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Inviato

Salve a tutti,

da appassionato della monetazione delle antiche zecche della Campania ( Teanum, Cales, Suessa, Compulteria, Allifae, Phistelia) e di quella di Roma Imperiale,

ho unito queste due passioni, facendomi questa modesta collezione di litre romano campane, monetazione sicuramente affascinante.

Che ne pensate, tanto della monetazione romano campana, quanto di questa piccola serie?

Saluti Eliodoro

Frazione di litra. D/ Testa di Roma a destra. R/ Cane verso destra, sotto ROMA. Peso 1,5 gr. Diametro 10,32 mm. BB+/SPL. Intonsa con bella patina verde scura lucente.

1003D.jpg1003R.jpg

D/ Testa elmata di Minerva verso sinistra. R/ Protome equina a destra ROMANO. CR.17\1a. Peso 4,33 gr. Diametro 16,04 mm.

1000D.jpg1000R.jpg

Doppia litra. D/ Testa femminile verso destra. R/ Leone andante verso destra, sotto ROMANO. Cr. 16/1a. Peso 7,54 gr. Diametro 21,33 mm. qBB. Senza Patina

1001D.jpg1001R.jpg


Inviato

DE GREGE EPICURI

Anch'io ho una piccola collezione di romano-campane di AE, mi manca il "leone a destra" ma in cambio ho il "cavallino al galoppo". Queste monete si trovano abbastanza spesso nelle ciotole e nei lotti, ma in condizioni mediocri o pessime; io credo che siano nel complesso abbastanza comuni (ma assai meno comuni dei bronzi repubblicani coniati). Penso che sia una monetazione affascinante, ancora non chiarissima quanto a luogo di coniazione e reale autorità emittente; in realtà una "monetazione di transizione" e per questo molto particolare. La mia scienza in merito è abbastanza limitata; spero che qualcuno intervenga con maggiori informazioni, anzitutto sulla metrologia.


Inviato

Hai anche di Suessa le monete con Ercole e il Leone Nemeo ?


Inviato

Temo che non sia solo la scienza di @@gpittini ad essere limitata rispetto a queste serie, ma, ahimè, le scienza in generale.

I nodi da sciogliere sono molti, qualcuno ne é stato citato. Ma già riuscire a chiarire il rapporto tra le varie serie bronzee campano-romane e le contemporanee emissioni di aes grave sarebbe non poco.

Frazioni coniate o monetazione parallela?

Awards

Inviato (modificato)

Anch'io, come @@gpittini, ho notato che la serie in AE della monetazione romano campana si trova spesso in cattive condizioni. La domanda, quindi, che mi pongo è la seguente: siamo sfortunati a ritrovarle sempre in pessime condizioni oppure le popolazioni dell'epoca non avevano alcun interesse alla loro tesaurizzazione, forse sapevano che era una monetazione temporanea ?

x @g.aulisio, la monetazione romano campane era concorrente, oltre con la prima monetazione della repubblicana, anche con la monetazione delle zecche dell'antica campania soprattutto, Cales, Teanum, Suessa e Compulteria. Tali città infatti, secodo gli studiosi, grazie all'abilità degli incisori di Neapolis, avevano creato una unione monetaria del tutto simile all'euro attuale, al fine di commerciare con la sempre più potente Roma, di cui erano state alleate nella vittoriosa guerra contro Annibale.

Orbene, dato che le monete dell'Antica Campania erano coniate e circolavano anch'esse nel III° sec. a.c., che bisogno c'era di creare un' ulteriore monetazione come quella romano campana che probabilmente serviva per il commercio tra Roma e la Magna Grecia?

x @@sebeto2013 se intendi quest'obolo, non l'ho ancora preso perchè, al momento, quelli passati nelle varie aste avevano il rovescio trovo rovinato

SUESSA S 871 Lanz-106-2001 22 7,27 rid.jpg

Modificato da eliodoro

Inviato (modificato)

Anch'io, come @@gpittini, ho notato che la serie in AE della monetazione romano campana si trova spesso in cattive condizioni. La domanda, quindi, che mi pongo è la seguente: siamo sfortunati a ritrovarle sempre in pessime condizioni oppure le popolazioni dell'epoca non avevano alcun interesse alla loro tesaurizzazione, forse sapevano che era una monetazione temporanea ?

x @g.aulisio, la monetazione romano campane era concorrente, oltre con la prima monetazione della repubblicana, anche con la monetazione delle zecche dell'antica campania soprattutto, Cales, Teanum, Suessa e Compulteria. Tali città infatti, secodo gli studiosi, grazie all'abilità degli incisori di Neapolis, avevano creato una unione monetaria del tutto simile all'euro attuale, al fine di commerciare con la sempre più potente Roma, di cui erano state alleate nella vittoriosa guerra contro Annibale.

Orbene, dato che le monete dell'Antica Campania erano coniate e circolavano anch'esse nel III° sec. a.c., che bisogno c'era di creare un' ulteriore monetazione come quella romano campana che probabilmente serviva per il commercio tra Roma e la Magna Grecia?

x @@sebeto2013 se intendi quest'obolo, non l'ho ancora preso perchè, al momento, quelli passati nelle varie aste avevano il rovescio trovo rovinato

SUESSA S 871 Lanz-106-2001 22 7,27 rid.jpg

In genere il costo delle monete suessane? Poi dovrei averne una , con il toro e la testa di apollo ma vorrei postarla era in un lotto e spacciata per Suessa ma è molto piccola.

In merito ai rapporti con le colonie grece e nella fattispecie Neapolis mi riferisco a Suessa che conosco di più ) , gli archeologi hanno trovato poco in merito e a quanto pare solo le monete o qualche peso monetale potrebbe farci intuire che ci fossero degli scambi. Al momento le versioni ufficiali ci parlano di una zona molto isolata e forse gli unici punti di congiunzione ad una probabile collaborazione o influenza delle colonie greche potrebbe venire da due elementi . La piana che si estende oltre il Massico chiamata Campania e Grecia dagli antichi e considerando che Suessa subì la dominazione osca / sannita e sidicina e l'antica Capua aveva subito anche lei questa sorte , gli studiosi suppongono che l'anello di congiunzione tra le colonie greche della costa e gli insediamenti autoctoni /romani sia da attribuire a questo fattore . Non è stata ancora sufficientemente indagato il ruolo di Sinuessa come luogo di mediazione ed incontro tra varie civiltà.

Modificato da sebeto2013

Inviato (modificato)

In genere il costo delle monete suessane? Poi dovrei averne una , con il toro e la testa di apollo ma vorrei postarla era in un lotto e spacciata per Suessa ma è molto piccola.

In merito ai rapporti con le colonie grece e nella fattispecie Neapolis mi riferisco a Suessa che conosco di più ) , gli archeologi hanno trovato poco in merito e a quanto pare solo le monete o qualche peso monetale potrebbe farci intuire che ci fossero degli scambi. Al momento le versioni ufficiali ci parlano di una zona molto isolata e forse gli unici punti di congiunzione ad una probabile collaborazione o influenza delle colonie greche potrebbe venire da due elementi . La piana che si estende oltre il Massico chiamata Campania e Grecia dagli antichi e considerando che Suessa subì la dominazione osca / sannita e sidicina e l'antica Capua aveva subito anche lei questa sorte , gli studiosi suppongono che l'anello di congiunzione tra le colonie greche della costa e gli insediamenti autoctoni /romani sia da attribuire a questo fattore . Non è stata ancora sufficientemente indagato il ruolo di Sinuessa come luogo di mediazione ed incontro tra varie civiltà.

Qualche notizia in merito alla monetazione di Suessa la puoi trovare in questa discussione http://www.lamoneta.it/topic/111937-monetazione-magno-greca/

Modificato da eliodoro

Inviato

Ti ringrazio per l'indicazione anche se queste monete le ho viste da vicino sia da amici collezionisti o quando emergevano da scavi archeologici . Quello che ho scritto viene direttamente dalle ultime considerazioni da chi fa storia sul campo.


Inviato

Cales, Teanum, Suessa e Compulteria. Tali città infatti, secodo gli studiosi, grazie all'abilità degli incisori di Neapolis, avevano creato una unione monetaria del tutto simile all'euro attuale,

Ne abbiamo parlato anche qui:

http://www.lamoneta.it/topic/93273-la-monetazione-delle-colonie/

e qui:

http://www.lamoneta.it/topic/99556-emissioni-coloniali/

E' uno dei fenomeni numismatici che mi appassiona di più, a cavallo tra l'espansionismo di Roma, la persistenza di tradizioni italiche e la diffusione dell'arte (incisoria, in questo caso) magnogreca

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Inviato

Ne abbiamo parlato anche qui:

http://www.lamoneta.it/topic/93273-la-monetazione-delle-colonie/

e qui:

http://www.lamoneta.it/topic/99556-emissioni-coloniali/

E' uno dei fenomeni numismatici che mi appassiona di più, a cavallo tra l'espansionismo di Roma, la persistenza di tradizioni italiche e la diffusione dell'arte (incisoria, in questo caso) magnogreca

Ciao Licinio Lucullo,

ho letto con molto interesse le Tue argomentazioni nelle discussioni che mi hai indicato.

Non essendo uno studioso, per divertimento, mi pongo nella posizione di un commerciante di Cales o Suessa del III° sec. a.c. che fa affari con Roma; dato che la mia moneta è già ben accetta, come quella del resto della Magna Grecia, perchè introdurre un' ulteriore monetazione come quella romano campana per effettuare gli scambi con i Romani?


Inviato (modificato)

Ti premetto che anche io non sono uno studioso ma solo un appassionato.

C'è una serie di possibili spiegazioni.

In primo luogo, tieni presenti che stai parlando di GENTI ROMANE, non magno-greche: tutte queste città sono colonie (iuris Latinis) di Roma, e le colonie venivano dedotte con ex-soldati Latini o, addirittura, con Romani (disposti a perdere la cittadinanza pur di avere, in cambio, una casa e un appezzamento di terreno). Quindi, la moneta normale per loro era quella a caratteri latini (quella col gallo, per intenderci); semmai c'è da chiedersi perché abbiano adottato anche quella a caratteri greci (quella col toro androposopo). L'elemento nazionalista nella Roma repubblicana era fortissimo: non è realistico che il colono, già spogliatosi dell'ambita cittadinanza romana per una stringente necessità, accettasse di buon cuore di adottare una moneta greca.

Posso immaginare che questi coloni abbiano dapprima commerciato con la metropoli (Roma, quindi), emettendo a tal fine moneta a caratteri latini; volendo inoltre inserirsi nel mercato magno-greco, hanno "poi" (ma forse quasi contemporaneamente) emesso moneta a caratteri greci.

Poi, c'è sempre la possibilità che non sia vero il Tuo presupposto: chi ha detto che la moneta magno-greca fosse "ben accetta" a Roma? Magari è vero, ma ne siamo sicuri? Se così fosse, crollerebbe tutta la teoria creatasi sull'aes grave: infatti, l'esistenza contemporanea di due monetazioni enee , una a valore intrinseco (l'aes grave) e l'altra fiduciaria, si basa proprio sull'assunto che la moneta fiduciaria, magno-greca, non fosse ben accetta ai romani. Personalmente nutro qualche dubbio (credo che l'aes grave sia più antico), ma comunque così la pensano gli studiosi. A questo punto semmai c'è da chiedersi: ma allora perchè le colonie non hanno emesso aes grave, per commerciare con Roma? In effetti, le colonie probabilmente l'hanno emesso (una serie è attribuita a Cales, seppur dubitativamente), però sicuramente i commercianti non potevano andare su e giù per gli Appennini con monete pesanti due o tre etti ... forse per questo sono quindi nate le monete (a caratteri latini) fiduciarie.

Infine, tu ti poni il problema dal punto dimvista di un commerciante, ma queste monete hanno un lampante significato politico (l'alleanza con Roma, di cui le colonie erano gli avamposti piantati nella spina dorsale del Sannio). Quindi, sono stati i Governi delle colonie a volerne l'emissione, non certo i commercianti

Modificato da L. Licinio Lucullo

Inviato (modificato)

Sin qui Ti ho scritto, ovviamente, delle monete emesse dalle colonie.

Se poi Tu invece alludi alle monete emesse da Roma (o comunque a nome di Roma), quelle a legenda "ROMANO" per intenderci, credo che la spiegazione possa essere più semplice: per Roma la moneta fu sempre uno dei simboli della sovranità (come dimostra la politica con cui Roma, a seconda della fedeltà che avevano dimostrato in guerra, lasciava, attenuava ai suoi alleati e nemici italici o toglieva il diritto di coniare), quindi è naturale che il Senato abbia voluto che i mercanti presentassero in Magna Grecia una moneta nazionale.

C'è inoltre una spiegazione pratica: quando razziava metallo non monetato (lingotti o monili), la Repubblica doveva coniarlo prima di usarlo per pagare - ad esempio - le forniture di grano per gli operai che costruivano la via Appia. Ma allora, con quali simoboli monetarlo? La scelta più logica è con simboli nazionali, non certo copiando quelli delle città Magnogreche.

Modificato da L. Licinio Lucullo
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Inviato

Grazie Licinio,

per il notevole contributo da Te fornitomi.

Certo che l'incontro tra i Romani e le comunità campane è stato particolarmente fecondo di novità da entrambi i lati.

Sin qui Ti ho scritto, ovviamente, delle monete emesse dalle colonie.

Se poi Tu invece alludi alle monete emesse da Roma (o comunque a nome di Roma), quelle a legenda "ROMANO" per intenderci, credo che la spiegazione possa essere più semplice: per Roma la moneta fu sempre uno dei simboli della sovranità (come dimostra la politica con cui Roma, a seconda della fedeltà che avevano dimostrato in guerra, lasciava, attenuava ai suoi alleati e nemici italici o toglieva il diritto di coniare), quindi è naturale che il Senato abbia voluto che i mercanti presentassero in Magna Grecia una moneta nazionale.

C'è inoltre una spiegazione pratica: quando razziava metallo non monetato (lingotti o monili), la Repubblica doveva coniarlo prima di usarlo per pagare - ad esempio - le forniture di grano per gli operai che costruivano la via Appia. Ma allora, con quali simoboli monetarlo? La scelta più logica è con simboli nazionali, non certo copiando quelli delle città Magnogreche.

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