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IGNORED

Maestri di Zecca, poi Direttori ed Incisori


Risposte migliori

Carissimi Francesco e Tornese (se non sbaglio Vittorio vero ?) Vi devo un grande “ringraziamento” … mi è rimasta impressa la frase scritta da Francesco “la ricerca è sempre attiva”; spronato da questo e poco convinto di ciò che avevo scritto (anche perché senza documentazione, come riferito …… è solo supposizione) questo fine settimana mi sono dato molto, ma molto da fare, crdetemi…….ed ecco i risultati…...devo ammettere di essere stato precipitoso nell’affermazione D=Direttore, ma questo perché....da come ho riferito ed in questo caso avendo letto documenti comprovanti, il Barone Ciccarelli ha ricevuto la carica nel 1639, o meglio, quella effettiva, ma ha anticipato la funzione già dal 1636 e questo si può riscontrare sulle medaglie che ne sono la prova (appena ho un po’ di tempo faccio le foto per i confronti) perché il De Rosa era stato trasferito ad altra Amministrazione…. le medaglie portano tutte la firma B Ciccarelli e dal 1837 D Ciccarelli e alcune (per merito e benemerenza) ancora B; del fatto quindi che la D di Domenico non risulta da alcuni documenti e che un doppio incisore su di un lato della medaglia fosse contro le regole all’interno della zecca (uno è solo uno era l’incisore del lato), quindi non sarebbe mai e poi mai potuto accadere (e qui i casi sono molteplici) mi avevano portato a dichiarare l’unica possibilità rimasta, avallata anche dall’oggetto metallico e cioè che D potesse significare Direttore prima che il Ciccarelli prendesse l’incarico definitivo. Ma giustamente come ha anche fatto osservare Francesco prima “l’appellativo Direttore risulterebbe incompleto….” questo lasciava molti dubbi…….. Vittorio nel suo ultimo post ha anticipato il mio intervento, ed è stato pure bravissimo a porre il quesito, infatti come detto prima è da sabato che ci lavoro e dietro un’imbeccata di un mio carissimo amico, esperto di leggi e decreti del periodo Borbonico mi sono messo alla ricerca di un qualche documento dal quale potesse venir fuori il significato della fantomatica lettera D (per usare il termine di Francesco).

Ed ecco la novità: la lettera D significa Don che potete osservare davanti a circa un centinaio di impiegati che lavoravano nelle varie Amministrazioni del Banco delle Due Sicile, vi posto però la sola pagina relativa a quella dell’Amministrazione delle Monete che è quella che ci interessa da vicino (perché poi c’erano i Governatori, gl’impiegati della Cassa di Sconto ecc. ecc.) e dalla quale si evincono i nominativi a noi più noti e cioè il citato Ciccarelli, Direttore Generale, il Catenacci (Vincenzo) Direttore del Gabinetto d’Incisione, l’Ascione, Controlo, ma vi posso assicurare che la lista è lunghissima e sono tutti con la lettera D iniziale prima del nome.

Adesso però non chiedetemi del come mai il Ciccarelli si sia fatto incidere prima B e poi D oppure indiscriminatamente B e D perché credo che documenti che comprovino questo non si troveranno mai…..!! MA ERA UNA PERSONA CHE AI TITOLI CI TENEVA TANTISSIMO.

:) Ancora un grazie.

Caro Pietro, questa potrebbe essere la chiave di tutto. Secondo me è da valutare. Se Domenico Ciccarelli Incisore non risulta da nessuna parte allora quella D. sta per Don.

Non dimentichiamo che oggigiorno qui in Campania (ma anche in quasi tutto il Sud) il "Don" si usa ancora nel linguaggio giornaliero (ma anche il Voi) come segno di rispetto verso persone rispettabili o più anziane. Personalmente lo utilizzo anch'io.

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Appare quindi chiaro che almeno fino al mese di luglio del 1824 il Diodati fosse ancora in carica e che il Rega fosse incisore……

Dall’entrata in vigore della legge suddetta e cioè quella che riguardava l’assetto Organico dell’Amministrazione Generale delle Monete, rilevo un altro dato importantissimo da non trascurare, di cui si è scritto tantissimo e si è data anche qualche spiegazione, a cominciare dal Siciliano per continuare con il D’Auria e finire con gli studi di Francesco, http://www.ilportaledelsud.org/medaglie_murat_01.htm ed è quello che riguarda la mancata apposizione delle firme sulle Medaglie a partire dal 1806, che copre gran parte delle medaglie incise durante il decennio francese.....a proposito di queste Medaglie "Napoleonidi" ricordo che è in corso un'asta, la Nomisma48http://nomisma.bidinside.com/it/auc/11/asta-numismatica-48/4/ in cui ve ne sono in vendita un bel po' e tra esse vi è anche l'unico esemplare (in questo caso nella versione Argento e Metallo Dorato) di tutta la serie in cui si può osservare la firma dell'incisore, parliamo logicamente del Rega.

Sicuramente, oltre agli altri cambiamenti esposti nell’altro post, ci dovrà essere stato una qualche autorizzazione Reale, di cui non trovo carte e documenti a sostegno, quindi solo supposizione ma è giusto che ben venga e viene rilevata; la conferma può essere anche data dall’oggetto metallico visionato, in coincidenza dell’entrata in vigore della predetta legge per cui da quel momento gli artisti vennero, tra l’altro, anche autorizzati a riportare i loro cognomi per intero ed i nomi con la sola iniziale abbreviata, come firma dei lavori eseguiti.

Adesso vediamo, anche per rompere un po' il ghiaccio, e con un piccolo sforzo (tranne che per Francesco logicamente) chi riesce a postare il primo conio della medaglia che le ha riportate? (incisore operativo a Napoli, logicamente e dopo il decennio francese).

Riprendo questa parte della discussione per non lasciare niente in sospeso...forse sarà sfuggito...ma è molto importante......quindi lo faccio io:

Dopo il passato decennio Francese la prima Medaglia che si osserva con inciso i cognomi degli artisti e degli impiegati della zecca è questa: In memoria di Domenico Cotugno 1824, Medaglia che manca nel Ricciardi e riportata dal D'Auria al nr. 142 la potete osservare anche qui > http://www.ilportaledelsud.org/di_Rauso.htm

Il Marchese Prospero De Rosa, Direttore Generale, e Vincenzo Catenacci, Incisore (credo che questo sia uno dei suoi primi lavori) sono i nomi delle prime persone che uscirono dall'anonimato del decennio Francese............e la storia continua !!

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Visto che non vi è stata alcuna osservazione particolare sul conio di questa Medaglia “In memoria di Domenico Cotugno” faccio un passo indietro nel tempo, ritornando agli anni 1766/1767, Ferdinando IV di Borbone - 120 Grana del “Tipo Giovanile”

Incisore dei coni: Ferdinando Adovasio.

Si hanno pochissime notizie a riguardo di questo personaggio anche perché, com’è noto, esigua è stata la sua operatività all’interno della Zecca Partenopea; il catalogo Gigante, a pagina 502, ne riporta solo il nominativo mentre sia il Cagiati che il Prota ne ignorano il nome; Luigi dell’Erba si limita a dire che tali lettere sono le iniziali dell’Incisore; nel Vol XX del Corpus, sono descritte, senza certezza, come appartenenti a Ferdinando Aveta.

E’ solo il Bovi, successivamente a fare chiarezza su queste sigle, documenti alla mano, e dato che poco se né discusso, in questa Sezione, ho il piacere di portarVi a conoscenza, per chi ne fosse interessato, a digiuno di notizie in merito ed anticipatamente rispetto all’uscita del Volume sulle sigle del periodo Borbonico, di quanto si ha notizia su queste sigle F.A.

In una lettera del 2 agosto del 1766 Cesare Coppola, Maestro di Zecca a Napoli, comunica al Marchese Tanucci che Ferdinando Adovasio, incisore presso la Regia Zecca, per stampiglie e timbri, aveva chiesto l’autorizzazione a fare i punzoni necessari per le nuove monete di Dodici Carlini; il Re, a tal proposito, aveva ordinato che l’Adovasio eseguisse detto lavoro in casa del Maestro di Zecca, per poter essere sicuro che l’incisione fosse fatta personalmente dal richiedente, e che l’architetto Don (D) Ferdinando Fuga avesse giudicato il valore artistico dei punzoni; l’Adovasio eseguì in casa Coppola i detti punzoni per la moneta: il dritto portava il busto del Re giovanile e sotto le sigle F.A., il rovescio il Real Stemma; il Fuga giudicò che il busto inciso sul punzone non fosse molto somigliante al giovane sovrano, per varie ragioni, fra le quali l’aver avuto l’incisore un modello di cera che non riproduceva in maniera ottimale il volto del Sovrano, ma nonostante questo, il ritratto era migliore, per fattura a quelli fatti da altri incisori, mentre il rovescio venne giudicato eseguito correttamente. Il Maestro di Zecca, Cesare Coppola, conclude la lettera dicendo che data l’urgente necessità di coniare monete da Dodici Carlini, i punzoni eseguiti dall’Adovasio potranno essere utilizzati per le Piastre descritte.

Le foto delle monete provengono dall'Asta Ranieri del 26 ottobre 2012 lotto 376 e 377

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  • 2 settimane dopo...

Vediamo se questo è interessante ....... scusate ma lo devo scrivere !!

Sposto in questa discussione, perché attinente l'argomento trattato, l'osservazione fatta dall'attento Utente @@lamanna921 che ci faceva notare come mai sulla Piastra "Pro Fausto" del 1791 ci fossero le sigle DP e sul 2 Quattrini della stessa data 1791 le sigle BP...... stessa data due incisori con sigle diversi...giusto ? Avevo scritto nell'altra discussione che questo già mi era noto e siccome non riesco a tenermi nulla di "segreto" e il compito che mi sono prefissato ( già moltissime altre volte sottolineato, quando ho trattato il periodo 1278 - 1734) è quello di far emergere ciò che è stato riportato errato....nella speranza che non mi si additi, come già successo in passato l'appellativo di "Cacciatore di errori" discorro adesso in questa discussione di quanto ho rilevato:

L'anomalia qual è ?...è il 2 Quattrini del 1791 con sigle BP di Bernardo Perger che è morto nel 1786...possibile che nessuno si sia mai accorto di questo errore ? il Bovi, Pannuti e Riccio, MIR e chi più ne ha ne metta non hanno verificato la data di morte del Perger B. (1786) che confrontandolo anche con l'altro pezzo in monetazione (120 Grana con sigle DP) e soprattutto la verifica della sigla sulla moneta ecc .ecc. l'errore doveva emergere abbastanza agevolmente...ma questo non è accaduto. Mi meraviglio del Bovi che a più riprese in vari suoi lavori faceva osservare che il Perger Bernardo fosse morto il 5 ottobre del 1786...... ma perseverare !!!

Quindi veniamo al concreto........ quand'è che compare la prima volta questa moneta ?.... essa non è riportata dal Corpus, mentre la vediamo apparire nel Pannuti e Riccio catalogata al nr. 5a come appartenente ad una collezione Privata.....la moneta in realtà proviene dalla collezione Bovi ed è riportata in un suo lavoro su questa monetazione nel BCNN del 1972 a pag.6 (fig.5), il MIR che fa riferimento al Pannuti e Riccio riporta pure lui le sigle BP.........ma in realtà le sigle su questa moneta sono DP di Domenico Perger che prese il posto del padre come incisore dei coni.

Grazie per l'attenzione e alla prossima.

http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1972a.pdf

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Modificato da Rex Neap
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Vediamo se questo è interessante ....... scusate ma lo devo scrivere !!

Sposto in questa discussione, perché attinente l'argomento trattato, l'osservazione fatta dall'attento Utente @@lamanna921 che ci faceva notare come mai sulla Piastra "Pro Fausto" del 1791 ci fossero le sigle DP e sul 2 Quattrini della stessa data 1791 le sigle BP...... stessa data due incisori con sigle diversi...giusto ? Avevo scritto nell'altra discussione che questo già mi era noto e siccome non riesco a tenermi nulla di "segreto" e il compito che mi sono prefissato ( già moltissime altre volte sottolineato, quando ho trattato il periodo 1278 - 1734) è quello di far emergere ciò che è stato riportato errato....nella speranza che non mi si additi, come già successo in passato l'appellativo di "Cacciatore di errori" discorro adesso in questa discussione di quanto ho rilevato:

L'anomalia qual è ?...è il 2 Quattrini del 1791 con sigle BP di Bernardo Perger che è morto nel 1786...possibile che nessuno si sia mai accorto di questo errore ? il Bovi, Pannuti e Riccio, MIR e chi più ne ha ne metta non hanno verificato la data di morte del Perger B. (1786) che confrontandolo anche con l'altro pezzo in monetazione (120 Grana con sigle DP) e soprattutto la verifica della sigla sulla moneta ecc .ecc. l'errore doveva emergere abbastanza agevolmente...ma questo non è accaduto. Mi meraviglio del Bovi che a più riprese in vari suoi lavori faceva osservare che il Perger Bernardo fosse morto il 5 ottobre del 1786...... ma perseverare !!!

Quindi veniamo al concreto........ quand'è che compare la prima volta questa moneta ?.... essa non è riportata dal Corpus, mentre la vediamo apparire nel Pannuti e Riccio catalogata al nr. 5a come appartenente ad una collezione Privata.....la moneta in realtà proviene dalla collezione Bovi ed è riportata in un suo lavoro su questa monetazione nel BCNN del 1972 a pag.6 (fig.5), il MIR che fa riferimento al Pannuti e Riccio riporta pure lui le sigle BP.........ma in realtà le sigle su questa moneta sono DP di Domenico Perger che prese il posto del padre come incisore dei coni.

Grazie per l'attenzione e alla prossima.

http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1972a.pdf

Anche secondo me è D.P., a questo punto non ci resta che la prova del 9: chi ha un 2 quattrini del 1791 con doppia sigla in bella conservazione? :help: :help:

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Anche secondo me è D.P., a questo punto non ci resta che la prova del 9: chi ha un 2 quattrini del 1791 con doppia sigla in bella conservazione? :help: :help:

Questa immagine mi sembra abbastanza buona, ma non mi sono appuntato dove e quando l'ho presa...

Altra immagine leggibile ma un pò meno chiara la potete comunque trovare in Inasta 3/2013 lotto 3883.

Ovviamente esisteranno anche immagini assai migliori ma di questa monetazione mi interesso poco e raccolgo solo qualche immagine di tanto in tanto.

Ottimo Pietro :good:

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Questa immagine mi sembra abbastanza buona, ma non mi sono appuntato dove e quando l'ho presa...

Altra immagine leggibile ma un pò meno chiara la potete comunque trovare in Inasta 3/2013 lotto 3883.

Ovviamente esisteranno anche immagini assai migliori ma di questa monetazione mi interesso poco e raccolgo solo qualche immagine di tanto in tanto.

Ottimo Pietro :good:

Ciao Giuseppe, servirebbe un'immagine a 1200 dpi, però da questa già si capisce che forse è D.P., sei stato di grande aiuto, grazie mille, se ne trovi altre postale per favore. :clapping: :good:

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@@dareios it @@francesco77 @@Giuseppe :good: Grazie ragazzi, ma avevo già constatato sulla mie pelle che prima di scrivere alcune "affermazioni" bisogna avere sempre qualche documento o moneta a sostegno e come prova !!.......ho appurato che lo stimolo aiuta tutti noi.....bene !! Un grazie a Francesco, un plauso a Giuseppe oramai etichettato da me come espertissimo di coni/confronti e che viene sempre in aiuto ;) e uno anche a Lorenzo per aver postato ciò che io avevo in archivio e da dove ho avuto la conferma che quella era una D (Asta NAC 35 lotto 1166).

P.S. fateci caso ...e qui vorrei la conferma anche di Giuseppe, la lettera D sotto le monete del periodo è sempre di quella forma.

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...e qui vorrei la conferma anche di Giuseppe, la lettera D sotto le monete del periodo è sempre di quella forma.

Ho troppo poco materiale per poterlo dire; anche quella dell'asta NAC la conoscevo ma siamo a livelli di leggibilità ancora non buoni, quella di Inasta mi sembra dello stesso conio di quella che ho postato.

Sò che esistono collezionisti che seguono le monete dei Reali Presidi, se ricordo bene da qualche parte ho letto anche mediante lo studio delle varianti di conio, ma non sono in contatto con nessuno di loro, speriamo ci leggano e vogliano intervenire per dirci quacosa di più :good:

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...e qui vorrei la conferma anche di Giuseppe, la lettera D sotto le monete del periodo è sempre di quella forma.

Ho troppo poco materiale per poterlo dire; anche quella dell'asta NAC la conoscevo ma siamo a livelli di leggibilità ancora non buoni, quella di Inasta mi sembra dello stesso conio di quella che ho postato.

Sò che esistono collezionisti che seguono le monete dei Reali Presidi, se ricordo bene da qualche parte ho letto anche mediante lo studio delle varianti di conio, ma non sono in contatto con nessuno di loro, speriamo ci leggano e vogliano intervenire per dirci quacosa di più :good:

Vediamo se l'amico @@dabbene riesce a trovarci un collezionista che mette a nostra disposizione una bella foto di un 2 quattrini del 1791 per i Reali Presidi. Grazie

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  • 8 mesi dopo...

Importanti novità a settembre! Sia per quanto concerne la monetazione napoletana di Filippo II di Spagna che per quella del periodo borbonico. Poi magari quando sarà il momento sarebbe interessante discuterne in questa sede. :good:

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Eh.....bhè direi di sì......per il periodo Borbonico verrà fuori per la prima volta uno scritto nel quale sono stati inseriti in ordine cronologico tutti i maestri di zecca, poi direttori, maestri di prova poi (omissis) ed incisori della monetazione napoletana fino al 1860....direi semplicemente da non perdere !!

Ritornando invece al periodo vicereale, credo che una serie di articoli su alcuni nominali di Filippo II, apporteranno molte novità a questa monetazione.

Ci vediamo tutti a settembre !! :director:

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  • 3 mesi dopo...

@@Rex Neap

Discussione posta in rilievo. Grazie anche, ma soprattutto, a te potremmo iniziare a discutere di monete e medaglie del Sud dal periodo medievale ai Borbone ed affrontare argomentazioni di un certo rilievo scientifico riguardo soprattutto le abbreviazioni che troviamo sulle medaglie ............ argomento mai affrontato prima d'ora in rete. Appena posso rettifico il sottotitolo alla discussione perchè ho notato che l'avevi indirizzata esclusivamente sul periodo 1734-1861. Sei d'accordo?

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@@francesco77 ... certo che sono daccordo !!

Avevo sottotitolato il periodo 1734-1861..perchè questa era riferita a questo periodo, per quello precedente, portato a termine su carta, c'è ne era un' altra http://www.lamoneta.it/topic/81166-maestri-di-zecca-di-prova-e-incisori/

Adesso vedi un po te come potresti agire.

Ciao e buon lavoro.

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  • 3 settimane dopo...

@@Rex Neap , vedrò come fare per accorpare/unire questa discussione a quella in rilievo qui http://www.lamoneta.it/topic/111612-maestri-di-zecca-poi-direttori-ed-incisori/ 

 

Appena ci riuscirò potremmo iniziare a "sfilare il rosario", ok?  :yahoo:

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In base anche in base a quanto scritto nella lunga ricerca sugli ufficiali di zecca del periodo 1734-1860 in Bollettino del CNP I - 2014 inizierei con il fare una riflessione che potrebbe essere l'inizio di una serie di ragionamenti che potrebbero far chiarezza sull'ufficialità o meno di una medaglia napoletana e renderla borbonica o di emissione privata o di carattere religioso:

Le medaglie dei compatroni di Napoli degli anni 1835, 1840, 1841, 1843 e 1845 non rientrerebbero secondo alcuni (e secondo quanto scritto da me nel 2010 in PN 275 del 2012 http://ilportaledelsud.org/compatroni.htm  ) ma c'è da far notare una cosa molto interessante.  @@Rex Neap , ufficialmente non sono medaglie che riportano il nome del re o di un membro della famiglia reale borbonica, quindi a primo impatto non andrebbero inserite nella serie di medaglie borboniche ufficiali ma ............ una di queste è da considerarsi ufficiale e borbonica a tutti gli effetti perchè riporta la firma del reggente del Banco delle Due Sicilie (don) Prospero de Rosa marchese di Villarosa che nel 1835 era anche direttore del gabinetto d'incisione della zecca di Napoli (come scritto nella medaglia). La medaglia "parla" chiaro: la scritta DE ROSA D. in una medaglia con leggende in latino significa De Rosa Direxit (diresse), e cioè direttore (del Gabinetto d'incisione), si tratta di una medaglia che (insieme ad un'altra ancor più importante) testimonia una doppia carica pubblica per il marchese di Villarosa, direttore di un gabinetto d'incisione in un periodo in cui ricopriva la carica di reggente del banco delle Due Sicilie, ma il direttore del gabinetto d'incisione doveva anche preparare i disegni per gli allievi e gli incisori (il marchese era quindi anche un buon disegnatore?), si tratta di una medaglia battuta nella regia zecca di Napoli in un periodo di transizione moooolto interessante, caro Pietro, ecco quindi verosimilmente "spiegata la spiegazione inspiegabile fino a poco tempo fa" ( :P) sul perchè nella MEDAGLIA BORBONICA DI SAN CAMILLO DE LELLIS troviamo al dritto DE ROSA D. e al rovescio DE  ROSA M.P., le medaglie fino al 1834 (vedi la Ricciardi 162. D'Auria 187. Siciliano pag. 14   http://ilportaledelsud.org/bcnn1939.pdf   ) riportano la firma del De Rosa M.P. (Monetae Praefectus) e nel 1836 ancora DE ROSA M.P. come per la medaglia per il ritorno del re dal viaggio in Austria e Francia (Ricciardi 166. D'Auria 190), IL REGA MORI' NEL 1833 SICURAMENTE NEL 1835 c'era ancora un posto vuoto nella direzione del Gabinetto d'Incisione della zecca e il De Rosa ricoprì il doppio incarico, potrebbe essere l'unica spiegazione, le due medaglie in argento dorato del 1835 per san Luigi Gonzaga compatrono di Napoli e in argento per san Camillo de Lellis (1835?) sono due testimonianze storico-numismatiche inoppugnabili, due veri e propri unicum!

Sulla base di questo ragionamento che stabilisce l'ufficialità della prima (san Luigi Gonzaga) possiamo stabilire che le altre della stessa serie (compatroni di Napoli), benchè firmate solo dagli incisori e non anche dagli ufficiali di zecca, sono da considerarsi medaglie ufficiali commissionate dai Borbone? Io direi di sì. Nell'archivio storico del Tesoro di San Gennaro (Napoli, via Duomo) è emerso che queste assunzioni al patronato e relative costruzioni dei busti in argento dei santi Luigi Gonzaga (1835), Alfonso Maria de'Liguori (1840), Francesco di Geronimo (1841), Francesco Caracciolo (1843), Pasquale Baylon e Giovan Giuseppe della Croce (1845) vennero commissionati dal Decurionato (amministrazione comunale) e dal clero cittadino  ....... che ne deliberava le spese, il decurionato non era certo un amministrazione ecclesiastica ma politica! Ecco perchè tutte le medaglie in oggetto sono firmate dall'incisore della zecca di Napoli, vennero certamente battute nella zecca, fanno parte di una serie di medaglie borboniche.  :)  

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Azz.....e che intervento  :o ... questo significa che possiamo discuterne liberamente e portare a conoscenza di tutti anche questo breve perido diciamo un pò rimasto in "sordina" nel corso degli studi.....bene ! da dove vogliamo cominciare ?

Che le due medaglie che hai postato sono Ufficiali...su questo non ci piove sopra, perchè tutte le medaglie nelle quali c'era la firma del Direttore Generale dell'Amministrazione delle Monete lo sono; solo lui riceveva l'approvazione da parte del Re (passando attraverso il Ministro delle Finanze) per dar corso alle coniazioni nel Gabinetto d'Incisione....quindi dove c'è la firma De Rosa lo sono di certo, e fino qui ci siamo.

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Ed ecco le medaglie in oggetto, la prima da mm. 40 e le altre da mm. 43,3: mi sento di dire che sono certamente della zecca di Napoli per una serie di motivi ........ e su questo vi do un'anteprima, una notizia scoperta nell'Archivio Storico del Tesoro di San Gennaro pochi mesi fa nell'Archivio Storico del Tesoro di San Gennaro e che sulla quale ho preparato un articolo che verrà pubblicato a marzo. Una notizia di carattere storico e religioso che non è nemmeno citata in rete: nel 1842 Napoli proclamò un'altra compatrona della città e su questa esiste anche la medaglia conosciuta in diverse versioni e in più diametri ma questa in particolare è di fattura meno pregevole e completamente differente dalle precedenti firmate dagli incisori. Vedi post successivo. .........

 

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Ed eccola la medaglia inedita! La troviamo in diametro da mm. 30, da 36 e da 37. Si pensava che fosse per l'altare maggiore di un'importante chiesa napoletana e invece è per la proclamazione di sant'Anna con la Vegine Bambina compatrona di Napoli nel giorno 1 agosto del 1842, nel Duomo di Napoli esiste anche il busto in argento disegnato dall'artista Francesco Citarella e la medaglia in oggetto è una copia fedele di tale busto, non è una medaglia della zecca di Napoli. 

Questi post devono dare un messaggio molto importante ai lettori, e cioè che l'apparato documentale è fondamentale per la ricerca e per stabilire l'ufficialità di una medaglia ma la cosa ancor più importante è l'esistenza stessa della medaglia. Grazie anche alla comparazione di uno stile e della tecnica di coniazione e dei rilievi è possibile capire se si tratta di medaglie (ufficiali o meno) coniate nella zecca o in officine attrezzate che spesso si servivano di incisori minori.

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Pietro @@Rex Neap , stabilire l'ufficialità o meno di un'emissione significa indagare le medaglie in più punti e prendere in considerazione una serie di fattori.

@@renzo1940  @@fabio22 , se si ha la possibilità di confrontarsi con qualche collega papalista si potrà apprendere una cosa molto importante e cioè: una medaglia la si può definire "papale" se c'è su uno dei due lati il nome e/o effigie del pontefice. Su questo ci siamo ma esistono anche dei casi rari in cui il nome dell'autorità emittente (papa) è sottinteso come ad esempio la rarissima medaglia del 1850 per (la fine del) il soggiorno a Portici (NA).  

Altre medaglie borboniche e papali hanno parvenza di medaglie devozionali/religiose ma riportano al dritto o al rovescio gli stemmi o i nomi dell'autorità emittente (papa, re, eccetera) e ciò le rende molto più appetibili, spesso siamo agevolati a stabilire l'ufficialità di una medaglia (vedi post precedenti) per mezzo delle firme riportate al dritto o rovescio. A Roma (se sbaglio mi correggerete) non c'era alcuna legge che imponeva la firma del direttore della zecca ma in prevalenza solo dell'incisore. A Napoli, dopo il 1824, la musica cambiò e le firme sulle medaglie indicavano un organigramma ben preciso. 

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Modificato da francesco77
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Ciao @@Reficul @@incuso , siccome non ho mai unito due discussioni volevo chiedere se possibile unire questa in oggetto a questa di seguito già presente nella stessa sezione ed in rilievo.  http://www.lamoneta.it/topic/111612-maestri-di-zecca-poi-direttori-ed-incisori/  (vorrei evitare di combinar qualche macello tecnico, ehehehehe).

Sembrerebbero due discussioni uguali ma in realtà questa in oggetto in cui ho appena scritto tratta degli ufficiali di zecca napoletana del periodo 1266-1734 e l'altra del periodo 1734-1860.

Poi desidererei chiedere a @@Rex Neap e @@carlino se sono d'accordo nel voler inserire in questa discussione anche nozioni storiche sugli ufficiali di zecca delle altre zecche del Regno di Napoli come ad esempio: L'Aquila, Palermo e Messina. 

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