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IGNORED

"zecche locali"


Risposte migliori

Le monete in cuoio sono state "coniate"...io direi "impresse" in varie occasioni, soprattutto nel settore delle ossidionali, posto alcuni contributi:

De Luca, F., Monete di cuoio, in «Il Gazzettino Numismatico», 1973, n. 6, p. 97.

Gioppi Di Türckheim, L., Un capitolo della storia delle monete. Monete di cuoio, di piombo, ferro, ecc. in «Italia numismatica», 1950, n. 6, pp. 44-45; n. 10, pp. 69-71.

Dalla Corte, G., L’istoria di Verona nella quale non solo si contengono le cose pertinenti alla detta città….(Monete ossidionali in cuoio per Faenza del 1240). Verona 1594, vol. 1, pp. 416-417.

Traina, M., Monete di cuoio, in «Soldi», 10. 1969, pp. 13-17.

Ottimo elenco di libri "minori" partoriti da Grandi e se posso ne aggiungo uno più recente del 2004 di Giovanni Attardi "Giangiacomo dei Medici "Il Medeghino" la sua storia ,le sue monete. le zecche sono quella di Lecco 1531/32 monetazione ossidionale e quella di Musso 1528/30. Anche se non specifico come gli altri la maggior parte delle monete era in Piombo rivestite d'argento con alcune in cuoio ed anche in legno se non sbaglio. :rolleyes:

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Questo grosso (da 6 denari o mezzo soldo, ormai si può dire :) ) ha una spinetta ma soprattutto un ricciolo!

-1280.

E ha pure tre capitelli e un nodino sulla E

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Caro @@picchio,

la prima spinetta nel primo quarto del campo a Genova compare sui denari che io daterei al periodo di Enrico VI: questo può suggerire qualcosa?

un caro saluto MB

P.S. Complimenti per lo splendido grosso di Arezzo!

Modificato da monbalda
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Basta assentarsi un secondo e ecco che spuntano belle discussioni, menomale!... :) posto anche io il mio grosso di Arezzo, che ha, per altro, una grande provenienza ed ha avuto l'onore di giacere nello stesso monetiere con altre grandi monete medievali. :)

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La zecca di Arezzo deve ancora essere studiata in toto; non ci sono opere monografiche di rilievo che la affrontano, e la poca bibliografia che c'è è generale sulla circolazione: niente di niente sulla zecca in se e per se.

Questa è una moneta importante, ho molte incertezze sulle datazioni, che credo siano da rivedere, ma il discorso è lungo, perchè servirebbe veramente un lungo periodo di permanenza in archivio. La bibliografia attuale la data a partire dagli anni '30 del Duecento, quando vennero battuti anche i grossi delle altre grandi città della Toscana.

Un aspetto veramente rilevante è che, per la prima volta, su una moneta toscana, compare raffigurato il Santo protettore della città.

Il perchè di quei cunei me lo sono chiesto anche io tante volte. I compilatori del CNI suddividono i grossi a seconda del quadrante in cui appare dando anche un ordine cronologico. Monica ha sicuramente qualche idea!

Modificato da magdi
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Non credo stia a identificare un conio o uno zecchiere, ma sarei più propenso a determinare un peso o un valore, forse in origine per poi passare ad essere un simbolo decorativo, sostituito con forme grafiche più aggrazziate (trifogli, globetti, crescenti) ad esempio.

Io non credo che il cuneo possa avere un significato in termini di valore: ne troviamo di diverso tipo e in posizioni variate anche all'interno della stessa emissione (vedi i grossi di Arezzo, appunto), tuttavia anche l'ipotesi del segno di zecca mi convince molto poco.

Un fatto importante è che questi cunei sono presenti per lungo tempo sulle monete, mantenendo forma e contesto invariate: appaiono nei denari genovesi già dal 1170/80 (secondo la classificazione Baldassarri del 2009) e si mantengono nel nord-Italia fino alla metà del secolo successivo.

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Basta assentarsi un secondo e ecco che spuntano belle discussioni, menomale!... :) posto anche io il mio grosso di Arezzo, che ha, per altro, una grande provenienza ed ha avuto l'onore di giacere nello stesso monetiere con altre grandi monete medievali. :)

attachicon.gifGrosso Arezzo.jpg

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La zecca di Arezzo deve ancora essere studiata in toto; non ci sono opere monografiche di rilievo che la affrontano, e la poca bibliografia che c'è è generale sulla circolazione: niente di niente sulla zecca in se e per se.

Questa è una moneta importante, ho molte incertezze sulle datazioni, che credo siano da rivedere, ma il discorso è lungo, perchè servirebbe veramente un lungo periodo di permanenza in archivio. La bibliografia attuale la data a partire dagli anni '30 del Duecento, quando vennero battuti anche i grossi delle altre grandi città della Toscana.

Un aspetto veramente rilevante è che, per la prima volta, su una moneta toscana, compare raffigurato il Santo protettore della città.

Il perchè di quei cunei me lo sono chiesto anche io tante volte. I compilatori del CNI suddividono i grossi a seconda del quadrante in cui appare dando anche un ordine cronologico. Monica ha sicuramente qualche idea!

Caro Magdi, se è vero che manca un'opera monografica sulla zecca aretina, non mancano tuttavia alcuni contributi degni di nota su alcune singole emissioni, anche sui grossi. Cfr. sulla mia Bibliografia alle pp. 391-392.

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Bernardino Mirra
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Buon giorno a tutti.

Bella discussione, complimenti Picchio!

Per quanto riguarda il significato dei cunei posso solo dire qualcosa sulle monete di Piacenza (scusate la monotonia è l’unica zecca di cui mi sono un po’ occupato). Essi compaiono con le prime monete piacentine (“denari”) nel 1140 e vengono adottati con lo stesso schema (due al diritto e tre al rovescio) anche nel 1218 con la prima emissione dei grossi. Visto che vi è una seconda coniazione (databile più o meno nello stesso periodo e con le stesse caratteristiche intrinseche) di tali grossi priva di cunei, a mio avviso, essi potrebbero rappresentare un segno distintivo delle diverse coniazioni. Lo stesso si verifica, ad esempio, anche nell’emissione del 1238 sia sui denari che sulle medaglie (mezzi denari): una coniazione con un cuneo alla fine della legenda del rovescio ed un’altra senza.

grosso del 1218 con cunei

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grosso del 1218 senza cunei

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denaro del 1238 con cuneo

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denaro del 1238 senza cuneo

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Cerco di raccogliere le idee; sembrerebbe una prerogativa, quella di inserire le spine o cunei nel campo principalmente di zecche comprese tra la Liguria e il nord est (pianura padana - e veneto) con rappresentazioni anche nella monetazione Toscana.

Il significato, se ho ben capito, si potrebbe adattare a molteplici interpretazioni: a) rappresentazione di peso o valore. b) segno segreto di riconoscimento del conio o di zecchiere. c) distinguo per le differenti emissioni.

Pertanto vi siono emissioni coeva che non raffigurano le spine, quindi, con ogni probabilità verrebbe meno la prima delle interpretazioni.

confermata, probabilmnte dal fatto che abbiamo altri elementi grafici di distiguo su monete contemporanee o quasi alle spine.

Modificato da picchio
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Supporter

@@giollo2 ciao, questo mezzano ha i cunei o le spine? grazie

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Ma in effetti, la zecca di Trento emette due tipi di soldo da 12: il primo con al diritto la T e i tre globetti, e al rovescio la croce patente con nei campi stelle e globetti.

Solo il secondo tipo mette al diritto il cuneo accanto alla T e al rovescio, nei pressi della croce, due cunei in luogo dei globetti.

Di questo stesso tipo vi sono varianti con il cuneo accanto alla T, sopra alla T o anche senza cuneo.

Eppure il valore è lo stesso... Dovrei controllare se e cosa dice Rizzolli, ma ora non l'ho sottomano.

Ah, Trento non è nè in Veneto nè nella pianura padana, tanto per la precisione.

Modificato da Fratelupo
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Anche questa monetina proviene da una zecca minore e suo malgrado ha viaggiato per tutta la Dalmazia, l'Egitto, la Turchia e tutta l'Asia minore.

Altro che 500 Km.

E c'hanno fatto pure un libro (dopo il relativo convegno) per parlare solo di questa.

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Mi tirate dentro per i capelli..... :blum:, Milano è tutto un cuneo, nel senso buono del termine, cerco però anche di collegarmi a un qualcosa che è stato già detto, Monbalda parla per Genova di periodo di Enrico VI, vediamo a Milano....a Milano abbiamo i cunei con i denari imperiali scodellati che si ritengono essere stati coniati a Nosedo nel periodo 1162 - 1167, abbiamo cunei, anche globetti, ma il cuneo c'è in stragrande abbondanza nei terzoli milanesi.

Sui terzoli è indispensabile leggere l'importante contributo di Arslan sul ripostiglio di Tremona con ben 701 denari terzoli, di questi solo 7 non avevano i cunei.

I cunei sono poi tacche ( una, due, tre , quattro, ma anche nessuno ) apposte incidendo il conio ,lo studio di questi è enorme e credo che Arslan stia ancora lavorandoci sopra per una analisi statistica.

Le monete di Tremona dovrebbero essere comunque della seconda metà del XIII secolo, la datazione probabile di formazione del ripostiglio è per l'ultimo quindicennio del XIII secolo.

Difficile risalire a cronologie sui cunei mentre le analisi risultano più facili e portano a tre tipologie distinte che riguardano le lettere HE in nesso.

Poi ovviamente c'è anche un ampio capitolo che riguarda i grossi, ma già qui abbiamo dati da incrociare anche con altre monetazioni già presentate, abbiamo dati e cronologie abbastanza precise.

Sul perché dei cunei Arslan si sofferma, li ritiene e li definisce " segni criptici ", però certamente delle ipotesi vengono fatte a proposito ( distinzioni per peso, o per qualità o per quantitativi previsti, indicazione per la responsabilità dell' emissione o per una corretta esucuzione.....) difficile a dirsi, a livello personale, penso sempre a dei segni identificativi di una certa emissione.

Ma poiché come si dice anche l'occhio vuole la sua parte....mi sacrifico anch'io, anche se questa cartuccia volevo giocarmela onestamente più avanti..... :blum:, diciamo che è dedicata a Picchio, Arka, a tutti ovviamente....a questo punto :blum:...

E' uno splendido denaro imperiale fortemente scodellato e dall'incredibile conservazione per il tipo di moneta, sono molto ben leggibili le leggende, in particolare quella al diritto, è di quelli definiti del 1° tipo con globetti coniati a Nosedo, per intenderci Murari 17.

E visto che parliamo di cunei, quanti cunei ha ....?

Buon week - end e buone riflessioni....a questo punto....

Mario

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