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La Stella a Cinque Punte della Zecca di Chambery


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In esclusiva per questa sezione ho il piacere di sottoporvi un articolo , presente nel prossimo Bollettino del Circolo Numismatico di Beinasco , tratto dalla futura pubblicazione sulla monetazione sabauda dell'amico Giuseppe Rovera.

La stella a 5 punte
contrassegno esclusivo della zecca di Chambery per circa un secolo


di Giuseppe Rovera *


Il simbolo della stella a 5 punte, compariva già sulle prime monete dei regnanti di Savoia; Oddone, Pietro e Umberto II, la facevano apporre come simbolo nelle legende o come figura nel campo.
Solo sotto Amedeo IV (circa 1235), con l'apertura contemporanea di più zecche, gli zecchieri dovevano riportare sulle monete il proprio contrassegno che identificava la zecca e contemporaneamente lo zecchiere che vi lavorava.
Il contrassegno della stella veniva allora utilizzato per la prima volta dallo zecchiere Petrus Antoneto de Clanisco, maestro a Susa. Le monete da lui prodotte in tale zecca, potevano così essere riconosciute da quelle prodotte nelle altre zecche di Amedeo IV, a Chambery, S.Sinforiano d'Ozon e Avigliana.
In seguito, la stella diventava uno dei contrassegni più utilizzato dagli zecchieri sabaudi, senza per questo contraddistinguere sempre la stessa zecca; infatti negli Stati Sabaudi il contrassegno era proprietà distintiva dello zecchiere e non della zecca.
Sotto Amedeo V, la stella a 5 punte appariva sulle monete della zecca di San Sinforiano e poi di Chambery, a seguito del trasferimento dello stesso zecchiere Evrardo de Varey (1285-1298). Dopo Evrardo, Castiglione e Clermont utilizzavano a Chambery ancora la stella, ma a 6 punte . Poi uno zecchiere sconosciuto utilizzava ancora la stella a 5 punte sulle monete di Edoardo.
In seguito Bonaccorso Borgo la utilizzava, sempre a 5 punte sulle monete di Pont d’Ain, battute sotto Amedeo VI. Sotto Amedeo VII, la famiglia Borgo utilizzava ancora quella a 5 punte a Pont d'Ain; contemporaneamente adottava quella a 6 punte, ma forata a Nyon; venivano poi costretti a sostituirla con una piena, quando riprendevano a battere moneta, sempre a Nyon, dopo una multa per falsificazione delle monete emesse in precedenza. Sotto Amedeo VIII Conte, lo zecchiere Matteo Borgo impiegava ancora i contrassegni dei due tipi di stelle nelle stesse zecche di Pont d'Ain e di Nyon.
In genere le stelle forate o speronate erano considerate varianti delle stelle piene, ed utilizzate per distinguere emissioni successive; non indicavano quindi una nuova zecca.
La stella 6 punte riappariva nuovamente a Chambery sotto Amedeo VIII duca, con lo zecchiere Giovanni de Masio.
Lo stesso tipo di stella passava poi a Cornavin con lo zecchiere Antonio Fabri sotto Ludovico I. La stella ad 8 punte veniva utilizzata a Cornavin da Michel de Bardoneche, zecchiere di Amedeo IX prima e di Filiberto I poi.
Sotto Carlo I (1482-1490), i contrassegni lasciavano il posto alle sigle costituite dall'iniziale della zecca (C per Chambery, T per Torino, B per Bourg, G per Cornavin-Geneve, etc.) e dall'iniziale dello zecchiere; la stella a 5 punte veniva mantenuta ancora sulle monete per un breve periodo, però solo come simbolo di punteggiatura nella legenda di alcune monete emesse dalle zecche di Savoia, Chambery, Cornavin e Bourg; la stella come contrassegno di zecca spariva poi dalla monetazione dei regnanti Sabaudi per circa 50 anni.
La stella a 5 o 6 punte ricompariva come simbolo di punteggiatura su alcune monete battute a Torino durante il regno di Filiberto II e poi su quelle emesse di Carlo II a Vercelli dallo zecchiere Gio Pietro Ferraris dopo il 1530.
Dopo l'occupazione Francese degli stati sabaudi, era il Conte Emanuele Filiberto (1538-1559) a riprendere la stella e la sua variante speronata, come contrassegno di zecca, sulle proprie monete battute ad Asti, a partire dal 1551.
il Duca Emanuele Filiberto, toglieva poi la stella ad Asti per riassegnarla alla zecca di Chambery dopo la sua riapertura (Ottobre 1559). Chambery utilizzava allora sia la sigla C a fine legenda, sia la stella a 5 punte, apposta in punta allo scudo, in esergo e sotto il busto del regnante.
Le prime monete emesse nuovamente da Chambery con la stella erano i Soldi della riforma con la data del 1563.
Nei periodi in cui la zecca di Chambery era occupata dai Francesi o non batteva moneta, la stella ricompariva come punteggiatura sulle monete emesse a Torino da Carlo Emanuele I (nel 1590-91 e dal 1610 al 1628); normalmente la stella veniva regolarmente apposta sulle monete di Chambery, talvolta anche nella legenda, come si trova nelle ultime emissioni (1640-1650) avvenute durante la reggenza di Cristina di Francia per Carlo Emanuele II.
La zecca di Chambery veniva poi chiusa definitivamente nel 1650, chiudendo così il periodo del suo binomio con la stella a 5 punte, durato un secolo.
Gli arredi e le attrezzature della zecca venivano trasferiti a Torino e nel 1711, sotto Vittorio Amedeo II, l'edificio veniva venduto a privati.
Dopo lunga assenza, la stella ricompariva sulle monete decimali di Umberto I re d'Italia, posta al rovescio a delimitare la legenda; anche Vittorio Emanuele III la utilizzava saltuariamente per delimitare simboli di zecca e date, o ad intercalare la legenda del rovescio. Durante il Regno la stella a 5 punte era denominata "stellone d’Italia".

* Giuseppe Rovera ha pubblicato in passato con lo pseudonimo di Giovanni Lingenie.
Il presente articolo è estratto dal Volume " Sulle tracce dei Maestri delle Antiche Monete Sabaude" di prossima pubblicazione. Nel volume vengono esaminate e classificate le monete sabaude da Oddone sino a Vittorio Emanuele I, sulla base della corrispondenza tra i contrassegni degli zecchiere e le ordinanze emesse dai vari regnanti.

Modificato da piergi00
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