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Inviato

Con piacere, anticipo agli utenti del Forum l’imminente uscita del volume storico: Carlini e campane nell’Aquila d’antico regime (Edizioni D’Andrea).

La ricerca e l’analisi dei materiali d’archivio, che tra i vari spunti interdisciplinari ha permesso di capire “come” e “perché” la città dell’Aquila tornò a godere del privilegio di zecca sotto l’imperatore Carlo V, è stato condiviso con Giovanna Petrella (Dottore di Ricerca in Archeologia Medievale, si occupa della produzione di campane, calce e mattoni, delle attività artigianali svolte a L'Aquila tra Medioevo ed Età moderna, dello sfruttamento dell'acqua per le produzioni artigianali e la tecnologia applicata) e vede l’introduzione di Silvia Mantini (Professore Associato di Storia Moderna al Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi L’Aquila).

abstract

Nel volume confluiscono due percorsi di ricerca: uno a carattere numismatico, l'altro archeologico. Partendo dalla lettura delle fonti, gli Autori ripercorrono alcune pagine di storia aquilana, inserendole all'interno di un ampio contesto socio-politico e religioso. L'attenta analisi delle chartae d'Archivio permette a Giuliani di rivisitare l'ignominia del “taglione” (1529) e delle monete pseudo ossidionali coniate con gli argenti confiscati dagli Spagnoli, tra i quali l'urna del compatrono san Bernardino da Siena; a seguire, è trattato il ruolo di messer Alessandro Oliva, sindaco aquilano a Corte e negoziatore per la riapertura della zecca. Lo stesso carteggio scambiato fra la città dell'Aquila e le diverse autorità vicereali consente a Petrella di ricostruire le vicende sulla requisizione delle campane dopo la fantomatica rivolta antispagnola e di risalire alle tempistiche, ai materiali e ai luoghi di fusione della campana maioris del Communo; ai fatti narrati, fa da sfondo un “paesaggio sonoro”, delineato attraverso un'inedita lettura delle fonti, e la mobilità dei discendenti di un'importante famiglia di fonditori di campane (secc. XIV-XVII) che dalla serenissima Venezia operarono all'Aquila, negli Abruzzi e in tutto il bacino del Mediterraneo. Chiude il volume un pratico compendio sui prezzi e il grado di rarità delle monete aquilane attribuibili all'imperador Carlo V d'Asburgo, su concessione (16 giugno 1547) del viceré di Napoli don Pedro Álvarez de Toledo.

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In allegato, I e IV di copertina.


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Grazie per la segnalazione.


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Grazie per l'impegno e la nuova fatica ad un Autore che esemplifica con costanza e rigore uniformi quello che dovrebbe essere in essenza la ricerca numismatica, oltre i pur fondamentali e necessari repertori.

Chapeau bas ai giovani e sapienti Editori per la crescente qualità delle scelte editoriali. Tanto e bene difficilmente si conciliano, ma quando accade puo' essere, come e', stupefacente.

Modificato da f.dc
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Inviato

Grazie per l'impegno e la nuova fatica ad un Autore che esemplifica con costanza e rigore uniformi quello che dovrebbe essere in essenza la ricerca numismatica, oltre i pur fondamentali e necessari repertori.

Chapeau bas ai giovani e sapienti Editori per la crescente qualità delle scelte editoriali. Tanto e bene difficilmente si conciliano, ma quando accade puo' essere, come e', stupefacente.

Che dire, grazie per tanta stima....a questo punto mi auguro di non deludere le aspettative.

Un saluto


Inviato

È possibile sapere già anche il prezzo?tutto ciò che riguarda l'Abruzzo è di mio interesse.grazie per la segnalazione


Inviato

È possibile sapere già anche il prezzo?tutto ciò che riguarda l'Abruzzo è di mio interesse.grazie per la segnalazione

Come per l’uscita precedente, il prezzo di copertina mi sembra contenuto (15 Euro), se si tiene conto del difficile momento per l’editoria storica e numismatica e del tipo di pubblicazione (186 pagg., illustrato, a colori).

Visto l’interesse per l’Abruzzo (immagino sia un mio corregionale), colgo l’occasione per sottolineare che il volume contiene diverse illustrazioni sui luoghi simbolo richiamati (per gentile concessione dall’amico fotoreporter Giovanni Lattanzi e del suo sito foto.inabruzzo.it), che insieme ad alcuni miei scatti e ad alcuni velocissimi passaggi nella narrazione vogliono essere un monito prim’ancora che un augurio per L’Aquila.

Tornando al punto, rimando al sito dell’Editore (http://www.numismaticadandrea.it/).

Un saluto

AG


Inviato

Come per l’uscita precedente, il prezzo di copertina mi sembra contenuto (15 Euro), se si tiene conto del difficile momento per l’editoria storica e numismatica e del tipo di pubblicazione (186 pagg., illustrato, a colori).

Visto l’interesse per l’Abruzzo (immagino sia un mio corregionale), colgo l’occasione per sottolineare che il volume contiene diverse illustrazioni sui luoghi simbolo richiamati (per gentile concessione dall’amico fotoreporter Giovanni Lattanzi e del suo sito foto.inabruzzo.it), che insieme ad alcuni miei scatti e ad alcuni velocissimi passaggi nella narrazione vogliono essere un monito prim’ancora che un augurio per L’Aquila.

Tornando al punto, rimando al sito dell’Editore (http://www.numismaticadandrea.it/).

Un saluto

AG

Si sono pescarese,sono un giovane ed inesperto appassionato di monete e della storia che la riguarda.da pochi giorni ho acquistato il libro le monete dell'Abruzzo e del Molise e non sapevo dell'esistenza degli altri libri pubblicati nel sito da lei linkato.sarei interessato all'acquisto dei primi 4,ma 3 sono esauriti,saprebbe indicarmi un rivenditore che li avrebbe ancora?

Inviato

Si sono pescarese,sono un giovane ed inesperto appassionato di monete e della storia che la riguarda.da pochi giorni ho acquistato il libro le monete dell'Abruzzo e del Molise e non sapevo dell'esistenza degli altri libri pubblicati nel sito da lei linkato.sarei interessato all'acquisto dei primi 4,ma 3 sono esauriti,saprebbe indicarmi un rivenditore che li avrebbe ancora?

Contatti l'Editore, che sono certo le darà tutte le indicazioni possibili.

Saluti


Inviato

Sono certo che la numismatica abbia acquisito un altro importante tassello con la pubblicazione di questo libro.

Le dinamiche caroline, ancora in gran parte oscure, conservano tutto il loro fascino ad ogni inedita lettura.

Da numismatico, porgo un sentito ringraziamento all'autore e, da amico, faccio un grande tifo per lui!


Inviato

Il volume è ora disponibile presso l’Editore e negli abituali canali di distribuzione, per un’anteprima dell’Indice rimando gli utenti all’http://www.campanologia.org/news/segnaliamo-luscita-del-volumecarlini-e-campane-nell%E2%80%99aquila-d%E2%80%99antico-regime-d%E2%80%99andrea-editore.

L’Editore, inoltre, ha fatto sapere che il volume sarà già disponibile alla Fiera di Verona (22-23-24 novembre 2013).

Non mi resta che augurare una buona lettura.

AG


Inviato

In altra discussione del forum (http://www.lamoneta.it/topic/114985-catalogazione-sesquiducato-carlino-e-ducato/), circa l’attribuzione di zecca del carlino per Carlo V con il busto giovanile e l’arme d’Asburgo, tipologia che figura in copertina e di cui parlo nel volume, si trovano questi due interventi:

1) Mero Mixtoque Imperio sostiene che “““è battuta ad Aquila con le sue campane (sul punto ha documentato ampiamente Giuliani qualche anno fa)”””;

2) Rex Neap lo rettifica, con rimando al catalogo monetario del Forum, http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CV/10, dove alla nota 2 si legge che “““questa moneta, secondo recenti studi (GIULIANI A.), viene ritenuta coniata anche nella zecca de l'Aquila”””).

Nello studio cui entrambi gli utenti fanno riferimento, uscito nell’annata CI (2010) del Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria e ripresentato nell’odierno volume Carlini e campane nell’Aquila d’antico regime in versione emendata (era necessario, di fatto, un collante tra gli esiti della mia ricerca, in evoluzione, e i temi documentati della successiva letteratura specialistica), la moneta viene classificata in questo modo: Zecca di Napoli o Aquila, non vi è dunque un’attribuzione esclusiva, trattandosi di tirature liberate all’Aquila dagli zecchieri di Napoli, diretti personalmente da Luigi Ram; dunque, si tratta di un fatto isolato, perché la zecca dell’Aquila in quel preciso momento storico era chiusa, per quanto privilegiata – ma fino ad allora, poi tornerà ad esserlo nel lontano 1547 – del diritto di battere moneta. Questa singolare emissione aquilana, indistinguibile da quella napoletana perché figlia della stessa matrice, risale all’occupazione spagnola del 1529 e al “taglione”, una pagina buia della storia aquilana posta al centro del dibattito numismatico del nuovo volume.

AG


Inviato

In altra discussione del forum (http://www.lamoneta.it/topic/114985-catalogazione-sesquiducato-carlino-e-ducato/), circa l’attribuzione di zecca del carlino per Carlo V con il busto giovanile e l’arme d’Asburgo, tipologia che figura in copertina e di cui parlo nel volume, si trovano questi due interventi:

1) Mero Mixtoque Imperio sostiene che “““è battuta ad Aquila con le sue campane (sul punto ha documentato ampiamente Giuliani qualche anno fa)”””;

2) Rex Neap lo rettifica, con rimando al catalogo monetario del Forum, http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CV/10, dove alla nota 2 si legge che “““questa moneta, secondo recenti studi (GIULIANI A.), viene ritenuta coniata anche nella zecca de l'Aquila”””).

Nello studio cui entrambi gli utenti fanno riferimento, uscito nell’annata CI (2010) del Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria e ripresentato nell’odierno volume Carlini e campane nell’Aquila d’antico regime in versione emendata (era necessario, di fatto, un collante tra gli esiti della mia ricerca, in evoluzione, e i temi documentati della successiva letteratura specialistica), la moneta viene classificata in questo modo: Zecca di Napoli o Aquila, non vi è dunque un’attribuzione esclusiva, trattandosi di tirature liberate all’Aquila dagli zecchieri di Napoli, diretti personalmente da Luigi Ram; dunque, si tratta di un fatto isolato, perché la zecca dell’Aquila in quel preciso momento storico era chiusa, per quanto privilegiata – ma fino ad allora, poi tornerà ad esserlo nel lontano 1547 – del diritto di battere moneta. Questa singolare emissione aquilana, indistinguibile da quella napoletana perché figlia della stessa matrice, risale all’occupazione spagnola del 1529 e al “taglione”, una pagina buia della storia aquilana posta al centro del dibattito numismatico del nuovo volume.

AG

Considerazione perfettamente condivisibile nell'ambito dell'ufficio di uno stesso mastro di zecca.Diversamente accadeva a Lanciano che solo in qualche momento storico ha condiviso lo stesso mastro di zecca con altre città.


Inviato

In altra discussione del forum (http://www.lamoneta.it/topic/114985-catalogazione-sesquiducato-carlino-e-ducato/), circa l’attribuzione di zecca del carlino per Carlo V con il busto giovanile e l’arme d’Asburgo, tipologia che figura in copertina e di cui parlo nel volume, si trovano questi due interventi:

1) Mero Mixtoque Imperio sostiene che “““è battuta ad Aquila con le sue campane (sul punto ha documentato ampiamente Giuliani qualche anno fa)”””;

2) Rex Neap lo rettifica, con rimando al catalogo monetario del Forum, http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CV/10, dove alla nota 2 si legge che “““questa moneta, secondo recenti studi (GIULIANI A.), viene ritenuta coniata anche nella zecca de l'Aquila”””).

Nello studio cui entrambi gli utenti fanno riferimento, uscito nell’annata CI (2010) del Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria e ripresentato nell’odierno volume Carlini e campane nell’Aquila d’antico regime in versione emendata (era necessario, di fatto, un collante tra gli esiti della mia ricerca, in evoluzione, e i temi documentati della successiva letteratura specialistica), la moneta viene classificata in questo modo: Zecca di Napoli o Aquila, non vi è dunque un’attribuzione esclusiva, trattandosi di tirature liberate all’Aquila dagli zecchieri di Napoli, diretti personalmente da Luigi Ram; dunque, si tratta di un fatto isolato, perché la zecca dell’Aquila in quel preciso momento storico era chiusa, per quanto privilegiata – ma fino ad allora, poi tornerà ad esserlo nel lontano 1547 – del diritto di battere moneta. Questa singolare emissione aquilana, indistinguibile da quella napoletana perché figlia della stessa matrice, risale all’occupazione spagnola del 1529 e al “taglione”, una pagina buia della storia aquilana posta al centro del dibattito numismatico del nuovo volume.

AG

Infatti, sono perfettamente d'accordo con lei, ma invece di presentarci una moneta scarabocchiata, andavano spiegate le ragioni che lei, adesso, gentilmente ci ha sottoposto...........non tutti, ad oggi, hanno letto il libro........quindi ci sono anche modi e tempi per fare Numismatica.

Un saluto


  • 4 settimane dopo...
Inviato

All'esito della lettura del libro, ringrazio gli autori per aver trattato argomenti a me cari ed utili per il prosieguo delle ricerche.


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