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Desana: contraffazione sesino Piacenza


giollo2

Risposte migliori

Anche se è solo di un’infima monetina di mistura penso meriti una segnalazione.

Si tratta di una contraffazione della zecca di Desana del sesino di Ottavio Farnese per Piacenza (per la precisione del tipo con stemma ovale). E’ una moneta piuttosto rara: in oltre 30 anni di convegni, listini ed aste non mi era mai capitato di trovarla e inoltre manca alle collezioni del Museo Civico di Piacenza (dove è conservata, almeno per i moduli medio-piccoli, la più completa raccolta di monete della zecca di Piacenza). Solo nella raccolta ex Reale sono presenti 3 esemplari.

Eccone la descrizione:

D/ DEL TICI - CO DECI

Stemma ovale sormontato da corona; nello stemma al posto dei gigli farnesiani si trovano i tizzoni ardenti (simbolo della famiglia Tizzoni)

R/ + VIC IMP PERPETVVS

Croce filettata e gigliata

Diametro 17,5 mm – Peso 0,914 g

CNI II, p. 247, n. 29 (tav. XXII, n. 6)

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Questo il sesino imitato:

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D\ OCT DVX PL Z P II

Stemma ovale

R\ + SALVS MVNDI

Croce filettata e gigliata

CNI IX, p. 595, n. 52 – Crocicchio-Fusconi 76/E

Alcuni spunti di riflessione:

  • Nella grida piacentina del 15 dicembre 1584 sulle contraffazioni si parla di quelle della parpagliola e del soldo ma non di quella del sesino:

“ Essendo venuto a notizia dell'Ill. Sig. Ludovico Zunthio cons. Duc. e Governatore di questa Città di Piacenza, e suo territorio, et delli Mag.ci Sig.ri Elletti sopra la cecca di detta Città, che da certi giorni in qua si è introdotto, et s' introduce certe sorte di danari falsi, e fra gli altri Parpagliole da sol. doi e denari sei l'una con doe teste, et anco soldini, e quasi, se ben non in tutto, simille alle Parpagliole, et soldini rispettivamente, quali si fabbricano in questa Cecca, ma non dell'istessa bontà, il che apporta, et è per apportare, quando non se li provveda, grandissimo danno al pubblico, e,

Però volendo detto Ill.o Sig.r Governatore e Sig.i eletti sopra detta Cecca proveder a questo danno, et anco provedere che non sia alcuno sia di che qualità, o privilegio si voglia, forastiero, o habitante in detta Città, o suo territorio che ardisca o presuma introdurre in modo alcuno denari falsi di sorte alcuna, et specialmente dette Parpagliole, et soldini in questa Città et suo territorio, Hanno ordinato che si faccia, e si pubblichi la presente grida e bando da esser da tutti inviolabilmente e perpetuamente osservato sotto le pene infrascritte… (omissis). “

  • Qualche giorno dopo, il 17 dicembre 1584, vennero effettuati in zecca alcuni saggi su tali contraffazioni e anche in questa occasione furono presi in considerazione solo parpagliole e soldi:

Parpagliole con le stelle (in esergo): bontà den 1 e grani 4 (4,051 ‰); Parpagliole con millesimo: bontà den 1 e grani 6 (4,340 ‰); Soldini: bontà den 0 e grani 7 e ½ (1,085 ‰).

(rif. Crocicchio-Fusconi 2007 “La zecca di Piacenza”, p. 514-515)

  • In genere le contraffazioni risultano una “brutta” imitazione della moneta presa a modello (molto evidente, ad esempio, nelle parpagliole). Nel caso del sesino, come si vede dalle immagini sopra riportate, sembra quasi “più bella” e regolare la contraffazione rispetto all’originale.
  • Va rilevato infine che a Piacenza già il 5 giugno 1560 venne emesso un proclama per il ritiro dalla circolazione di

"alcuni sesini falsi del stampo de sesini novi di Piacenza con la croce da una parte et con lo insegno o arma de S.Eccell.a da l'altra".

Questi sesini potrebbero essere quelli descritti nel seguente articolo:

http://www.panorama-numismatico.com/una-contraffazione-di-desana-del-quattrino-per-piacenza/

(tuttavia il rovescio del sesino illustrato nell’articolo – va ruotato di 90° verso sinistra - a me pare il solito rovescio dei sesini piacentini con SALVS MVNDI)

Modificato da giollo2
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Grazie di averlo proposto Giollo, in effetti a parte la rarità della moneta, quello che colpisce e fa pensare è la particolare cura della moneta contraffatta coi tizzoni ben visibili e di buona qualità nel complesso rispetto ad usuali contraffazioni, vediamo se ci sono altri commenti.....viste così al primissimo impatto veniva veramente da pensare l'inverso.....

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Grazie Giollo per la discussione

Sicuramente queste contraffazioni sono difficili da trovare anche se la tariffa Dotti attribuisce solo L. 4/6 e il Mir classifica questa tipologia come R2

Conosco solo altri due esemplari in collezioni private torinesi .

Modificato da piergi00
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Grazie a tutti per gli apprezzamenti.

@@piergi00 : per caso sei a conoscenza di qualche esemplare della contraffazione di Frinco dello stesso sesino? A me è nota solo la citazione del CNI di Ciani del 1896:

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D/ […] DOM FRIN

R/ […] SOLI DEO GLO[…]

CNI II/282/50 e tav. XXVI, n. 11.

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  • 1 mese dopo...

Allego le immagini di un esemplare del sesino di Desana (peso = 1,030 g; diametro = 16 mm):

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unitamente alle immagini di un corrispondente sesino di Piacenza (peso = 1,050 g; diametro = 17 mm

post-29266-0-69328300-1394120068_thumb.j

post-29266-0-27475100-1394120101_thumb.j

Per quanto riguarda la loro descrizione faccio esplicito rinvio a quanto già riportato da giollo2.

Dabbene osserva acutamente che “quello che colpisce e fa pensare è la particolare cura della moneta contraffatta coi tizzoni ben visibili e di buona qualità nel complesso rispetto ad usuali contraffazioni”.

Io aggiungerei che l’accuratezza della fattura e lo stile dell’imitazione sono persino migliori di quelli del sesino imitato.

Infine, noto che giollo2 usa sia il termine “contraffatto” che il termine “imitato”.

Il secondo sembra essere più appropriato perché le leggende sono così diverse tra di loro che almeno le persone colte erano in grado di distinguere facilmente il sesino di Piacenza da quello di Desana ma, considerando le differenze opportunamente evidenziate da dabbene, direi che le due monete potevano facilmente essere distinte l’una dall’altra anche da chi non sapesse leggere purché fosse in condizione di confrontare contestualmente l’una con l’altra.

Solo i distratti o coloro che avevano poca familiarità col danaro potevano quindi esser tratti in inganno.

A questo proposito vorrei azzardare un’ipotesi, ossia che il vero scopo del sesino di Desana non fosse quello d’ingannare colui che lo maneggiava ma solo quello di avvalersi della reputazione di cui godeva il sesino di Ottavio Farnese per abbassare la soglia di legittima diffidenza che l’uomo comune ha sempre nei confronti di ogni nuova forma di pagamento.

Se non erro, nel marketing moderno si parla di “effetto di trascinamento” quando viene sfruttata la scia di un prodotto prestigioso da parte degli imitatori.

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Inviato (modificato)

Per prima cosa @@horace complimenti per le due monete: sono davvero splendide!

L'"imitato" che ho usato in effetti è un refuso: il termine più appropriato, a mio avviso, è contraffatto. Infatti le contraffazioni si caratterizzano per un minor contenuto in fino rispetto alla moneta presa come modello, a differenza delle "imitazioni" che invece avevano più o meno lo stesso contenuto in metallo fino.

Hai per caso notizie della contraffazione di Frinco?

Modificato da giollo2
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Per quanto ne so il sesino di Frinco non è mai apparso sul mercato nel corso degli ultimi 40 anni.

Peraltro, la sua rarità è confermata dalla valutazione della Tariffa Dotti 1913 che è di L. 60/90 contro le L. 4/6 del pur raro sesino di Desana.

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