambiente ossidante, ma l’ossigeno non compare nel prodotto di ossidazione dell’argento.

Sulle due facce del gettone si notano delle zone più scure di altre, ad es. quelle tra le lettere delle legenda, quelle ai confini delle parti in rilievo, quelle lungo il bordo. Questo si spiega col fatto che alcune zone alla superficie di un solido possono essere più reattive di altre, ad es. per una maggior area superficiale dovuta a una minor dimensione dei grani. Si deve tener presente che in queste reazioni in fase eterogenea (quella gassosa rappresentata dall’atmosfera, quella solida rappresentata dalla superficie dell’argento e quella liquida rappresentata da un velo di umidità atmosferica che si colloca all’interfaccia tra le due precedenti) la velocità di reazione (cinetica) è condizionata da fattori fisici e geometrici.

apollonia

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Inviato

Salve

Mi è capitato di leggere un lavoro sull’ossidazione dell’argento da parte dell’ossigeno allo stato atomico, nel quale è stata studiata l’azione di questo ossidante su alcuni metalli da misure sperimentali effettuate sulle navicelle spaziali (A. de Rooij, The Oxydation of Silver by Atomic Oxygen, ESA Journal 1989, Vol. 13, 363-378).

L’ossigeno atomico ha un potenziale di riduzione standard di + 2,42 V e può ossidare l’argento anche ad ossido bivalente AgO. Il potenziale di riduzione standard dell’ossigeno molecolare nelle condizioni di estrema acidità (pH = 0) è circa la metà, + 1,23 V, ma si abbassa progressivamente in ambiente basico, raggiungendo in condizioni di estrema basicità (pH = 14) il valore di + 0,40 V. A pH = 7 il potenziale di riduzione standard dell’ossigeno è di + 0,81 V, praticamente dello stesso valore di quello dell’argento (+ 0,80 V). Quindi, in ben determinate condizioni di temperatura e di pressione parziale dell’ossigeno e anche a valori di pH attorno alla neutralità, si può anche avere la formazione di Ag2O (ma non AgO) dovuta a ossigeno molecolare.

In ogni caso l’argento non è intaccabile dalla maggior parte degli agenti esterni; non si combina in via naturale con l'ossigeno e quindi non forma ossidi (tranne che nelle particolari condizioni suesposte) e si scurisce principalmente per azione dello zolfo (contenuto nel sudore delle mani) e dell’idrogeno solforato (H2S) presente nell’atmosfera. La patina scura è costituita da un sottilissimo strato di solfuro d'argento (Ag2S) che praticamente non intacca il metallo e lo preserva da ulteriori attacchi.

Sulle monete d’argento provenienti da depositi nel sottosuolo si può avere la formazione di cloruro d’argento (AgCl) provocata dalla reazione nel terreno di acido cloridrico con il metallo, che si manifesta con una colorazione giallognola o grigia o bruno- violetta di spessore variabile e con screpolature.

apollonia

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Inviato

Salve

Mi è capitato di leggere un lavoro sullossidazione dellargento da parte dellossigeno allo stato atomico, nel quale è stata studiata lazione di questo ossidante su alcuni metalli da misure sperimentali effettuate sulle navicelle spaziali (A. de Rooij, The Oxydation of Silver by Atomic Oxygen, ESA Journal 1989, Vol. 13, 363-378).

Lossigeno atomico ha un potenziale di riduzione standard di + 2,42 V e può ossidare largento anche ad ossido bivalente AgO. Il potenziale di riduzione standard dellossigeno molecolare nelle condizioni di estrema acidità (pH = 0) è circa la metà, + 1,23 V, ma si abbassa progressivamente in ambiente basico, raggiungendo in condizioni di estrema basicità (pH = 14) il valore di + 0,40 V. A pH = 7 il potenziale di riduzione standard dellossigeno è di + 0,81 V, praticamente dello stesso valore di quello dellargento (+ 0,80 V). Quindi, in ben determinate condizioni di temperatura e di pressione parziale dellossigeno e anche a valori di pH attorno alla neutralità, si può anche avere la formazione di Ag2O (ma non AgO) dovuta a ossigeno molecolare.

In ogni caso largento non è intaccabile dalla maggior parte degli agenti esterni; non si combina in via naturale con l'ossigeno e quindi non forma ossidi (tranne che nelle particolari condizioni suesposte) e si scurisce principalmente per azione dello zolfo (contenuto nel sudore delle mani) e dellidrogeno solforato (H2S) presente nellatmosfera. La patina scura è costituita da un sottilissimo strato di solfuro d'argento (Ag2S) che praticamente non intacca il metallo e lo preserva da ulteriori attacchi.

Sulle monete dargento provenienti da depositi nel sottosuolo si può avere la formazione di cloruro dargento (AgCl) provocata dalla reazione nel terreno di acido cloridrico con il metallo, che si manifesta con una colorazione giallognola o grigia o bruno- violetta di spessore variabile e con screpolature.

apollonia

Grande apollonia!!!!

Ciao

Skuby


Inviato

Complimenti per le tue conoscenze di chimica e queste interessanti spiegazioni

Cosa consiglieresti per un 'ottimale conservazione degli argenti antichi ? Granuli deumidificatori per ridurre l

'Umidita' dell'aria e proteggere meglio le monete?

Lasciarle riposare su vassoi aperti oppure chiuderle nelle bustine di plastica sottili di acetato che sembrano offrire protezione ottimale e lasciano "respirare" la moneta..

Ti segnalo infine una discussione sulla formazione di patina sulla monetazione enea jn Piazzetta (monete rinvenute nel suolo etc.) nel caso ti interessassi anche di patine dei bronzi un tuo contributo sarebbe piu ' che benvenuto.


Inviato

Questo gettone pubblicitario in argento 900 appena acquistato mi dà lo spunto per chiarire alcune interpretazioni della formazione della patina su questo metallo espresse da altri nell’area tecnica del forum che sono in contrasto con i principi della chimica e della termodinamica. Mi scuso se la prendo un po’ alla lontana.

attachicon.gifGettone Achille Brioschi comp.jpg

L’argento è un metallo di un colore bianco particolare che si designa con l’epiteto ‘argenteo’ e un vivo splendore, dovuto alla sua grande capacità di riflettere i raggi luminosi. L'argento non si ossida né all'aria secca né all'umida, né a freddo né a caldo e per questa ragione entra a far parte del gruppo dei metalli nobili. Ciò significa in altri termini che l’argento non viene trasformato in ossido Ag2O dall’ossigeno molecolare presente nell’atmosfera come invece si verifica per il rame, che per semplice esposizione all’aria umida si ricopre di uno strato di cuprite Cu2O.

Questo non vuol dire che l’ossido d’argento non esiste, ma che si può formare in altre condizioni sperimentali. Ad es., portando in soluzione l’argento metallico con un acido ossidante come l’acido nitrico e poi alcalinizzando con NaOH, si forma l’idrato d’argento instabile che si scinde in acqua e in ossido Ag2O, il quale precipita dalla soluzione sotto forma di polvere bruno-nerastra amorfa. Però sulla superficie di una moneta d’argento non troveremo l’ossido perché l’ossigeno è sì un buon ossidante ma non tale da ‘strappare’ quell’elettrone più esterno dello strato 4s dell’argento metallico e trasformarlo in ione Ag+.

Il solfuro d’argento Ag2S è il sale dell’argento con l’acido solfidrico (H2S) che precipita come polvere nera dalle soluzioni acquose di sali d’argento per azione dell’H2S gassoso, normalmente prodotto in situ nella soluzione stessa. L’acido solfidrico, detto anche idrogeno solforato o solfuro di idrogeno, è un gas incolore di odore caratteristico di uova marce che può esplicare le sue proprietà acide solo in presenza di acqua e formare dei sali con i metalli pesanti caratterizzati da una scarsa solubilità in acqua. Con l’argento in particolare, l’idrogeno solforato contenuto nell’aria, anche in basse concentrazioni, reagisce formando un sottile strato di solfuro che preserva il metallo da ulteriori attacchi. La reazione responsabile dell’imbrunimento dell’argento esposto all’aria è la seguente:

attachicon.gifReazione Ag.jpg

Come si vede, l’intervento dell’ossigeno è necessario per creare l’ambiente ossidante, ma l’ossigeno non compare nel prodotto di ossidazione dell’argento.

Sulle due facce del gettone si notano delle zone più scure di altre, ad es. quelle tra le lettere delle legenda, quelle ai confini delle parti in rilievo, quelle lungo il bordo. Questo si spiega col fatto che alcune zone alla superficie di un solido possono essere più reattive di altre, ad es. per una maggior area superficiale dovuta a una minor dimensione dei grani. Si deve tener presente che in queste reazioni in fase eterogenea (quella gassosa rappresentata dall’atmosfera, quella solida rappresentata dalla superficie dell’argento e quella liquida rappresentata da un velo di umidità atmosferica che si colloca all’interfaccia tra le due precedenti) la velocità di reazione (cinetica) è condizionata da fattori fisici e geometrici.

apollonia

E' una bellissima spiegazione tecnica, ma rileggendo i post precedenti non ho trovato affermazioni contrastanti in essi....a meno che tu non ti riferisca all'uso improprio, ma di comune uso e interpretazione, del termine "ossidazione", non ho visto cose così incongrue....puoi spiegarmi dove sarebbero?


  • 2 settimane dopo...
Supporter
Inviato

@@numa numa

Prima di tutto mi scuso per il ritardo nel risponderti. Ti ringrazio dei complimenti ma mi posso considerare un… addetto ai lavori. Il forum non è certo il luogo indicato per esibire titoli accademici, ma mi sono laureato in chimica nel 1965 all’Università di Pavia dove ho intrapreso subito la carriera universitaria nel settore chimico-farmaceutico nel quale ho svolto la mia attività didattica e scientifica fino al mio ritiro avvenuto un paio d’anni fa.

Per la conservazione delle monete sicuramente l’ultima che hai detto: bustine in cellophane trasparente a sacchetto (se ben ricordo con la sigla CLP di una nota ditta di materiale filatelico e numismatico). Un po’ come le magliette di puro cotone a contatto con la pelle (meglio con le mezze maniche anche d’estate) che facilitano la traspirazione.

Se ben ricordo ho già fatto qualche intervento sugli argenti e sui bronzi nella discussione da te indicata ( http://www.lamoneta.it/topic/109839-per-gli-amanti-delle-patine/page-19

) e nelle sezioni ‘Tecnologie produttive’ (sul rame e sulla cosiddetta ‘cristallizzazione dell’argento’) e ‘Conservazione e restauro’ (sul cancro del bronzo), oltre a vari interventi qua e là su monete di Alessandro Magno e di Filippo II di Macedonia in ‘Monete greche: Grecia’, nonchè su medaglie e gettoni rispettivamente in ‘Medaglistica’ ed ‘Exonumia’.

apollonia


Supporter
Inviato

@@numizmo

Anche con te mi devo scusare come con numa muma per il ritardo nella risposta.

Per quanto concerne quelle che tu chiami ‘affermazioni contrastanti’, mi riferivo in particolare agli interventi sull’argento che hanno seguito i miei sul rame nella discussione che trovi al link http://www.lamoneta.it/topic/119400-rame-rosso-rame-marrone/page-2 .

Affermare che l’ossidazione delle monete d’argento nelle normali condizioni di conservazione ed uso è dovuta alla formazione di ossido d’argento responsabile dell’imbrunimento superficiale del metallo non è certo istruttivo per il lettore che vuole informazioni sulla patina delle monete senza avere nozioni di chimica. Sappiamo bene che l’argento subisce l’azione dello zolfo e derivati come l’idrogeno solforato nell’atmosfera che, pur presenti in piccole quantità, generano uno strato superficiale di solfuro d’argento nell’ambiente ossidante creato dall’ossigeno presente nell’aria.

Le monete d’argento esposte a quantità relativamente maggiori di idrogeno solforato negli album, nelle buste, nei sacchetti di tela, nei rotolini di carta, nei borsellini di pelle o di cuoio, ecc. possono assumere varie tonalità di colore dal giallo al magenta al turchese e ad altri colori fino al nero, dovute in ogni caso al solfuro d’argento.

Del resto si utilizzano zolfo e derivati nella patinatura dell’argento, che si può realizzare ad es. per contatto con zolfo in polvere, per immersione in soluzione di solfuri alcalini, per esposizione a vapori di soluzioni di polisolfuri, ecc.

Certo è, come tu hai notato, che un uso comune e un’interpretazione impropria del termine "ossidazione" fa pensare non solo all’intervento indispensabile dell’ossigeno in un processo ossidativo, ma anche che questo elemento debba necessariamente comparire nel prodotto di ossidazione.

apollonia


Inviato (modificato)

@@apollonia avrei preferito essere citato , non per importanza personale , visto che ne ho assai poca , ma poiché indirettamente si rivolgeva a me . Aldilà delle considerazioni chimiche ( sulle quali mi sono corretto ) , di cui potremmo piacevolmente disquisire dire che l'ossido non si forma non è totalmente corretto e lei lo sa . Il solfuro che si forma come lei ben ha spiegato viene in contatto con l'umidità dell'aria e diviene ossido .A tal proposito credo invece sia interessante e costruttivo , parlare della stabilità del solfuro di argento . Mi scuso se sono intervenuto e spero di non dar fastidio a chissia .

Auguro una buona continuazione ed una buona serata

Modificato da ilcollezionista90

Inviato
Le chiedo scusa, ma può essere più esplicativo e circostanziato circa il significato di quest'ultima parte del suo intervento?
Grazie

[...] A tal proposito credo invece sia interessante e costruttivo , parlare della stabilità del solfuro di argento. [...]


Inviato (modificato)

@@Sanni nel senso che , e qui @@apollonia può sicuramente darci una mano ; che il solfuro sia stabile e quindi che tendenzialmente si forma " ben volentieri " è vero , però quello a cui io mi riferivo ed avevo piacere di parlare era una riflessione , nel senso che ; in condizioni di forte umidità , come varia la stabilità del solfuro e quindi la sua facilità a rimanere tale .

Specifico , onde non incorrere nel medesimo errore di incomprensione nella precedente discussione , non sono un esperto di patinamenti e parlo da un punto di vista chimico .

Era più una riflessione scritta senza punteggiatura :)

Modificato da ilcollezionista90

Supporter
Inviato

Nel meccanismo della reazione che porta a solfuro d’argento l’umidità dell’aria ha un ruolo ben preciso.

8Ag + 4HS- <---> 4Ag2S + 2H2 + 4e-

O2 + 2H2O + 4e- <---> 4OH-

La prima reazione si ritiene che abbia luogo in un film sottile di acqua sulla superficie dell’argento, perché all’aria secca l’argento non si annerisce. Nella seconda reazione l’ossigeno agisce come specie catodica e consuma gli elettroni liberati nella prima equazione. Concentrazioni più elevate di idrogeno solforato aumentano l’annerimento e la velocità del processo gradualmente diminuisce all’aumentare dello spessore dello strato di solfuro.

Quando l’umidità relativa è tra il 5 e il 50%, la quantità di acqua assorbita sulla superficie del metallo è approssimativamente costante e la velocità di reazione è pure costante. Ma tra il 70 e l’80% di umidità relativa, l’umidità superficiale aumenta e la reazione è più rapida.

Quindi l’umidità è presente nell’ambiente di formazione del solfuro d’argento ed ha un ruolo determinante sia nella reazione di solforazione sia nella velocità della stessa.

Se l’acqua trasformasse il solfuro in ossido, sull’argento non si formerebbe la patina stabile di Ag2S. D’altra parte, l’impossibilità della reazione

Ag2S + H2O = Ag2O + H2S

è evidente dal fatto che il solfuro d’argento è insolubile in acqua e come si forma, esce di fase. Infatti l’analisi qualitativa dell’argento in forma di sale solubile in acqua si esegue in laboratorio generando in situ l’acido solfidrico che forma un precipitato nero di solfuro d’argento.

L’ossido d’argento è una fine polvere nera o marrone scura che precipita da una soluzione acquosa di idrato d’argento ed è usata per preparare altri composti dell’argento.

apollonia

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Inviato

@@apollonia ti ringrazio , difatti il mio ragionamento partiva propio dalla formazione dell'ossido dal solfuro :) .

Buona giornata


Supporter
Inviato

Per completezza d’informazione, data la presenza nell’atmosfera di acido solfidrico non solo gassoso ma, essendo un acido debole, anche in forma dissociata, le reazioni che portano a solfuro d’argento da considerare sono:

2 Ag(s) + H2S → Ag2S(s) + 2H+ + 2e

2 Ag(s) + HS → Ag2S(s) + H+ + 2e

2 Ag(s) + S– –→ Ag2S(s) + 2e

Inoltre c’è una reazione possibile dal punto di vista termodinamico tra il solfuro d’argento e l’acqua (in forma diversa da quella del mio precedente intervento) e alla quale credo si riferisse ilcollezionista90, che però non è rilevante nelle condizioni di formazione del solfuro d’argento nell’atmosfera.

Ag2S(s) + H2O → Ag2O(s) + S + 2H+ + 2e

apollonia

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Supporter
Inviato (modificato)

Chi fosse interessato all’annerimento che si osserva su monete d’oro e d’argento può scaricare dal sito

http://scienceserver.cilea.it/cgi-bin/sciserv.pl?collection=journals&issn=10010521&volume=26&issue=1&firstpage=68&form=html

il lavoro ‘Investigation of the tarnish on the surface of a panda gold coin’ nel quale studiosi dell’Università di Dalian (Cina) hanno dimostrato sperimentalmente che anche le macchie marroni che possono comparire su una moneta d’oro (in particolare quella cinese del panda) sono costituite prevalentemente da solfuro d’argento formatosi dall’argento in lega assieme a piccole quantità di solfato d’argento.

Nella tesi di laurea dal titolo ‘Tarnishing Mechanism and Anti-tarnishing Techniques of Gold and Silver Coins’ preliminare al lavoro di cui sopra è stato dimostrato sperimentalmente con la microscopia ottica, la microscopia elettronica a scansione (SEM) ed altre tecniche a raggi X come l’EMPA (electron microprobe analysis), la XPS (X-ray photoelectron spectroscopy) e la XRD (X-ray diffraction), che i componenti delle parti annerite di una moneta d’argento sono principalmente il solfuro d’argento accompagnato da piccole quantità di ossido e di solfito d’argento.

Quando l’argento è esposto all’ambiente esterno contenente contaminanti a base di zolfo, si ha l’annerimento e si forma solfuro d’argento sulla superficie. All’aumentare dello spessore del solfuro, il colore dell’argento cambia gradualmente da argenteo a giallo pallido, marrone, porpora, blu. I risultati di test di laboratorio per determinare l’effetto dello stato superficiale, dell’umidità relativa, della temperatura e della luce hanno dimostrato che l’illuminazione accelera la solfurazione dell’argento, come pure l’umidità relativa (in misura minore) e la temperatura.

Sulla base dei parametri termodinamici della reazione di formazione del solfuro d’argento, sono state proposte tecniche di passivazione chimica per proteggere l’argento dall’annerimento da solfuro.

In questa tabella tratta da una tesi di laurea in Ingegneria dei materiali dell’Università di Padova (A. A. 2010-2011) sulla resistenza al tarnishing di leghe d’argento, è riportata la composizione chimica della superficie reagita in funzione della composizione dell’atmosfera.

Tabella 3.1 – Composizione chimica della superficie reagita in funzione dell’atmosfera.

Atmosfera Composizione del Film

H2S Ag2S

OCS Ag2S

H2S + SO2 98% Ag2S + 2% Ag2O

H2S + Cl2 90% Ag2S + 10% AgCl

H2S + SO2 + Cl2 + NO2 40% Ag2S + 50% AgCl + 10% Ag2SO4

Si vede che la reazione può portare a solfuro d’argento, da solo o accompagnato da altri composti, in presenza di altri composti dello zolfo, dell’azoto e del cloro. La presenza nell’ambiente di componenti inquinanti/reattivi come possono essere i gas SOX, COX, NOX , CFC, CH4 e O3 e polveri varie, comporta una differente composizione del film. E’ stato osservato che lo strato ottenuto attraverso una reazione in ambiente chiuso è composto da Ag2S, mentre nel caso di ambiente aperto con inquinamento esterno si formano anche il solfato e il cloruro d’argento.

Si nota che nella composizione del film si può avere in un caso formazione concomitante di ossido d’argento, ma in percentuale molto modesta rispetto al solfuro. La patina di ossido d’argento si può formare invece di quella di solfuro in condizioni particolari, ad es. per azione sul metallo di energici ossidanti come l’ossigeno atomico o l’ozono, ma nelle condizioni di conservazione ed uso di una moneta d’argento la sua patina naturale e stabile è quella di solfuro d’argento.

apollonia

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