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Il volume, di 304 pagine in formato A4, a cura di Massimo De Benetti e Fiorenzo Catalli e pubblicato da edizioni Effigi, è dedicato ai ritrovamenti numismatici nel territorio. La città etrusca, romana e poi medievale, di Roselle, nell'arco quasi cinquanta anni di attività della Soprintendenza per i Beni archeologici della Toscana (dal 1959 al 1991), ha infatti restituito una grande quantità di materiali. La catalogazione e la pubblicazione di buona parte dei reperti numismatici, in tutto 499 monete (più altre 54 monete dal territorio circostante) rende ora possibile ripercorrere la storia di questa città, a partire dalle più antiche attestazioni di esemplari di zecche campane ed etrusche (IV-III secolo a.C.) fino ai denari medievali di XI e XII secolo, a ricordare il ruolo avuto da Roselle come sede vescovile fino al 1138.

Molto interessante è la parte storica e archeologica e anche alcuni commenti su monete più particolari che sono state rinvenute.

A titolo di esempio riporto il ritrovamento di un mezzo didramma suberato di Neapolis, che appare essere molto simile ad altro esemplare che è stato rinvenuto sul Monte Iato, in Sicilia. “La loro presenza in zone periferiche, lontane dalla zecca di Neapolis, forse non è casuale, poiché la circolazione di emissioni contraffatte è in genere più semplice in territori in cui è assente il controllo dell’autorità emittente e vi è una minore conoscenza e disponibilità di emissioni ufficiali” (pag. 44):

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Inoltre è riportato un interessante sesterzio di Nerone su tondello semilavorato, del peso di g. 23,74 (che si intravvede anche sulla copertina a colori). “Fu ricavato da una barra di metallo e presenta ancora in evidenza i due tagli di separazione. Appare singolare che all’interno della zecca non si sia proceduto ad una migliore lavorazione del tondello prima della coniazione, in un periodo in cui le monete, e soprattutto i sesterzi, erano realizzati con grande cura e fungevano da importante strumento di propaganda imperiale. Forse il tondello non subì aggiustamenti per evitare di diminuirne ulteriormente il peso, già piuttosto basso rispetto agli standard ponderali, oppure sfuggì semplicemente alle operazioni di controllo” (pag. 55-56):

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L’unica mia osservazione è che forse sarebbe stato più opportuno fare un lavoro in formato elettronico e con immagini a colori, sul modello delle monografie presenti nel Portale Numismatico dello Stato.

Il volume stesso, in formato cartaceo, è piuttosto grande e pesante (e quindi un poco ingombrante in una libreria).

In ogni caso resta un ottimo esempio di un'opera in cui vengono riportati in dettaglio i risultati numismatici da scavi archeologici e bisogna dare atto all'attivismo della Soprintendenza della Toscana e del prof. Catalli (che ha permesso la schedatura e catalogazione dei vari esemplari). Speriamo che seguano altre opere simili da altri siti archeologici.

Il prezzo di copertina è di € 25, ma si trova facilmente su internet a poco oltre 21 euro.

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Grazie per la segnalazione.


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Bello. Lo metterò nella Wishlist. Grazie della segnalazione.

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E' incredibile come i ritrovamenti numismatici in questo sito archeologico consentano di tracciarne la storia. Infatti, a partire dalle più antiche attestazioni di esemplari di zecche campane ed etrusche (IV-III secolo a.C.) le monete recuperate contribuiscono a delineare i contesti socio-economici nei diversi periodi storici e a ipotizzare movimenti di uomini e scambi di merci. Una parte consistente dei rinvenimenti è pertinente al periodo repubblicano, quando Roselle conobbe un rinnovato sviluppo (II sec. a.C.) successivo alla conquista romana del 294 a.C., e alla prima età imperiale, in concomitanza con la monumentalizzazione della città (I sec. d.C.). La presenza di moneta è abbondante per tutta l’età imperiale, con un picco di attestazioni nella seconda metà del III secolo e una riduzione evidente nel IV secolo, quando in città cessarono attività edilizie ex novo. L’assenza di nominali coniati dopo il 388 d.C. rende plausibile l’ipotesi che anche a Roselle si utilizzassero, tra la fine del IV ed il V secolo, emissioni coniate precedentemente. Dopo un vuoto di alcuni secoli, l’evidenza numismatica riappare alla fine dell’VIII secolo con un denaro di Carlo Magno e più tardi con esemplari di XI e XII secolo, a ricordare il ruolo avuto da Roselle come sede vescovile fino al 1138 prima di cadere definitivamente in rovina.



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