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Inviato

Salve a tutti, non so se sia giusto postarla qui ma vorrei rendervi partecipi di questa mia particolare acquisizione :) l'ho avuta in cambio di alcune monete del regno d'Italia..per ora la lascio dentro la cornice nella quale era già :P solo non capisco una cosa, dove si vede l'ammontare del credito?

Le foto non sono il meglio ma per adesso accontentatevi :D

post-14278-1389977030,28_thumb.jpg

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Inviato

solo non capisco una cosa, dove si vede l'ammontare del credito?

Sulla riga indicata dalla freccia rossa verso destra, dovrebbe esserci il valore in cifre, poco sotto, sulla riga indicata dalla piccola freccia verso l'alto, in lettere

post-206-0-93990500-1389982758_thumb.jpg

Io dalla foto non riesco a distinguere nulla, ma tu col documento in mano forse riesci a decifrare qualcosa.

Trattandosi di un fede della "Cassa di Corte Rame", il valore dovrebbe essere espresso in monete di rame dell'epoca (tornesi?).

Per altre informazioni su queste fedi di credito

http://www.eleaml.org/nicola/economia/nz_Banco_delle_Due_Sicilie.html

petronius :)

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Inviato

Sulla riga indicata dalla freccia rossa verso destra, dovrebbe esserci il valore in cifre, poco sotto, sulla riga indicata dalla piccola freccia verso l'alto, in lettere

attachicon.giffedei di credito1845-2.jpg

Io dalla foto non riesco a distinguere nulla, ma tu col documento in mano forse riesci a decifrare qualcosa.

Trattandosi di un fede della "Cassa di Corte Rame", il valore dovrebbe essere espresso in monete di rame dell'epoca (tornesi?).

Per altre informazioni su queste fedi di credito

http://www.eleaml.org/nicola/economia/nz_Banco_delle_Due_Sicilie.html

petronius :)

Interessante lo studio di (Antwala) Alberto Trivero Rivera sulle fedi di credi delle banche napoletane pubblicato nel Quaderno di studi VIII del 2013.

Gaetano, hai letto questo articolo? La pubblicazione ce l'hai se non erro, esprimi un giudizio, dai, commentiamo l'argomento perchè è interessante. Forza Gaetano! :yahoo: :good:


Inviato

Interessante lo studio di (Antwala) Alberto Trivero Rivera sulle fedi di credi delle banche napoletane pubblicato nel Quaderno di studi VIII del 2013.

Gaetano, hai letto questo articolo? La pubblicazione ce l'hai se non erro, esprimi un giudizio, dai, commentiamo l'argomento perchè è interessante. Forza Gaetano! :yahoo: :good:

L'ho letto proprio ieri sera dopo essermi portato a casa questo esemplare :D Che dire, non immaginavo che avessero origine addirittura nel XVI secolo..E' interessante soprattutto l'evoluzione stilistica che hanno avuto dato che le prima erano dei semplici documenti notarili scritti a mano.


Inviato

Documento pieno di storia, da incorniciare e tramandare ai posteri sicuramente!

Pietro


Inviato

post-14278-1389990444,12_thumb.jpg

Il valore è quella cifra 334 oppure il 160(?) sulla destra? Purtroppo la cornice non fa mettere bene in risalto le scritte


Inviato

Il valore è 160, che viene dopo la parola "Sono"...sono 160 e poi dovrebbe esserci la valuta, che io continuo a pensare siano tornesi.

Il numero 334 dovrebbe essere una specie di numero progressivo, o comunque identificativo del documento, viene dopo la parola "Fol" (foglio?...334)

Non conoscevo l'articolo di Trivero, gli mando una segnalazione, così magari viene a leggere e ci dice qualcosa in più.

@@antvwaIa

petronius :)


Inviato

Spero anch'io che Alberto possa dare un'occhiata a questa discussione, la fede di credito fu diffusissima nel Sud, anche perchè i Borbone non decretarono mai l'emissione di cartamoneta. Per ulteriori informazioni potete dare un'occhiata a questa vecchia discussione, interessanti gli spunti storici a firma Guido Crapanzano che fanno luce sulla correttezza politica ed economica dei sovrani borbonici. :good: http://www.lamoneta.it/topic/64559-cartamoneta-a-napoli-no-grazie-quando-i-meridionali-erano-virtuosi/?hl=%2Bcartamoneta+%2Bnapoli


Inviato (modificato)

Il valore è 160, che viene dopo la parola "Sono"...sono 160 e poi dovrebbe esserci la valuta, che io continuo a pensare siano tornesi.

Il numero 334 dovrebbe essere una specie di numero progressivo, o comunque identificativo del documento, viene dopo la parola "Fol" (foglio?...334)

Non conoscevo l'articolo di Trivero, gli mando una segnalazione, così magari viene a leggere e ci dice qualcosa in più.

@@antvwaIa

petronius :)

Non so, credo che comunque il valore sia espresso in Ducati dato che era l'unità monetaria dell'epoca, perchè comunque se fossero 160 tornesi, sarebbero 80 Grana, quindi neanche un Ducato..Credo più che si tratti di 160 Ducati convertibili unicamente in monete di Rame, il che forse giustificherebbe anche l'utilizzo della Fede di Credito dato che il valore di 160 Ducati in Tornesi è 640 e quindi risulterebbe una discreta mole di monete..che ne dite voi altri? Credo che comunque fosse usata appunto l'unità monetaria, è un po' come se oggi scrivessimo su di un assegno un valore di 1.000.000 centesimi invece che 1000 euro..scusatemi se il paragone è leggermente fesso :D

Modificato da ermejoromanista

Inviato

Non so, credo che comunque il valore sia espresso in Ducati dato che era l'unità monetaria dell'epoca, perchè comunque se fossero 160 tornesi, sarebbero 80 Grana, quindi neanche un Ducato.

Il tuo discorso sul valore di 160 tornesi è giusto, però questa è una Fede di Credito emessa dalla Cassa di Corte Rame, ovvero per monete in rame. Se fossero ducati sarebbe stata emessa dalla Cassa di Corte Argento.

Copio/incollo dal sito segnalato nel mio primo post:

Con la restaurazione borbonica, il Banco delle Due Sicilie, diversamente dai vecchi banchi che erano istituzioni non statali, divenne un settore della pubblica amministrazione, passò cioè alle dipendenze del governo regio. Era diretto da una sola persona, il Reggente, ed era diviso in due settori (Casse) aventi funzioni diverse, almeno formalmente. Entrambe le casse accettavano depositi in monete di argento e di rame. A fronte del deposito rilasciavano una fede di credito o un altro dei titoli della tradizione napoletana. Bisogna aggiungere che il Banco prese a distinguere tra fedi in argento e fedi in rame. Le Casse convertivano in moneta d’argento le fedi in argento e in rame le fedi in rame. La non intercambiabilità tra argento e rame si spiega con il fatto che le monete d’argento valevano (carato più, carato meno) quanto il metallo fino contenuto nel singolo conio, mentre le monete di rame circolavano per un valore nominale che era significativamente superiore al prezzo del rame.

La coniazione del rame era un privilegio dello Stato. Il privato poteva acquistare monete di rame alla zecca, ovviamente al loro valore nominale, ma non farle coniare. Il pagamento in argento di una fede in rame avrebbe dato luogo a un regalo a favore del portatore del titolo e (collettivamente) un danno per i possessori di monete d’argento.

Anche i cataloghi di cartamoneta e scripofilia, che sono quelli dove sono riportate le Fedi di Credito, parlano di due diverse contabilità, e dell'uso di monete in diverso metallo, a seconda delle Casse (rame e argento, appunto).

petronius :)


Inviato

Il tuo discorso sul valore di 160 tornesi è giusto, però questa è una Fede di Credito emessa dalla Cassa di Corte Rame, ovvero per monete in rame. Se fossero ducati sarebbe stata emessa dalla Cassa di Corte Argento.

Copio/incollo dal sito segnalato nel mio primo post:

Anche i cataloghi di cartamoneta e scripofilia, che sono quelli dove sono riportate le Fedi di Credito, parlano di due diverse contabilità, e dell'uso di monete in diverso metallo, a seconda delle Casse (rame e argento, appunto).

petronius :)

E per l'oro allora che valuta usavano? :P Sono più che convinto che il valore sia in ducati che poi venivano cambiati in taaaaante monete di rame..te lo ripeto, non avrebbe avuto senso scrivere 160 Tornesi, avrebbero potuto scrivere anche 80 Grana, perchè non l'hanno fatto?


Inviato

Ieri sera ho letto con molto interesse lo studio sulle fedi credito a firma Alberto Trivero Rivera sul quaderno di studi 2013 n.VIII http://www.lamoneta.it/topic/116686-quaderno-di-studi-viii-2013/page-1 , complimenti all'autore! Articolo sintetico ed allo stesso tempo ricco di informazioni, interessanti le immagini sui bolli dei banchi napoletani. Sono davvero contento che uno studioso come lui si sia interessato di un argomento così poco noto ai meridionali e sconosciuto a molti di noi. La fede di credito è in effetti una sorta di cartamoneta ma certamente più affidabile della cartamoneta che tutti noi conosciamo, all'inizio della mia umile carriera numismatica collezionavo cartamoneta e fedi di credito, una voce dentro mi diceva di cambiare genere di collezione, quindi vendetti man mano la cartamoneta per passare alle monete e poi alle medaglie ........ le fedi di credito non le ho mai vedute, anzi, alcune le incorniciai ed ora sono esposte nel mio ufficio.

Alla base della loro emissione, a differenza di molte emissioni di cartamoneta (queste ultime emesse senza una copertura adeguata di riserve metalliche), veniva già corrisposto un deposito in moneta metallica, quindi estremamente affidabili. Le banche napoletane erano tra le più affidabili in Europa già ai tempi di Carlo V.

Essa era trasferibile al portatore tramite girate.

Il percorso della fede di credito terminava in banca una volta incassata in moneta sonante, il cassiere provvedeva ad annullarla apponendo due linee oblique ed impilandola centralmente con altre già incassate con un filo di spago. Nell'archivio storico del Banco di Napoli ci sono ancora oggi circa un miliardo di fedi di credito annullate, tutte comprese tra il 1569 e i primi anni successivi all'unità d'Italia, la più grande raccolta al mondo di documenti bancari!

Bravo Alberto! Di nuovo complimenti! A presto

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