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Maestri di Zecca, poi Direttori ed Incisori


Risposte migliori

Bene, questo è interessante. Dal De Sopo viene riportato, per Filippo II, un solo maestro di prova, ovvero il Porzio (VP), però, contrariamente al MIR ed esattamente come il DAP, Giovanni Antonio Grimaldi è riportato (informazione ripresa dallo studio del Prota "Maestri ed incisori della Zecca Napoletana" del 1914) non come maestro di prova, bensì come maestro di zecca, dal 1579 al 1591 (quindi anche per un bel periodo), mentre Giovanni Antonio Consolo è riportato tra i maestri di conio sotto Filippo III e sotto Filippo IV (con la sola sigla C, almeno per quanto riferisce il De Sopo).

Ci sarebbe, quindi, questo Gaspare Giuno citato dal MIR (CI andrebbe bene, in effetti: Caspar Iunus), ma non ci sono riferimenti temporali e, sempre il De Sopo, riporta, però sotto Filippo III, un maestro di prova Francesco Antonio Giuno con sigla G (e non I). Più tardi controllerò il resto della bibliografia e vediamo...

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Bene, questo è interessante. Dal De Sopo viene riportato, per Filippo II, un solo maestro di prova, ovvero il Porzio (VP), però, contrariamente al MIR ed esattamente come il DAP, Giovanni Antonio Grimaldi è riportato (informazione ripresa dallo studio del Prota "Maestri ed incisori della Zecca Napoletana" del 1914) non come maestro di prova, bensì come maestro di zecca, dal 1579 al 1591 (quindi anche per un bel periodo), mentre Giovanni Antonio Consolo è riportato tra i maestri di conio sotto Filippo III e sotto Filippo IV (con la sola sigla C, almeno per quanto riferisce il De Sopo).

Ci sarebbe, quindi, questo Gaspare Giuno citato dal MIR (CI andrebbe bene, in effetti: Caspar Iunus), ma non ci sono riferimenti temporali e, sempre il De Sopo, riporta, però sotto Filippo III, un maestro di prova Francesco Antonio Giuno con sigla G (e non I). Più tardi controllerò il resto della bibliografia e vediamo...

Grazie Galenus per il tuo intervento........partiamo quindi da dati certi, anche se credo che questi siano gli anni che anche il Bovi definisce "oscuri" per la Zecca Partenopea (1579-1584) e (1589-1591).

Escludiamo subito il Consolo (incisore) sotto Filippo III e Filippo IV (dal 1616 al 1635) e che CI presente non solo su questa ma su molte altre monete del periodo, si possa attribuire a Gaspare Giuno o Juno così come riportato credo esattamente dal Corpus (infatti nel post viene indicata la prima moneta con questa sigla CI a partire dal 1594 abbinata però a IAF del Fasulo); trovo riscontro anche nel Bollettino del Bovi dove, anche se quando ci scrive dei Maestri di Prova non indica il Giuno, ma la prima moneta con la CI tagliata è indicata sul Tornese con cornucopia del 1592............quindi in questo caso la CI potrebbe effettivamente essere del Giuno.

L'altro dato certo è che la sigla GR è di Germano Ravaschieri morto nel 1591 e che la carica venne comprata nello stesso anno da Marco Antonio de Leo.............

Ma mi manca l'anello di congiunzione tra il Ravaschieri e il Giuno anche perchè questa è una moneta senza la data e nel 1591 Germano era morto.

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Sto controllando lo studio del Bovi "Osservazioni sui maestri di zecca di Filippo II a Napoli" (B.C.N.N. a.XXXIV, n°1, genn-giu 1949) e noto che ci sono sostanziali differenze con quanto, invece, asserito dal De Sopo: mentre quest'ultimo ci dice così:

MAESTRI DI ZECCA

Giovan Battista Ravaschieri - Sigla IBR 1548-1567

Germano Ravaschieri - Sigla G.R. 1567-1579

Giovanni Antonio Grimaldi 1579-1591

Marco Antonio De Leo - Sigla MAL 1591-1598

Giovanni Antonio Fasulo - Sigla IAF 1594-1598

il Bovi dà date e nomi diversi:

Zecchieri durante il regno di Filippo II.

Giovanni Battista Ravaschieri ultimo Maestro di Zecca di Carlo V e primo di Filippo II fino al 1564

Germano Ravaschieri 1564-1584

Giovanni del Castiglio reggente 1584-1591

M. Antonio De Leo (o Leto) 1591-1594

Giovanni Antonio Fasulo ultimo zecchiere di Filippo II dal 1594 e primo di Filippo III.

E' pur vero che il De Leo comprò, per 6500 ducati, la carica di Maestro di Zecca quando, nel 1591, moriva Germano Ravaschieri, ma, secondo Bovi, ci sarebbe, tra i due, un intermezzo di reggenza di Giovanni del Castiglio (1584-1591): è solo un caso che le iniziali di Iohannes de Castillo (presumo di origine spagnola) siano CI??

Teniamo anche conto che (fonte de Sopo) il Giuno Maestro di prova sotto Filippo III aveva come segno la sola lettera G...

D'altro canto, però, il Bovi stesso, in un suo successivo studio ("Le monete di M. A. Leto", B.C.N.N., a.XXXV, n°1, gen-dic 1951), citando spesso la sigla CI (senza, purtroppo, darne spiegazione...), ci dice che essa è presente anche sui tornesi degli anni 1594-5-6-7-8 assieme alla sigla IAF

Allora mi chiedo: "Del Castiglio sì o Del Castiglio no?"...

Cosa ne pensi?

Modificato da Galenus
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Sto controllando lo studio del Bovi "Osservazioni sui maestri di zecca di Filippo II a Napoli" (B.C.N.N. a.XXXIV, n°1, genn-giu 1949) e noto che ci sono sostanziali differenze con quanto, invece, asserito dal De Sopo: mentre quest'ultimo ci dice così:

MAESTRI DI ZECCA

Giovan Battista Ravaschieri - Sigla IBR 1548-1567

Germano Ravaschieri - Sigla G.R. 1567-1579

Giovanni Antonio Grimaldi 1579-1591

Marco Antonio De Leo - Sigla MAL 1591-1598

Giovanni Antonio Fasulo - Sigla IAF 1594-1598

il Bovi dà date e nomi diversi:

Zecchieri durante il regno di Filippo II.

Giovanni Battista Ravaschieri ultimo Maestro di Zecca di Carlo V e primo di Filippo II fino al 1564

Germano Ravaschieri 1564-1584

Giovanni del Castiglio reggente 1584-1591

M. Antonio De Leo (o Leto) 1591-1594

Giovanni Antonio Fasulo ultimo zecchiere di Filippo II dal 1594 e primo di Filippo III.

E' pur vero che il De Leo comprò, per 6500 ducati, la carica di Maestro di Zecca quando, nel 1591, moriva Germano Ravaschieri, ma, secondo Bovi, ci sarebbe, tra i due, un intermezzo di reggenza di Giovanni del Castiglio (1584-1591): è solo un caso che le iniziali di Iohannes de Castillo (presumo di origine spagnola) siano CI??

Teniamo anche conto che (fonte de Sopo) il Giuno Maestro di prova sotto Filippo III aveva come segno la sola lettera G...

D'altro canto, però, il Bovi stesso, in un suo successivo studio ("Le monete di M. A. Leto", B.C.N.N., a.XXXV, n°1, gen-dic 1951), citando spesso la sigla CI (senza, purtroppo, darne spiegazione...), ci dice che essa è presente anche sui tornesi degli anni 1594-5-6-7-8 assieme alla sigla IAF

Allora mi chiedo: "Del Castiglio sì o Del Castiglio no?"...

Cosa ne pensi?

Ciao Galenus apprezzo il tuo interessamento e chissà che alla fine (anche con il tuo aiuto e magari di altri) forse ne verrò a capo........io che le studio da tempo su questo periodo e per questa moneta in particolare sinceramente, mi sarei un pò arenato.

Detto questo debbo subito rilevare che nel tuo intervento c'è qualcosa che non torna e cioè che Giovanni del Castiglio fu Maestro di Zecca "Reggente" e non Maestro di Prova, quindi la sigla CI non può essere sua in quanto CI è del Maestro di Prova.

Tieni presente questo dato, così come lo stò facendo io per la risoluzione.......che poi è quello concreto e cioè che tantissime monete recano la sigla GR (Germano Ravaschieri) fino al 1591.

La GR con VP è tutto normale, la IAF con CI è tutto normale, la MAL con CI è tutto normale (considerando CI Gaspare Giuno)ma la G con CI ? come ho detto è un'enigma da risolvere.

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Vi riporto adesso un passo del Bollettino del Bovi (non per ricordarlo ma studioso espertissimo della monetazione Napoletana e credo l'unico che abbia affrontato un pò il problema sigle) dove si legge chiaramente l'importanza delle sigle quando una moneta non è chiara, vuoi per la data, vuoi per l'assenza di essa, vuoi per altri motivi.

Ecco, questo è un classico esempio di come per alcune monete avvalendosi delle sigle si può determinare l'esatta classificazione temporale.................ma non sempre è così facile (anche se apparentemente sembra esserlo).

E' quello che stò cercando di fare per moltissime monete di questa Monetazione.

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Ciao Galenus apprezzo il tuo interessamento e chissà che alla fine (anche con il tuo aiuto e magari di altri) forse ne verrò a capo........io che le studio da tempo su questo periodo e per questa moneta in particolare sinceramente, mi sarei un pò arenato.

Detto questo debbo subito rilevare che nel tuo intervento c'è qualcosa che non torna e cioè che Giovanni del Castiglio fu Maestro di Zecca "Reggente" e non Maestro di Prova, quindi la sigla CI non può essere sua in quanto CI è del Maestro di Prova.

Tieni presente questo dato, così come lo stò facendo io per la risoluzione.......che poi è quello concreto e cioè che tantissime monete recano la sigla GR (Germano Ravaschieri) fino al 1591.

La GR con VP è tutto normale, la IAF con CI è tutto normale, la MAL con CI è tutto normale (considerando CI Gaspare Giuno)ma la G con CI ? come ho detto è un'enigma da risolvere.

Infatti il De Leo dovette aspettare la morte di Ravaschieri per poter comprare quella carica, hai ragione... Il de Sopo conferma che, spesso, i Maestri di Zecca percepivano per anni lo stipendio senza presenziare alle attività ma lasciando le decisioni a "reggenti"/delegati, pur mantenendo la prerogativa delle iniziali sulle monete.

Come ti ho detto, non sono per nulla ferrato nel periodo vicereale (che già di per sé è tutt'altro che semplice...), questa è un'ottima occasione per conoscerlo meglio.

Perché il MIR riporta Grimaldi come Maestro di Prova, mentre il De Sopo lo riporta come Maestro di Zecca?

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Ciao Galenus apprezzo il tuo interessamento e chissà che alla fine (anche con il tuo aiuto e magari di altri) forse ne verrò a capo........io che le studio da tempo su questo periodo e per questa moneta in particolare sinceramente, mi sarei un pò arenato.

Detto questo debbo subito rilevare che nel tuo intervento c'è qualcosa che non torna e cioè che Giovanni del Castiglio fu Maestro di Zecca "Reggente" e non Maestro di Prova, quindi la sigla CI non può essere sua in quanto CI è del Maestro di Prova.

Tieni presente questo dato, così come lo stò facendo io per la risoluzione.......che poi è quello concreto e cioè che tantissime monete recano la sigla GR (Germano Ravaschieri) fino al 1591.

La GR con VP è tutto normale, la IAF con CI è tutto normale, la MAL con CI è tutto normale (considerando CI Gaspare Giuno)ma la G con CI ? come ho detto è un'enigma da risolvere.

Infatti il De Leo dovette aspettare la morte di Ravaschieri per poter comprare quella carica, hai ragione... Il de Sopo conferma che, spesso, i Maestri di Zecca percepivano per anni lo stipendio senza presenziare alle attività ma lasciando le decisioni a "reggenti"/delegati, pur mantenendo la prerogativa delle iniziali sulle monete.

Come ti ho detto, non sono per nulla ferrato nel periodo vicereale (che già di per sé è tutt'altro che semplice...), questa è un'ottima occasione per conoscerlo meglio.

Perché il MIR riporta Grimaldi come Maestro di Prova, mentre il De Sopo lo riporta come Maestro di Zecca?

Se lo sapessi con certezza, anch'io mi sono fatto la stessa domanda, e l'unica risposta che mi sono dato è questa:

Il MIR credo abbia riportato il Grimaldi come maestro di prova traendolo dal Corpus mentre il De Sopo come maestro di zecca traendolo dal lavoro del Prota, nel cui lavoro però riferisce che trova sì notizie di questo maestro ma con precisione non gli è stato facile accertarsi di quale zecca ne fu maestro perchè la cedola Aragonese 8 e 9 in cui forse se ne poteva apprendere è mancante.

Io mi sono fatto un'idea, sempre analizzando le sigle, e ritengo che il dato del Corpus sia quello corretto, altrimenti la sigla G del maestro di Prova sulle monete del 1596 e 1598 di chi altro sarebbe ? e parliamo di monete in cui la sigla G si vede benissimo come la MIR 170/1 (Ducato)

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Ciao Galenus apprezzo il tuo interessamento e chissà che alla fine (anche con il tuo aiuto e magari di altri) forse ne verrò a capo........io che le studio da tempo su questo periodo e per questa moneta in particolare sinceramente, mi sarei un pò arenato.

Detto questo debbo subito rilevare che nel tuo intervento c'è qualcosa che non torna e cioè che Giovanni del Castiglio fu Maestro di Zecca "Reggente" e non Maestro di Prova, quindi la sigla CI non può essere sua in quanto CI è del Maestro di Prova.

Tieni presente questo dato, così come lo stò facendo io per la risoluzione.......che poi è quello concreto e cioè che tantissime monete recano la sigla GR (Germano Ravaschieri) fino al 1591.

La GR con VP è tutto normale, la IAF con CI è tutto normale, la MAL con CI è tutto normale (considerando CI Gaspare Giuno)ma la G con CI ? come ho detto è un'enigma da risolvere.

Infatti il De Leo dovette aspettare la morte di Ravaschieri per poter comprare quella carica, hai ragione... Il de Sopo conferma che, spesso, i Maestri di Zecca percepivano per anni lo stipendio senza presenziare alle attività ma lasciando le decisioni a "reggenti"/delegati, pur mantenendo la prerogativa delle iniziali sulle monete.

Come ti ho detto, non sono per nulla ferrato nel periodo vicereale (che già di per sé è tutt'altro che semplice...), questa è un'ottima occasione per conoscerlo meglio.

Perché il MIR riporta Grimaldi come Maestro di Prova, mentre il De Sopo lo riporta come Maestro di Zecca?

Se lo sapessi con certezza, anch'io mi sono fatto la stessa domanda, e l'unica risposta che mi sono dato è questa:

Il MIR credo abbia riportato il Grimaldi come maestro di prova traendolo dal Corpus mentre il De Sopo come maestro di zecca traendolo dal lavoro del Prota, nel cui lavoro però riferisce che trova sì notizie di questo maestro ma con precisione non gli è stato facile accertarsi di quale zecca ne fu maestro perchè la cedola Aragonese 8 e 9 in cui forse se ne poteva apprendere è mancante.

Io mi sono fatto un'idea, sempre analizzando le sigle, e ritengo che il dato del Corpus sia quello corretto, altrimenti la sigla G del maestro di Prova sulle monete del 1596 e 1598 di chi altro sarebbe ? e parliamo di monete in cui la sigla G si vede benissimo come la MIR 170/1 (Ducato)

Il MIR Napoli compie un ottimo lavoro di catalogazione monetale e, per gli ufficiali, si basa sulle diverse interpretazioni archivistiche maturate dal XIX sec. fino agli studi di Bovi. Dunque, quanto riporta non è certamente inventato, né errato a priori.

Lo stesso Bovi, a volte commenta che “il Prota li chiama mastri di zecca” o altro, pertanto se un’indagine bibliografica dev’essere fatta, va fatta su studi pregressi al MIR, il quale eredita ricerche consolidate.

Con i più cordiali saluti

sp

Modificato da mero mixtoque imperio
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Salute

c'è un articolo di Achille Giuliani sui maestri di Zecca napoletani"Gli zecchieri-bianchieri nella Napoli d'antico regime"in Monete Antiche di maggio-giugno 2012.

Forse non è schematizzato e meno preciso ma bisognerebbe confrontarlo

--Salutoni

-odjob

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Il MIR Napoli compie un ottimo lavoro di catalogazione monetale e, per gli ufficiali, si basa sulle diverse interpretazioni archivistiche maturate dal XIX sec. fino agli studi di Bovi. Dunque, quanto riporta non è certamente inventato, né errato a priori.

Buona domenica a tutti. Dal momento che si sta usando il MIR tra i riferimenti, non lo si ritiene affatto errato a priori, tutt'altro. Infatti peter1 si è detto d'accordo con quanto espresso dal CNI e poi ripreso dal MIR.

Lo stesso Bovi, a volte commenta che “il Prota li chiama mastri di zecca” o altro, pertanto se un’indagine bibliografica dev’essere fatta, va fatta su studi pregressi al MIR, il quale eredita ricerche consolidate.

Mi sembra che buona parte della bibliografia sinora citata (CNI, Bovi, Prota, De Sopo, Pannuti-Riccio) sia antecedente al MIR. Saluti.

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Salute

c'è un articolo di Achille Giuliani sui maestri di Zecca napoletani"Gli zecchieri-bianchieri nella Napoli d'antico regime"in Monete Antiche di maggio-giugno 2012.

Forse non è schematizzato e meno preciso ma bisognerebbe confrontarlo

--Salutoni

-odjob

Grazie Odjob, ho già letto ed esaminato accuratamente l'articolo di A. Giuliani (come potevo non farlo) è devo dire che il suo intento è stato quello di fornire i nominativi dei Maestri di Zecca che furono banchieri, ( e solo di quelli parliamo) tralascando quindi e giustamente tutti gli altri......per l'obiettivo che l'autore si è prefisso credo che sia un ottimo articolo.

Ho confrontato anche le date in cui essi esercitarono la funzione e non ho riscontrato lacune e dimenticanze.

Purtroppo, caro Odjob di questi signori c'è ne sono tantissimi.

Per quanto riguarda l'oggetto di questa discussione l'unico nominativo che attualmente può interessare è Germano Ravaschieri riportato come presente in zecca tranne l'interruzione con il "reggente" Giovanni del Castiglio, dal 1568 al 1591 e quindi in linea con quanto da me scritto riportato.

Colgo anche l'occasione, per esprimere un ben fatto al Sig. Giuliani per il lavoro svolto.

Un saluto

Modificato da peter1
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Il MIR Napoli compie un ottimo lavoro di catalogazione monetale e, per gli ufficiali, si basa sulle diverse interpretazioni archivistiche maturate dal XIX sec. fino agli studi di Bovi. Dunque, quanto riporta non è certamente inventato, né errato a priori.

Buona domenica a tutti. Dal momento che si sta usando il MIR tra i riferimenti, non lo si ritiene affatto errato a priori, tutt'altro. Infatti peter1 si è detto d'accordo con quanto espresso dal CNI e poi ripreso dal MIR.

Lo stesso Bovi, a volte commenta che “il Prota li chiama mastri di zecca” o altro, pertanto se un’indagine bibliografica dev’essere fatta, va fatta su studi pregressi al MIR, il quale eredita ricerche consolidate.

Mi sembra che buona parte della bibliografia sinora citata (CNI, Bovi, Prota, De Sopo, Pannuti-Riccio) sia antecedente al MIR. Saluti.

All'intervento dell'utente mero mixtoque imperio, credo che abbia già risposto correttamente l'utente Galenus......avrei scritto anch'io le stesse cose.

Ritornando in tema sigle la situazione riportata ai post 101-102-103-104 mi sembra abbastanza chiara, alla quale poi aggiungo anche il dato riportato da Galenus del De Sopo............per chi legge potete ben capire che non è facile capire a chi dare retta.

Il mio intervento su questa moneta è stato quello di cercare un aiuto ..... una qualsiasi notizia che potrebbe far risalire alla corretta attribuzione della sua sigla, ma come già è capitato altre volte vengo frainteso.

Desiderei quindi rimanere nel tema Maestri di Zecca, di Prova e Incisori.

Grazie

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Il MIR Napoli compie un ottimo lavoro di catalogazione monetale e, per gli ufficiali, si basa sulle diverse interpretazioni archivistiche maturate dal XIX sec. fino agli studi di Bovi. Dunque, quanto riporta non è certamente inventato, né errato a priori.

Buona domenica a tutti. Dal momento che si sta usando il MIR tra i riferimenti, non lo si ritiene affatto errato a priori, tutt'altro. Infatti peter1 si è detto d'accordo con quanto espresso dal CNI e poi ripreso dal MIR.

Lo stesso Bovi, a volte commenta che “il Prota li chiama mastri di zecca” o altro, pertanto se un’indagine bibliografica dev’essere fatta, va fatta su studi pregressi al MIR, il quale eredita ricerche consolidate.

Mi sembra che buona parte della bibliografia sinora citata (CNI, Bovi, Prota, De Sopo, Pannuti-Riccio) sia antecedente al MIR. Saluti.

All'intervento dell'utente mero mixtoque imperio, credo che abbia già risposto correttamente l'utente Galenus......avrei scritto anch'io le stesse cose.

Ritornando in tema sigle la situazione riportata ai post 101-102-103-104 mi sembra abbastanza chiara, alla quale poi aggiungo anche il dato riportato da Galenus del De Sopo............per chi legge potete ben capire che non è facile capire a chi dare retta.

Il mio intervento su questa moneta è stato quello di cercare un aiuto ..... una qualsiasi notizia che potrebbe far risalire alla corretta attribuzione della sua sigla, ma come già è capitato altre volte vengo frainteso.

Desiderei quindi rimanere nel tema Maestri di Zecca, di Prova e Incisori.

Grazie

Ci sono parecchi studi in corso di stampa o sotto referaggio, ricchi di ufficiali sconosciuti a tutta la bibliografia numismatica esistente.

Appena verranno pubblicati, potrà arricchire la discussione…senza uscire fuori tema.

Un saluto più che cordiale!

Modificato da mero mixtoque imperio
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E' mia idea che nel tempo il discorso sigle sia stato preso sottogamba, non volutamente sia chiaro, ma ogni tipo di pubblicazione ha avuto un obiettivo editoriale diverso e non tutte hanno quindi potuto approfondire questo aspetto che seppur interessante è stato spesso messo in secondo piano.

Per le future pubblicazioni noi appassionati di numismatica napoletana siamo qui in attesa così da poter saziare la nostra curiosità

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Awards

Da quando ho iniziato questa discussione credo che si sia sempre rimasti nel tema Sigle e Monete sui cui sono impresse. ;)

Ritornando per un attimo al discorso, quello che più mi sento di rilevare ed annotare è il semplice fatto di come mai accanto ai nominativi dei Maestri di Prova - Grimaldi e Giuno, riportati dal MIR non vi sia indicata la data della loro attività, anche se ripeto, i nominativi riportati, da un verifica sulle monete dove tali sigle compaiono e secondo un mio parere sono esatti.

A differenza di tutta la bibliografia citata (escluso il Corpus) il MIR è l'unico a riportare questi nominativi come Maestri di Prova sotto Filippo II.

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E' mia idea che nel tempo il discorso sigle sia stato preso sottogamba, non volutamente sia chiaro, ma ogni tipo di pubblicazione ha avuto un obiettivo editoriale diverso e non tutte hanno quindi potuto approfondire questo aspetto che seppur interessante è stato spesso messo in secondo piano.

Per le future pubblicazioni noi appassionati di numismatica napoletana siamo qui in attesa così da poter saziare la nostra curiosità

Ciao Layer, oggi per far capire la grandezza è l'importanza di queste persone, mi sono preso la briga di contarli; fino a Filippo II (compreso) che è il periodo che stò perfezionando abbiamo ben 60 Maestri di Zecca, 14 Maestri di Prova e 29 Incisori, il nocciolo più folto lo si trova sotto il regno di Roberto d'Angiò con ben 15 Maestri di Zecca. ;)

Modificato da peter1
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Osservate questa catalogazione di moneta da Ducato - Filippo II

Vabbè che il Pannuti e Riccio non hanno dato molto interesse alle Sigle, ma la moneta a Riferimento reca la sigla C "tagliata" .........almeno una noticina per rilevare l'errore del Corpus, così come hanno fatto con le altre, potevano anche inserirla...........Se ne saranno accorti ?

Hanno seguito a ruota con i riferimenti anche il MIR e il D'Andrea/Andreani/Perfetto :shok:

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Osservate questa catalogazione di moneta da Ducato - Filippo II

Vabbè che il Pannuti e Riccio non hanno dato molto interesse alle Sigle, ma la moneta a Riferimento reca la sigla C "tagliata" .........almeno una noticina per rilevare l'errore del Corpus, così come hanno fatto con le altre, potevano anche inserirla...........Se ne saranno accorti ?

Hanno seguito a ruota con i riferimenti anche il MIR e il D'Andrea/Andreani/Perfetto :shok:

Non ho ben compreso...

La moneta chiaramente riporta le sigle IAF/G. L'errore è stato di chi ha compilato il CNI, infatti anche osservando l'immagine della moneta presente in tavola VI al n°9 si vede chiaramente che si tratta di una G e non di una CI.

Tra l'altro se proprio vogliamo andare in fondo anche nel Cagiati ai n°22-23-24 la moneta viene descritta con la sigla G.

Se poi osservi l'immagine della moneta pubblicata sul MIR (n°170/1) puoi osservare che si tratta di una G.

Quale sarebbe la mancanza???

Che il P/R non ha segnalato l'errore del CNI???

Il CNI nonostante sia ancora oggi un'opera fondamentale, purtroppo ha di questi errori (d'altronde è normale vista la mole del materiale trattato).

Poi mancanza che a tuo dire gli altri autori seguono a ruota... anche questa credo di non averla capita... ma la faccina che hai messo al termine della frase che qui ripeto :shok: , lascia comprendere il TUO stupore riguardo a quella che TU ritieni una mancanza.

Se il buon Peter1 osserva l'inizio della pagina 153 del CNI si legge Anno 1596 sigle IAF e G.

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Quindi io a questo punto non parlerei nemmeno di errore del CNI in quanto la moneta è stata inserita al posto giusto, ma di un semplice refuso del compilatore.

Ma se si fosse fatto un doppio riscontro di riferimenti il problema non si sarebbe proprio posto (cosa che di certo i compilatori del P/R e di chi ha seguito a ruota ha fatto).

Mi spiego meglio.

Al n°1269 il CNI riporta una moneta con riferimento al Cagiati n°24 ed appartenente alla collezione Fusco; Verificando sul Cagiati tutto torna.

Al n°1270 (moneta oggetto dell'omissione) come riferimento abbiamo l'appartenenza alla CR, ma in tavola VI al n°9 abbiamo l'immagine e si vede bene che si tratta di una G (a conferma quindi che si tratta di un refuso).

Al n°1271 abbiamo una segnalazione di un'altra moneta con la CI al posto della G e come rifermento viene riportato il n°25 del Cagiati e moneta appartenente alla collezione Gnecchi. Confrontando il riferimento sul Cagiati troviamo due sorprese... la prima è che non c'è la n°25; ma alla n°23, accompaganto da un bellissimo disegno del Tufano, troviamo l'esemplare della collezione Gnecchi e, seconda sorpresa, guarda caso la sigla è la G (un doppio refuso e non segnalato nè dal P/R nè da chi ha seguito a ruota ... a meno che non sia sugli aggiornamenti del Cagiati, ma non mi va di controllare :P).

Ma perchè il P/R ha inserito come riferimento la n°1270 (con il refuso) e non per esempio la n°1269 (senza il refuso)? Probabilmente perchè se si nota i riferimenti del P/R fanno capo a monete di cui è presente l'immagine nelle tavole.

Forse gli autori del P/R e gli altri che hanno seguito a ruota, non hanno avuto interesse ad evidenziare i refusi commessi da altri, perchè è normale sbagliare quando si scrive, nonostante ci si metta tutta l'attenzione del caso.

E' vero altresì che se il P/R avesse fatto presente l'incongruenza e chi ha seguito a ruota avesse fatto altrettanto, come avrebbero fatto i cacciatori di errori (o di refusi) che compaiono ad ogni nuova pubblicazione a sottolineare queste mancanze tralasciando tutto di quanto esatto è stato scritto, ma mettendo in evidenza (sperando forse in un po di gloria personale, o col mero tentativo di screditare l'opera) solo qualche errore!!!

Quindi, ricapitolando, vediamo se è giusto ciò che ho compreso io dal messaggio quotato di Peter1.

Peter1 si è meravigliato ( o stupito in base alla faccina inserita) che il P/R e gli autori che lo hanno seguito a ruota, non abbiano segnalato l'errore, ma che a questo punto sappiamo si tratta di un refuso, della sigla riportata sul CNI.

Da ciò si può dedurre che un autore quando scrive, oltre a stare attento a ciò che sta scrivendo, deve fare attenzione anche ad non omettere questi particolari... altrimenti la caccia è sempre aperta...

PS.

Che moneta spettacolare!!!

Modificato da fedafa
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Come primo atto dovuto mi sottraggo dal replicare a provocazioni del tipo " Cacciatori di errori", "Gloria personale" , Screditare l'opera" perchè non rientrano nel mio linguaggio Numismatico.

Mi fa piacere che a rispondere sia stato uno degli autori dei volumi interessati..........E' CHIARO CHE TUTTA LA FASE INIZIALE DELL'INTERVENTO E' BASATO SU QUANTO HO RILEVATO è quindi per me non è una novità.

Questa volta però per non dar corso a polemiche ......mettiamola così, brevemente............Mi sono messo in testa il compito di portare alla luce tutti i refusi di questa Monetazione per non tramandarli ai posteri.

Chi ha compilato il Corpus ha fatto un "refuso", il Pannuti e Riccio hanno fatto un lavoro a dir poco lodevole, spulciando tutte le monete presenti nel Corpus aggiungendone altre (ma comunque non esenti da annotazioni....questa è la parola giusta e non mancanza, termine da me non usato), ma chi è venuto dopo, molto tempo dopo ed ha avuto un pò come dire "il piatto servito a tavola" con l'avvento anche di nuova tecnologia che altri non hanno avuto, non credi che questi refusi doveva annotarli?...così come semplicemente è stato fatto in questa discussione; si è anche potuto scegliere di non farlo......certo, ognuno è libero di scrivere ciò che ritiene opportuno riportare, ma rilevo che dopo cinque pubblicazioni (e questo è un dato di fatto) ancora ci sono monete in cui ad esempio la lettera G è riportata C ed altro che non stò qui ad elencare............forse chi stà prendendo appunti per una Sesta uscita e chi ne voleva sapere di più su questo Ducato, dovrà ringraziare anche Peter1

A proposito di questo Ducato, che è quello che più mi interessa di questo intervento e su questo sono daccordo con te....bellissimo, è che Peter1 voleva capire se (non so se agli altri appassionati interessa) il Ducato con la sigla C "tagliata" esiste........tu credi di avermi dato una risposta ?

Hai scritto > ma perchè il P/R ha inserito come riferimento la n. 1270 (con il refuso) e non per esempio la n. 1269 (senza il refuso) ecc. ecc.

Io aggiungo.........perchè il Bovi al n. 109 riporta il Ducato con IAF C "tagliata" (oggetto del refuso) e poi successivamente al n.111 un'altro Ducato con le sigle IAF/G (di cui c'è anche la foto).....continuo......... perchè il CNI al n. 1273 riporta un'altro Ducato con la sigla IAF C "tagliata" appartenente alla Coll. Catemario che il Bovi non riporta anche.

Ecco la confusione che ne viene fuori per non aver scritto una semplice noticina........ e così sarà per gli altri che verranno !!

Ma quale cacciatore di errori, qui si tratta di persone che studiano......mio caro.

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