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Hoards romano britannici del III secolo e ipotesi.


Illyricum65

Risposte migliori

Ciao,

Agosto volge al termine... in questi ultimi giorni si è discusso molto (e animatamente) di questioni strettamente connesse alla numismatica, ma non numismatiche in senso stretto del termine... quindi, come già ha detto Mirko in un altro post... torniamo a parlare di monete!

riprendo l'inizio dell'amico Grigioviola e... propongo alcuni dati da commentare assieme su tre hoard romano-britannici. Per prima cosa, però, un'inquadratura storica sul territorio interessato dai rinvenimenti di cui sopra.

CAMULODUNUM

Colchester è una città situata nell' Essex (Inghilterra), a Est di Londra. Sorge sul fiume Colne e conta una popolazione di poco superiore ai 100 000 abitanti.

In epoca preromana in zona si ergeva uno dei più grandi oppidum britannici (nell’attuale area di Gosbeck* -vedi in seguito); Colchester fu il primo importante insediamento romano in territorio britannico, dopo la conquista a opera dell'imperatore Claudio nel 43 d.C, il quale sbarcò nel Kent e dopo alcuni scontri militari qui ricevette un'accoglienza trionfale, tanto che vi fu eretto un tempio in suo onore.

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Invasione di Claudio (freccia rossa).

Prima della conquista romana, il centro abitato celtico si chiamava Camuloduno, come riferisce Plinio il Vecchio (Storia Naturale, libro II - 187). "Camuloduno", significa "fortezza (dun) di Camulo", dio della guerra celtico, l'equivalente del Marte romano. I Romani latinizzarono il toponimo in "Camulodunum". A Colchester risiedette per alcuni anni la Legio XX Valeria Victrix che vi costruì un forte legionario e nel 48 fu trasferita a Glevum (Glouchester). La città fu la prima capitale della nuova Provincia della Britannia.

Secondo Tacito, Budicca, regina della tribù britannica degli Iceni, fu umiliata dai Romani e per vendicarsi animò una rivolta contro di loro: nel 61 d.C. attaccò la fortezza di Camulodunum radendola a suolo.

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Foto della statua dedicata a Londra a Boudicca

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Ricostruzione ipotetica della distruzione della fortezza

Una volta sedata la rivolta i Romani ricostruirono la città dal 65 al 68, la circondarono con robuste mura (delle quali esistono tuttora vari tratti) per una lunghezza di circa 2800 metri.

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Mura romane con bastione

Conseguentemente alla rivolta e alla seguente distruzione, Londinium divenne la capitale provinciale in sua vece. La città fu poi colonia romana, chiamata, secondo un'iscrizione che risale al II secolo, Colonia Vitricensis. E da qui deriva il nome odierno Colchester, (da Col, colonia, e chester, fortezza).

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Gli scavi archeologici nel corso di molti anni, hanno rivelato che Colonia Vitricensis era una città importante e raffinata. Gli ampi consumi erano soddisfatti con la produzione di massa e il commercio internazionale.

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Vi esisteva un teatro (da 3000 posti),

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almeno 8 templi tra cui quello di Claudio,

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l'approvvigionamento idrico era pubblico, erano presenti oltre 40 forni per la ceramica, per il vetro, c’erano officine di fusorie e nell’insieme, un importante complesso industriale.

Grandi case di città sono stati scoperte, dotate di riscaldamento a pavimento e con pavimenti molto raffinati decorati a mosaico.

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In pratica svolgeva il compito che spettava quasi "istituzionalmente" alle Colonie: promulgava efficacemente lo stile di vita romano nelle popolazioni della zona, diffondendo la "Romanitas". Nel territorio a sud sorse anche un Circo Equestre.

http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/england/8200152.stm

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Merita una visita il Colchester Castle Museum che sorge laddove si ergeva il forte romano.

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Alcuni manufatti ivi custoditi:

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Statua di Mercurio, dall'area dell'oppidum romanizzato, precisamente da un tempio (vedi in seguito Gosbeck). Una delle migliori statue bronzee di epoca romane rinvenute in Britannia.

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La Sfinge di Colchester: rinvenuta sulla strada principale da Colchester a Londra. La pietra è di origine francese ed è attribuita la periodo 43-55 d.C.

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Vaso scoperto nel 1848 a West Lodge; rappresenta quattro gladiatori, sopra sono indicati i nomi di Secundus, Memnon, Mario e Valentinus. Si tratta di una delle opere di maggior pregio tra le ceramiche Romano-Britanniche.

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Stele funeraria di Marcus Favonius Facilis, officiale romano della XX Legio. In origine dipinta con colori brillanti, la presenza di un ramo nella mano destra indica che Marcus era un Centurione.

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Stele funeraria di Longinus Sdapeze, ufficiale di cavalleria. Rappresentato mentre, a cavallo di un destriero calpesta un nemico, reggeva una lancia nella destra. Morì attorno al 43-49 d.C.

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Subito fuori la Head Gate si trova la chiesa paleocristiana: databile al 320-340 d.C., è la prima sorta sul suolo d’Inghilterra su un terreno prima adibito ad uso sepolcrale (furono scavate centinaia di inumazioni negli anni ’70 e altre furono distrutte da una cava attiva in epoca vittoriana).

Alcuni links di approfondimento su Colchester:

http://www.thecolchesterarchaeologist.co.uk/wp-content/uploads/2011/07/Italian-guide.pdf

http://www.camulos.com/virtual/heritage/brochuretownwallit1.pdf

E talvolta salta fuori qualche altro edificio:

http://www.antikitera.net/news.asp?ID=1517

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Alcuni cenni su Gosbeck, l'area dove si ergeva l'oppidum pre-romano che svolse in seguito funzione di abitato romano-britannico collegato a

*Gosbeck si trova circa 3 km a sud-est di Colchester ed era la residenza del re tribale della zona (i Trinovanti).

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Rapporti tra Colonia Vitricensis e l'area di Gosbeck.

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All’atto della conquista di Claudio il regnante era Caratacus, figlio di Cunobelin, che comandava su una ampia regione dell’area sud-orientale britannica, tanto che Svetonio lo appella col titolo di “Britannorum Rex”.

Nell’area dell’abitato celtico fu costruito uno dei teatri romani più grande della Britannia (circa 5000 persone di capienza)

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e un tempio romano-celtico.

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A questa struttura è riferibile il Mercurio di Colchester, una delle migliori statue romane della Britannia Romana, rinvenuta nel 1945 durante un’aratura. L’area è attualmente sede di un Parco Archeologico, e le varie caratteristiche storiche sono spiegate sul sito.

Sempre nell’area dell’insediamento celtico, in località Stanway, fu eretto a presidio un forte ausiliario con bastioni in terra e palizzate lignee, contenente 500 tra fanti e cavalieri (Cohors Equitata).

http://www.camulos.com/gosbecks.htm#roman

Ciao

Illyricum

;)

Modificato da Illyricum65
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Alla luce dell'evidenza storica di cui sopra sorge spontanea una domanda:

Possibile che un' area britannica frequentata dal 43 al 410 d.C. non abbia dato testimonianze relative al fenomeno dell' hoarding monetale ?

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Un hoard esposto al Colchester Museum

Nel marzo 2011 in località Hyderabad and Meeanee Barracks, in una zona con edifici collegate all’esercito a circa 500 metri a nord della città romana sono stati rinvenuti due vasi, uno dei quali contenenti 1247 monete databili dal 251 al 271 d.C. (ovvero da Treboniano Gallico a Vittorino). Il deposito è stato consegnato al British Museum per le analisi del caso.

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Hoard durante lo scavo

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Dettaglio del vaso dopo la prima ripulitura

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Il vaso dopo il recupero

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Momenti dell'estrazione e recupero delle monete

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Dettagli delle monete ed un particolare con antoniano di Quintillio in evidenza

http://www.pasthorizonspr.com/index.php/archives/05/2011/buried-savings-recovered-after-1740-years

http://www.thehistoryblog.com/archives/date/2011/05/20

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Nel 1983 in località Oliver’s Orchard (nell’area meridionale dell’oppidum celtico)

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un fattore locale ne ha rinvenuti ben 3 per un totale di circa 6000 monete.

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Il ristretto arco di tempo rappresentato fa ritenere che siano stati raccolti dalla medesima famiglia o gruppo umano in un periodo storico intercorso attorno alla fine dell’Impero Gallico. L’hoard I è costituito da monete di Postumo, il II e il III terminano attorno al 273 e 274 rispettivamente. Vi segnalo in merito questo interessante articolo:

http://cat.essex.ac.uk/reports/CNL-report-0013.pdf

Questo l'elenco degli imperatori presenti:

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Alcune monete:

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Trajan Decius, AD 249-251, AR antoninianus (21mm, 3.86gm, 6h), Rome. IMP C M A Q TRAIANVS DECIVS AVG. Radiate, cuirassed bust right. R: DACIA. Dacia standing left, holding wolf's-head "draco" standard. RIC IV, 12b; RSC 16; S 9368. Very Fine or better, attractively toned, two flan cracks.
Provenance: ex Robert Golan; from the Oliver's Orchard Hoard, Essex, 1983.
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POSTUMUS

Billon Antoninianus, c265-8AD., c19-21mm, c4.4g.
IMP C POSTVMVS P F AVG - Rad. dr. bust r./
PAX AVG - Pax stg. l., hldg. olive-branch & sceptre.

M. of Cologne.

RIC318, RSC3, RCV10967.

Olivers Orchard hoard, Colchester 1983. Ex. I. Buck collection

Entrambi da VCoins.com

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Postumus, Principal Mint, Normanby 1332 (Series III, Phase 2)

IMP C POSTVMVS P F AVG, Radiate, draped and cuirassed bust right.
FELICITAS AVG, Felicitas standing left.
Normanby 1332.
Oliver's Orchard hoard.

da http://www.forumancientcoins.com/gallery/displayimage.php?album=3226&pos=17

Una serie di Postumo:

http://coins.lib.virginia.edu/results?q=collection_facet:%22Coins%20of%20Postumus%20in%20the%20Oliver%27s%20Orchard%20Hoards%22&start=0

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Sulla base delle caratteristiche di questi ritrovamenti sono state formulate dall’Università della Virginia alcune considerazioni:

  • che verosimilmente prima della riforma di Postumo gli abitanti dell’Impero Gallico disdegnavano le monete “centrali” oppure il volume commerciale tra Britannia e Impero Centrale era esiguo.
  • se ci fu rallentamento del commercio, allora quello tra Britannia e Impero Centrale riprese dopo il 268.
  • Le monete di Postumo del hoard I presentano una maggior concentrazione in quelle emesse entro il 268 (pre-riforma)?

http://www.virginia.edu/artmuseum/VirtualExhibitions/Coins/hoard_overview.html

E queste sono alcune teorie proposte

  • secondo King fu proprio dopo il 268 che nella Gallia (e quindi in Britannia) iniziò il fenomeno delle imitative (King, C. E. "The Circulation of Coin in the Western Provinces A.D. 260-295" in The Roman West in the Third Century, ed. Anthony King and Martin Henig (Great Britain: BAR International, 1981), part I, pp. 89-126).
  • ad esempio quella che con il decadimento del valore degli antoniniani dell’Impero Gallico, le monete “centrali” divennero appetibili, come si può constatare dalla distribuzione nei tre gruppi ovvero che con la diminuzione del valore delle monete galliche le monete romane già fortemente degradate divennero più accettabili per lo scambio anche nell'Impero Gallico.
  • sulla base di queste considerazioni pertanto si troverebbe il perché l’hoard I presenti solo monete galliche (Postumo pre-riforma nella maggior parte) e negli hoard II e III siano caratterizzate dalla commistione di monete dell’Impero Gallico e Centrale.

Che ne pensate?

Ciao

Illyricum

:)

PS: sono stati utilizzati anche dati tratti da

http://www.roman-britain.org

e la "solita" Wikypedia ;)

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Ciao,

riprendo l'inizio dell'amico Grigioviola e... propongo alcuni dati da commentare assieme su tre hoard romano-britannici. Per prima cosa, però, un'inquadratura storica sul territorio interessato dai rinvenimenti di cui sopra.

CAMULODUNUM

Colchester è una città situata nell' Essex (Inghilterra), a Est di Londra. Sorge sul fiume Colne e conta una popolazione di poco superiore ai 100 000 abitanti.

In epoca preromana in zona si ergeva uno dei più grandi oppidum britannici (nell’attuale area di Gosbeck* -vedi in seguito); Colchester fu il primo importante insediamento romano in territorio britannico, dopo la conquista a opera dell'imperatore Claudio nel 43 d.C, il quale sbarcò nel Kent e dopo alcuni scontri militari qui ricevette un'accoglienza trionfale, tanto che vi fu eretto un tempio in suo onore.

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Invasione di Claudio (freccia rossa).

Prima della conquista romana, il centro abitato celtico si chiamava Camuloduno, come riferisce Plinio il Vecchio (Storia Naturale, libro II - 187). "Camuloduno", significa "fortezza (dun) di Camulo", dio della guerra celtico, l'equivalente del Marte romano. I Romani latinizzarono il toponimo in "Camulodunum". A Colchester risiedette per alcuni anni la Legio XX Valeria Victrix che vi costruì un forte legionario e nel 48 fu trasferita a Glevum (Glouchester). La città fu la prima capitale della nuova Provincia della Britannia.

Secondo Tacito, Budicca, regina della tribù britannica degli Iceni, fu umiliata dai Romani e per vendicarsi animò una rivolta contro di loro: nel 61 d.C. attaccò la fortezza di Camulodunum radendola a suolo.

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Foto della statua dedicata a Londra a Boudicca

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Ricostruzione ipotetica della distruzione della fortezza

Una volta sedata la rivolta i Romani ricostruirono la città dal 65 al 68, la circondarono con robuste mura (delle quali esistono tuttora vari tratti) per una lunghezza di circa 2800 metri.

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Mura romane con bastione

Conseguentemente alla rivolta e alla seguente distruzione, Londinium divenne la capitale provinciale in sua vece. La città fu poi colonia romana, chiamata, secondo un'iscrizione che risale al II secolo, Colonia Vitricensis. E da qui deriva il nome odierno Colchester, (da Col, colonia, e chester, fortezza).

Non sarebbe meglio usare "ripostigli", "tesoretti" aut similia invece di "hoards"?

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Ciao Okt,

il titolo "Hoards romano britannici del III secolo e ipotesi." è solo parziale rispetto a quello inizialmente pensato: "Hoards romano britannici del III secolo e ipotesi circa i motivi dei loro interramenti". Utilizzando il più corretto "Depositi monetali" anzichè il termine "Hoards" avrei ottenuto un titolo ancora meno esplicativo sul contenuto e inoltre non avrei colpito l'attenzione di quanti interessati al tema e ai quali il termine "hoard" fa capire subito il tema trattato, ovvero (di norma), i depositi monetali provenienti dalla Britannia romana.

Nel testo c'è sicuramente qualche "hoard" ma trattandosi di depositi britannici e traducendo testi inglesi è chiaro che alcune parole "passano" specie quando sono chiare come significato (Metal detector non lo tradurrei Cercametalli ma lo manterrei in inglese senza pensarci su troppo).

Colgo l'occasione per ringraziare Sator per la manifestazione d'apprezzamento per questa ricerca.

Ciao

Illyricum

:)

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Colgo l'occasione per ringraziare Sator per la manifestazione d'apprezzamento per questa ricerca.

Ciao

Illyricum

:)

Grazie a te che ci metti al corrente di notizie altrimenti difficili da reperire!!! Non sapevo di questo ritrovamento, e devo dire, secondo me, ogni ripostiglio è unico per la sua storia..... davvero ottimo approfondimento!

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Notate come nella foto grande sopra la didascalia "Momenti dell'estrazione e recupero delle monete" (post #5) la restauratrice sia rilevando la "stratigrafia" del tesoretto. Non so quanto i risultati ricavati da questa procedura siano veramente attendibili, ma l'immagine è sicuramente affascinante :)

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Ciao Paleologo,

Notate come nella foto grande sopra la didascalia "Momenti dell'estrazione e recupero delle monete" (post #5) la restauratrice sia rilevando la "stratigrafia" del tesoretto. Non so quanto i risultati ricavati da questa procedura siano veramente attendibili, ma l'immagine è sicuramente affascinante :)

in effetti quando le monete sono raccolte in un vaso cercano sempre di rimuoverle segnalando la posizione di ciascuno per evidenziare se ci sia una stratigrafia nella deposizione delle stesse. In pratica compiono un "micro-scavo archeologico". In certi casi sembra dare risultati:

http://www.virginia.edu/artmuseum/VirtualExhibitions/Coins/hoard2_strat.html

http://en.m.wikipedia.org/wiki/File:Frome_Hoard_Plan_of_the_pot_in_situ.jpg

Ciao

Illyricum

:)

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Complimenti per l'utile e preziosa ricerca che hai presentato!

Credo che per molti come me, che non hanno le tue conoscenze, sia di importante arricchimento culturale!

Grazie!

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Mi sento in dovere di dire che trovo delizioso questo post, che ho letto per caso non essendo appassionato del periodi precedenti al medioevo, che, anzi, normalmente evito con colpevole ignoranza.

Senza citare lo stile e la competenza di Illyricum65 che sono ammirevoli.

Veramente un grazie sentito!

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Awards

Ciao,

con il seguente post per prima cosa intendo ringraziare vivamente coloro che hanno espresso il loro apprezzamento per questa ricerca. :D

In seconda istanza volevo rimarcare alcuni punti che speravo accendessero una discussione sulle evidenze storiche fornite dai tre depositi di Oliver’s Orchard; se le ipotesi formulate dalla Virginia University risultassero corrette si tratterebbe di un caso esemplare in cui si ha una testimonianza della correttezza della Legge di Gresham (“Moneta cattiva scaccia quella buona”).

Un primo hoard (I) costituito da 1558 monete, con ben 904 monete di Postumo (898 pre e 6 post-riforma) che costituiscono il 100% di monete dell’Impero Gallico; i rimanenti 641 sono dell’Impero Centrale, con 445 di Valeriano, Gallieno e famiglia, 197 dall’inizio del III secolo (scarsi severiani) a Treboniano Gallico e 2 sporadiche del II secolo. Sono nella stragrande maggioranza antoniniani, 2 denari (Severo Alessandro) e due bronzi grosso modulo (sono presenti 4 esemplari tra hoard I e II e sono Assi e Dupondii estremamente circolati ed abrasi, ricordanto quanto notato nel Ripostiglio di Biassono.

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Due bronzi del II secolo dal deposito.

L’ipotesi è che sia stato interrato attorno al 268/269 e che si sia celata perloppiù la “moneta buona”: denari ed antoniniani della I metà del III secolo, monete di Postumo pre-riforma (a maggior contenuto di argento).

Se così fosse abbiamo comunque 445 monete di Valeriano e Co. : furono accantonate perché ancora nel flusso monetale e comunque accettate per la loro (scarsa ma presente) quantità di argento? Se l’ipotesi formulata è corretta si tratterebbe di monete dell’Impero Centrale che erano rimaste in circolazione all’interno di quello gallico.

http://coins.lib.virginia.edu/results?q=city_facet:%22Colchester%22%20AND%20collection_facet:%22The%20Oliver%27s%20Orchard%20Hoard%22

L’hoard II è successivo e rappresenterebbe una ripresa della circolazione monetale di antoniniani dell’Impero Centrale nei territori gallici; questo sarebbe espresso dalla presenza di ben 1397 monete del periodo Valeriano I – Aureliano sui 4071 totali. Sono raccolte anche 10 monete pre-Valeriano (8 prima metà del III secolo, 2 bronzi di Tito e Domiziano). La percentuale di Postumo post-riforma aumentano (159 su 533) pur calando nel numero totale emesso a sua titolatura.

L’hoard III mi pare grossomodo essere sovrapponibile al II nei caratteri generali; è più piccolo numericamente (484 totali) ma le “Centrali” sono più del 50% del totale (256). Ciò potrebbe rappresentare la ripresa della circolazione “centrale” a scapito di quella “gallica”(forse le zecche erano state chiuse?).

Al di là del discorso più prettamente numismatico mi pare interessante la lettura della composizione dei depositi come testimonianza indiretta della rarefazione degli scambi commerciali tra i territori dei due Imperi, cosa probabile ma non testimoniata chiaramente né dalle fonti storiche scritte, abbastanza lacunose e incerte, nè da quelle archeologiche (in realtà le lacune documentali per il periodo sono particolarmente evidenti nella stessa Britannia dove ad esempio si ha la probabile testimonianza di una visita sull’isola da parte di Postumo esclusivamente sulla base numismatica, ovvero la presenza di monete con legenda NEPTVNO REDVCI). Personalmente ritengo comunque che alcuni circuiti commerciali consolidati da tempo siano rimasti attivi, magari a livello semi-clandestino.

In realtà mi sono sempre chiesto quali fossero i rapporti tra i due Imperi. Se pensiamo all’Impero Gallico abbiamo politicamente un comportamento molto “ondivago”: dapprima abbiamo un aperto scontro – non dimentichiamo che Postumo uccide Silvano e Salonino, il Cesare figlio di Gallieno, per salire al trono. Si impossessa di una parte dell’Impero (Gallia, Spagna e Britannia) e, nonostante Gallieno e l’esercito fossero spesso impegnati in Oriente o contro popolazioni barbariche, evita di ampliare i suoi possedimenti quasi a non voler stimolare una pesante reazione. Non solo ma dopo una campagna militare ai risultati altalenanti (265) e la seguente rinuncia di Gallieno alla riconquista dei territori occidentali perduti, Postumo ha la possibilità, grazie all’ “offerta” di Aureolo, di calare in Italia (268) ma evita di farlo.

Per l’Impero Centrale si profila in pratica una situazione simile a quella orientale, dove Odenato usurpa un territorio che fa da cuscinetto tra le frontiere orientali dell’Impero Romano e quello sassanide e viene tollerato inizialmente, probabilmente per svolgere questa funzione, dai regnanti romani. Probabilmente Gallieno è costretto dagli eventi concomitanti (vuoi perché distratto da scontri su altri fronti, vuoi perché distratto dalle invasioni di Goti) a rimandare sia la riconquista dei territori occidentali che la vendetta di padre per l’uccisione del figlio erede al trono. Nell'insieme... a prescindere dagli appunti sulla levatura morale dell'imperatore, sicuramente non è stato fortunato nè nel periodo storico di ascesa al trono nè come "vicende personali" legate al suo casato.

Successivamente abbiamo scontri che riportano territori sotto i controlli dell’impero Centrale (sotto Vittorino). Ma a mio parere esplicativo che nel tempo ci siano una sorta di “accomodamento” è il fatto che Tetrico I sia eletto da Aureliano senatore romano dopo la sconfitta di Chalons: forse la ricompensa per un accordo sottobanco tra i due per la riunificazione dell’occidente dell’Impero?

Ciao

Illyricum

:)

PS: scusate i frequenti "?" che vengono inseriti al posto del virgolettato seguentemente al copia/incolla dal testo in word...

Modificato da Illyricum65
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In tema di rapporti tra Impero Gallico e Centrale vi segnalo, per chi non lo conoscesse, il link della tesi del 2000 dal titolo:

"Aspects of the relationship between the central and Gallic empires in the mid to late third century ad with special reference to coinage studies" di R.J. Bourne

http://etheses.dur.ac.uk/4343/

Ciao

Illyricum

:)

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indubbiamente la "grazia" concessa a tetrico I (grazia, oddio... anche ben di più direi visto quello che teoricamente poteva/doveva spettargli per essere un usurpatore) è il frutto di un accordo tetrico/aureliano.

personalmente, è una mia ipotesi e non è suffragata da fonti documentali, credo che gli scambi commerciali tra i due imperi siano rimasti in essere, anche se in determinate fasi in maniera ridotta.

tumulti nell'assetto politico dell'impero erano ormai all'ordine del giorno, ciononostante i flussi commerciali, pur risentendone, credo siano riusciti a costruirsi nel tempo una sorta di corsia parallela.

a ogni modo non è materia inedita di studio questa dei rapporti tra i due imperi!

guarda qui http://www.lamoneta.it/topic/101284-libro-monetazione-impero-gallico/?hl=bourne

illyricum, mi hai preceduto! :D

Modificato da grigioviola
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In effetti è un periodo molto poco noto, al di là delle linee generali... ad esempio esistevano dei reali confini tra Impero Gallico e Centrale? Non intendo come zona d'influenza ma come vera e propria barriera fisica, come Limes... o si trattava di confini amministrativi più che militari? E nei territori gallici chi amministrò e governò? In Britannia è noto solo il nome dell'ultimo governatore romano prima dell'ascesa di Postumo, poi non si ha alcuna fonte... gli stessi amministratori/funzionari rimasero in auge e cambiarono solo il destinatario che ne so, delle tasse o si assistette ad un completo cambio dei vertici? Questi nelle Provincie erano occupati di solito da elementi della popolazione locale che avevano adottato in pieno la romanitas (mi rifaccio alla situazione della Britannia ma ritengo che nella Gallia la situazione fosse analoga), quindi c'era già un coinvolgimento delle famiglie locali.

In poche parole, a chi giovava questo cambio (se ci fu) di vertici? Non sicuro al piccolo commerciante o al produttore agricolo, per questi si trattava solamente di cambiare il destinatario delle tasse pagate...

Ciao

Illyricum

:)

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