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Risposte migliori

Inviato

inviterei qualcuni, se ha tempo da perdere, a leggersi gli interventi dal 2005 ad oggi e poi concludere che va tutto bene! complotti e derbynon sono nemmeno pensati, purtroppo c'e' chi ha approcci propositivi ai problemi e chili accetta cosi' come sono e, magari, non glie ne frega nemmeno che si risolvano! pazienza....


Inviato

Quando parlo di collezionismo etico, non penso certo che l’etica possa o debba sostituire le regole di diritto positivo nell’adempimento delle stesse o nella loro utilizzazione nei giudizi.

Quando parlo di collezionismo etico, intendo collezionismo consapevole di quello che consegue non solo per chi colleziona, ma anche per il mondo della numismatica, dei beni culturali, della archeologia.

Altra questione riguarda i rapporti con le forze dell’ordine e la giustizia in genere.

Ma davvero c’è qualcuno che pensa che vi sia una congiura per mettere in croce un povero disgraziato che ha messo insieme qualche decina di bronzetti ?

Ma davvero c’è qualcuno che pensa che qualcuno non dorma la notte per dissuadere i collezionisti ?

E chi sarebbe il regista di questo complotto nazionale ?

Non intendo giustificare nessuno, ma i procedimenti di perquisizione e di sequestro si svolgono così.

Non penso che nessuno si sia mai sognato che un codice deontologico possa sostituire la normativa

E per collezionismo etico, come spiegato da Alberto e anche da me, si intende un collezionismo consapevole

sul resto no, nessuno crede che ci sia una congiura, ci mancherebbe.

C'è , ed è un dato di fatto sottolineato dal disagio, direi pesante, espresso, nelle decine , forse centiniaia di testimonianze approdate sul Forum o riportate altrove.

Il disagio per le modalità della conduzione di queste operazioni (le FFOO devono agire cosi ci mancherebbe - certo che i processi di perquisizione si svolgono cosi , solo che un conto è andare a stanare qualche mafioso o camorrista o trafficante di droga, un altro invece traumatizzare genete che avrà si sbagliato nella forma ma che certo non sono dei delinquenti pericolosi - e spesso si scopre dopo anni che non hanno sbagliato nemmeno nella forma con tanto di assoluzione piena e chiusura del procedimento e che comunque non merita di principio un simile trattamento). Cui prodest ?

Perche solo in Italia o soprattutto in Italia lo Stato deve esser concepito come "nemico" del cittadin ? In Inghilterra ad esempio, nazione assai piu' severa della nostra non si respira davvero questo clima di mancanza di fiducia nel cittadino,. Le istituzioni, pur ripeto assai severe, senza regalare nulla a nessuno, cercano comunque di stare dalla parte del cittadino , non contro.

Un legislatore equo o un potere esecutivo saggio non possono ignorare questo stato di cose che si trascina da troppo tempo. Cinquanta anni fa cosi non accadeva eppure le leggi di tutela erano le medesime se non piu' aspre a sentire gli esperti. Nessun complotto ma lo stato delle cose non puo' essere ignorato dal legislatore intelligente che dovrebbe avere a cuore il bene del cittadino e non solo la tutela del patrimonio culturale.

L'Italia che si crede tanto paladina dei diritti umani si è scoperta ammonita per la situazione del sovraffollamento carceri. E' ovvio che non stiamo certo a comparare la situazione dei sequestri numismatici ma un minimo di riflessione mi sembra dovuto per rispetto anche dei cittadini che lamentano il disagio. E ripeto se almeno si sapesse che il colleuzionismo fosse completamente proibito sarebbe comunque una situazione migliorativa rispetto alla confusione attuale.

Servono regole applicative chiare, dopo di che è giusto punire chi non vi si adegua ma finché vige questo guazzabuglio applicativo è oggettivamente difficile distinguere cio' che la legge consente e cio' che non consente, salvo poi a scoprirlo inconsapevolmente e dolorosamente.

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Inviato

bravo numa numa..... condivido tutto!


Inviato

..ottima discussione e punti di vista condivisibili

Il problema e' poi,l'attuazione di un codice etico da parte dei collezionisti i quali,mi pare,vanno dove ci sono le monete e certe domande non se le pongono minimamente.

Magari se le fanno pure,ma non si danno la risposta ;) .

Perche' se cosi fosse non si spiegherebbe il proliferare di aste sul monte Titano:aste che attingono a piene mani dal mercato italiano senza passare dalle Soprintendenze.

Gia' in passato qualcuno ha timidamente sollevato il problema su questo forum,ma a distanza di anni mi sembra che la situazione non sia variata.

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Inviato (modificato)

..

Il problema e' poi,l'attuazione di un codice etico da parte dei collezionisti i quali,mi pare,vanno dove ci sono le monete e certe domande non se le pongono minimamente.Per tanti, una cosa è la teoria , una cosa la pratica....per fortuna non per tutti...

Magari se le fanno pure,ma non si danno la risposta ;) .Ci sono domande le cui risposte , per alcuni, è meglio non darsele...

Perche' se cosi fosse non si spiegherebbe il proliferare di aste sul monte Titano:aste che attingono a piene mani dal mercato italiano senza passare dalle Soprintendenze.....appunto...

Gia' in passato qualcuno ha timidamente sollevato il problema su questo forum,ma a distanza di anni mi sembra che la situazione non sia variata..................

Modificato da numizmo

Inviato

Evidenziare le difficoltà, gli aspetti non trattabili, gli zoccoli duri, non vuol dire difenderli o esserne contenti, condividerli.

Un medico amico non fa una diagnosi fausta solo per farti contento o non ti dice che quello che ti è capitato è ingiusto perché sei una brava persona e ti sei sempre comportato bene e non meriti quella brutta malattia.

Ad un medico amico, di certo, dispiace quello che ti e' capitato, ma valuta tutte le probabilità ed anche le possibilità negative, perche' vuole salvarti la vita.

È la differenza tra agire secondo valori assoluti (lo faccio perché penso che sia giusto, costi quel che costi) e l'agire secondo responsabilità ( valuto le conseguenze, mi metto in sicurezza etc.).

Poi, ognuno e' padrone del suo destino.

O meglio, come diceva Eraclito, il carattere di un uomo e' il suo demone.

Ovviamente è solo un'opinione.

Polemarco

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Inviato

Tutto condivisibile Polemarco

Ma non capisco il riferimento ad Eraclito

Come direbbe il noto wx magistrato : che c'azzecca ? !


Inviato

Esplicito.

"Ethos anthropo daimon" (perdoni i caratteri latini) e' il frammento 119 DK o 94 Marc di Eraclito.

Significa, come ben avrà inteso, che il carattere, il temperamento, le disposizioni dell'animo (ethos) sono il destino (daimon) dell'uomo: tali disposizioni incidono nella direzione della vita e nell'orientamento dell'azione di ciascun uomo.

È per questo che parlavo di collezionismo etico.

Una cosa e' dissentire, essendo all'interno; altra e' porsi all'esterno del sistema in una sterile opposizione.

La prego, non si accomuni, neanche lessicalmente, al noto magistrato che, ritengo, mai ebbe tra le mani il noto Rocci.

P.S. Può controllare il frammento citato su Stobeo, IV 40.23; Plutarco, Quaestiones Platonicae, I, 1, 999 d-e; Alessandro di Afrodisia,De Anima 2, 185.21.

Tanto dovevo.

Polemarco.

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Inviato

Esplicito.

"Ethos anthropo daimon" (perdoni i caratteri latini) e' il frammento 119 DK o 94 Marc di Eraclito.

Significa, come ben avrà inteso, che il carattere, il temperamento, le disposizioni dell'animo (ethos) sono il destino (daimon) dell'uomo: tali disposizioni incidono nella direzione della vita e nell'orientamento dell'azione di ciascun uomo.

È per questo che parlavo di collezionismo etico.

Una cosa e' dissentire, essendo all'interno; altra e' porsi all'esterno del sistema in una sterile opposizione.

La prego, non si accomuni, neanche lessicalmente, al noto magistrato che, ritengo, mai ebbe tra le mani il noto Rocci.

P.S. Può controllare il frammento citato su Stobeo, IV 40.23; Plutarco, Quaestiones Platonicae, I, 1, 999 d-e; Alessandro di Afrodisia,De Anima 2, 185.21.

Tanto dovevo.

Polemarco.

Non entro nel merito della discussione e non l'ho neanche letta, in verità.

Ma dato che seguo sempre con attenzione e curiosità quanto scritto da Polemarco(e pochi altri utenti), non posso che quotare e apprezzare, come sempre.

Citazione dotta e meritevole di approfondimento.


Inviato

Esplicito.

"Ethos anthropo daimon" (perdoni i caratteri latini) e' il frammento 119 DK o 94 Marc di Eraclito.

Significa, come ben avrà inteso, che il carattere, il temperamento, le disposizioni dell'animo (ethos) sono il destino (daimon) dell'uomo: tali disposizioni incidono nella direzione della vita e nell'orientamento dell'azione di ciascun uomo.

È per questo che parlavo di collezionismo etico.

Una cosa e' dissentire, essendo all'interno; altra e' porsi all'esterno del sistema in una sterile opposizione.

La prego, non si accomuni, neanche lessicalmente, al noto magistrato che, ritengo, mai ebbe tra le mani il noto Rocci.

P.S. Può controllare il frammento citato su Stobeo, IV 40.23; Plutarco, Quaestiones Platonicae, I, 1, 999 d-e; Alessandro di Afrodisia,De Anima 2, 185.21.

Tanto dovevo.

Polemarco.


Inviato

Ανθρωπῳ

Alcuni rendono "antropoi"

La bellezza della lingua greca rrisiede nel fatto che invece di delineare con precisione concetti, tende invece a porre limiti al concetto che si cerca di delineare

L'aforisma di Eraclito ci comunica che il limite dell' Uomo non e' ancora stato trovato e che solo quando questo limite venga raggiunto l'orizzonte di un uomo puo' dirsi riempito giungendo ad una nozione compiuta di umanita'

Non avendo trovato ancora il suo limite il suo "daemonismo" resta irrisolto e piuttosto che tradurre "il carattere dell' uomo e' il suo demone" preferisco rendere piu' liberamente che

" l'uomo deve essere all'altezza del suo fato"

A di tutto questo, piacevolissimo da soffermarsi e discorrere a me interessava piu' che altro il rapporto di causa/effetto della citazione con la discussione in oggetto .. Che mi sfuggiva..


Inviato

Ho fatto il classico, ho studiato Eraclito, ma, a differenza di Vincenzo, non amo chi parla solo ai propri simili.

Arka

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Inviato

La circostanza che Eraclito ci sia giunto con un centinaio di frammenti non consente che i predetti singoli frammenti degradino ad aforismi.

Se per il rapporto "causa/effetto" (il nesso causale) si intende la "pertinenza" della citazione al problema agitato, e' sufficiente ricordare che il porsi al di fuori dell'ordinamento, ma soprattutto ritenerlo un nemico, vuol dire avere un nemico.

Quanto ai simili, si sa che: similes similes petunt.

Polemarco

P.S. Non ho mai indugiato nei bagni del ginnasio nella sfida di chi l'abbia più lungo.

Non intendo cominciare a farlo nell'autunno della mia vita.


Inviato

Un aforisma e' una verita' condensata in poche parole. Di Eraclito (detto l'oscuro) ci sono pervenuti solo frammenti e molti di questi si prestAno a essere percepiti come vere e proprie verita' ad effetto

Non darei una connotazione necessariamente subalterna al concetto di aforismA anche se, concordo, che per la brevità delle citazioni eraclitee una tale afferenza ai suoi frammenti e' quantomeno azZardata.

Grazie per aver citato il Rocci inducendomi un profluvio di ricordi scolastici e non per il mio amatissimo greco.

Continua pero' a sfuggirmi il nesso esplicito cui voleva far riferimento la citazione. Al di la' dell'autore forse (rick) della stessa credo nessuno abbia manifestato intenzione di porsi contro o peggio ritenere l'ordinamento un memico, contrario e ' stato evocato da piu' parti un collezionismo consapevole ed etico, proponendosi anzi di rafforzare deontologicamente i principi ordinativi con l'adozione di un codice/ decalogo etico


Inviato

Che bello leggere questi indugi su di Eraclito, il suo "panta rei" è uno dei pilastri delle mie concezioni.

  • Mi piace 1

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