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Le tre monete vanno ad aggiungersi allo statere di terra e, più sotto, di mare della collezione, già descritti in questa discussione.

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Complimenti. ... bellissimo lo statene marino, carino l'obolo marino (molto bello il rovescio), superbo lo statere terrestre. ... io ho solo pezzi di tartarughe marine.... stateri, oboli, diobolo e triobolo.... appena avrò un po' di tempo ve li farò vedere!


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C'è da dire che gli stateri di Egina, con il loro rilievo, hanno sempre un appeal sensoriale non indifferente...

A vostro parere, si tratta della moneta greca con maggiore rilievo?

ES


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13 minuti fa, Emilio Siculo dice:

C'è da dire che gli stateri di Egina, con il loro rilievo, hanno sempre un appeal sensoriale non indifferente...

A vostro parere, si tratta della moneta greca con maggiore rilievo?

ES

Non ho tenuto in mano molte monete, quindi non posso rispondere con assoluta certezza, ma credo di sì. So che anche alcune monete di Alessandro Magno hanno rilievi molto alti, ma non so se siano paragonabili. Anche le piccole frazioni di Orcomeno con il chicco di grano hanno rilievi molto alti e ricordano molto le monete di Egina, specialmente al rovescio.

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Per le ‘tartarughe di karl, mi associo ai complimenti di Matteo, non tacendo però del dispiacere di vedere il diobolo in… gabbia!

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4 ore fa, Emilio Siculo dice:

C'è da dire che gli stateri di Egina, con il loro rilievo, hanno sempre un appeal sensoriale non indifferente...

A vostro parere, si tratta della moneta greca con maggiore rilievo?

ES

Ciao.

Ti posso dare la misura dello spessore centrale di qualche 'tartaruga' effettuata con un calibro.

Statere di mare: 6,72 mm.

Dramma di mare: 5,44 mm.

Obolo di mare: 2,99 mm.

Obolo di terra: 2,28 mm.

Già che ci sono, ti do anche lo spessore del tetradramma del mio ultimo post nella discussione sulle monete più attraenti di Alessandro Magno e che alla fine ho deciso di acquistare (4,32 mm) e del bronzo di Amisos (3,96 mm), provenienti sempre dall'ultima Gorny.

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Inviato
Per le ‘tartarughe di karl, mi associo ai complimenti di Matteo, non tacendo però del dispiacere di vedere il diobolo in…




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Per le ‘tartarughe di karl, mi associo ai complimenti di Matteo, non tacendo però del dispiacere di vedere il diobolo in… gabbia!
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Hai ragione. ... prima o poi troverò il coraggio di "liberarlo"...
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Il mio statere di terra già presentato (12,33 g, diametro 20 mm) e qui riproposto detiene il record dello spessore: 7,13 mm.

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Inviato

Prima di lavorare sulle immagini pensavo di raccogliere in un elenco tutta la bibliografia che tratta, più o meno specificatamente, le monete e la storia di Egina. Comincio da questi testi, ne avete altri da aggiungere?

Bibliografia Egina

 

  1. Holloway, R. R. (1971), An archaic hoard from Crete and the early Aeginetan coinage, in Museum Notes (American Numismatic Society), Vol. 17 (1971), pp. 1-21;
     
  2. Kroll, J. H. and Nancy M. Waggoner, N. M. (1984), Dating the Earliest Coins of Athens, Corinth and Aegina, in American Journal of Archaeology, Vol. 88, No. 3 (Jul., 1984), pp. 325-340;
     
  3. Meadows, A. (forthcoming), Greek Coinage in the Persian Empire: The Malayer 1934 Hoard (IGCH 1790);
     
  4. Milbank, S. R. (1925), The Coinage of Aegina,  Numismatic Notes and Monographs N. 24, New York;
     
  5. Nicolet-Pierre Hélène and Gjongecaj Shpresa (1995), Le monnayage d'argent d'Égine et le trésor de Hollm (Albanie) 1991, in Bulletin de correspondance hellénique, Vol. 119, livraison 1, 1995. pp. 283-338.
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Qui c'é altro...

Caramessini-Oeconomides, M. "The 1970 Myrina Hoard of Aeginetan Staters" in Essays Thompson (1979), pp. 231 - 239, pls. 27 - 28.
Grose, S.W. Catalogue of the McClean Collection of Greek Coins, Fizwilliam Museum, Vol. II: The Greek mainland, the Aegean islands, Crete. (Cambridge, 1926).
Head, B. Catalogue of Greek Coins in the British Museum, Attica - Megaris - Aegina. (London, 1888).
Hoover, O. Handbook of Coins of the Islands: Adriatic, Ionian, Thracian, Aegean, and Carpathian Seas, 6th to 1st Centuries BC. HGC 6. (Lancaster/London, 2010).
Klein, D. Sammlung von griechischen Kleinsilbermünzen und Bronzen. Nomismata 3. (Milano, 1999).
Kraay, C. Archaic and Classical Greek Coins. (London, 1976).
Kraay, C. & M. Hirmer. Greek Coins. (New York, 1966).
Kroll, J.H. The Greek Coins. The Athenian Agora, vol. XXVI. (Princeton, 1993).
Mildenberg, L. & S. Hurter, eds. The Dewing Collection of Greek Coins. ACNAC 6. (New York, 1985).
Naville Co. Monnaies grecques antiques S. Pozzi. Auction 1. (4 April 1921, Geneva).
Price, M.J. & N. Waggoner. Archaic Greek Silver Coinage, The "Asyut" Hoard. (London, 1975).
Robinson, E.S.G. & G.K. Jenkins. A Catalogue

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 Lamonetiani in ... ascolto, per caso qualcuno possiede le fotocopie  di questo articolo citato da Matteo91? Grazie

Kroll, J. H. and Nancy M. Waggoner, N. M. (1984), Dating the Earliest Coins of Athens, Corinth and Aegina, in American Journal of Archaeology, Vol. 88, No. 3 (Jul., 1984), pp. 325-340;

 


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Grazie... come non detto ... trovato su internet!


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Io invece sono curioso di leggere l'articolo di Meadows, A. (forthcoming), Greek Coinage in the Persian Empire: The Malayer 1934 Hoard (IGCH 1790). 

Viene citato anche in questo altro articolo e pare sia atteso da ormai diverso tempo. Qualcuno però deve avervi già avuto accesso, visto che la CNG lo usa già come bibliografia.  

ARCHAIC_GREEK_COINS_EAST_OF_THE_TIGRIS.pdf

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Andrew Meadows è uno studioso molto serio e il suo contributo sarà sicuramente molto interessante.

 

 

Modificato da King John
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Volevo aggiungere al post # 309 sulla fonte dell’argento per le monete di Egina che parte del metallo è provenuta anche dalle antiche miniere argentifere del monte Laurio, situate nella punta meridionale dell’Attica. Le miniere furono prevalentemente sfruttate dagli Ateniesi che vi impegnarono moltissimi schiavi per l’estrazione del metallo.

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L’analisi isotopica basata sui diversi rapporti tra gli isotopi del piombo ²⁰⁸Pb/²⁰⁶Pb rispetto al ²⁰⁷Pb/²⁰⁶Pb nelle monete greche d'argento ha permesso di riconoscere diverse aree geografiche di produzione mineraria della galena argentifera e di distinguere sotto questo profilo le monete di Atene (monte Laurio, in Attica) da quelle di Egina (isola di Sifanto, nelle Cicladi). In tal modo si è potuto dimostrare che parte dell’argento usato per le tartarughe di Egina proveniva dalle miniere attiche del Laurio.

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5 minuti fa, apollonia dice:

L’analisi isotopica basata sui diversi rapporti tra gli isotopi del piombo ²⁰⁸Pb/²⁰⁶Pb rispetto al ²⁰⁷Pb/²⁰⁶Pb nelle monete greche d'argento ha permesso di riconoscere diverse aree geografiche di produzione mineraria della galena argentifera e di distinguere sotto questo profilo le monete di Atene (monte Laurio, in Attica) da quelle di Egina (isola di Sifanto, nelle Cicladi). In tal modo si è potuto dimostrare che parte dell’argento usato per le tartarughe di Egina proveniva dalle miniere attiche del Laurio.

Interessante Apollonia. Ti ricordi per caso il riferimento da cui hai appreso queste informazioni?

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L’analisi isotopica è uno dei tanti metodi di analisi dei manufatti a disposizione degli archeologi. Gli isotopi sono atomi dello stesso elemento chimico che hanno nel nucleo un uguale numero di protoni, ma una massa differente perché è diverso il numero di neutroni. I quattro isotopi del piombo sono presenti in misura varia in diversi elementi: minerali grezzi, pigmenti nel vetro, in smalti e pitture, argento, rame e ferro. La misura degli isotopi con la spettrometria di massa permette di individuare con una certa sicurezza le fonti di approvvigionamento dei metalli, in quanto giacimenti diversi presentano anche diverse caratteristiche isotopiche. Il metodo può essere utilizzato non solo per i manufatti di piombo, ma anche per quelli realizzati in altri metalli purchè contengano una quantità anche minima di piombo, come il rame e l’argento. Ciò risulta molto importante per riuscire a determinare le fonti di approvvigionamento per la produzione della maggior parte delle monete antiche, sia greche sia romane. Infatti, siccome fonti diverse di argento (o di piombo o di rame) contengono proporzioni diverse di isotopi di piombo, è relativamente facile distinguere per es. le monete fatte con l’argento delle monete del Laurion in Attica da quelle realizzate con l’argento di altri giacimenti. Quindi, si può stabilire con ragionevole sicurezza che un manufatto di piombo o contenente piombo proviene da una determinata regione, e viceversa che manufatti trovati in determinati siti sono stati realizzati con materie prime non locali ma di altra provenienza.

Per quanto concerne le monete di Egina, il riferimento bibliografico relativo all’analisi di 44 esemplari dell’Asyut hoard è il n. 83 a pag. 338 del lavoro di Kroll e Waggoner (1984) che hai citato nel post # 341.

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