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IGNORED

Regalo di Natale: Sesterzio di Claudio


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Inviato

decisamente affascinante l'ipotesi di un lavoro di squadre differenti dietro la doppia marcatura che subivano queste monete.

e non la vedo così priva di fondamento e/o fuori luogo... indubbiamente le due marche dovevano essere legate al medesimo processo (identificazione del falso con conseguente riduzione di valore / ritariffazione). In quest'ottica, appare logica la teoria proposta da centurioneamico. complimenti!

Awards

Inviato

Bella l'ipotesi di centurione.

Puntualizzo che la mia frase precedente, che richiamava un controllo della genuinità del metallo, che giustamente avete ribattuto dicendo che non era un argento, si riferiva a monete come quelle della discussione poco più vecchia, "bronzi suberati (subferrati aggiungo io)".

Awards

Inviato

Sono lieto di sapere che siete d'accordo con me circa l'ipotesi 1 che personalmente ritengo assai probabile.

E' curioso osservare come questo tipo di contromarca compare (da quanto mi risulta) solo su bronzi imitativi di Claudio e mai per gli esemplari precedenti o successivi al suo regno.

Sono comuni gli assi di Augusto con i vari tipi di contromarca AVG, TICA, etc. oppure i grandi bronzi contromarcati con la sigla NCAPR attribuiti a Nerone.

Sappiamo anche di quei bronzi emessi sotto Claudio e contromarcati PROB ma se non ricordo male mi pare di aver visto così siglati sempre le emissioni ufficiali e mai le imitative.

Dunque in quale periodo storico si possono inquadrare i bronzi "declassati" con le sigle DV o AS? Se l'uso di questa contromarca fosse stata utilizzata successivamente al regno di Claudio, perchè non troviamo questo tipo di contromarca anche sulle imitative di altri imperatori come Augusto, Tiberio, etc? D'altra parte i ritrovamenti ci dicono che le imitative di Claudio si trovano ancora abbondanti nei ripostigli del secondo e terzo secolo, testimoniando di fatto la lunghissima vita di questi esemplari.

Il sospetto è che il controllo selettivo del monetato, con conseguente ritariffazione degli esemplari sottopeso, possa essere avvenuto durante il regno dello stesso Claudio, ipoteticamente nel periodo che va dal dopo conquista della Britannia del 43 dC sino 54.

Cosa ne pensate? Avete altre idee in merito?


Inviato

Ciao,

ringrazio Centurioneamico per la sue proposte che mi sembrano plausibili.

Delle due la prima a mio parere è indubbiamente quella più proponibile. La seconda presupporrebbe l'uso di una lega metallica simile all'oricalco o di quest'ultimo stesso. Se la prima è ottenibile se non erro con altri metalli oltre allo zinco, la seconda potrebbe provenire dalla fusione di sesterzi ufficiali magari circolati.

Dal momento che nemmeno il cane muove la coda per niente ... che benefici ne avrebbe l'autore? Nel primo caso si avrebbe l'emissione di monete non ufficiali di buon valore commerciale con costi minori; nel secondo il guadagno deriverebbe dall'emissione di più monete rispetto a quante impiegate (le copie ottenute sono più leggere delle ufficiali) anche se in realtà non ho una quantificazione della quantità di lega perduta nelle operazioni di rifusione (e se ciò avvenga nella realtà). Ipotizzando qualcosa del genere avevo chiesto se qualcuno fosse a conoscenza di qualche articolo sulla composizione di queste imitative claudie. L'assenza di risposte in tal senso mi fa intendere che non era una lacuna conoscitiva (delle tante) bensì che non esistano studi in tal senso.

Bisognerebbe condurre un'analisi più accurata estendendola anche ai nominali ritariffati come AS (assi) per comprendere se la tacca compare effettivamente sempre o comunque molto spesso

Le monete con contromarche AS (asse) e S (semis, perchè esistono anch'esse)

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Tre monete con marca AVG e S

sono abbastanza scarse e di quelle trovate non ho nemmeno i dati fisici. Nei casi suddetti non ho notato comunque incusi marginali.

Da ciò sarei portato a ipotizzare che la maggior parte dei controlli era indirizzato verso i sesterzi più che frazioni degli stessi; in un discorso di carenza di "small change" si sarebbe spesso chiuso un occhio verso un asse fraudolento o sottopeso utilizzato nelle piccole spese quotidiane, mentre in presenza di una moneta con un certo valore di acquisto (un sesterzio appunto, di solito nelle claudie una SPES) si sarebbe stati più sensibili in tal senso. Magari non tanto a livello di scambi tra privati bensì da parte di chi emetteva le monete ufficiali e doveva controllare e verificare che queste ultime non perdessero il loro potere d'acquisto reale. A questo punto a chi delegare il controllo/verifica delle monete? A chi le "importava" in un territorio ovvero l'esercito stesso, simbolo palpabile.

dell'autorità centrale.

Puntualizzo che la mia frase precedente, che richiamava un controllo della genuinità del metallo, che giustamente avete ribattuto dicendo che non era un argento, si riferiva a monete come quelle della discussione poco più vecchia, "bronzi suberati (subferrati aggiungo io)"

Quell'interessante discussione fa cenno a monete rinvenute in Gallia, se non erro. A memoria ho qualche esemplare da Carnuntum. Andrò a rileggermela...

Le imitative di Claudio/SPES se non erro sono riferite generalmente all'areale geografico balcanico (nella cosiddetta Balkan mint?) e comunque da qui provenienti. Potrebbero in realtà rappresentare due diverse strategie produttive di monete non ufficiali:

  • nel primo caso la produzione locale di "subferrati
  • nel secondo la produzione di imitative "de novo" o mediante rifusione di sesterzi ufficiali.

In ultimo la "solita" domanda: chi le ha confezionate?

  • popolazioni autoctone?
  • gli stessi militari?

Le prime avrebbero imitato le monete che erano in possesso dell'esercito occupante... i secondi avrebbero moltiplicato i loro guadagni, salvo dopo dover provvedere per "ordine dall'alto" alla verifica del peso delle stesse monete prodotte. E' vero che ufficialmente le zecche militari sono chiuse dopo Augusto ma questo non toglie che ci possano esser state produzioni fraudolente da parte degli stessi militari... ;)

Ciao

Illyricum

:)

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Inviato

1) E' curioso osservare come questo tipo di contromarca compare (da quanto mi risulta) solo su bronzi imitativi di Claudio e mai per gli esemplari precedenti o successivi al suo regno...

2) Sappiamo anche di quei bronzi emessi sotto Claudio e contromarcati PROB ma se non ricordo male mi pare di aver visto così siglati sempre le emissioni ufficiali e mai le imitative.

Dunque in quale periodo storico si possono inquadrare i bronzi "declassati" con le sigle DV o AS? Se l'uso di questa contromarca fosse stata utilizzata successivamente al regno di Claudio, perchè non troviamo questo tipo di contromarca anche sulle imitative di altri imperatori come Augusto, Tiberio, etc? D'altra parte i ritrovamenti ci dicono che le imitative di Claudio si trovano ancora abbondanti nei ripostigli del secondo e terzo secolo, testimoniando di fatto la lunghissima vita di questi esemplari.

Il sospetto è che il controllo selettivo del monetato, con conseguente ritariffazione degli esemplari sottopeso, possa essere avvenuto durante il regno dello stesso Claudio, ipoteticamente nel periodo che va dal dopo conquista della Britannia del 43 dC sino 54.

Cosa ne pensate? Avete altre idee in merito?

Caro Centurioneaico, come detto prima, l'ipotesi mi pare assolutamente plausibile. Per non infrangere il copyright di Numizmo sull'uso del rosso nella risposta... ho numerato le domande iniziali contenute nel . :D

1 ) Così risulta anche a me, in base alle ricerche di questi giorni su esemplari di queste monete. Non ho rinvenuto contromarche DV su monete posteriori a Claudio...

2 ) Qui son stato più fortunato. Ecco alcuni esemplari, nella massima parte direi, su base tipologica, ufficiali :

Tratto da

http://www.romancoins.info/CMK-Denominational.html

Contromarca PROB

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Variante ROB

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Variante PRO + IMP

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Germania Inferior (Noviomagus ?)

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Su Dupondio CERES

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Da Nijmegen o Xanten

Variante BON, PRO, IMP

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Sesterzio

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Dupondio

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Dupondio

Variante TIAV, PRO, IMP

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Variante TIAV, BON, PRO, IMP

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Nell'insieme, su base tipologica, porrei qualche dubbio sulle monete Variante BON, PRO, IMP, in particolare sull'ufficialità dei dupondi (il secondo mi pare palesemente imitativo, per quel che si capisce).


Inviato

@@Illyricum65 grazie per le foto dei bronzi con la S, sappiamo se sono emissioni claudiane?

Riguardo la composizione della lega usata per i bronzi imitativi non mi pare ci sia uno studio specifico mentre so dirti per certo che anche i sesterzi imitativi con la SPES provengono dalla Britannia (oltre che dall'area balcanica e da quella spagnola ma solitamente gli studiosi usano distinguerli in funzione dello stile).

Tra le imitative di Claudio rinvenute in britannia le più comuni sono gli assi con Minerva mentre i sesterzi sembrerebbero essere più rari.


Inviato

Grazie ancora per le preziose immagini.

Secondo l'idea stilistica e ponderale che mi sono fatto, tutte delle monete di cui hai postato le foto e con contromarca PROB (il tipo di contromarca che avevo studiato io e che ricordavo di aver visto solo su esemplari ufficiali), sono da considerarsi ufficiali (probabilmente provenienti da zecche dislocate in Spagna o in Gallia o addirittura al seguito dell'esercito come correttamente ipotizzato anche da te ma comunque ufficiali) e quindi con caratteristiche ponderali in linea con le emissioni di Roma.

Apro una piccola parentesi, la moneta della prima immagine con contromarca PROB credo sia una fusione pseudo moderna!

Interessante notare che su questi esemplari non compare la tacca di controllo invece presente su quelle con contromarca DV e AS.

E' un argomento estremamente complesso ma incredibilmente interessante!!


Inviato

Ma aldilà della galleria fotografica, volevo segnalare appunto che la contromarca PROB/ROB/PRO starebbe ad indicare appunto PROBATVS ovvero "approvato".

Quindi la presenza su sesterzi ufficiali indicherebbe la "promozione" della moneta vagliata dalla "prima commisione", probabilmente su base e ponderale? (non ho i dati fisici e la ricerca di altri esemplari in questo momento mi porterebbe via abbastanza tempo).

PROB sarebbe più presente in Britannia e l'uso di questa contromarca secondo alcuni siti sarebbe diffuso anche in Gallia e Hispania.

Il sito

http://www.accla.org/actaaccla/baker2.html

la fa rientrare nella categoria 1 c e riporta che esistono anche applicate su Augusto e Tiberio anche se il massimo dell'utilizzo è sotto Claudio.

Le altre legende

TIAV (TIberius AVgustus) compare su monete di Tiberio, caligola e Claudio.

BON (BONus), "buono".

IMP, (IMPerator), "imperatore", talvolta legata come MP.

La butto là: non è che sotto Claudio la penuria monetale non fu limitata solo agli assi e alle frazioni ma toccò anche i sesterzi? Può essere che la produzione e distribuzione di monete oricalco fu carente numericamente con scarso approvigionamento alle province e che si ricorse quindi alla produzione di imitative locali? Scarsità di flusso circolante cui cercò di ovviare Nerone con la riforma del 64 d.C. ...

Ciao

Illyricum

:)


Inviato (modificato)
le foto dei bronzi con la S, sappiamo se sono emissioni claudiane?

Sono augustee con i seguenti dati fisici...

post-3754-0-07215100-1389979457_thumb.jp

S AVG TICAE

3 early Augustan As with multiple ctmk's: 2 coins have an incuse S. One has an raised S. Possibly revaluated to a semis? Also present are AVG and TI.CAE

(24mm 6.3g; 25mm 4.7g; 24.5mm 8.5g - this one is heavy. Maybe another reason for the ctmk), Countermarks Martini Pangerl Collection 83, equivalent to 4, 90.

Tra le imitative di Claudio rinvenute in britannia le più comuni sono gli assi con Minerva mentre i sesterzi sembrerebbero essere più rari.

Esatto... la ricerca che sto compiendo sulle imitative di epoca claudiana era partita dai sesterzi SPES ma poi mi son dovuto orientare sugli assi imitativi perchè sono la classe più rappresentata (anche l'80%) di siti britannici, ad esempio. Inoltre sono molto più studiati e quindi c'è maggior bibliografia in merito.

Ciao

Illyricum

:)

Modificato da Illyricum65

Inviato

La butto là: non è che sotto Claudio la penuria monetale non fu limitata solo agli assi e alle frazioni ma toccò anche i sesterzi? Può essere che la produzione e distribuzione di monete oricalco fu carente numericamente con scarso approvigionamento alle province e che si ricorse quindi alla produzione di imitative locali? Scarsità di flusso circolante cui cercò di ovviare Nerone con la riforma del 64 d.C. ...

Ciao

Illyricum

:)

Secondo il mio personalissimo parere questa è la risposta più plausibile; probabilmente durante il periodo storico legato alle mire espansionistiche di Claudio alcuni territori sono stati tagliati fuori dai normali flussi di denaro cosìcchè gli abitanti di quelle zone si sono arrangiate producendo le monete che servivano per i normali traffici di scambio interni o comunque di breve tragitto (il fenomeno infatti sembra abbia interessato solo i nominali enei). Solo successivamente, quando l'ordine è stato ristabilito dai dominatori romani, tutto il monetato di emergenza è stato controllato e ritariffato.

Potrebbe essere una buona ipotesi.


Inviato

Sono augustee con i seguenti dati fisici...

attachicon.gif_3aavgs_th.jpg

S AVG TICAE

3 early Augustan As with multiple ctmk's: 2 coins have an incuse S. One has an raised S. Possibly revaluated to a semis? Also present are AVG and TI.CAE

(24mm 6.3g; 25mm 4.7g; 24.5mm 8.5g - this one is heavy. Maybe another reason for the ctmk), Countermarks Martini Pangerl Collection 83, equivalent to 4, 90.

Ciao

Illyricum

:)

Ok, ora mi torna già di più.... non sono del tutto convinto infatti che quella S abbia lo stesso senso delle contromarche DV e AS.


Inviato (modificato)
Ok, ora mi torna già di più.... non sono del tutto convinto infatti che quella S abbia lo stesso senso delle contromarche DV e AS.

Non ne sono del tutto convinto nemmeno io. Anche perchè in un momento di scarsità di frazioni monetali bronzee l'idea del riuso di assi consunti come semis mi parrebbe congruo... ma i pesi monetali non combaciano!

Per le contromarche in area pannonica di epoca giulio-claudia vi segnalo questo articolo:

http://www.mcu.es/museos/docs/MC/ActasNumis/Some_aspects_ountermarked.pdf

Ciao

Illyricum

:)

Modificato da Illyricum65

Inviato (modificato)

Ciao,

alcuni esemplari per proporre anche qualche dato fisico:

ecco un sesterzio con contromarca PROB antecedente a Claudio

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Nero Claudius Drusus. Died 9 BC. Æ Sestertius (34mm, 23.72 g, 6h). Rome mint. Struck under Claudius, AD 41-42. Bare head of Nero Claudius left; c/m: ROB / Claudius seated left on curule chair, holding branch and roll; around chair, weapons and armor to either side of globe. RIC I 93 (Claudius); for c/m: Pangerl 23, note 150. Fine, green and brown patina.
A very rare variety of the common PROB(atum) countermark, apparently a mark of validation (see C. Kraay, "The Behaviour of Early Imperial Countermarks," Essays Mattingly, pp. 130-131). This variety does not appear to be caused by a broken or filled die, but was engraved ROB, with perhaps the P being understood as ligate with the R.

http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=142264

Un buon esemplare di PROB su sesterzio di Claudio:

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Claudius. AD 41-54. Æ Sestertius (36mm, 27.02 g, 6h). Rome mint. Struck AD 41-42. TI CLAVDIVS CAESAR AVG P M T[R P IMP], Laureate head right: c/m: PROB within rectangular incuse / EX S C/O•B/CIVES/SERVATOS in four lines within oak wreath. RIC I 96; von Kaenel Type 54; BMCRE 115; BN 159–61 (with this c/m); R.F. Kenyon, “The countermark PROB on coins of Claudius from Britain” in NC 148 (1988), 22 (this coin cited and illustrated); for c/m: Kenyon Punch 7; Pangerl 23; Martini 40; BMCRE 120. Near EF, attractive hard green patina, small flaw on neck.
Found in Winteringham, North Lincolnshire, England in 1960 (with finder’s ticket).

Found in 1960 by Alan Harrison in the Roman settlement at Winteringham, on the south bank of the Humber River, North Lincolnshire, and recorded at the Scunthorpe Musuem and the British Museum.

On the route of Ermine Street, the Roman road from London north to Lincoln and then York, the most difficult river crossing was the River Humber (Abus Fluvius). Winteringham (Ad Abum) was the settlement established where Ermine Street reaches the south bank of the river, and the remains of a Roman jetty indicate that the crossing was made by ferry to the north bank. The present coin was a single find in a trench dug outside a Roman structure. Within the structure was found a hoard of Claudian bronze coins but having a much different (and less even) patina from our coin.

The PROB countermark can with a fair degree of certainty be expanded to PROBatum (“approved”). Kenyon (op cit., p. 53) notes that Claudian sestertii bearing this countermake are found almost exclusively in Britain and Italy, and always on sestertii of Claudius. However, his study did not find shared punches between any coins with known provenances from Britain and Italy, suggesting that the Claudian sestertii circulating in Britain were countermarked there. The countermarks were carefully applied, always in the right obverse field and never overlapping the imperial portrait. Alluding to the present coin specifically, Kenyon comments (p. 56): “The condition of the coins indicates that they were countermarked before they had seen much, if any, circulation. This is most obvious in the sestertius from Old Winteringham, Humberside which is in ‘as struck’ condition.” Indeed, this example is very likely the finest of all Claudian sestertii that bears a countermark.

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CLAUDIUS. 41-54 AD. Æ Sestertius (27.69 g, 6h). Rome mint. Laureate head right; c/m: ROB- in rectangle / Legend within wreath. For coin: RIC I 96; Von Kaenel Type 54; BMCRE 115; Cohen 39; for c/m: Pangerl 23, note 150; BN 131. VF, orichalcum surfaces.

Torno al tema della contromarca DV:

questo esemplare non è troppo leggero eppure è "declassato", con tanto di incuso marginale

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Claudius. AD 41-54. Æ Sestertius (33mm, 23.78 g, 6h). Balkan imitation. Laureate head right; c/m: DV / Spes advancing left, holding flower and raising hem of skirt. Cf. RIC I 115; for c/m: Pangerl 85. VF, green patina.
The DV countermark officially re-tariffed the coin as a dupondius.

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Claudius. AD 41-54. Æ Sestertius (27mm, 13.97 g, 6h). Contemporary imitation. Laureate head right; c/m: DV / Spes advancing left, holding flower and raising hem of skirt. Cf. RIC I 115; Pangerl 85. VF, green-brown patina.

(tutte le immagini tratte da CNG Coins)

Ciao

Illyricum

:)

Modificato da Illyricum65

Inviato

Ciao,

ecco l'esemplare Lanz che ha indicato Cliff...

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14,3 gr x 33 mm

Sottopeso, con buon diametro. Infatti ritariffato a DV e con incuso marginale.

Mi devo metter di buzzo buono e "translate our opinions to Mr. Esty Warren..." :D

Ciao

Illyricum

:)


Inviato

È curioso osservare che la controprova DV é apposta prevalentemente al dritto e sul collo di Claudio forse a sottolineare che l'ordine viene dallo stesso imperatore (significato politico), Oppure semplicemente il collo particolarmente lungo dei ritratti di Claudio si prestava molto bene a ricevere la punzonatura (significato tecnico)?


Inviato

È curioso osservare che la controprova DV é apposta prevalentemente al dritto e sul collo di Claudio forse a sottolineare che l'ordine viene dallo stesso imperatore (significato politico), Oppure semplicemente il collo particolarmente lungo dei ritratti di Claudio si prestava molto bene a ricevere la punzonatura (significato tecnico)?

forse non si voleva rovinare il ritratto (e quindi offendere l'imperatore) rimaneva il collo come il punto più in rilievo


Inviato

Ciao,

forse non si voleva rovinare il ritratto (e quindi offendere l'imperatore) rimaneva il collo come il punto più in rilievo

non mi pare sia questa l'evidenza.

La contromarca DV poteva ben stare nei campi, come di solito nel caso della contromarca PROB. Invece nelle imitative ricade sul collo del ritratto.

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13 monete (sic...), 13 DV sul collo, rispettando il volto. 13/13 parzialmente deturpanti...

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6 PROB (una anche con IMP), 6 rispettano il ritratto. E tutte considerate ufficiali. Quindi una contromarcatura non deturpante. Direi volontariamente non deturpante.

Non mi pare si possa ricondurre il tutto al caso...


Inviato

Anche nelle PROB di norma la contromarca ricade nei campi, quasi a voler evitare proprio di rovinare l'effigie di Claudio. PROB che ricordiamo, è presente in massima parte sulle ufficiali.

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In sintesi propongo l’idea che si volesse colpire il ritratto in modo da delegittimare l’emittente ma comunque salvaguardando la faccia (forse per dimostrare la palese non ufficialità, al di là del peso ridotto). In pratica si tollerava la circolazione di questa imitativa, ad un valore congruo rispetto al peso e segnalando che “non è un sesterzio ufficiale sottopeso – questa dev’essere una garanzia- bensì un’imitazione tollerata e che vale meno di quanto sembra; l’emittente non è l’Imperatore bensì altri – e potete verificarlo dal ritratto ”.

In alternativa proporrei una spiegazione più "filosofica": applicazione della contromarca DV sul collo quasi a voler "strangolare","decapitare", "uccidere" la figura dell'imitativa (che ha l'ardire di simulare l'Imperatore!!!) lasciando comunque evidenza visiva dello stile non ufficiale del ritratto, mentre normalmente l'effigie imperiale delle ufficiali viene preservata, essendo quasi "sacra".

Ciao

Illyricum

:)

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Inviato

le imitative credo siano più sottili delle ufficiali e batterle nei campi poteva romperle? comunque sul fatto che non volessero rovinare il ritratto ci ho azzeccato :yahoo: ma perchè contromarcare le ufficiali?


Inviato (modificato)
perchè contromarcare le ufficiali

semplice: indicava che era stata valutata e giudicata buona come peso ponderale (e quindi ufficiale).

Quindi PROBATVS, approvata.

Una specie di garanzia sulla bontà della moneta, in pratica.

Ciao

Illyricum

:)

Modificato da Illyricum65

Inviato (modificato)

Ciao,

Mi devo metter di buzzo buono e "translate our opinions to Mr. Esty Warren..." :D

anche a Mr. Esty quanto ipotizzato da Centurioneamico, pur nella difficoltà di comprovare oggettivamente il fatto, pare molto plausibile. Delle due tende a preferire la prima delle due proposte e afferma che

Individuals have no incentive to do that with their own coins. It must be the government (army).

Quindi a rigor di logica è abbastanza palese un intervento "centrale", sia esso svolto da un gruppo specifico o generalmente dall'esercito, su direttiva superiore.

L'unico a trarre beneficio da questa operazione di controllo era l'esecutore (l'esercito che utilizzava moneta ufficiale) e il mandatario dell'ordine (il Governo Centrale che emetteva la moneta ufficiale). Infatti, come gli avevo scritto:

De-valutated the light, imitative sestertii would be re-valutated the official ones!

Quindi anche una persona con una certa esperienza nelle imitative esterna alla discussione e al Forum attesta la bontà di quanto formulato.

Termina ringraziando per averlo messo al corrente di quanto emerso.

Personalmente mi ritengo orgoglioso di... aver contribuito a diffondere un po' il nome del Forum... overseas! In quest'ottica di "esternalizzazione" sarei tentato di postare una discussione analoga nel FAC americano proponendo le ipotesi proposte al vaglio di altri studiosi di buon livello internazionale.

Ciao

Illyricum

:)

Modificato da Illyricum65
  • Mi piace 1

Inviato

Sarei curioso in effetti di sentire anche altri pareri per cui ben venga anche una discussione altrove.

Grazie alla sovrapposizione delle immagini che illyricum ha preparato sopra possiamo notare che anche la tacca sul metallo è curiosamente situata prevalentemente al dritto tra le ore 3 e le ore 5. Anche questo non penso sia frutto del caso ma indice di un lavoro sistematico, condotto secondo precise regole.


Inviato (modificato)

semplice: indicava che era stata valutata e giudicata buona come peso ponderale (e quindi ufficiale).

Quindi PROBATVS, approvata.

Una specie di garanzia sulla bontà della moneta, in pratica.

Ciao

Illyricum

:)

quindi pensi che ogni tanto a caso veniva preso un esemplare in uscita dalla zecca e controllato se si stavano rispettando i parametri ponderali ma perchè punzonarli avrebbero potuto rimetterli in circolo normalmente a meno che anche i controllori fossero a loro volta controllati e dovevano far vedere a qualche altra autorità di avere controllato, appunto presentando questi pezzi.

un'altra ipotesi che propongo è che ogni nuovo conio che veniva preparato doveva passare un'esame di conformità non solo ponderale ma di stile del ritratto e conformità delle scritte, a quel punto il nuovo conio veniva APPROVATO.punzonando un'esemplare uscito da quel conio. se vediamo gli esemplari fotografati sono tutti di conio diverso fra loro anche se dello stesso imperatore. che ne dite?

Modificato da dux-sab

Inviato

Ciao,

quindi pensi che ogni tanto a caso veniva preso un esemplare in uscita dalla zecca e controllato se si stavano rispettando i parametri ponderali ma perchè punzonarli avrebbero potuto rimetterli in circolo normalmente a meno che anche i controllori fossero a loro volta controllati e dovevano far vedere a qualche altra autorità di avere controllato, appunto presentando questi pezzi.

non intendo questo. L'autorità centrale probabilmente si era accorta che in Provincia circolavano imitative. Tollerate ma il problema è che erano sottopeso. Una moneta ha il suo valore in base al potere d'acquisto e al fatto che l'autorità emittente certifica che il suo valore è quello determinato. Quindi il fatto che circolassero delle monete imitative diminuiva probabilmente il valore della moneta ufficiale. Moneta ufficiale che veniva distribuita anche dall'esercito. Quale migliore soluzione che farle verificare dai militari stessi (creando determinati gruupi di controllo) che vedevano deprezzato il valore del loro stesso salario?

A questo punto mi pongo una domanda ulteriore: come potevano esser controllata la qualità del nominale circolante? L'idea che mi son fatto è quella di effettuare controlli sul denaro rientrato per mezzo delle tasse. Non escludo che magari, rientrato a Roma, ci fossero state delle sollecitazioni in tal senso. Sicuramente un minor introito non era un vanto per il Governatore locale. Quindi tasse--> controllo verifica dei nominali rientrati. A questo punto le possibilità erano due:

  1. moneta ufficiale, testata in base al peso ponderale --> marcata PROBATVS ovvero "certificata"
  2. moneta imitativa, " --> messa in disparte, segnalata con un incuso marginale --> contromarcata con il valore effettivo (DV)

Questo non vuol dire che nella massa circolante alcune non passassero al setaccio della "commissione"(non so come indicarla) e si spiega perchè non tutte sono contromarcate, tra ufficiali e imitative.

Mi pare un quadro abbastanza sostenibile. Si accettano chiaramente consigli, critiche e suggerimenti/riflessioni.

Ciao

Illyricum

:)


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