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Medaglie INEDITE tra immagini e segnalazioni.


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Pubblicazione on line in www.lamoneta.it

Differenze di conio nella medaglia della “lavanda” del 1849 - A. III

Di Francesco Di Rauso

Giorni fà, osservando alcune medaglie borbonico-papali, mi sono reso conto di trovarmi di fronte a due diversi conii. Reperire sul mercato medaglie napoletane dell'800 non è cosa semplice, trovare poi due diversi conii della stessa tipologia è impresa ancor più ardua dato il ristretto numero di esemplari coniati. Lo scopo principale di questa breve pubblicazione on line è quello di segnalare a tutti i gentili lettori che seguono le mie ricerche che spesso, anche nella medaglistica napoletana, si possono fare scoperte che danno inizio a piacevoli dibattiti di carattere scientifico.

Si è sempre saputo dell'esistenza di medaglie con diversi spessori e massa, spesso tali differenze sono state classificate erroneamente come varianti, ogni collezionista in genere imposta la propria raccolta secondo le proprie disponibilità o gusti, il sottoscritto ad esempio, non è contrario ad inserire nella propria alcuni esemplari con lievi differenze a titolo di ricerca.

Spesso sono stato simpaticamente accusato da amici ed ex-amici di essere un perditempo quando per mezzo di ingrandimenti e confronti fotografici illustro e commento le varie differenze tra le medaglie autentiche e i falsi, riconii e quant'altro. Reputo fondamentale e scientificamente valido il sistema di confronto dei particolari adottato nella discussione sui falsi. I giovani collezionisti e tutti coloro che intendono incamminarsi nel difficile mondo della numismatica dovrebbero, prima di iniziare a collezionare, saper individuare e ben inquadrare una medaglia o moneta per ciò che è stata concepita. Ci sono differenze sostanziali tra le varie definizioni di carattere numismatico come ad esempio: “autentico”, “riconio”, “variante”, “riproduzione”, “falso”, “imitazione”, eccetera. In questi anni trascorsi nel forum Lamoneta ho avuto occasione di approfondire ed arricchire il mio personale bagaglio culturale grazie al contatto avuto con chi la pensa diversamente da me. Mai dare per scontato di saper già tutto, soprattutto quando si pensa di aver “chiuso il cerchio” intorno ad alcuni discorsi riguardanti le classificazioni e le varie scoperte in campo numismatico, il consiglio che posso dare a tutti, e che rivolgo anche a me stesso, è quello di considerare certi traguardi non come punti di arrivo ma di partenza.

Ritornando al discorso sui confronti fotografici dei particolari di alcune monete e medaglie posso soltanto suggerire con la massima serenità di osservare e comprendere le motivazioni che spesso mi spingono a tediarvi con simili ingrandimenti, con questo metodo si vuole in un certo senso trasmettere al gentile lettore che mediante la nitidezza dell'angolazione dei caratteri delle leggende e dei rilievi in particolare è possibile comprendere il metodo di incisione di un conio e della relativa validità della mano dell'incisore, ciò al fine di giudicare se di pregio o meno, e come ben sappiamo, una bella medaglia ha anche una quotazione commerciale superiore ad una dai rilievi bassi e con poca plasticità, nella medaglia borbonica molti degli incisori furono anche incisori di pietre dure di fama internazionale, far rendere conto agli appassionati del settore della plasticità e dell'eleganza dei rilievi è una cosa fondamentale, se a nostra disposizione abbiamo un sistema per osservare i dettagli non vedo perchè non dobbiamo utilizzarlo.

Le medaglie del Giovedì Santo, dette della “lavanda”, vennero coniate annualmente fino al 1870 e distribuite il Giovedì Santo in occasione della lavanda dei piedi fatta dal papa a dodici poveri partecipanti all'evento, esse rientrano oggi a pieno titolo negli interessi della quasi totalità di collezionisti e cultori di medaglistica papale, alcune di queste emissioni ottocentesche riguardano inevitabilmente il Regno delle Due Sicilie per il legame che vi fu in particolare tra Pio IX e Ferdinando II di Borbone, un sodalizio sotto gli occhi di tutti nel momento in cui osserviamo le medaglie raffiguranti busti e stemmi affiancati di questi ultimi. In altre sedi ci siamo occupati del periodo storico inerente all'esilio del pontefice Pio IX tra Gaeta, Napoli e Portici. Non intendo ripetervi quanto citato in altre ricerche dai miei illustri predecessori per non annoiare chi gentilmente mi legge, preferirei andare al sodo ed illustrarvi alcune particolarità riscontrate nella medaglia della “lavanda”del 1849 per la celebrazione della santa Pasqua a Gaeta (a.III). Per ulteriori approfondimenti su questo tipo di medaglie vi consiglio la lettura dello splendido articolo a firma Giancarlo Alteri pubblicato in CN 213 del dicembre 2008. http://www.ilportaledelsud.org/lavanda.htm

Partiamo innanzitutto descrivendo correttamente il dritto e i dettagli dell'abito pontificale, i pubblicisti di numismatica papale adottano a parer mio un valido criterio nel descrivere l'effigie dei pontefici su monete e medaglie. Nei secoli i papi venivano raffigurati con diverse tipologie di copricapo o di abiti ed accessori vari. Nel nostro caso il santo padre Pio IX è raffigurato dall'incisore napoletano Luigi Arnaud con berrettino, mozzetta e stola, reputo fondamentale specificare per i pontefici simili dettagli in quanto in altre occasioni lo stesso pontefice è raffigurato con il triregno (o tiara http://it.wikipedia.org/wiki/Tiara ). Sulla stola è riportato lo stemma nobiliare della famiglia d'origine del papa http://it.wikipedia.org/wiki/Stola_(liturgia) , in questo caso troviamo quello dei Mastai Ferretti illuminato dalla colomba dello Spirito Santo tra i vari racemi decorativi. Anche per quest'ultima è fondamentale descrivere i dettagli, infatti in altre medaglie di Pio IX troviamo raffigurate sulle stole diverse iconografie. E poi abbiamo la mozzetta http://it.wikipedia.org/wiki/Mozzetta

Come testo di riferimento per le medaglie di Pio IX come non citare la monumentale opera del Bartolotti? Quest'ultima, sebbene presenti alcune imprecisioni date più che altro dalla oramai rispettabile età di circa venticinque anni, è da considerarsi la più completa. Molte le notizie di archivio riportate in essa riguardanti le tirature e le varie annotazioni.

Anche per la medaglia in questione non mancano ad esempio note che narrano di esemplari di diverso spessore, con questo non voglio certo affermare che le differenze di peso sono fondamentali, infatti sappiamo che le medaglie borboniche e napoletane in genere, non essendo soggette a decreti di emissione che stabilivano le quantità di metallo per ogni tondello, potevano avere masse diverse, talvolta anche con differenze notevoli.

La cosa interessante scoperta per caso è che proprio questi due diversi tondelli vennero coniati con l'utilizzo di due conii differenti. Da cosa è data tale differenza, dalla rottura o usura del primo conio? Quale venne coniata per prima? A queste due domande non è possibile dar risposte precise ma certamente spero di farvi cosa gradita riportando di seguito le immagini.

I due tondelli hanno uno spessore alquanto diverso, il primo misura ben 4 mm, l'altro 2,5, sostanzialmente i due esemplari si presentano con la firma dell'incisore al dritto di diversa lunghezza, al rovescio idem, le firme del modellatore Tommaso Arnaud e dell'incisore suo nipote Luigi hanno diverse lunghezze.

Altro particolare che si riscontra dagli ingrandimenti è la differenza di stile di alcuni caratteri utilizzati per tali firme, in particolare la A e la R. Altra cosa molto importante ai fini della tecnica di coniazione è l'incanalatura adiacente il bordo, nell'esemplare di maggior spessore abbiamo un bordo più basso, per l'esemplare dal tondello più sottile ci ritroviamo invece un bordo più alto. Fattori principali che determinano l'indiscutibile attribuzione di entrambe a Luigi Arnaud sono: l'utilizzo degli stessi punzoni delle figure e stesso identico e preciso diametro, segno quest'ultimo che per entrambe, l'Arnaud utilizzò la stessa ghiera.

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Medaglia 1849. Bronzo. Diam. 32,8 mm. Coniata a Napoli. Per la celebrazione della Pasqua a Gaeta del Papa Pio IX (o medaglia della “lavanda”)

Al dr./ PIVS. IX. PONT. MAX. AN. III. Busto del Papa a sinistra, con berrettino, mozzetta e stola; in basso, L. ARNAUD F.

Al rov./ CAIETAE IN COENA DOMINI AN. MDCCCXLIX. (A Gaeta nella cena del Signore). Il Redentore lava i piedi a San Pietro; all'esergo, EGO DOMINVS ET / MAGISTER (Io il Signore ed il Maestro). In basso, T. ARNAUD INV. L. ARNAUD F.

(Ricciardi 191. Bartolotti III-14. D’Auria 221)

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@@francesco77 e' sempre un piacere leggerti ed è stimolante andare a rivedere quello che possiedo per confrontarmi ed arricchire le ricerche con dati aggiuntivi.

La mia Pesa 15,26g ed ha un diametro di 2,5mm ed è quella con le scritte di carattere diverso(piu' scura).

Metteresti i pesi anche delle tue?

Come ti ho accennato credo che , a differenza di quello che si dice, non siano poi così tanti i pesi diversi per le medaglie ma solo due o tre per tipo.

Cio' potrebbe far pensare a blocchi di coniazione in momenti diversi.

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@@francesco77 e' sempre un piacere leggerti ed è stimolante andare a rivedere quello che possiedo per confrontarmi ed arricchire le ricerche con dati aggiuntivi.

La mia Pesa 15,26g ed ha un diametro di 2,5mm ed è quella con le scritte di carattere diverso(piu' scura).

Metteresti i pesi anche delle tue?

Come ti ho accennato credo che , a differenza di quello che si dice, non siano poi così tanti i pesi diversi per le medaglie ma solo due o tre per tipo.

Cio' potrebbe far pensare a blocchi di coniazione in momenti diversi.

Ok, se vuoi posto i pesi però sappi che non sono importanti ai fini della classificazione, possono variare (non è come per le monete), la tua è 2,5 di spessore vorrai dire, giusto? Devi controllare il diametro, quello è importantissimo per vedere se sono state usate sempre le stesse ghiere. Ecco una foto dei conii e della ghiera, quando il diametro è sempre lo stesso è chiaro che le attrezzature per la coniazione non possono essere che originali, questa ovviamente è una regola che non per forza rispecchia il 100% della realtà. Poi magari se qualcuno vuol sapere possiamo intavolare anche il discorso sulla preparazione dei conii. In questo caso la medaglia della "lavanda" del 1849 dovrebbe essere 32,8 mm. Fammi sapere. Grazie

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Si Francesco ti confermo che intendevo lo spessore.

Per me il peso è importante perchè , secondo me, è un mito che le medaglie hanno tanti pesi diversi ma sono ragruppabili in poche tipologie di peso per medaglia.

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Si Francesco ti confermo che intendevo lo spessore.

Per me il peso è importante perchè , secondo me, è un mito che le medaglie hanno tanti pesi diversi ma sono ragruppabili in poche tipologie di peso per medaglia.

Ok, accolgo il tuo pensiero. Domani ti posto i pesi. :good:

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Negli anni la fotografia digitale ha permesso di scoprire tanti piccoli dettagli.

Interessante scoprire questa variante in una medaglia , di per se non rarissima ma rara.

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Complimenti sinceri a Francesco per le sue ricerche appassionate delle varianti di conio.

La variante per la lavanda di Pio IX a Gaeta - anno III - è, per quanto mi consta, una novità assoluta.

Le varianti di conio sono importantissime per i medaglisti, perchè di norma scandiscono la successione dei coni e quindi, per medaglie che sono state nel tempo riconiate, servono a distinguere medaglie originali o di epoca da quelle successive (ho scritto "di norma" perchè in antico si preparava talvolta il doppio conio per il rischio di rottura e quindi abbiamo varianti originali).

Questa ricerca sulla successione dei coni , per le medaglie papali, si ritiene conclusa con Pio VII: è noto che anche per i pontificati successivi il Mazio riconiava a richiesta e vendeva tutto il possibile; ma per quanto si sa (o si sapeva) non vi furono coni rifatti e in vero per la medaglistica ottocentesca le prime emissioni e quelle di poco successive non sono distinguibili nè per tipo di metallo, nè per patina.....

Su questa scoperta di Francesco occorrerebbe una riflessione attenta prma di scrivere ; ma il vecchio collezionista - legato ai tempi della tradizione orale e poco capace nella tecnologia - viene meno ai suoi principi di rigore e con immediatezza riferisce quanto a sua conoscenza.

E' sempre stato noto che questa medaglia è stata emessa in grosso spessore (si dice per le prime consegne in occasione della cerimonia) e nello spessore più sottile e più tradizionale per le medaglie di epoca di quel modulo.

Il recente listino di Barbero presenta le due tipologie (lotti 570 e 571).

Ambedue provengono dagli stessi coni (quello noti, e che appaiono nella nota di Francesco nella medaglia in maggiore spessore con patina cuoio: e non rileva - per quanto ci interessa in questa discussione - che Barbero ritenga più importante la medaglia sottile, mentre sempre si è pensato il contrario tra i collezionisti, perchè si ritiene che il dono ufficiale del Pontefice consistesse nella medaglia di maggiore spessore).

Dagli stessi coni derivano i due esemplari che ho in collezione e, se non erro, anche tutti quelli fotografati nel catalogo del forum per le medaglie papali. Questo è il risultato di una ricerca molto sommaria, ma indicativa.

Pertanto non vi sarebbe stato, se ho guardato bene, un conio per le medaglie di spessore e un secondo per le medaglie più sottili.

A questo punto dobbiamo fare ipotesi per il nuovo conio individuato da Francesco (medaglia sottile con patina più scura). Ho tentato di esaminare il catalogo del Mazio (Pictorial catalogue of papal medals 1417-1492); le foto sono poco decifrabili ad occhio nudo e ci vuole la vostra capacità di sviluppo per un controllo. Se il catalogo Mazio corrispondesse al nuovo conio, avremmo la prova che per qualche ragione vi fu un intervento sui coni originari. Una delle mie medaglie ha una piccola sbavatura sul bordo, che potrebbe essere un indice......

Ma è una ipotesi azzardata; a questo punto mi sono quasi pentito di questo intervento poco meditato e troppo approssimativo e sono preso dalla tentazione di cassarlo. Ma, siamo tra amici e forse serve ad avviare un approfondimento......

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Qualche anno è trascorso ormai da quando fui folgorato dalla visione della mia prima medaglia Borbonica, ebbi come la sensazione di un racconto animato, quello che il mio iride percepiva non era staticità ma movimento e tridimensionalità, peculiarità proprie solo di alcune sculture a tutto tondo.

Giovane studente in procinto di sostenere un esame sul Neoclassicismo ( fra i miei periodi preferiti e più ricchi di spunti), con il mostro sacro Raffaele De Grada docente di Storia dell’Arte in quegli anni all’Accademia Di Brera di Milano.

E fu così che nel bel mezzo della mia relazione, dopo aver approfondito il lavoro di Jaques Louis David e del Canova, (solo per citarne alcuni fra i più noti, ma vi garantisco che altri minori non furono da meno) mi venne in mente per chiudere il cerchio delle arti visive, di far riferimento proprio alla maestria incisoria di quegli anni e l’apporto che diedero alcuni artisti attraverso le straordinarie medaglie Borboniche e anche Papali, lo stesso De Grada ne rimase entusiasta, nessuno prima d’ora aveva mai portato analogie tali.

La numismatica mi aiutò molto negli studi, immancabilmente a ogni esame il riferimento fu duopo.

Se penso a quegli anni, le medaglie Borboniche erano solo per pochi cultori, e le informazioni molto scarse, oggi attraverso alcune opere fondamentali, e l’enorme contributo che Francesco Di Rauso ha dato con i suoi articoli e l’apporto al forum, ( senza far torto a nessuno curatore o utente, postare una mole esagerata di articoli non solo suoi, recensioni, estratti, monete, medaglie, divise, decorazioni, ecc. ecc.) si è raggiunto un livello altissimo di conoscenza, che ha permesso all’ambiente di crescere e poter continuare nello studio confrontandoci.

Dovrebbero fare l’utenza d’oro anche ai curatori…

Meditate gente meditate…

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Complimenti sinceri a Francesco per le sue ricerche appassionate delle varianti di conio.

La variante per la lavanda di Pio IX a Gaeta - anno III - è, per quanto mi consta, una novità assoluta.

Le varianti di conio sono importantissime per i medaglisti, perchè di norma scandiscono la successione dei coni e quindi, per medaglie che sono state nel tempo riconiate, servono a distinguere medaglie originali o di epoca da quelle successive (ho scritto "di norma" perchè in antico si preparava talvolta il doppio conio per il rischio di rottura e quindi abbiamo varianti originali).

Questa ricerca sulla successione dei coni , per le medaglie papali, si ritiene conclusa con Pio VII: è noto che anche per i pontificati successivi il Mazio riconiava a richiesta e vendeva tutto il possibile; ma per quanto si sa (o si sapeva) non vi furono coni rifatti e in vero per la medaglistica ottocentesca le prime emissioni e quelle di poco successive non sono distinguibili nè per tipo di metallo, nè per patina.....

Su questa scoperta di Francesco occorrerebbe una riflessione attenta prma di scrivere ; ma il vecchio collezionista - legato ai tempi della tradizione orale e poco capace nella tecnologia - viene meno ai suoi principi di rigore e con immediatezza riferisce quanto a sua conoscenza.

E' sempre stato noto che questa medaglia è stata emessa in grosso spessore (si dice per le prime consegne in occasione della cerimonia) e nello spessore più sottile e più tradizionale per le medaglie di epoca di quel modulo.

Il recente listino di Barbero presenta le due tipologie (lotti 570 e 571).

Ambedue provengono dagli stessi coni (quello noti, e che appaiono nella nota di Francesco nella medaglia in maggiore spessore con patina cuoio: e non rileva - per quanto ci interessa in questa discussione - che Barbero ritenga più importante la medaglia sottile, mentre sempre si è pensato il contrario tra i collezionisti, perchè si ritiene che il dono ufficiale del Pontefice consistesse nella medaglia di maggiore spessore).

Dagli stessi coni derivano i due esemplari che ho in collezione e, se non erro, anche tutti quelli fotografati nel catalogo del forum per le medaglie papali. Questo è il risultato di una ricerca molto sommaria, ma indicativa.

Pertanto non vi sarebbe stato, se ho guardato bene, un conio per le medaglie di spessore e un secondo per le medaglie più sottili.

A questo punto dobbiamo fare ipotesi per il nuovo conio individuato da Francesco (medaglia sottile con patina più scura). Ho tentato di esaminare il catalogo del Mazio (Pictorial catalogue of papal medals 1417-1492); le foto sono poco decifrabili ad occhio nudo e ci vuole la vostra capacità di sviluppo per un controllo. Se il catalogo Mazio corrispondesse al nuovo conio, avremmo la prova che per qualche ragione vi fu un intervento sui coni originari. Una delle mie medaglie ha una piccola sbavatura sul bordo, che potrebbe essere un indice......

Ma è una ipotesi azzardata; a questo punto mi sono quasi pentito di questo intervento poco meditato e troppo approssimativo e sono preso dalla tentazione di cassarlo. Ma, siamo tra amici e forse serve ad avviare un approfondimento......

Carissimo @@renzo1940 , grazie per la tua gentile ed esaustiva risposta, scusa se ti rispondo con ritardo, in effetti l'obbiettivo principale di questo mio post è quello di segnalare l'esistenza di tale differenza di conio, è ovvio che con ciò non voglio dire che tale medaglia sia inedita, ho solo voluto evidenziare ciò che a molti sarà sfuggito. Se ognuno di noi postasse il suo esemplare del 1849 potremmo certamente approfondire. Grazie :hi:

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Credo che Ranieri ha letto questa discussione e ha correttamente schedato questa medaglia come opera dell incisore tiolier

http://www.numismaticaranieri.it/it/negozio_di_numismatica/medaglie_italiane_papali_e_straniere/napoli__durante_francesco_i__medaglia_1830__6913_.aspx?id=3704

Sicuramente ha letto il post n. 8 dove si parla di Nicolas Pierre Tiolier ........... beh, il forum Lamoneta è sempre in rilievo sulla rete. Un grazie a Ranieri per averci seguito! :hi:

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Si Francesco ti confermo che intendevo lo spessore.

Per me il peso è importante perchè , secondo me, è un mito che le medaglie hanno tanti pesi diversi ma sono ragruppabili in poche tipologie di peso per medaglia.

Buona sera, per esperienza non sono d'accordo con quanto da Lei scritto: le medaglie non avevano potere liberatorio, quindi non soggette ai canoni rigidi di una moneta; e per sua natura celebrativa hanno pesi, almento nell'800 che possono differenziarsi anche del 30% da un esemplare all'altro (cosa frequente nel periodo Napoleonico). La zecca di Napoli non era una eccezione in questo. Il fatto è che i cataloghi d'asta riportano sempre e quasi solamente i diametri e raramente i pesi, quindi le valutazioni possono essere fatte quasi ed esclusivamente per visione diretta.

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Buona sera, per esperienza non sono d'accordo con quanto da Lei scritto: le medaglie non avevano potere liberatorio, quindi non soggette ai canoni rigidi di una moneta; e per sua natura celebrativa hanno pesi, almento nell'800 che possono differenziarsi anche del 30% da un esemplare all'altro (cosa frequente nel periodo Napoleonico). La zecca di Napoli non era una eccezione in questo. Il fatto è che i cataloghi d'asta riportano sempre e quasi solamente i diametri e raramente i pesi, quindi le valutazioni possono essere fatte quasi ed esclusivamente per visione diretta.

Concordo in pieno. Infatti ľavevo scritto in più occasioni che per le medaglie non guardo mai il peso. La cosa importante che spesso faccio è quella di annotare tutti i diametri in un mio file. Ho anche delle cose interessanti da scrivere prossimamente al riguardo.

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Ciao @@francesco77,

leggendoti, mi sta facendo appassionare alla medaglistica.

Saluti Eliodoro

Caro Elio. .... considerami a tua completa disposizione. Sai dove trovarmi. Poi se vuoi delucidazioni sulle medaglie chiedi pure pubblicamente. Saremo tutti lieti di rispondere. Modificato da francesco77
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Buona sera, per esperienza non sono d'accordo con quanto da Lei scritto: le medaglie non avevano potere liberatorio, quindi non soggette ai canoni rigidi di una moneta; e per sua natura celebrativa hanno pesi, almento nell'800 che possono differenziarsi anche del 30% da un esemplare all'altro (cosa frequente nel periodo Napoleonico). La zecca di Napoli non era una eccezione in questo. Il fatto è che i cataloghi d'asta riportano sempre e quasi solamente i diametri e raramente i pesi, quindi le valutazioni possono essere fatte quasi ed esclusivamente per visione diretta.

Sera Picchio, avendo avuto per le mani alcune medaglie, ed il tutto è partito dalla medaglia per il ritorno di Ferdinando IV sul trono di Napoli, ho notato che tra una e l'altra c'è quasi un 20% di differenza.

Stimolato da Sanni e da alcuni dati che Ranieri aveva inserito nel suo catalogo d'asta sembrerebbero essere due i pesi o almeno le tipologie di peso(concordo che non sono uguali al decimo) e quindi ipotizzo che per ogni medaglia i pesi non siano tanti e diversi ma possano essere raggruppati per periodo di coniazione.

Purtroppo la mia è un esperienza basata su pochi dati , ma non la considero un ipotesi assurda.

Con questa discussione si poteva vedere se , anche per le medaglie della lavanda, ci possano essere non solo tipologie diverse di conio ma anche gruppi di peso per coniazione.

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Il lotto 709 venduto da Inasta nella vendita 52 del 7 dicembre 2013 riguarda una placchetta uniface inedita e certamente meritevole di essere inserita nella bibliografia ufficiale borbonica come inedita, essa proviene dalla vendita asta Titano 41 del 1990. Al n. 147 del D'Auria possiamo ammirare la stessa in omaggio al re Francesco I di Borbone del diametro di 122 mm, questa della regina Maria Isabella di Spagna va acompletamento della coppia, essa era infatti regina delle Due Sicilie e consorte di Francesco I (madre di Ferdinando II), anch'essa è opera dell'artista francese Barre ed ha un diametro di 122 mm.

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http://www.lamoneta.it/topic/72629-le-prime-medaglie-galvanoplastiche/page-2

Ritornando al discorso delle medaglie galvano-plastiche in corso di approfondimento in questa discussione speravo di far cosa gradita nel segnalare che già prima del 1840 era nota tale tecnica di produzione. (da pagina 96 de La Fama)

http://books.google.it/books?id=rdJIAAAAcAAJ&pg=PT357&dq=invenzioni+scoperte+galvano&hl=it&sa=X&ei=bnuoUvKtKqmCyQPU44GIBQ&ved=0CF0Q6AEwBw#v=onepage&q=invenzioni%20scoperte%20galvano&f=false

La placchetta in bronzo dorato protagonista di un mio vecchio studio è anch'essa frutto di questa tecnologia e non come erroneamente scritto da me anni fà quando alcune cose ancora non mi erano chiare, di questo mio refuso faccio pubblicamente ammenda, anche perchè, se devo essere sincero, quando scrissi l'articolo fui consigliato male da persone che credevo fossero esperti di numismatica e di galvano-plastica, anche loro son ragazzi! :blum:

http://www.ilportaledelsud.org/prime_medaglie.htm

Essa è databile stando ad una mia analisi cronologica intorno agli anni 1836-1840, nello studio in questione si fa riferimento ai vari ritratti del re riportati nelle medaglie dal 1830 in poi, solo dal 1836 in poi il re portava una barba così estesa (cfr. medaglia per la nascita del duca di Calabria), negli anni 1832 e 1834 il re era effigiato ancora con il viso imberbe.

Ripropongo in questa discussione alcune di queste immagini, è vero che la placchetta non è più inedita ma comunque certe precisazioni sono da tenere sempre presenti. Da un punto di vista iconografico è un oggetto molto importante.

Se un numismatico intende far progressi è giusto che inizi a riconoscere i propri errori (commessi in passato) e imparare qualcosa di nuovo, solo rendendosi conto di tali errori potrà evitare di commetterne degli altri.

Resta ancora da scoprire il significato dell'etichetta d'epoca incollata sul retro della placchetta, un mistero!

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Modificato da francesco77
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Ed ecco alcuni confronti tra i vari ritratti del re secondo il mio ordine cronologico. La prima immagine è per l'assunzione al trono del 1830.

La seconda è questa databile intorno al 1836-1837 (ma non si esclude che possa essere stata creata fino al 1840), come vedete la base del ritratta è uguale alla precedente ma con l'aggiunta della barba.

La terza è del 1836 ed è presa dalla medaglia del 1836 per la nascita del duca di Calabria.

La quarta è anch'essa barbuta e proviene dalla medaglia del 1837 per le seconde nozze del re.

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Ciao @@francesco77 ogni giorni ne stai tirando fuori "una" :good: Senti volevo chiederti....ma dell'articolo che scrivesti, recrimini solo la tecnica...o c'è dell'altro ? ti chiedo questo perchè conosco bene quest'articolo e qualche mesetto fà mi portò via molto tempo nel cercare di capire....c'era qualche "tassello" che non si incastrava bene con le date.....fammi sapere se è solo questione di tecnica così poi io aggiungo alcune considerazioni a proposito delle firme.

Grazie

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Ciao @@francesco77 ogni giorni ne stai tirando fuori "una" :good: Senti volevo chiederti....ma dell'articolo che scrivesti, recrimini solo la tecnica...o c'è dell'altro ? ti chiedo questo perchè conosco bene quest'articolo e qualche mesetto fà mi portò via molto tempo nel cercare di capire....c'era qualche "tassello" che non si incastrava bene con le date.....fammi sapere se è solo questione di tecnica così poi io aggiungo alcune considerazioni a proposito delle firme.

Grazie

In questo studio feci un errore riguardante la tecnica di produzione della placchetta inedita. Sulla datazione mi basai all'epoca sullo stile perchè per quanto concerne la datazione in base alle cariche delle meastranze della zecca e del gabinetto d'incisione c'è tanto ancora da scrivere ........ ma già so a cosa ti riferisci ...... i conti non ti tornano con Don Vincenzo "........." per caso? Sono cose che verranno pubblicate a tempo debito, non bruciamo tutto subito.

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