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Quale futuro per la scuola italiana?


BiondoFlavio82

Risposte migliori

Quale futuro avrà la nostra scuola, e i nostri potenziali insegnanti avranno mai un futuro (senza godere di aiuti dall'alto)?

Questa notte leggevo l'articolo qui allegato di Antonio Marchetta, uno dei migliori latinisti della Sapienza e in Italia, e leggere nelle sue parole i miei stessi pensieri mi ha lasciato un filo di speranza... http://www.letterefilosofia.it/2012/11/intervista-al-prof-antonio-marchetta/

anche se purtroppo alle direttive del ministero non abbiamo lui ma un team di abietti individui assunti "all'italiana"!!!

Che diverse risposte degli stessi quiz preliminari fossero errate fa capire quanta padronanza avessero di quelle materie gli stessi compilatori del esimio Ministero della pubblica distruzione!!!

Modificato da BiondoFlavio82
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Io ci lavoro, che dire, lasciamo perdere? Altrimenti da dire ce ne è fin troppo, e al di la dell'impegno di molte persone interne alla scuoLa per far funzionare le cose, di altro c'è ben poco. In pratica la scuole funzionano perché la stragrande maggioranza fa di più di quello che dovrebbe per farla funzionare. Ricordo la frase di un mio preside: "tutte queste cose non si potrebbero fare, altre non si dovrebbero fare, ma se non facciamo così la scuola chiude". Io parlo delle medie, la normativa prevede regole e dettami ferrei (e giusti) per istituto e insegnanti, che puntualmente non possono essere applicati perché ci vorrebbero venti volte i fondi che vengono elargiti.

Modificato da Ianva
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ben venga la riforma !

non possiamo avere una scuola che nel 2000 insegna ancora materie inutili come greco e latino che andavano bene a formare persone nel 1800

e poi gli studenti non sanno come funziona un frigorifero

il mondo e` cambiato e la scuola non puo` ne deve essere preda del sindacato degli insegnati che non vogliono alcun cambiamento

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  • ADMIN
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Rick è meglio una scuola che insegni come funziona un frigorifero o che ti dia gli strumenti per capirlo?

Tempo addietro avevo visto delle statistiche inerenti il Politecnico di Torino (ingegneria insomma) e gli studenti piú brillanti erano quelli che venivano dal classico. Eppure a logica dovevano essere i provenienti dall'ITIS no?

Francamente sono d'accordo sul fatto che latino e greco siano materie del tutto inutili o quasi di per sé. Ma sono un'ottima palestra di logica.

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ragazzi non si puo` vivere di solo passato

il mondo e` andato avanti !

in italia si insegna ancora greco e latino mentre in asia si insegna come funzionano i computer , fisica , matematica etc etc etc

sara anche per quello che l italia e` in declino mentre il resto del mondo va avanti

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  • ADMIN
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difatti abbiamo visto qual e` stato il tasso di innovazione italiano degli ultimi 25 anni durante la rivoluzione informatica

Stai pur certo che non dipende dal sistema scolastico (comunque l'Olivetti è nata con personale che il latino lo faceva anche alle medie :D)

E proprio l'informatica è il miglior esempio di come insegnare gli strumenti sia estremamente nocivo. Se tu oggi insegni lo strumento X stai pur certo che ora che hai il tuo titolo di studio non si usa piú o è completamente differente.

Diverso è il discorso dell'inserimento nei curricolia anche dell'informatica; sì su questo sono d'accordo, ma non discende dal tuo presupposto.

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Salve a tutti , mi scuso se intervengo solo ora nella discussione

@@incuso il problema , per il mio modestissimo parere è alla radice , mi spiego meglio , tutto dipende dal merito e da come esso si applica . Il raffronto fra gli studenti dell'istituto tecnico e gli studenti provenienti dal liceo è giustissimo poiché veritiero e , parlando per mia personale esperienza , posso dire che l'istituto tecnico è divenuto una scuola di ripiego , in cui cani e porci vengono fatti entrare ed uscire , il tutto compensato da una buona dose di buonismo nelle valutazioni .

Dissento fortemente , dalle considerazioni fatte sopra , visto che , ed il tempo mi sta dando ragione , un buon istituto tecnico fatto con volontà e serietà da sempre buoni frutti . Sotto l'aspetto matematico e delle scienze , non ha nulla da invidiare agli attuali istituti scientifici , se poi si pensa che essi derivano proprio dal tecnico industriale ; molto è però influenzato da come si vede oggi la scuola e come la si affronta .

Non volendo scendere nella politica , noi attualmente stiamo amaramente pagando il 6 politico portato dal 68 italiano , professori di ripiego , metodi di conferimento delle cattedre e di merito assolutamente insufficiente e via dicendo ma soprattutto lo storpiamento della riforma gentile che si , poteva essere vista sotto un aspetto classista , ma con le dovute e sane modifiche avrebbe garantito una buona preparazione a tutte le categorie degli studenti presi nel merito .

Sostanzialmente sono dell'opinione che ogni scuola deve avere i suoi sbocchi lavorativi , mettendo limitazioni e paletti per la scelta universitaria , di modo che non si creino lauree forfettarie con preparazioni simili che infine sfociano nella fabbrica della disoccupazione . Si è voluto riformare senza criterio , ed ora se ne vedono gli amari frutti

Saluto .

Modificato da ilcollezionista90
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  • ADMIN
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Sul buonismo sono perfettamente d'accordo. L'evoluzione demografica unita al fatto che anche lo scientifico e il classico si sono avviati sulla strada del diplomificio non possono che aggravare la situazione degli istituti tecnici.

In effetti il problema è proprio la valorizzazione del merito praticamente assente.

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@@incuso esattamente , ciò ha causato come potrai immaginare un'affluenza nell'università spaventosa , se vista pre e post 68 . L'edificio meritocratico è collassato su se stesso , sia per incapacità di accettare un numero enorme di studenti , sia per la scarsa preparazione degli stessi a causa del " diplomificio".

Ovvio , si parla in generale , poi singolarmente si devono fare le dovute distinzioni , mai fare di ogni erba un fascio :)

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Ad ogni modo, quale lavoratore della scuola vivo sulla mia pelle le cose, e vi assicuro che state dicendo cose giuste ma ad un livello troppo superiore rispetto ai reali problemi della scuola. Basterebbe che la scuola come azienda (perchè è una azienda al giorno d'oggi, coi suoi problemi di bilancio ecc) avesse i soldi di cui necessita. E ancora prima di questo che i professori / lavoratori ata / segretari che non lavorano venissero spediti a casa. Ma nulla di tutto ciò accade.

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Forse è errato accomunare cultura e formazione. La cultura è ciò che ogni cittadino italiano dovrebbe sapere, che non può essere scisso dal nostro patrimonio linguistico-artistico-architettonico. La formazione è ciò che la scuola dovrebbe dare in risposta alle esigenze della società e alle richieste del mondo del lavoro. Mi pare ovvio che chi riesce a coniugare i due aspetti ha più chances.

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Salve a tutti , mi scuso se intervengo solo ora nella discussione

@@incuso il problema , per il mio modestissimo parere è alla radice , mi spiego meglio , tutto dipende dal merito e da come esso si applica . Il raffronto fra gli studenti dell'istituto tecnico e gli studenti provenienti dal liceo è giustissimo poiché veritiero e , parlando per mia personale esperienza , posso dire che l'istituto tecnico è divenuto una scuola di ripiego , in cui cani e porci vengono fatti entrare ed uscire , il tutto compensato da una buona dose di buonismo nelle valutazioni .

Dissento fortemente , dalle considerazioni fatte sopra , visto che , ed il tempo mi sta dando ragione , un buon istituto tecnico fatto con volontà e serietà da sempre buoni frutti . Sotto l'aspetto matematico e delle scienze , non ha nulla da invidiare agli attuali istituti scientifici , se poi si pensa che essi derivano proprio dal tecnico industriale ; molto è però influenzato da come si vede oggi la scuola e come la si affronta .

Non volendo scendere nella politica , noi attualmente stiamo amaramente pagando il 6 politico portato dal 68 italiano , professori di ripiego , metodi di conferimento delle cattedre e di merito assolutamente insufficiente e via dicendo ma soprattutto lo storpiamento della riforma gentile che si , poteva essere vista sotto un aspetto classista , ma con le dovute e sane modifiche avrebbe garantito una buona preparazione a tutte le categorie degli studenti presi nel merito .

Sostanzialmente sono dell'opinione che ogni scuola deve avere i suoi sbocchi lavorativi , mettendo limitazioni e paletti per la scelta universitaria , di modo che non si creino lauree forfettarie con preparazioni simili che infine sfociano nella fabbrica della disoccupazione . Si è voluto riformare senza criterio , ed ora se ne vedono gli amari frutti

Saluto .

Appunto: oggi si è convinti che tutti debbano sapere un po' di tutto, per avere la maggiore spendibilità possibile del titolo; all'atto pratico hanno tutti un'infarinatura di niente, con spendibilità del titolo pari a zero!

Modificato da BiondoFlavio82
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incrementare le ore di materie tacniche e scientifiche nei licei mi pare un'assurdità: quale azienda/industria assumerebbe come fisico o chimico un diplomato al liceo tecnologico? nessuna, se non come personale di segreteria. Un qualunque esame universitario di matematica o fisica o chimica azzera qualunque gap tra un liceale tradizionale e un liceale riformato: eliminare la base umanistica è solo una perdita in termini culturali. All'atto pratico gli studenti imparano poco o nulla di nuovo.

Modificato da BiondoFlavio82
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@@Ianva la scuola non è una azienda , non posso accettare questa definizione e non volermene se ne esco con questa difesa . La scuola è sostanzialmente una plasmazione dell'individuo , in quello che fra vent'anni diverrà membro attivo della società . Se questo individuo , penserà , agirà , parlerà con il buon senso è perché ha avuto la fortuna di aver avuto persone moderate , misurate ma sostanzialmente buoni docenti che lo hanno preparato a quello che la società gli metterà di fronte . Nella situazione attuale , è tutto l'esatto contrario , sono nella maggior parte disadattati , esauriti , persone con visibili problemi personali o inadatte psichiatricamente all'insegnamento , che storpiano ed amputano le anime legittimate da una cattedra assegnata con un quarto d'ora di colloquio .

Mi scuso per lo sfogo , ma di Professori con la P maiuscola ce ne sono pochi , e quei pochi che lottano per un merito o per una giustizia meritocratica , o vengono emarginati o devono adattarsi al lungo calvario del precariato .

Saluto .

Modificato da ilcollezionista90
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@@ilcollezionista90 , capisco il tuo sfogo ma la gestione della scuola è quella di una azienda. C'è un dirigente scolastico, un dirigente amministrativo (dsga) ecc. che, anche se cercano come tutti di offrire il più possibile ai ragazzi, devono fare i conti con i soldi che non hanno. Non c'è scopo di lucro ma, chiedi a tutti i dirigenti, compresa la mia, e a tutti i professori come me, e ti confermeranno quello che ho scritto: la scuola ha una struttura aziendale che deve far fruttare al meglio i soldi che riceve. Non è più come un tempo, quando ancora c'era il "preside". È brutto ma è così...

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Mi scuso per lo sfogo , ma di Professori con la P maiuscola ce ne sono pochi , e quei pochi che lottano per un merito o per una giustizia meritocratica , o vengono emarginati o devono adattarsi al lungo calvario del precariato .

Se non hai qualche santo in paradiso sei escluso anche dal calvario... Se sei in graduatoria (e con il massimo che potessi avere all'inizio) e non ti chiamano... rimane solo la corda e farci un bel cappio! Sono in graduatoria da diversi anni e non sono stato mai (sottolineo mai) chiamato, neppure per pochi giorni! Non sono abilitato e, non avendo mai insegnato, al prossimo aggiornamento delle graduatorie rimarrò col vecchio punteggio, mentre tanti altri (che conosco, anche loro non abilitati) hanno lavorato alla grande e, oltre ai quattrini e alla soddisfazione ricevuti, potranno aggiungere tanti "bollini" alla loro "scheda punti". Quanti ne conosco che insegnano in paritarie da quando avevano la sola triennale, e/o con la quadriennale/quinquennale ma senza gli esami per l'insegnamento! (dell'abilitazione, quindi, non conoscono neppure il termine). Saranno stati più fortunati di me? Così dicono!! Come sia stato organizzato il concorso per i tfa lo dice anche il professore dell'intervista: non ci sono parole!

Ho tentato anche di approcciare tutte le paritarie della mia provincia e della provincia di Roma: porte chiuse in faccia! sempre e ovunque! (e mi ero laureato con lode!)

Modificato da BiondoFlavio82
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@@Ianva che si debba gestire come , è un conto ma la scuola non è una azienda . Se si definisse la scuola come " aziendale " il docente diverrebbe un operaio o meglio un dipendente dell'azienda che lavora con materia amorfa , priva di vita al solo scopo di portare a casa lo stipendio : ma non è così .

Il fatto che i soldi siano anche qui importanti è vero , come lo sono nella vita di tutti i giorni , ma è compito del ministero elargire e controllare , ecco , il controllare servirebbe di modo che , si taglia dove si deve e si da dove manca . Ci sono , situazioni ambigue , progetti scolastici aleatori , utilizzo dei fondi a disposizione abbastanza insufficiente e , con la scusa che " i soldi mancano " costringono gli alunni a fare lezione per il periodo invernale senza il termosifone , poiché " la scuola non può pagare " o perché " la scuola non ha i fondi " .

Che poi , attualmente sia diventata una azienda è drammaticamente vero ....ma questa è un'altra storia .

Saluto .

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