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IGNORED

Maestri di Zecca, poi Direttori ed Incisori


Risposte migliori

Interrompo solo per ringraziare Pietro del monumentale lavoro che sta portando avanti. Certamente mi ci vorrà più di un weekend per poterlo leggere e apprezzare per intero...ma lo specchietto è già stato salvato e credo si rivelerà molto utile. Grazie ancora.

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  • 3 settimane dopo...

Salve a tutti, oggi rincuorato dalle condizioni di Francesco mi sono dato un pò da fare........e ho deciso di preparare anche un pò di terreno per il suo ritorno. :)

Adesso, allacciandomi sempre a questa discussione, vi faccio vedere un post dove sono presenti quattro tipi di Carlini, due recanti la descrizione con ELISABET e due solo con la descrizione FERNANDVS (tralascio i riferimenti), vi chiedo, cortesemente, e se ci si riesce, di provare a metterli in ordine in base all'età, giovinezza del volto Sovrano o qualunque altro indizio che possa far prevalere la precedenza dell'uno rispetto all'altro. (escludendo il riferimento ELISABET).

Io per adesso li ho elecati così come vengono riportati sui libri/cataloghi e cioè i primi due quando regnarono Ferdinando ed Elisabetta ed i secondi due quando regnò Ferdinando il Cattolico da solo.............ho però dei forti dubbi in merito su questa cronologia.

Vi chiedo scusa per le ultime due foto (tratte da Cronaca Numismatica) ma dato la rarità dei due Carlini sono le uniche che sono riuscito a reperire, spero che vadano bene lo stesso.

Buon lavoro a tutti (compreso io) :)

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Salve,

tempo fa (post 48) facendo alcune considerazioni sulla sigla G del Maestro di Zecca Marcello Gazella sul Carlino classificato P.R. 4 – MIR 116/1 (Periodo 1503-1504) mi ero spinto oltre l’argomento sigle osservando come questo Carlino potesse essere ricondotto al secondo periodo di regno di Ferdinando il Cattolico (1504-1516), oggi leggendo un articolo su Cronaca Numismatica del gennaio 2008 a cura di Francesco Punzi “I Re Cattolici e le monete in Italia” noto che l’autore a pag. 43 “Monete di Napoli” adduce dei motivi abbastanza validi del tutto identici alla mia opinione espressa nella parte finale di quell’intervento.

Ecco il passo estratto:

Peter1 >

Adesso però, senza pretese, spingendomi un po’ oltre l’argomento sigle, posso osservare che le monete che vanno dal 1514 al 1519, andrebbero divise in due parti e non in due periodi, così come da sempre riportato:

una dove compare sulle monete al rovescio il ritratto di Isabella (Ducato PR 1 – Carlino PR 2 e l’altro dove (dopo la morte della regina, avvenuta alla fine dell’anno 1504, ma la notizia giunse a Napoli molto più tardi) Ferdinando è effigiato da solo indifferentemente dall’apposizione della dicitura FERNANDVS ET ELISABET

Ciò che ho esposto è frutto di uno studio approfondito di questo periodo storico e la coincidenza delle date, in relazione all’entrata e all’uscita dalla zecca sia dei maestri di zecca che degli incisori, mi hanno portato a questa conclusione….forse azzardata….non direi.

Vi riporto cosa scrive il Punzi: (testuali parole)

La monetazione Napoletana di Ferdinando il Cattolico può essere suddivisa in due categorie più che in due periodi:

nella prima il suo nome è associato ad Isabella, nella seconda compare da solo, con una linea di demarcazione temporale da porre solo teoricamente nel 1505 (0 1506).

Ciò perché, anche se Isabella era morta il 24 novembre 1504, la notizia dell’evento raggiunse Napoli almeno nel gennaio 1505, ma il nome Isabella sulle monete non sarebbe scomparso nel 1505, bensì sarebbe stato mantenuto almeno fino alla visita di Ferdinando a Napoli nel 1506 ed anche successivamente.

Considerando i seguenti elementi:

1) La zecca Napoletana, dopo la parentesi francese, era stata riaffidata al Maestro di Zecca Giancarlo Tramontano (giugno 1503 - 29 dicembre 1514) identificato dalla sigla IT o T, e successivamente a Marcello Gazella che gli successe il 18 gennaio 1515 (fino al 1527) identificato con la sigla G;

2) Esistono Carlini al nome di Ferdinando ed Isabella, sia con la sigla T che con la sigla G, con il solo ritratto di Ferdinando;

3) La titolatura reale passa da Reges Ispanie Utriusque Sicilie a Rex Aragonum Utriusque Sicilie (a significare che con la morte di Isabella suo nipote Carlo divenne tecnicamente re di Castiglia e Ferdinando re d’Aragona e non di Spagna):

4) La sigla G (Gazella) compare a partire dal 1515.

Ciò permette di concludere che i Carlini al nome di Ferdinando ed Isabella, con la sola effige di Ferdinando e con sigla G, vanno attribuiti tutti al secondo periodo di coniazione (1505-15016) e lo stesso varrebbe per buona parte dei Carlini con sigla T;

Adesso tralasciando i Ducati (che non presentano alcun problema di catalogazione rispetto a quanto già riportato fino ad oggi) e prendendo solo in esame i Carlini di questo periodo il Punzi così li descrive e li cataloga:

Periodo 1503 - 1505

1) Carlino con Ferdinando al dritto ed Elisabetta al rovescio ( con la legenda al dritto FERNANDVS ET ELISABET D G e al rovescio REGES ISPANIE ET VTRISQVE SIC)

sigla T - P.R. 2 – MIR 115

Periodo 1505 - 1516

1) Carlino con al dritto Ferdinando ed al rovescio campo inquartato ( con la legenda al dritto FERNANDVS ET ELISABET D G e al rovescio R ARAGONVM VTRISQ SI E)

sigla T - P.R. 3 – MIR 116

2) Carlino con al dritto Ferdinando ed al rovescio campo inquartato ( con la legenda al dritto FERNANDVS ET ELISABET D G e al rovescio stesso tipo del precedente)

sigla G - P.R. 4 – MIR 116/1

3) Carlino con al dritto Ferdinando ed campo inquartato al rovescio (con la legenda al dritto FERNANDVS DEI GRACIA REX e al rovescio stesso tipo del precedente)

sigla T - P.R. 3 – MIR 118

4) Carlino con al dritto Ferdinando ed campo inquartato al rovescio (con la legenda al dritto FERNANDVS ET ELISABET D G e al rovescio stesso tipo del precedente)

sigla G - P.R. 4 – MIR 118/1

Conclusione:

Personalmente ritengo che questa catalogazione in base al periodo storico di riferimento sia quella giusta (in linea con il Punzi) ma sarebbe, in riferimento alla sigle dei quattro Carlini (periodo 1505 – 1516), logico invertire quello del numero 3 (sigla T) con quello del numero 2 (sigla G) se non altro perché il Gazella subentrò in zecca dopo il Tramontano.

Grazie per la Vostra attenzione.

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  • 2 settimane dopo...

Ed ecco un'altra prova >

In questo articolo l'autore "Mario Traina" riporta il dritto del Carlino con la sigla T e con la scritta FERNANDVS ET ELISABET DG (di norma associato a Ferdinando d'Aragona ed Elisabetta di Castiglia periodo 1503 - 1504 P.R. 3 - MIR 116) sotto il regno di Ferdinando il Cattolico da solo e cioè tra il 1504 - 1516 e quindi i Carlini del secondo periodo dovrebbero essere quattro e non due.

Scusate ma se non si vede bene, guardate il post 26 di questa discussione

http://www.lamoneta.it/topic/60847-le-maggiori-collezioni-napoletane-del-passato/page__st__15

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Buona sera a tutti,

questa volta mi sposto un pò più avanti con la data:

Monetazione Carlo VI sigla VM (Virgilio Martinese) moneta Carlino 1730, P.R. 21b (Rif. Collezione Privata) – MIR 328/2 – D’Andrea/Andreani/Perfetto 23 – Cagiati manca - Corpus manca - Coll. Bovi manca.

Dall’esame del BCNN Anno XL Gennaio – Dicembre 1955 “Le monete Napoletane di Filippo V e di Carlo VI illustrate da documenti inediti” ho osservato che il Bovi riguardo all’entrata in carica di detto Maestro di Zecca riferisce di un documento dal quale si evince che il Martinese inizia la sua amministrazione il 23 febbraio del 1731.

Ecco il documento:

A.S.N. Dipendenze della Sommaria, Zecca fascio 14. Bilancio e levamento del conto m.co D. Virgilio Martinese Regente l’officio di Regio Mastro di Zecca di sua amministrazione dalli 23 febbraio a tutto dicembre 1731. Conto simile al precedente dal 1° gennaio e per tutto marzo 1734.

Nello stesso Bollettino viene anche riportato quanto segue:

Succede al Basile, Geronimo Vespoli (sigla GV) per il periodo 21 luglio 2 ottobre 1730; succede al Vespoli, Mattia di Franco di nuovo (sigla MF) dal 3 ottobre 1730 e per tutto il resto dell’anno; succede al di Franco, Virgilio Martenise (sigla VM) che inizia la sua amministrazione il 23 febbraio 1731 terminandola nel marzo del 1734.

Risulta chiaro quindi che la sigla MF del di Franco sia presente sulle monete fino alla fine del 1730 e che solo nel 1731 dovrebbe comparire la sigla VM sulle monete.

Per avvalorare la presenza del di Franco in zecca per la seconda volta come Maestro ( periodo 3 ottobre 1730 fine anno 1730) oltre ai già citati Documenti, si può osservare chiaramente la sigla MF (foto della moneta nel P.R.) riportata sulla Mezza Piastra del 1730 (P.R. 4 – MIR 319 – Bovi 21).

Quello che non risulta chiaro è come mai il Pannuti/Riccio (anche se fanno vedere la moneta) a differenza del Bovi e del MIR non riportano questo secondo periodo del di Franco in zecca, così come non lo fa nemmeno il Prota nel suo lavoro sui Maestri e Incisori della Zecca Napoletana, passando direttamente dal Vespoli al Martenise.

Rilevo che il Carlino datato 1730 a cui fanno riferimento il Pannuti ed il Riccio (21b) viene indicato (appartenente ad una collezione privata), con le sigle VM e sia loro, il De Sopo, che il MIR e D’Andrea/Andreani/Perfetto fanno risalire (giustamente, per la presenza di questa sigla su detto Carlino del 1730) come data dell’entrata in zecca del Martenise l’anno 1730.

Moneta, presumo questa, sconosciuta al Bovi e non presente nel Corpus, ma nota al Pannuti ed al Riccio tanto da inserirla nel loro lavoro.

Sconosciuta al Bovi (o non presente nella sua collezione) …….. ritengo non sia un dato rilevante, potrebbe anche essere accaduto e presumo che lo sia, che la moneta è stata rinvenuta dopo il lavoro del Bovi, ma il documento (prova effettiva che indica il 23 febbraio 1731, come data dell’ entrata in zecca del Martinense) è un dato altrochè rilevante, …….credo sia inconfutabile, così come lo è questo riportato dal Bovi:

A.S.N. Dipendenze della Sommaria, zecca fascio 14. Conto del Sig. Presidente D. Mattia de Franco Regio pro Mastro di Zecca delle monete sua amministrazione dallì 3 ottobre 1730 che prese possesso di dieta carica e per tutto dicembre seguente.

P.S. durante l’esame dei precedenti BCNN e altre pubblicazioni/documenti sono già incorso in alcune di queste misteriose contraddizioni, lo so mi è stato detto a ripetizione che a Napoli l’errore era la regola, ma a differenza di almeno quattro casi incontrati, di cui addirittura, in due, il Bovi per una data presente su alcune monete antecedente all’entrata in zecca del Maestro (è il caso di Fabrizio Biblia) ci dice:

Per queste monete si può supporre che ad un conio del 1622, usato nel 1623, sia stata impressa la sigla B;

Beh…. Per queste monete ci può anche stare, visto il periodo abbastanza turbolento per la zecca partenopea, ricordo che le monete venivano coniate ancora al martello, e gli imbrogli e i tondelli taroccati in zecca erano all’ordine del giorno, ma qui si parla di una moneta di Carlo VI (1730) coniata quando erano entrati in funzione i bilancieri e i controlli in zecca “forse” erano più efficaci.

Ma questo Carlino è mai apparso in qualche Asta, qualcuno l’hai mai visto?

A Francesco, al quale ne sono passate tantissime per le mani, ha mai avuto modo di notarla ?

Per quanto sopra esposto desidererei avere una Vostra opinione, cercando, magari insieme, di fare una qualsiasi ipotesi in merito.

Io personalmente nutro molti dubbi, certo è che se appartiene ad una Collezione Privata, così come riportato dal Pannuti e Riccio dovrebbe essere un Unicum e non riportata appena R dal MIR ed R2 dal D’Andrea/Andreani/Perfetto…..o sbaglio.

Saranno gradite qualsiasi osservazioni.

Grazie, Pietro

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  • 4 settimane dopo...

Al post di prima nessun commento e nessuna risposta :lazy: ma intendo continuare...........anche perchè sarebbe un vero peccato non farlo .........ecco un'altra riprova.

Mi rifaccio vivo in questa mia discussione portando all’attenzione un’altra moneta oggetto di indagine, nella quale mi sono imbattuto nel lungo cammino che conduco sullo studio dei Maestri di Zecca, di Prova e Incisori della monetazione Napoletana.

Monetazione di Filippo III, Tarì con il busto a sinistra PR 10a - MIR 205/1 - DAP 26 - Corpus 398;

Sigle riportate IAF/C;

Disamina della moneta >

da un controllo effettuato, in relazione alla verifiche delle sigle riportate sulle monete, ho notato con stupore come questo Tarì riportasse la sigla IAF/C impressa; ho affermato “con stupore”, non per la presenza della sigla IAF di Giovanni Antonio Fasulo, ma per la presenza in concomitanza della sigla C del Maestro di Prova.

Ora sappiamo che Giovanni Antonio Fasulo è stato maestro di zecca fino al 6 settembre 1611 (Rif. BCNN An.LII 1967) siglando oltre alle monete di Filippo II (in quanto lo fu fin dal 1594) anche le monete di Filippo III e che durante questo periodo (sotto Filippo III) il Maestro di Prova era Francesco Antonio Giuno (dal 1609 al 1619) sigla G sulle monete.

Come e spero vi sarà noto, e per quanto sopra esposto, l’abbinamento Fasulo – Giuno esiste su molte monete di Filippo III, ma uno con Fasulo – e la sigla C non è plausibile (sigla C che è ricondotta a Michele Cavo o a Costantino di Costanzo, che comunque sono presenti in zecca come maestri di Prova, ma in periodi posteriori).

Le sorprese non finiscono qui, apro il Corpus e alla nr. 398 trovo il Tarì a cui molti cataloghi fanno riferimento ma la sigla che è riportata non è la lettera C bensì la sigla G di Francesco Antonio Giuno.

E’ un refuso o il Pannuti e Riccio, supponiamo hanno di persona effettivamente visionato la moneta riportandola con la sigla C, ma come ho esposto sopra non risulta il maestro di Prova con la sigla C durante il periodo del Fasulo in zecca.

Nel MIR (205/1) e nel DAP (26) viene riportata anche la foto di questa moneta, e in quest’ultimo la foto 26 reca il riferimento all’Asta Varesi 42 lotto 253, che a me sembra essere la stessa moneta (foto) presente sul MIR.

Dalle stampe delle foto non riuscivo a determinare con esattezza se la sigla fosse una G o una C ma cercando cercando, ecco che ritrovo la foto del Tarì in questione, nell’articolo di Francesco “Due varianti nei tarì napoletani d’argento di Filippo III di Spagna”.

Ho dato un’occhiata approfondita a questa moneta e secondo un mio parere non reca la sigla C bensì la lettera sembra essere una G (sigla plausibile che conferma la presenza in quel periodo come maestro di Prova, Francesco Antonio Giuno) e sigla riportata anche dal Corpus.

Non me ne voglia Francesco ma posto la foto, secondo Voi è una G oppure una C

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Caro Pietro, a mio modesto parere, trattasi di una lettera G, anche se la percezione visiva immediata tenderebbe alla lettera C.

Un pò come per gli Impressionisti, che riportavano sulla tela la prima sensazione che l'iride donava, attraverso gli incantevoli paesaggi riprodotti prevalentemente "en plein air"...

Pe quanto concerne la discrepanza fra le due lettere G, parlare di differenza stilistica, diverrebbe eccessivo..

E' lodevole la tua tenacia..

Eros

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Caro Pietro, a mio modesto parere, trattasi di una lettera G, anche se la percezione visiva immediata tenderebbe alla lettera C.

Un pò come per gli Impressionisti, che riportavano sulla tela la prima sensazione che l'iride donava, attraverso gli incantevoli paesaggi riprodotti prevalentemente "en plein air"...

Pe quanto concerne la discrepanza fra le due lettere G, parlare di differenza stilistica, diverrebbe eccessivo..

E' lodevole la tua tenacia..

Eros

Perfetto Eros :good:

Gli altri Utenti cosa vedono ?

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Dalla foto anche a me sembra una G, seppure con la "gambetta" un pò meno evidente del resto della lettera, ma che in immagine sembra chiaramente presente.

In questi casi però sarebbe meglio avere immagini con angolazioni di luce diverse, od ancor meglio la moneta in mano.

Lo so Pietro, lo preferiresti anche tu, magari con la moneta messa in collezione.... comunque stai facendo ottime osservazioni, ti leggo volentieri anche se intervengo poco, ma prima o poi spero di avere un pò più di tempo per le napoletane.

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Dalla foto anche a me sembra una G, seppure con la "gambetta" un pò meno evidente del resto della lettera, ma che in immagine sembra chiaramente presente.

In questi casi però sarebbe meglio avere immagini con angolazioni di luce diverse, od ancor meglio la moneta in mano.

Lo so Pietro, lo preferiresti anche tu, magari con la moneta messa in collezione.... comunque stai facendo ottime osservazioni, ti leggo volentieri anche se intervengo poco, ma prima o poi spero di avere un pò più di tempo per le napoletane.

Ciao Giuseppe e grazie per essere intervenuto :)

Ad averlo stò Tarì.......pensa che la foto è sempre la stessa, cioè quella del DAP, del MIR e dell'Asta Varesi 42 "Civitas Neapolis" e non è presente come foto sul Pannuti Riccio -

Alla Civitas Neapolis è risultata invenduta......chissà chi l'avrà :beerchug: io no di sicuro, ma vorrei averla, secondo me è molto Rara.

Ciao

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Ciao Peter1, ho scaricato il tuo PDF, mi sarà molto utile, grazie per il tuo impegno e lavoro.

Ho ingrandito la tua foto, veramente troppo piccola per distinguere bene la lettera che avevi indicato.

Secondo me è una G, la curva verso l'interno è troppo lunga e accentuata per essere quella di una C.

Ciao, Giò

post-6052-0-27903900-1328040487_thumb.jp

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Awards

  • 2 settimane dopo...

Salve,

ritengo quindi che questo Tarì "sigla G" P.R. 10a con il busto a sinistra del Sovrano, sia da attribuire al Maestro di Prova "Francesco Antonio Giuno" così come lo sono i Tari con il busto a destra del Sovrano P.R. 11a - b - c - d - e ;)

Anche il Tarì riportato dal DAP al nr. 28 con IAF/C che invece della decorazione a cartoccio (simile al mascherone) viene segnalato come Tarì con il fiore sullo stemma, e semprechè esistente, è un Tarì con la sigla G

P.S. Credo che Davide quando arriverà a questa scheda apporterà le opportune modifiche; grazie.

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIII/28

infatti se ci fate caso accanto alla lettera C non viene indicato alcun Maestro di Prova ;)

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Nell'intervento precedente ho sottolineato semprechè esistente dato che gli autori del DAP per questa tipologia con il "fiore" fanno spesso riferimento a questo studio/articolo di Francesco:

http://www.ilportaledelsud.org/tari_filippoIII.htm

Avevo già letto questo articolo, ma oggi gli ho dato una riguardata accurata, a me non sembra che Francesco indichi l'esistenza di questo Tarì (DAP 28 - sigla IAF/C tipologia con il fiore anzichè cartoccio) Rif. Cagiati manca; CNI manca; PR manca > Collezione Privata

Nello studio espone e ci fa conoscere delle differenze presenti al rovescio di questi Tarì "busto a sx e a dx" del Sovrano, differenze date dalla presenza (sullo stemma a forma di cuore) di una decorazione simile ad un mascherone a volte decorazione composta da foglie di palma (fiore).

Quando passa alla trattazione del Tarì classificato al nr. 10a del PR (sigla IAF/G) ci segnala che è un raro esemplare recante sullo stemma la decorazione a cartoccio (mascherone) a differenza del PR 10 recante quest'ultimo le foglie di palma (o fiore) ma non menzione l'esistenza di alcun tipo con sigla IAF/G recante le foglie di palme (o fiore).

Dato che la moneta viene indicata come mancante in tutte le opere che ho citato......e reca come riferimento la Collezione Privata......bhe.......io più di qualche dubbio l'avrei.

P.S.

Ultimamente se si nutrono dubbi sulle monete che si vedono............figuriamoci su quelle che non si vedono :guitarist:

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Stesso discorso per il Carlino FIDEI/DEFEN/SOR Monetazione Filippo III

PR 17 - DAP 47 riportata come IAF/C, ma anche n questo caso la sigla è G (Nel Corpus che poi dovrebbe essere la nr.421 e non 420 la sigla è G).

Il MIR a pag.133 classifica al nr. 210 questa moneta correttamente attribuendogli la sigla giusta "G" l'autore avendo la foto a disposizione (che poi è la stessa di quella riportata nel nostro catalogo) http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIII/24

ha avuto modo di appurare che la sigla fosse "G" e non "C"

In questo caso ritengo che anche la DAP 48 e la PR17a (allego pag. del PR) dovrebbe essere IAF/G infatti cambiando solo la predisposizione delle sigle dovrebbe essere comunque una G (ma qui non si ha la foto).

Ricordo che IAF/C non esiste.

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Buona sera a tutti, questa volta, a differenza delle altre, mi ripresento in questa discussione per esprimere un “ben fatto” agli autori di questo articolo, Di Rauso - Barbieri e rivolgergli un particolare ringraziamento significando che lo studio e l’applicazione possono nel tempo davvero portare un’ondata di novità a questa bellissima monetazione.

Non tutto l’articolo è di interesse per il lavoro che sto portando avanti, e di conseguenza vi notifico solo per la parte relativa alle Sigle apposte sulle monete dai Maestri di Zecca.

Veniamo come al solito all’esposizione dell’argomento:

Monetazione Ferdinando I d’Aragona – Maestro di Zecca, Jacopo de Cotrullo – Moneta, Coronato.

Da documenti esaminati risulta quanto segue (riferisco solo di nominativi interessati):

Giovanni Miroballo nel 1459

Bovi – BCNN An. LIII 1968 sigla Y

Pannuti e Riccio – Le monete di Napoli 1984 sigla Y

Prota – Maestri ed incisori della zecca Napoletana 1914 (riporta senza sigle sulle monete).

Ricordo che sia il Bovi che il P.R. accanto a questo maestro, a differenza degli altri casi, non riportano elencate alcuna moneta da questo maestro siglata.

Benedetto de Cotrullo dal 1460 al 1468 sigla B – sigla C (sulle cinquine)

Bovi – BCNN An. LIII 1968

Pannuti e Riccio – Le monete di Napoli 1984

Prota – Maestri ed incisori della zecca Napoletana 1914

Jacopo de Cotrullo dal 1 settembre 1469 al 1474

I - CI in monogramma e C

Bovi – BCNN An. LIII 1968

Pannuti e Riccio – Le monete di Napoli 1984

Prota – Maestri ed incisori della zecca Napoletana 1914

Faccio subito notare che il Prota, indica accanto a questo maestro di zecca le sigle I e CI in monogramma (sui Carlini) e C sul Cavallo, mentre il Bovi e Pannuti e Riccio aggiungono anche i Coronati.

Di Rauso - Barbieri nell’articolo suddetto aggiungono alle citate C e CI le sigle Y – (W oYY? Civitas Neapolis) – CY in nesso – Y su C e non riportano la sigla I (sono pienamente d’accordo con il loro pensiero in quanto la sigla I è sì presente sui Coronati, ma su quelli dell’Arcangelo, 3^ classe e coniati a partire dal 1488 quindi, non plausibile sotto questo maestro di zecca che termina l’attività nel 1474).

L’ondata di novità, ritornando a noi, sono la presenza delle sigle Y – YY? – CY in nesso – Y su C;

fatte ricadere sotto la direzione del maestro di zecca Jacopo de Cotrullo.

Faccio un passo indietro e vi ricordo come il Prota non indica la sigla Y di G. Miroballo e che nessuno dei precedenti studiosi attribuisce tale sigla al Cotrullo, questi ultimi, infatti l’assegnano al Miroballo (non indicando però monete)

Noto invece che tale sigla (Y) è menzionata accanto al Coronato PR 12d e PR 15d .

Dall’esame del periodo di coniazione di detti coronati (1459 – oltre il 1472, quindi in linea con la presenza in zecca del Cotrullo) risulta certa l’attribuzione a tale maestro della sigla Y oltre alla già citata sigla C.

Nell’articolo oltre agli altri motivi è menzionato anche la possibilità che Jacobus=Yacobus.

Per le doppie sigle, Y su C – YY ? (W) che possono essere scaturite da una cattiva coniazione o riuso dei coni precedenti vi rimando all’articolo degli autori.

http://www.panorama-...ite-aragona.pdf

Per quanto riguarda poi la sigla CY anche qui, riferiscono che tale sigla è presente su di un Coronato con scena dell’incoronazione (MEC 961 p. 726).

Concludo, facendo solo una considerazione, secondo un mio parere, a differenza di loro che indicano la precedenza della lettera C rispetto alla Y, io sarei propenso a considerare l’inverso.

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Buona sera a tutti, questa volta, a differenza delle altre, mi ripresento in questa discussione per esprimere un “ben fatto” agli autori di questo articolo, Di Rauso - Barbieri e rivolgergli un particolare ringraziamento significando che lo studio e l’applicazione possono nel tempo davvero portare un’ondata di novità a questa bellissima monetazione.

Non tutto l’articolo è di interesse per il lavoro che sto portando avanti, e di conseguenza vi notifico solo per la parte relativa alle Sigle apposte sulle monete dai Maestri di Zecca.

Veniamo come al solito all’esposizione dell’argomento:

Monetazione Ferdinando I d’Aragona – Maestro di Zecca, Jacopo de Cotrullo – Moneta, Coronato.

Da documenti esaminati risulta quanto segue (riferisco solo di nominativi interessati):

Giovanni Miroballo nel 1459

Bovi – BCNN An. LIII 1968 sigla Y

Pannuti e Riccio – Le monete di Napoli 1984 sigla Y

Prota – Maestri ed incisori della zecca Napoletana 1914 (riporta senza sigle sulle monete).

Ricordo che sia il Bovi che il P.R. accanto a questo maestro, a differenza degli altri casi, non riportano elencate alcuna moneta da questo maestro siglata.

Benedetto de Cotrullo dal 1460 al 1468 sigla B – sigla C (sulle cinquine)

Bovi – BCNN An. LIII 1968

Pannuti e Riccio – Le monete di Napoli 1984

Prota – Maestri ed incisori della zecca Napoletana 1914

Jacopo de Cotrullo dal 1 settembre 1469 al 1474

I - CI in monogramma e C

Bovi – BCNN An. LIII 1968

Pannuti e Riccio – Le monete di Napoli 1984

Prota – Maestri ed incisori della zecca Napoletana 1914

Faccio subito notare che il Prota, indica accanto a questo maestro di zecca le sigle I e CI in monogramma (sui Carlini) e C sul Cavallo, mentre il Bovi e Pannuti e Riccio aggiungono anche i Coronati.

Di Rauso - Barbieri nell’articolo suddetto aggiungono alle citate C e CI le sigle Y – (W oYY? Civitas Neapolis) – CY in nesso – Y su C e non riportano la sigla I (sono pienamente d’accordo con il loro pensiero in quanto la sigla I è sì presente sui Coronati, ma su quelli dell’Arcangelo, 3^ classe e coniati a partire dal 1488 quindi, non plausibile sotto questo maestro di zecca che termina l’attività nel 1474).

L’ondata di novità, ritornando a noi, sono la presenza delle sigle Y – YY? – CY in nesso – Y su C;

fatte ricadere sotto la direzione del maestro di zecca Jacopo de Cotrullo.

Faccio un passo indietro e vi ricordo come il Prota non indica la sigla Y di G. Miroballo e che nessuno dei precedenti studiosi attribuisce tale sigla al Cotrullo, questi ultimi, infatti l’assegnano al Miroballo (non indicando però monete)

Noto invece che tale sigla (Y) è menzionata accanto al Coronato PR 12d e PR 15d .

Dall’esame del periodo di coniazione di detti coronati (1459 – oltre il 1472, quindi in linea con la presenza in zecca del Cotrullo) risulta certa l’attribuzione a tale maestro della sigla Y oltre alla già citata sigla C.

Nell’articolo oltre agli altri motivi è menzionato anche la possibilità che Jacobus=Yacobus.

Per le doppie sigle, Y su C – YY ? (W) che possono essere scaturite da una cattiva coniazione o riuso dei coni precedenti vi rimando all’articolo degli autori.

http://www.panorama-...ite-aragona.pdf

Per quanto riguarda poi la sigla CY anche qui, riferiscono che tale sigla è presente su di un Coronato con scena dell’incoronazione (MEC 961 p. 726).

Concludo, facendo solo una considerazione, secondo un mio parere, a differenza di loro che indicano la precedenza della lettera C rispetto alla Y, io sarei propenso a considerare l’inverso.

Caro Pietro, mi fa piacere che tu abbia esaminato questo studio, il coronato inedito riportante apparentemente una W http://www.ilportaledelsud.org/coronato_1.htm e pubblicato dal sottoscritto nel novembre 2001 altro non era che una sigla YY, la prova sta tutta nell'ultimo coronato inedito pubblicato in quest'altro studio http://www.ilportaledelsud.org/coronato_1.htm . Purtroppo noi esseri umani non siamo perfetti e specialmente un giovanissimo studioso può commettere errori di interpretazione come nel mio caso 11 anni fa. Di questo chiedo venia e spero di essermi fatto perdonare dando una più corretta attribuzione alla fatidica sigla. Chiedo soprattutto scusa a tutti quegli studiosi che in questi anni hanno fatto copia e incolla dei miei studi riportando il coronato con la W anzichè la YY e cadendo quindi nello stesso errore......., come dice il detto, MEGLIO TARDI CHE MAI.

Ecco alcune immagini più dettagliate dei due coronati.

4coronatoinedito.jpg

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4coronatoineditorov.jpg

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CIao a tutti,

vi ripeto, ormai questo è un lavoro a cui sincramente ci stò dedicando tantissimo tempo......ormai le Sigle mi sono entrate nel sangue e mi appassiono sempre di più, soprattutto quando poi escono fuori questi esemplari.

Spero un giorno di terminarlo e sottoporlo alla Vostra lettura/approvazione, logicamente incassando ove vi fossere, anche tutte le critiche del caso, ma sappiate fin d'ora, che per un buona riuscita, se ci saranno, ben vengono.

Intanto desidero informarVi che è mia intenzione continuare a lasciare appunti utili in tal senso in questa discussione allo scopo di fornire un bacino di notizie e foto utili a chi un giorno, magari avrà bisogno di informazioni a riguardo.

Dalla data dell'apertura di questa discussione mi sono fatto e continuo a fare spesso una stessa domanda: ma come mai nesuuno in tutti questi anni ha mai ripreso un lavoro sulle sigle nella sua intera completezza ?

Quello del Prota risale al 1914 ed è carente di molti personaggi che hanno lavorato presso la Zecca Partenopea, i BCNN anche se innovativi rispetto al precedente lavoro, per l'aggiunta di nominativi all'epoca ancora sconosciuti, sono ormai vecchi di 60 anni.....ma devo dire tutt'ora base molto valida sui cui poggiarsi su un lavoro futuro.

Intendiamoci, il mio non è uno studio basato su novità significative, nuove scoperte e quant'altro (credo che chi l'ha fatto, poco abbia tralasciato) ma mettere un pò d'ordine a quanto fin ora si è scritto ed è stato riportato, forse in maniera molto frammentata.

Se poi si scoprono nuove monete, come in questo caso...ben vengono per poterle esaminare.

Il mio intendimento, quindi è quello di riunire in un unico lavoro è fornire un contributo unitario, sforzandomi per quanto possibile, mediande la comparazione sigle/monete, di addivenire ad eventuali sviste che questi Signori Studiosi hanno commesso.

Ai nostri tempi esiste Internet........loro non hanno avuto questa fortuna.

P.S. al Curatore chiedo pubblicamente e gentilmente di verificare la possibilità di inserire questa discussione tra quelle importanti. Se non fattibile va bene lo stesso. Grazie

Torno adesso per un attimo alla foto del Cornato postato da Francesco (adesso si vede molto meglio che sull'articolo in PDF), non vorrei sbagliarmi, a me sembrano due YY su C e non una sola, anche se di carattere abbastanza ridotto.

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Torno adesso per un attimo alla foto del Cornato postato da Francesco (adesso si vede molto meglio che sull'articolo in PDF), non vorrei sbagliarmi, a me sembrano due YY su C e non una sola, anche se di carattere abbastanza ridotto.

No, ti sbagli, le due protuberanze che vedi su ogni asticella fanno parte di una sola lettera, la Y. E' proprio lo stile del carattere che è fatto così.

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Torno adesso per un attimo alla foto del Cornato postato da Francesco (adesso si vede molto meglio che sull'articolo in PDF), non vorrei sbagliarmi, a me sembrano due YY su C e non una sola, anche se di carattere abbastanza ridotto.

No, ti sbagli, le due protuberanze che vedi su ogni asticella fanno parte di una sola lettera, la Y. E' proprio lo stile del carattere che è fatto così.

Perfetto, meglio così....altrimenti mi incasinavo di più il cervello :P

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Cavolo.......hai perfettamente ragione, guarda cosa avevo in archivo. :shok:

Asta Artemide del 6 Maggio 2006 lotto 1085

Per me questa moneta è importantissima !!!

Quindi cosa pensi? Avevo ragione?

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L'avevo già fatto prima.

Questo che ho postato sembra riportare quindi solo una Y o sbaglio ?

Io adesso però avrei un dubbio.......il Prota è quindi a cascata un pò tutti i succesivi, riportano che Jacobo Cotrullo è segnato con il monogramma CI sui carlini.....ecco io ho dato un'occhiata al Corpus e Coronati con questa sigla non ve ne sono, solo tanti Y ed uno al nr. 261 con CY (che poi dovrebbe essere quello di cui hai riferito nell'art. MEC 961, forse sicuramente molto raro essendo l'unico che vedo con questa sigla).

Non è per caso che il Prota abbia scambiato la sigla Y per una CI ? (se ci fate caso e osservate attentamente il Coronato di Artemide è molto facile sostenere ciò).

Ricordo che la sigla CI in monogramma nel Corpus non è presente.

P.S. la discussione è aperta a tutti e sono graditi pareri in merito, Grazie.

Modificato da peter1
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