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IGNORED

Grosso Agontano-Ancona


Utente.Anonimo3245

Risposte migliori

per me sono la traccia di un processo tecnologico che il conio subiva, anche se non riesco ad associarlo ad alcuna operazione di incisione o preparazione.

Proprio così. Bravo Magdi! :)

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Forse l'incisore con un piccolo trapano ha segnato con tanti piccoli punti gli spazi per la distribuzione degli elementi sul conio e successivamente quanto ha segnato il conio coi vari punzoni questo puntino è rimasto fuori...

anche se nel mio caso è talmente piccolo che si poteva anche lasciare, in alcuni casi postati da miroita mi suona strano che non l'abbiano eliminato visto che sarebbe rimasto ben visibile.

Spiegatemi, perché mi sfugge qualcosa (as usual :D)

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per me sono la traccia di un processo tecnologico che il conio subiva, anche se non riesco ad associarlo ad alcuna operazione di incisione o preparazione.

La cosa strana è che sia sempre sopra un braccio della croce.

Forse il processo tecnologico (?) era un pochino troppo concentrato e non casuale.

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  • 4 mesi dopo...

Questo l'ho appena visto sul nuovo catalogo d'asta n. 64 di Varesi, lotto 627.

Siccome è estremamente raro e mancava dalla rassegna di questa discussione ve lo propongo.

Naturalmente si tratta di un agontano di seconda generazione, visto il peso di gr. 1,30, ed attribuito al periodo 1337-1355 (Repubblica di Chiusi).

D/ + DE CLVSIO / croce patente

R/ S SILV_ESTER / il santo stante e benedicente, con il pastorale sulla mano sinistra

post-11314-0-42743400-1393327006_thumb.j

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Modificato da miroita
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Peccato che non ci siano informazioni archivistiche su Chiusi. Essendo andato tutto perduto risulta anche difficile poter fare un lavoro simile a quello di altre zecche minori come Massa di Maremma nelle quali, invece, le fonti ci sono.

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Buongiorno a voi,

miroita molto probabilmente ha ragione. Bisognerebbe fare ricerche dettagliate magari negli archivi di quelle città che hanno governato Chiusi, come Perugia o Orvieto.

Inoltre rimane ancora da scoprire chi sia il san Silvestro del grosso chiusino. Infine manca un censimento completo degli esemplari realmente esistenti (e autentici!)... ;)

Cordialmente, Teofrasto

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Buongiorno a voi,

miroita molto probabilmente ha ragione. Bisognerebbe fare ricerche dettagliate magari negli archivi di quelle città che hanno governato Chiusi, come Perugia o Orvieto.

Inoltre rimane ancora da scoprire chi sia il san Silvestro del grosso chiusino. Infine manca un censimento completo degli esemplari realmente esistenti (e autentici!)... ;)

Cordialmente, Teofrasto

Perché? E' forse in dubbio che si tratti del San Silvestro abate, nato ad Osimo circa il 1177 e morto nel 1267 presso il monastero di Montefano di Fabriano, fondatore dell'ordine dei benedettini Silvestrini?

Tra gli altri, fu da lui fondato dopo il 1248 un monastero, dedicato ai Santi Marco e Lucia di Sambuco, in località Valfabbrica (PG) che in linea d'aria dista poco più di 50 km da Chiusi.

Modificato da miroita
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@@miroita

la distanza di 50 km e un monastero fondato in territorio umbro nemmeno a suo nome credo non basti per confermare l'ipotesi di collegare S.Silvestro abate alla città di Chiusi

Modificato da scacchi
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... nato ad Osimo circa il 1277 e morto nel 1267...

... Un abate nato morto!!!??? :blum:

Scherzi a parte, no, non è certo che sia lui e la rappresentazione che ne viene data sulla moneta non aiuta a dissolvere i dubbi.

Ma d'altra parte che c'azzecca papa Silvestro con la storia di Chiusi? Boh!!!???

Un applauso a chi si fa venire una buona idea. Buona serata, Teofrasto

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  • 1 mese dopo...

Stamane, in edicola, ho trovato il nuovo numero de Il Giornale della Numismatica (N. 4 |Aprile 2014 (27).

All'interno c'è un articolo sui grossi agontani della zecca di Chiusi a firma di Mirco Vagnini, a cui faccio i miei complimenti.

Davvero molto interessante. E con delle "primizie" !

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@@scacchi

Finalmente sono riuscito a leggere l’articolo di Mirco riguardo la variante inedita del grosso di Chiusi.

Ho molto apprezzato l’approccio storia-numismatica con cui è stato affrontato il tema. Inoltre la scrittura è comprensibile e adeguata anche a chi, come me, non conosce approfonditamente la monetazione. Opportuna la visione di tutte le varianti censite che consente un confronto dei diversi stili d’incisione. La presenza del giglio è molto intrigante: forse riferito a qualche maestranza in particolare? Insomma, non posso fare altro che complimentarmi con l’Autore e ringraziarlo per non aver fatto sprofondare la moneta in un ingiusto oblio. Un contributo di divulgazione era obbligatorio e come sempre scacchi si è confermato molto attento a queste circostanze. Ora, attendiamo con ansia il prossimo studio di Bazzini. Un grazie anche al collezionista che ha permesso la pubblicazione dell’immagine della moneta in oggetto.

Molto, molto bene :)

Cari saluti

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