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Inviato (modificato)

MN non ha struttura additiva ma è prospettato come prodotto.

E così XA dove A è uguale a 1 ed X deve essere inteso come 10.000

E' un principio cardine della matematica (usato fin dall' antichità) che due numeri riportati uno accanto all' altro senza alcuna indicazione vadano moltiplicati tra loro. Come ho spiegato nella precedente risposta ad acraf i greci facevano ampio ricorso al principio moltiplicativo per indicare cifre anche grandi.

Si ricorreva al principio moltiplicativo anche per indicare i multipli di 10.000: qualsiasi numero collocato al di sopra della cifra M (10.000), oppure prima o dopo di essa, indicava il prodotto dell' intero per il numero 10.000. Così per indicare il numero 20.000 si scriveva BM o MB o si scriveva sulla M una piccola B. Anche il numero 10.000 non faceva eccezione: esso veniva indicato scrivendo solo M o riportando una piccola A sulla M (come avviene sulla moneta di Velia a cui lei si riferisce parlando erroneamente non di MA ma di XA).

D'altra parte la vera e propria scoperta del mio libro Apocalisse. La soluzione dell' enigma è data proprio dal fatto di aver individuato vari enigmi che presupponevano modalità solutorie diverse: l' addizione dei numeri corrispondenti alle lettere che componevano un nome necessaria a risolvere l'enigma del 666 dell'Apocalisse (come suggerito cripticamente dall'autore), l' anagramma per risolvere il Quadrato magico, la moltiplicazione per ottenere il numero finito indicato sulle monete, modalità solutorie ancora diverse per individuare il nome nascosto dalla frase in greco rinvenuta a Pompei amo colei il cui numero è 545.

Modificato da King John
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MN non ha struttura additiva ma è prospettato come prodotto.

E così XA dove A è uguale a 1 ed X deve essere inteso come 10.000

Al di là dei dettagli che bisogna necessariamente precisare per poter comprendere come venivano riportati i numeri greci, si riconoscerà comunque che la lettura delle sigle riportate sulle tetradracme di Tolomeo II riportate nel mio precedente post è assolutamente verosimile e confortata dalla presenza del sampi (il segno simile ad una T o ad una M stilizzata) che è certamente un numero: ho scelto di riportare queste due pezzi come esempio di sequenza numerica su monete proprio per la presenza su entrambe di un segno che rappresenta INEQUICOCABILMENTE un numero.

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Adesso comprendo le giuste chiavi di lettura e per inciso stamattina ero in una libreria Feltrinelli qui a Roma (sono appena rientrato dalle ferie) per chiedere la disponibilità del libro. Dal loro computer risulta che deve ancora uscire e quindi dovrò attendere ancora un pò di tempo. Nel frattempo ho mandato una email alla Guida Editore, sperando che in questi tempi agostani si muovi qualcuno.....

Come le dicevo il libro esce ufficialmente a fine Agosto ma stamattina ho provveduto ad inviarle personalmente una delle mie copie in contrassegno postale in modo che le arriverà comodamente a casa sua. Mi faccia sapere cosa ne pensa del libro....

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Grazie! Resto in attesa del libro e non mancherò di fare conoscere il mio pensiero in merito.

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Insomma secondo la tua ricostruzione l'Apocalisse è una profezia errata
come quella dei Maya?
Dicci qualcosa di più sul conto di Nerone e sul
ruolo che secondo te avrebbe nell'Apocalisse.


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Insomma secondo la tua ricostruzione l'Apocalisse è una profezia errata

come quella dei Maya?

Dicci qualcosa di più sul conto di Nerone e sul

ruolo che secondo te avrebbe nell'Apocalisse.

SI, proprio così: purtroppo non sono riuscito a pubblicare il libro entro l'anno scorso quando si faceva un gran parlare di questa profezia Maya. Scoprire che l'Apocalisse in realtà fissa il momento della fine del mondo per il 71 d.C. è stata una sorpresa anche per me. Ma ho raccolto molteplici prove di ciò. Tuttavia, come ho scritto in precedenza, questo discorso della profezia errata non scalfisce quella che è la fede. E' un po' come con i miracoli: chi crede non ha bisogno dei miracoli per avere conferme della sua fede, crede e basta.

Nell'Apocalisse vi sono numerosi accenni a Nerone: uno di questi allude chiaramente al grande incendio di Roma ("fa scendere fuoco dal cielo davanti agli uomini", Cap 13 Apocalisse)

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Insomma secondo la tua ricostruzione l'Apocalisse è una profezia errata

come quella dei Maya?

Dicci qualcosa di più sul conto di Nerone e sul

ruolo che secondo te avrebbe nell'Apocalisse.

I personaggi negativi dell'Apocalisse sono tre: Satana in persona, la Bestia che sale dal mare e la Bestia che sale dalla terra identificata con il numero 666. La mia tesi è che la prima Bestia rappresenti l'impero romano mentre la seconda Bestia, quella che sale dalla terra, sia l'imperatore al potere nel momento in cui Giovanni scrive, vale a dire Nerone che accusa ingiustamente i cristiani di aver appiccato il grande incendio di Roma arrivando a perseguitarli per la prima volta. E queste persecuzioni parvero a Giovanni quelle preannunciate da Gesù per il tempo della fine: da qui il preannuncio dell'imminenza della fine.

NERONE E' LA BESTIA 666 DELL'APOCALISSE

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Modificato da King John
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fesserie...... e i miracoli che l'anticristo deve compiere per dividere i fedeli chi li ha fatti? nerone? lui faceva il falso profeta e si proclamava dio? non si puo' estrapolare l'argomento snticristo e 666 senza leggere il resto dell'apocalisse! teorie molto attendibili di studiosi pensano che per una certa logica l'anticristo sara' giudeo....

in ogni caso scrivo da un cell e mi limito molto! appena avro' un pc davanti mi impegno a scrivere quslcosina in piu'...


Inviato

il mio livello culturale non mi consente di partecipare attivamente alla discussione.

mi sono limitato a leggere gli oltre 50 interventi con grande interesse ed è sempre un piacere constatare come la numismatica continui a suscitare nuove interpretazioni e conoscenze.

il forum credo sia questo:

un luogo dove ognuno può proporre civilmente la sua idea e la discute con gli altri che possono aderire o confutare, dopo averne preso visione.

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fesserie...... e i miracoli che l'anticristo deve compiere per dividere i fedeli chi li ha fatti? nerone? lui faceva il falso profeta e si proclamava dio? non si puo' estrapolare l'argomento snticristo e 666 senza leggere il resto dell'apocalisse! teorie molto attendibili di studiosi pensano che per una certa logica l'anticristo sara' giudeo....

in ogni caso scrivo da un cell e mi limito molto! appena avro' un pc davanti mi impegno a scrivere quslcosina in piu'...

Hai perfettamente ragione: non si può parlare del 666 senza aver letto il resto dell'Apocalisse. Se io avessi avuto l'ardore di parlare in un libro solo del 666 dell'Apocalisse ignorando il resto di quel testo sarei stato un pazzo scatenato...

Ma questo è un forum in cui si offrono degli spunti di discussione necessariamente delimitati non un luogo in cui si riproducono pari pari tutte le argomentazioni di un libro che parte da un inizio ed arriva ad una fine. Quindi nel libro, evidentemente, si parla di tutta l'Apocalisse.

Ma anche per criticare un libro sull'Apocalisse bisogna conoscere, non dico il libro criticato, ma l'Apocalisse, tutta l'Apocalisse, e sapere cosa fa parte dell'Apocalisse e cosa, invece, appartiene alla speculazione successiva degli scrittori cristiani dei primi secoli del cristianesimo che si trovarono davanti questo enigma indecifrabile rappresentato dall'Apocalisse.

Il concetto di "Anticristo", infatti, fu introdotto solo nella seconda metà del III secolo d.C. da Vittorino, vescovo di Petovio, che definisce in tal modo l'avversario escatologico di Gesù, un misterioso personaggio che all'inizio della sua opera In Apocalypsin ha le sembianze di Satana, nella parte centrale dell'opera è il simbolo dell'impero romano e da ultimo assume "le sembianze del più crudele degli imperatori romani, Nerone, che risorge da morte e si propone quale nuovo messia, appunto l'Anticristo del tempo ultimo, prima del giudizio universale" (Giancarlo Pani, L'Anticristo nel commento all'Apocalisse di Vittorio di Petovio; pag.677 e ss., in Apokalypsis, Cittadella Editrice). Prima di mostrare la sua vera natura malvagia arrivando a proclamarsi dio, Nerone incanterà tutte le genti e, come ricordavi tu, compirà ogni tipo di prodigio per sedurre tutti i popoli e attrarli a sé. Avrà un'attenzione particolare per i giudei da cui si farà proclamare come nuovo messia.

Quindi, come vedi, già nell'interpretazione di Vittorino appaiono l'impero romano e l'imperatore Nerone. Ma poiché quando Vittorino interpreta l'Apocalisse erano passati già DUE secoli dalla morte di Nerone, per questo autore Dio farà resuscitare Nerone, irrimediabilmente morto, e a farlo ritornare dagli abissi permettendogli di compiere la sua missione criminale che si inserisce nel proprio disegno per la salvezza degli uomini. Per Vittorino, infatti, Nerone viene resuscitato dalla morte perché rappresenterà le forze del male nello scontro ultimativo che vi sarà alla fine dei tempi con Gesù che ritornerà nella gloria; Nerone, quindi sarà l'avversario escatologico di Cristo, sarà l'Anticristo dei giorni ultimi che Vittorino attendeva già per la sua epoca, caratterizzata da violente persecuzioni da parte dell'impero romano e dal conflitto sempre più aperto tra paganesimo e cristianesimo.

Ma l'interpretazione di Vittorino pur avendo il pregio di comprendere la carica antiromana dell'Apocalisse è molto carente su vari punti: in particolare proprio nell'introduzione della figura dell'Anticristo di cui non si fa menzione nell'opera. Ed ancor meno nell'Apocalisse si riscontra un Anticristo che risorge per intervento di Dio in persona.

Un'ultima cosa: nell'Apocalisse la bestia che sale dalla terra viene definita "falso profeta" e mi pare di capire che per te è inverosimile che questi possa essere Nerone. Ma sbaglio o Nerone fu tra gli imperatori più attivi ad esigere il culto imperiale, il culto cioè della persona dell'imperatore? Nerone si parificò addirittura agli dei dell'Olimpo perché pretese di essere salutato come Zeus Eleutherios quando proclamò la libertà della Grecia e si fece raffigurare come Apollo che suona la cetra su una moneta. Il promotore di una falsa religione, che si crede dio egli stesso, non è forse "un falso profeta"?

Comunque attendo le tue prossime osservazioni in relazione alle quali ti prego di non limitarti affatto. Grazie per il tuo intervento che denota conoscenza e passione per la materia per le quali ti faccio i miei complimenti.

Modificato da King John
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il mio livello culturale non mi consente di partecipare attivamente alla discussione.

mi sono limitato a leggere gli oltre 50 interventi con grande interesse ed è sempre un piacere constatare come la numismatica continui a suscitare nuove interpretazioni e conoscenze.

il forum credo sia questo:

un luogo dove ognuno può proporre civilmente la sua idea e la discute con gli altri che possono aderire o confutare, dopo averne preso visione.

Non è questione di livello culturale ma di fisse: se mi parli di finanza e di borsa o solo di calcio sarai tu a trovare me molto impreparato. Ti ringrazio per la tua pazienza nel leggere tutti questi post e mi associo a te nel giudizio su questo bellissimo forum, da me scoperto solo da pochissimo tempo.

Modificato da King John
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La tesi di Corsini presuppone che buona parte dell’Apocalisse andrebbe interpretata in modo eccessivamente simbolico, sommario e riassuntivo, in un modo cioè che certamente non corrisponde alle intenzioni dell’autore: se così fosse stato non si capisce perché Giovanni avrebbe profetizzato tanti eventi ed interventi divini se a ciascuno di questi elementi non era collegato un significato ben preciso. La verità è che la tesi di Corsini è l’ennesima riprova delle difficoltà in cui si dibattono gli interpreti nello spiegare la natura dell’Apocalisse, che è uno scritto del tutto anomalo. L’Apocalisse, come dice il suo stesso nome, è una “rivelazione” scioccante, quella dell’imminenza del ritorno di Cristo nella Gloria già nel 71 d.C. che, purtroppo, non si verificò.

Non vorrei far scendere il livello della discussione ma sono cinque giorni che mi arrovello ...per cui ti chiederei, in attesa di leggere il tuo libro,: mi spieghi il "purtroppo" dell'ultima riga?

E una seconda domanda:

è vero che nei primi tre secoli l'interpretazione che davano a quel testo è l'ipotesi di Corsini?

Lui disse: «Sono arrivato a questo testo leggendo gli autori cristiani primitivi, prima sotto la guida di Pellegrino e poi per mestiere. Ho avuto l’impressione che l’Apocalisse in quegli scrittori fosse molto presente, ma con una presenza non inquietante come quella che la parola stessa oggi evoca, venendo collegata con ogni sorta di catastrofi e diventando sinonimo di rovina e di fine del mondo».

Dico ciò perché Ravasi si è, in qualche modo, avvicinato a Corsini scrivendo che non è "la fine del mondo" ad essere stata profetizzata ma "il fine del mondo", cioè, ad una lettura più Corsiniana, anche se poi riconosce Roma, e Nerone (o Caligola) nelle figure della bestie mentre Corsini crede "che siano la Gerusalemme infedele al piano di Dio e nemica dei profeti, e soprattutto il connubio demoniaco tra potere politico corrotto, incarnato dall’impero romano, e potere religioso corrotto, incarnato dalle autorità civili e religiose giudaiche, quel connubio che ha portato all’uccisione di Gesù Cristo.."

Mi riesce difficile pensare che la "prima venuta" non sia stata sufficiente e ci fosse bisogno di una "seconda".

Circa la "Rivelazione" io la collego benissimo alla "Risurrezione", direi che, invece, la "Rivelazione della seconda venuta imminente" è "scioccante" il fatto che se fosse stata rivelata poi non sia avvenuta.

Perdona le mie considerazioni banali ...ho letto molto poco ...ma inizio ad avere un'età dove "capire certe cose" inizia ad avere una certa ...urgenza.

Non voglio assolutamente mettere in discussione il tuo lavoro e sono certo che dopo aver letto il tuo libro avrò le idee più chiare ...ma mentre aspetto ...

Mille grazie.

Modificato da dizzeta
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Guest fabrizio.gla
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Buongiorno a tutti, e innanzi tutto complimenti sinceri per l'impegno e lo studio approfondito che ha svolto con tanta passione e dedizione.

Mi permetto, sommessamente e con sincero rispetto, di fare qualche piccola osservazione in qualità di persona credente e religiosa quale mi reputo, perchè credo che si stiano accostando due cose (Fede e Numismatica) profondamente diverse tra di loro.

Partendo dal presupposto che sono pienamente d'accordo (fino alla morte) con le parole riportate nella seconda lettera di S. Paolo a Timoteo (3,16), citate da Lei:

L’Apocalisse, pertanto, non solo è “utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia” (2Tim 3,16)...

Mi domando:

Dal momento che stiamo parlando di quel libro (la Sacra Bibbia) che è considerato da molti come la Parola di Dio, tutti questi calcoli, queste supposizioni, queste congetture così complicate e difficili da spiegare ma soprattutto da capire per i più, possono davvero essere lo strumento che Dio ha usato per "insegnarci, convincerci e formarci nella giustizia?"

Gesù, che rispecchiò perfettamente il metodo d'insegnamento del Suo padre celeste, non spiegava le cose in modo complicato... anzi! Tutt'altro!

La Bibbia dice che le folle, nell'occasione in cui pronunciò il meraviglioso discorso della montagna, restarono stupite del suo modo d'insegnare... (vangelo secondo matteo 7,28 e 29) E non si può dire che a quel tempo la cultura fosse cosa diffusa come oggi... (anche se non è apprezzata) anzi!

Negli atti degli apostoli (4,13), in riferimento agli stessi seguaci di Gesù (Pietro e Giovanni), si dice (cito testualmente) che erano senza istruzione e popolani, ma nonostante ciò, non avevano avuto difficoltà nel capire gli insegnamenti di Gesù e nel dichiararli ad altri.

Come poteva Gesù ottenere questo risultato con persone semplici ed umili parlando in maniera complessa?

evidentemente i Suoi insegnamenti erano di tutt'altra fattura,

Se Gesù, che è la personificazione stessa del Nostro Padre Supremo, insegnava in modo semplice, perchè mai Dio dovrebbe usare tanti complicati ed oscuri meccanismi per trasmetterci una rivelazione così importante come quella contenuta nell'apocalisse?

L'apocalisse, così come da Lei sviscerata, sembra avere fini differenti da quello che è invece il tema principale della Sacra Parola di Dio.

L'apocalisse è l'adempimento della prima parola profetica pronunciata in Eden, nella Genesi (3,15), dove Dio si pone un obiettivo ben preciso (Gesù ci insegnò anche a pregare per questo obiettivo, nella preghiera modello), e l'apocalisse tratta come avverrà questo.

Vista in questa ottica (dando cioè modo alla Bibbia di spiegarsi con la Bibbia stessa, senza congetture e calcoli o presupposti vari), tutto è molto più armonico, e chiaro come è d'altronde il modo d'insegnare del nostro Padre Celeste.

Quanto alle interpretazioni da Lei proposte in merito ai personaggi "negativi" menzionati nell'Apocalisse... mi sembra riduttivo, già solo isolarne solamente due tra le principali, e scartare invece il gran dragone, che ha un ruolo di primaria importanza nella guerra contro l'Eterno.

inoltre, come si può parlare di sole due bestie tra le due figure principali, senza includere "l'immagine della bestia", (cap. 13 vers. 14 e 15) e della meretrice? (17,3)

Mi perdoni la franchezza, ma tutto ciò, come illustrato da Lei è più complicato per essere "utile e di insegnamento nel bene".

Già l'apocalisse è complicata... non rendiamo il tutto ancora più misterioso.

E poi... perdoni la domanda... Ma quale sarebbe l'insegnamento che dovremmo ricevere da questo Suo intendimento?

Gesù, ad imitazione del Suo Padre Celeste, insegnava in modo chiaro e semplice, così che anche le persone umili (contadini, pescatori, come anche alcuni dei Suoi apostoli come accennato sopra) potevano capire e poi ubbidire

La Bibbia è la parola di Dio. E' una guida nella nostra vita (salmi 119,105), rinfranca l'anima e rende saggio il semplice (testuali parole di salmi 19,8).

Renderla complicata, non è l'intento del nostro Padre, che ce l'ha donata come guida.

Non mischiamo poi "il sacro col profano", facendogli dire cose che Dio non pensa e non vuole assolutamente.

La Numismatica è la Numismatica... ma la Sacra Bibbia è la parola di Dio... e non ci sono riferimenti scritturali tali da ritenere che Dio volesse insegnarci qualcosa attraverso questa Scienza... bella, appassionante, tutto quello che volete... ma che a ben poco da spartire con i sani principi e parole di vita contenute nella Sua parola.

Sempre con profonda Stima e cordialità,

F.

P.S. Se ha piacere, sarò ben lieto di intrattenere future conversazioni epistolari con Lei o con chiunque altro solo via MP.

Non è mia intenzione proseguire nella discussione perchè troppo si devierebbe dal topic originario, visto che la Spiritualità (intesa come Fede relativamente alla Bibbia) e Numismatica non hanno praticamente nulla a che vedere tra di loro.

Inviato (modificato)

Non vorrei far scendere il livello della discussione ma sono cinque giorni che mi arrovello ...per cui ti chiederei, in attesa di leggere il tuo libro,: mi spieghi il "purtroppo" dell'ultima riga?

Tu non fai abbassare il livello della discussione ma, al contrario, lo fai innalzare.

Io dico che purtroppo il ritorno di Cristo nella gloria non si verificò nel 71 d.C., nonostante che nell'Apocalisse risulti annunciato in ben quatto punti, perché nemmeno a me, cristiano convinto, fa piacere mettere in evidenza questo errore, a meno che non si voglia intendere tutto in maniera allegorica ed allora è perfettamente inutile stare qui a parlare ancora: diremo allora che l'Apocalisse è un libro allegorico, pieno di simboli strani che non proveremo nemmeno a decifrare e ne sentiremo qualche volta proclamarne qualche lettura a Messa senza comprenderne il senso. Ma è una fede consapevole questa?

Nella mia ricostruzione l'Apocalisse è un testo scritto di getto sull'onda emotiva della recentissima uccisione da parte dei romani di Pietro, il successore di Cristo, e Paolo, l'apostolo delle genti, in pratica le due colonne della cristianità: non vedo niente di scandaloso nel fare una lettura critica di quel testo che ne comprende meglio la genesi e le finalità. Capire meglio un testo (peraltro marginale del Nuovo Testamento che ha il suo nucleo essenziale nei Vangeli, quelli sì chiarissimi) non significa voler dare addosso alla fede, che rimane lì intatta ed anzi ne esce rafforzata perche ne comprendiamo meglio le ragioni. Capire che c'è un errore interpretativo, paradossalmente, ci fa comprendere meglio la nostra fede nella sua manifestazione più matura che è il Vangelo di Giovanni, che conseguentemente ne risulterà rafforzata.

Infatti, mentre nei Vangeli sinottici la gloria di Gesù si manifesta principalmente nel suo ritorno escatologico (Mt 16,27; 24,29-31; Mc 13, 24-27; Lc 24,27), nel Vangelo di Giovanni essa si compie nel momento della sua morte sulla croce: il ritorno di Gesù alla fine dei tempi è solo un coronamento del trionfo di Dio sul male, combattuto già quaggiù dai figli di Dio che si contrappongono ai figli del Diavolo. Gesù non scende più dalle nubi in aiuto dei suoi fedeli, ma sono i suoi fedeli ad innalzarsi al cielo fino a lui (Gv 12,32). Il fine della storia del mondo non è più un nuovo cielo ed una nuova terra come avveniva nell'Apocalisse (Ap 21,1; vedi anche 2Pt 3,13), ma la raccolta delle anime nella loro dimora celeste.

Il duplice tema della risurrezione e del giudizio si intreccia con quello della profonda connessione tra Dio e Gesù: credere nel Figlio significa credere nel Padre; rifiutare Gesù significa rinnegare il Padre. Tra Gesù e Dio vi è assoluta identità. Alla base dell'attività comune del Padre e del Figlio vi è l'amore. L'amore è pure il principio dell'attività dello Spirito la cui funzione è quella di ammettere anche gli uomini alla vita comunitaria della Trinità (cfr. Gv 14,16.21). Colui che crede nel Padre e nel Figlio riceve immediatamente il dono della vita eterna, della profonda comunione spirituale con coloro in cui crede, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e non ha da temere il giudizio che vi sarà alla fine dei tempi.

Con l'incarnazione del Verbo, dunque, gli ultimi tempi sono iniziati, il giudizio ha già avuto inizio qui, su questa terra, adesso, e si basa unicamente sull'accoglimento o sul rifiuto di Gesù. Con la venuta di Gesù ci siamo incamminati verso la risurrezione finale, non ancora avvenuta. L'«ora» di Gesù è già venuta: 'Viene un' ora, ed è questa, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità' (Gv 4,23); ' Viene un' ora, ed è questa, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l’avranno ascoltata vivranno' (Gv 5,25). L'«ora» di Gesù, quindi, non è più quella da venire in cui Babilonia cadrà, tutti gli operatori del male periranno e Satana sarà incatenato ('Guai, guai, grande città, Babilonia, città potente, poiché in un'ora sola è giunta la tua condanna', Ap 18,10, cfr. anche Ap 17,12;18,17.19), ma è la possibilità di godere fin da subito della vita eterna concessa ad ogni uomo, anche dopo la conclusione dell' esperienza terrena di Gesù, semplicemente ascoltando la Parola e mettendola in pratica. Come la manna discesa dal cielo rappresentò per i giudei il segno della Parola di Dio e della rivelazione, così ora Gesù è la rivelazione definitiva agli uomini, il pane di vita disceso dal cielo: 'Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete' (Gv 6,35). Chi ascolta la Parola di Gesù, quindi, entra in comunione con lui e con la vita divina che condivide col Padre e con lo Spirito, ed ha la certezza di resuscitare 'nell'ultimo giorno', cioè nella piena salvezza che vi sarà alla fine dei tempi.

Questa è la fede di noi credenti del duemila. Se Giovani non avesse commesso l' errore di interpretare male il Discorso escatologico di Gesù, annunciando nrll'Apocalisse l' imminenza del Suo ritorno e quindi la vicinanza della fine del mondo, non ci avrebbe donato il quarto Vangelo concepito a favore delle generazioni che già non avevano conosciuto Gesù ma che dovevano credere in Lui solo leggendo le sue Parole riportate nei Vangeli. Noi che ne discutiamo su questo forum apparteniamo a queste generazioni e se non avessimo avuto l'Apocalisse, prima, ed il Vangelo di Giovanni, poi, staremmo ancora con gli occhi puntati al cielo per scorgervi Gesù che ritorna nella gloria. Gesù tornerà e questo è certo perchè lo ha detto Lui, ma nel frattempo, nell'attesa, noi crediamo convintamente e fiduciosamente.

D' altra parte i Vangeli ci riferiscono di varie occasioni in cui gli apostoli hanno compreso a pieno la reale portata delle parole di Gesù solo a distanza di tempo e si sono dovuti ricredere senza però farne un dramma.

Leggiamo, ad esempio, questo passaggio tatto proprio dal Vangelo di Giovanni (Gv 2,19-22): "Allora i Giudei presero la parola e gli dissero:'Quale segno ci mostri per fare queste cose?'. Rispose loro Gesù: 'Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere'.

Gli dissero allora i Giudei: 'Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?'. Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù".

Gesù, Dio fattosi uomo, è venuto tra noi e ha sconvolto profondamente le nostre false certezze e le nostre convinzioni portandoci a conoscenza di una dimensione che può essere solo immaginata dalle nostre povere menti di uomini. Giovanni era perfettamente consapevole di ciò e anche a distanza di anni non riusciva a capacitarsi dell' immensa fortuna che aveva avuto a conoscere Gesù. Per questo nella Prima Lettera di Giovanni entusiasticamente dice riferendosi a Gesù: " Ciò che era dal principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo visto con i nostri occhi, ciò che noi contemplammo e ciò che le nostre mani toccarono, cioè la parola di vita ( poiché la vita si è manifestata e noi l' abbiamo vista e ne diamo testimonianza e vi annunciamo questa vita eterna che era alla presenza del Padre e che si è manifestata a noi), ciò che noi abbiamo visto e udito annunciamo a nostra volta a voi, così che voi possiate essere uniti in comunione con noi".

Da queste parole traspare tutto il trasporto e lo stupore di aver avuto il privilegio di contemplare Gesù.

Nulla di strano allora che l'uomo Giovanni, letteralmente rapito da Gesù, scrivendo l' Apocalisse abbia creduto per un attimo di poter presto riabbracciare il suo Maestro.

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E una seconda domanda:

è vero che nei primi tre secoli l'interpretazione che davano a quel testo è l'ipotesi di Corsini?

Lui disse: «Sono arrivato a questo testo leggendo gli autori cristiani primitivi, prima sotto la guida di Pellegrino e poi per mestiere. Ho avuto l’impressione che l’Apocalisse in quegli scrittori fosse molto presente, ma con una presenza non inquietante come quella che la parola stessa oggi evoca, venendo collegata con ogni sorta di catastrofi e diventando sinonimo di rovina e di fine del mondo».

Dico ciò perché Ravasi si è, in qualche modo, avvicinato a Corsini scrivendo che non è "la fine del mondo" ad essere stata profetizzata ma "il fine del mondo", cioè, ad una lettura più Corsiniana, anche se poi riconosce Roma, e Nerone (o Caligola) nelle figure della bestie mentre Corsini crede "che siano la Gerusalemme infedele al piano di Dio e nemica dei profeti, e soprattutto il connubio demoniaco tra potere politico corrotto, incarnato dall’impero romano, e potere religioso corrotto, incarnato dalle autorità civili e religiose giudaiche, quel connubio che ha portato all’uccisione di Gesù Cristo.."

Si sa che le prime generazioni di cristiani attendevano ansiosamente il ritorno di Cristo nella gloria. Destò molto interesse la profezia del regno millenario di Cristo sulla terra destinato ad avere luogo prima della fine del mondo (Ap 20,1-6): si diffuse un' interpretazione letterale di questa profezia (interpretazione detta millenaristica o chiliastica) secondo cui Cristo sarebbe tornato per instaurare effettivamente un regno della durata di mille anni. E' chiaro che in questo contesto il ritorno di Cristo, preludio dell'instaurazione del Suo regno millenario sulla terra, era una cosa molto attesa, una fonte di grande gioia per i cristiani, mentre tutte le sciagure e le iatture descritte nell'Apocalisse erano riservate ai malvagi, ai persecutori dei cristiani.

Secondo Corsini Giovanni avrebbe incentrato l'Apocalisse intorno alla resurrezione di Gesù, considerata il punto culminante di tutta la storia della salvezza: la certezza della resurrezione è data dall'apparizione di Cristo risorto nell'isola di Patmos (Ap 1,12 ss.) e dal dono dello Spirito e delle sue promesse fatto alla comunità ecclesiale; il corpo centrale dell'Apocalisse è poi dedicato alla visione dell'Agnello (capitolo 5) 'sgozzato' ma 'ritto in piedi' (con allusione, appunto, alla resurrezione), all'individuazione dei responsabili della morte di Cristo, vale a dire la trinità malvagia composta secondo Corsini da Satana, dal potere imperiale romano (Bestia dal mare) e dai capi civili e religiosi del popolo giudaico, gli anziani ed i sommi sacerdoti, rappresentati con ben tre simboli negativi: Bestia dalla terra, falso profeta, grande prostituta o Babilonia. Ma come già detto in altri post, questa interpretazione di Corsini non spiega tutti i punti dubbi dell'Apocalisse.

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Grazie, davvero!

Non vedo l'ora di leggere il tuo libro ...e poi ne riparliamo molto volentieri.

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Grazie, davvero!

Non vedo l'ora di leggere il tuo libro ...e poi ne riparliamo molto volentieri.

Grazie a te!!!!

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Buongiorno a tutti, e innanzi tutto complimenti sinceri per l'impegno e lo studio approfondito che ha svolto con tanta passione e dedizione.

Mi permetto, sommessamente e con sincero rispetto, di fare qualche piccola osservazione in qualità di persona credente e religiosa quale mi reputo, perchè credo che si stiano accostando due cose (Fede e Numismatica) profondamente diverse tra di loro.

Partendo dal presupposto che sono pienamente d'accordo (fino alla morte) con le parole riportate nella seconda lettera di S. Paolo a Timoteo (3,16), citate da Lei:

Mi domando:

Dal momento che stiamo parlando di quel libro (la Sacra Bibbia) che è considerato da molti come la Parola di Dio, tutti questi calcoli, queste supposizioni, queste congetture così complicate e difficili da spiegare ma soprattutto da capire per i più, possono davvero essere lo strumento che Dio ha usato per "insegnarci, convincerci e formarci nella giustizia?"

Gesù, che rispecchiò perfettamente il metodo d'insegnamento del Suo padre celeste, non spiegava le cose in modo complicato... anzi! Tutt'altro!

La Bibbia dice che le folle, nell'occasione in cui pronunciò il meraviglioso discorso della montagna, restarono stupite del suo modo d'insegnare... (vangelo secondo matteo 7,28 e 29) E non si può dire che a quel tempo la cultura fosse cosa diffusa come oggi... (anche se non è apprezzata) anzi!

Negli atti degli apostoli (4,13), in riferimento agli stessi seguaci di Gesù (Pietro e Giovanni), si dice (cito testualmente) che erano senza istruzione e popolani, ma nonostante ciò, non avevano avuto difficoltà nel capire gli insegnamenti di Gesù e nel dichiararli ad altri.

Come poteva Gesù ottenere questo risultato con persone semplici ed umili parlando in maniera complessa?

evidentemente i Suoi insegnamenti erano di tutt'altra fattura,

Se Gesù, che è la personificazione stessa del Nostro Padre Supremo, insegnava in modo semplice, perchè mai Dio dovrebbe usare tanti complicati ed oscuri meccanismi per trasmetterci una rivelazione così importante come quella contenuta nell'apocalisse?

L'apocalisse, così come da Lei sviscerata, sembra avere fini differenti da quello che è invece il tema principale della Sacra Parola di Dio.

L'apocalisse è l'adempimento della prima parola profetica pronunciata in Eden, nella Genesi (3,15), dove Dio si pone un obiettivo ben preciso (Gesù ci insegnò anche a pregare per questo obiettivo, nella preghiera modello), e l'apocalisse tratta come avverrà questo.

Vista in questa ottica (dando cioè modo alla Bibbia di spiegarsi con la Bibbia stessa, senza congetture e calcoli o presupposti vari), tutto è molto più armonico, e chiaro come è d'altronde il modo d'insegnare del nostro Padre Celeste.

Quanto alle interpretazioni da Lei proposte in merito ai personaggi "negativi" menzionati nell'Apocalisse... mi sembra riduttivo, già solo isolarne solamente due tra le principali, e scartare invece il gran dragone, che ha un ruolo di primaria importanza nella guerra contro l'Eterno.

inoltre, come si può parlare di sole due bestie tra le due figure principali, senza includere "l'immagine della bestia", (cap. 13 vers. 14 e 15) e della meretrice? (17,3)

Mi perdoni la franchezza, ma tutto ciò, come illustrato da Lei è più complicato per essere "utile e di insegnamento nel bene".

Già l'apocalisse è complicata... non rendiamo il tutto ancora più misterioso.

E poi... perdoni la domanda... Ma quale sarebbe l'insegnamento che dovremmo ricevere da questo Suo intendimento?

Gesù, ad imitazione del Suo Padre Celeste, insegnava in modo chiaro e semplice, così che anche le persone umili (contadini, pescatori, come anche alcuni dei Suoi apostoli come accennato sopra) potevano capire e poi ubbidire

La Bibbia è la parola di Dio. E' una guida nella nostra vita (salmi 119,105), rinfranca l'anima e rende saggio il semplice (testuali parole di salmi 19,8).

Renderla complicata, non è l'intento del nostro Padre, che ce l'ha donata come guida.

Non mischiamo poi "il sacro col profano", facendogli dire cose che Dio non pensa e non vuole assolutamente.

La Numismatica è la Numismatica... ma la Sacra Bibbia è la parola di Dio... e non ci sono riferimenti scritturali tali da ritenere che Dio volesse insegnarci qualcosa attraverso questa Scienza... bella, appassionante, tutto quello che volete... ma che a ben poco da spartire con i sani principi e parole di vita contenute nella Sua parola.

Sempre con profonda Stima e cordialità,

F.

P.S. Se ha piacere, sarò ben lieto di intrattenere future conversazioni epistolari con Lei o con chiunque altro solo via MP.

Non è mia intenzione proseguire nella discussione perchè troppo si devierebbe dal topic originario, visto che la Spiritualità (intesa come Fede relativamente alla Bibbia) e Numismatica non hanno praticamente nulla a che vedere tra di loro.

Fede e analisi critica di un testo non sono incompatibili. L'analisi critica dei testi sacri viene effettuata anche nelle università cattoliche. Se i calcoli a cui ho accennato non possono trovare cittadinanza nella comprensione del testo dell'Apocalisse mi dica lei come dobbiamo intendere il 666. E dica anche come dobbiamo spiegare, servendoci di altri passi biblici, degli altri punto oscuri dell'Apocalisse in modo da trarne una visione omogenea e non una congerie di metafore, di simboli e di punti oscuri di cui sfugge il senso generale ed il fine. Con l'esempio dei numeri riportati sulle monete ho cercato di spiegare che la pratica di giocare sulla possibilità di doppia interpretazione delle lettere alfabetiche come tali e come numeri era molto diffusa nel I secolo d.C. e Giovanni, oltre ad essere un Apostolo, era un uomo del I secolo d.C. Non capisco tanto ardore nel respingere a priori la possibilità che il 666 dell'Apocalisse sia un enigma basato sulla possibilità di intendere le lettere del nome di Nerone come tali e come numeri.

D'altra parte nel Libro di Daniele Antioco IV Epifane viene definito "re dal volto impudente e conoscitore di enigmi" (Dn 8,23). Nel Libro dei Giudici (Gdc 14,1-20) Sansone propose ai filistei un indovinello. La stessa Apocalisse invita a capire chi è il personaggio celato dal numero 666 facendo capire che si tratta di un enigma: "Qui sta la sapienza. Chi ha intelletto calcoli il numero della bestia, poiché è un numero d'uomo ed il suo numero è seicentosessantasei" (Ap 13,18). Se dunque dietro al 666 è nascosto un personaggio storico quale Nerone, questa è già una prima indicazione per spiegare l'Apocalisse: Nerone è indicato in maniera criptica per mettere in guardia i cristiani; è lui la Bestia da cui guardarsi perchè lui è il primo persecutore dei cristiani. La vicenda dell'Apocalisse, quindi, si svolge tutta ai tempi di Nerone. La prostituta del cap.17 dell'Apocalisse a cui lei accennava, allora, è Roma e non Babilonia: esattamente come avviene nella lettera di Pietro che viene scritta da Roma, indicata nella missiva come Babilonia

Modificato da King John
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Ammiro molto il senso critico di King John e la sua ottima ed efficace prosa.

In attesa di leggere il libro, da quanto lui ha finora qui esposto non trovo adeguati elementi per criticarlo a priori. Posso solo notare che ha letto e studiato molto.

Personalmente tendo ad essere inquieto quando qualcuno non accetta che venga sottoposto ad analisi critica un testo sacro (e mi riferisco a qualsiasi religione), con la scusa che è appunto sacro e deve essere per forza frutto della "parola di Dio" e fare fede, credendo aprioristicamente quello che c'è scritto, senza considerare che comunque esistono diversi piani di lettura e che chi ha scritto era comunque un umano, magari ispirato, ma pur sempre figlio del suo tempo.

Ovviamente non metto in discussione il grande messaggio spirituale dell'intero Nuovo Testamento, che comunque fu assemblato e sistemato in tempi ben successivi alla morte di Gesù e la stessa religione cristiana attraversò diverse fasi di evoluzione, grazie anche all'apporto di grandi studiosi teologi (i Patri della Chiesa).

Qui ci troviamo di fronte a una situazione ben differente da quella che ho riscontrato nel recentissimo caso letterario di Reza Aslan, che ho riportato sommariamente nella sezione di Storia ed Archeologia di questo forum. Anche lì ci troviamo di fronte a uno studioso, ma di religione musulmana, che ha voluto rivedere la figura di Gesù in base a proprie interpretazioni storiche e definendolo come uno zelota, un attivo esponente della lotta anti-romana e per questo condannato a morte per crocifissione, che era la pena comminata solo a chi attentava direttamente al potere romano.

Non entro nel merito di quel libro, che non conosco, e in ogni caso sono ripresi vecchi temi ben noti (Gesù come patriota anti-romano) e magari con serie imprecisioni storiche. Forse la solita americanata.

Resta però il fatto che la corrente cristiana che faceva capo a Giovanni era pervasa di sentimenti anti-romani e probabilmente era formata prevalentemente da cristiani di origine giudea. Nello stesso tempo c'era anche la corrente che faceva capo a Paolo, che era invece più aperta ai non ebrei, ossia ai "gentili" e lui stesso era un cittadino romano. Inutile dire, con tutti i limiti dell'eccessiva semplificazione, che alla fine prevalse quest'ultima corrente. maturando ed ampliando il grande messaggio cristiano, che solo allora divenne universale. Anche in tale contesto appare più comprensibile come Giovanni fosse, almeno inizialmente, prevaso da sentimenti anti-romani, esacerbati dalle gravi persecuzioni messe in atto da Nerone. Naturalmente questo non significa ridurre l'Apocalisse a una sorta di libello antiromano, ma fu un testo ben più complesso e appunto da studiare con diversi piani di lettura,

Questo per evidenziare come in ogni caso uno studio, possibilmente approfondito e con ulteriori chiavi di lettura, su un testo neotestamentario da una parte non può essere disgiunto da contestualizzazioni di tipo storico e, perché no, anche psicologico di quel tempo.

Qui si parla dell'abbondante ricorso della cultura greca agli enigmi, che trovano probabilmente anche un riscontro sulle stesse monete e forse è quest'ultimo aspetto che può riservare sorprese.

Cerchiamo di mantenere la mente aperta e rifuggire da forme di "integralismo" religioso che produce solo oscurantismo.

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Guest fabrizio.gla
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La prostituta del cap.17 dell'Apocalisse a cui lei accennava, allora, è Roma e non Babilonia: esattamente come avviene nella lettera di Pietro che viene scritta da Roma, indicata nella missiva come Babilonia

Come ha potuto constatare non ho volutamente dato nessuna interpretazione alla meretrice... questo per non entrare in sterili dibattiti su chi è chi... che non portano da nessuna parte.

Il mio intervento è stato ampiamente frainteso, qui non si tratta di preconcetti o avversità verso il sano spirito critico.

La Bibbia è la parola di Dio, e su questo non si discute.

Con tutte queste prolissità, si sta ampiamente sconfinando da quello che Dio stesso voleva farci conoscere, e dal tema principale che verte nell'intera Bibbia, (vedi commento precedente) di cui l'apocalisse è parte integrante e che, perdonatemi, ve lo siete perso per strada.

Questo è quanto mi sentivo di ribadire. Sempre con stima e rispetto,

Fabrizio

Modificato da fabrizio.gla
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Come ha potuto constatare non ho volutamente dato nessuna interpretazione alla meretrice... questo per non entrare in sterili dibattiti su chi è chi... che non portano da nessuna parte.

Il mio intervento è stato ampiamente frainteso, qui non si tratta di preconcetti o avversità verso il sano spirito critico.

La Bibbia è la parola di Dio, e su questo non si discute.

Con tutte queste prolissità, si sta ampiamente sconfinando da quello che Dio stesso voleva farci conoscere, e dal tema principale che verte nell'intera Bibbia, (vedi commento precedente) di cui l'apocalisse è parte integrante e che, perdonatemi, ve lo siete perso per strada.

Questo è quanto mi sentivo di ribadire. Sempre con stima e rispetto,

Fabrizio

Caro Fabrizio, scusami per i toni eccessivamenete polemici della mia precedente risposta. Comprendo benissimo le tue motivazioni di buon credente, rispettoso della Bibbia in cui viene racchiusa la Parola di Dio, e per questo hai il mio rispetto e la mia ammirazione. Naturalmente non mi sono affatto dimenticato che l'Apocalisse fa parte della Bibbia e che tutta la Bibbia "è ispirata da Dio" (2 Tm 3,16). Come dice infatti 2 Pt 1,21 "Ispirati dallo Spirito Santo , parlarono uomini santi di Dio".

Il fatto che la Bibbia sia ispirata, però, non la rende esente da errori. Riporto al riguardo alcuni passi sparsi di un testo più ampio tratto dalla voce "Ispirazione" della Grande Enciclopedia illustrata dellla Bibbia, autori Burkhardt, Grunzweig, Laubach, Maier, Edizioni Piemme 1997:

"Dobbiamo ritenere che l'intenzione di Dio nei nostri confronti non è di darci precise informazioni storiche in ogni pagina biblica. E così del tutto legittimo che la Bibbia lasci aperto più di un problema storico. La inerranza-verità della Bibbia si profila sempre più come un momento specifico della verità che investe la totalità della rivelazione. Come tale, essa non dovrebbe più essere considerata come un braccio isolato del grande edificio della Bibbia, bensì un tutt'uno con l'evento storico "rivelazione", di cui Gesù Cristo è la massima espressione. (....)

2 Pt 1,21 illustra l'ispirazione in modo preciso: "Mossi dallo Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio", e non in base alla loro sola volontà umana. Pensiamo dedurre di qui alcune indicazioni a fondamento di una vera "psicologia dell'ispirazione":

"parlarono uomini da parte di Dio"; essi non sono dunque dei meri strumenti, ma veri autori che costituiscono un tutt'uno con l'autore principale, il Dio uno e trino, essi in quanto "mossi" da lui che "muove". Essi parlarono nel normale linguaggio umano, non "in lingue" nè in estasi e simili. Il loro comportamento operativo è integralmente umano: le loro facoltà naturali non sono per nulla sospese o soppresse. Essi esercitano la loro attività come farebbero scrivendo un qualsiasi altro libro.

"Quegli uomini" non hanno parlato da un punto di vista umano, bensì "da parte di Dio", cioè mandati da Dio, pienamente autorizzati a parlare in sua vece, quali suoi annunciatori, In questa "operazione storico-letteraria", il Dio uno e trino, autore-coordinatore unico della Bibbia, accetta i rischi connessi con le imperfezioni degli strumenti da lui scelti. E' in forza di quelle imperfezioni che si rintraccia il profilo letterario dei singoli agiografi, la qualità letteraria dei singoli agiografi, la qualità delle loro scelte storico-letterarie (generi letterari, immagini, azioni simboliche, allegorie, parabole, azioni simboliche, etc) al servizio di una "verità-messaggio", rivelato e ispirato, caratterizzato da una crescita costante e armonica".

Quindi, aggiungo io, Dio in un certo senso ha messo in conto la possibilità di errore da parte dei suoi interpreti umani ma era l'unico modo per rivelarsi agli uomini: far scrivere di Lui alcuni uomini, ispirati sì, ma pur sempre uomini e, pertanto, fallibili. L'importante è il risultato finale della Rivelazione: la Bibbia che risulta nel suo complesso vera, al di là dei singoli punti in cui può contenere imperfezioni. Se dunque l'errore interpretativo commesso nell'Apocalisse è servito ad aprire la strada alla Rivelazione di Dio più piena che abbiamo, quella contenuta nel Vangelo di Giovanni, tale errore giunge addirittura gradito.

Grazie del tuo contributo e scusami per il precedente livore.

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Ammiro molto il senso critico di King John e la sua ottima ed efficace prosa.

In attesa di leggere il libro, da quanto lui ha finora qui esposto non trovo adeguati elementi per criticarlo a priori. Posso solo notare che ha letto e studiato molto.

Personalmente tendo ad essere inquieto quando qualcuno non accetta che venga sottoposto ad analisi critica un testo sacro (e mi riferisco a qualsiasi religione), con la scusa che è appunto sacro e deve essere per forza frutto della "parola di Dio" e fare fede, credendo aprioristicamente quello che c'è scritto, senza considerare che comunque esistono diversi piani di lettura e che chi ha scritto era comunque un umano, magari ispirato, ma pur sempre figlio del suo tempo.

Ovviamente non metto in discussione il grande messaggio spirituale dell'intero Nuovo Testamento, che comunque fu assemblato e sistemato in tempi ben successivi alla morte di Gesù e la stessa religione cristiana attraversò diverse fasi di evoluzione, grazie anche all'apporto di grandi studiosi teologi (i Patri della Chiesa).

Qui ci troviamo di fronte a una situazione ben differente da quella che ho riscontrato nel recentissimo caso letterario di Reza Aslan, che ho riportato sommariamente nella sezione di Storia ed Archeologia di questo forum. Anche lì ci troviamo di fronte a uno studioso, ma di religione musulmana, che ha voluto rivedere la figura di Gesù in base a proprie interpretazioni storiche e definendolo come uno zelota, un attivo esponente della lotta anti-romana e per questo condannato a morte per crocifissione, che era la pena comminata solo a chi attentava direttamente al potere romano.

Non entro nel merito di quel libro, che non conosco, e in ogni caso sono ripresi vecchi temi ben noti (Gesù come patriota anti-romano) e magari con serie imprecisioni storiche. Forse la solita americanata.

Resta però il fatto che la corrente cristiana che faceva capo a Giovanni era pervasa di sentimenti anti-romani e probabilmente era formata prevalentemente da cristiani di origine giudea. Nello stesso tempo c'era anche la corrente che faceva capo a Paolo, che era invece più aperta ai non ebrei, ossia ai "gentili" e lui stesso era un cittadino romano. Inutile dire, con tutti i limiti dell'eccessiva semplificazione, che alla fine prevalse quest'ultima corrente. maturando ed ampliando il grande messaggio cristiano, che solo allora divenne universale. Anche in tale contesto appare più comprensibile come Giovanni fosse, almeno inizialmente, prevaso da sentimenti anti-romani, esacerbati dalle gravi persecuzioni messe in atto da Nerone. Naturalmente questo non significa ridurre l'Apocalisse a una sorta di libello antiromano, ma fu un testo ben più complesso e appunto da studiare con diversi piani di lettura,

Questo per evidenziare come in ogni caso uno studio, possibilmente approfondito e con ulteriori chiavi di lettura, su un testo neotestamentario da una parte non può essere disgiunto da contestualizzazioni di tipo storico e, perché no, anche psicologico di quel tempo.

Qui si parla dell'abbondante ricorso della cultura greca agli enigmi, che trovano probabilmente anche un riscontro sulle stesse monete e forse è quest'ultimo aspetto che può riservare sorprese.

Cerchiamo di mantenere la mente aperta e rifuggire da forme di "integralismo" religioso che produce solo oscurantismo.

Ti ringrazio per i tuoi apprezzamenti su di me e constato con ammirazione l'ampiezza delle tue conoscenze che traspare da ogni tuo intervento.

Naturalmente condivido le tue asserzioni. Credo che quando uno studio è ben argomentato ed fatto per il solo amore della conoscenza, senza fini reconditi e subdoli, deve avere la possibilità di circolare per esporsi all'altrui giudizio obiettivo, deve avere la possibilità di essere accolto come innovatore in quella data materia e non essere censurato per principio. Naturalmente io non pretendo di aver detto verità inconfutabili: mi basta che il mio lavoro venga letto e giudicato almeno coerente relativamente a tutte le spiegazioni offerte sui vari punti oscuri dell'Apocalisse e quindi, in definitiva, ritenuto plausibile.

Modificato da King John
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Giusto e non aggiungo una parola alle esaurienti argomentazioni del buon Federico, senza ricadere in inutili ripetizioni.

Desidero solo rilevare come sia fondamentale l'amore per la cultura e la disponibilità a fare circolare proprie conoscenze al fine di agevolare i possibili confronti e valutazioni.

Nessuno deve avere paura ad esprimere proprie idee, come anche le proprie critiche, purché siano sufficientemente argomentate (so di dire cose ovvie....).


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Giusto e non aggiungo una parola alle esaurienti argomentazioni del buon Federico, senza ricadere in inutili ripetizioni.

Desidero solo rilevare come sia fondamentale l'amore per la cultura e la disponibilità a fare circolare proprie conoscenze al fine di agevolare i possibili confronti e valutazioni.

Nessuno deve avere paura ad esprimere proprie idee, come anche le proprie critiche, purché siano sufficientemente argomentate (so di dire cose ovvie....).

Io una cosa la voleva aggiungere: tutti gli interventi in questa discussione, tutti indistintamente,sono animati in definitiva dall'amore per la conoscenza a cui non è estranea la passione per la numismatica, che altro non è che paziente ricerca per formare un grande tutto che non è solo fisico (una raccolta di oggetti) ma anche spirituale (approfondimento di conoscenze, ricerca di dettagli, vero e proprio culto per una certa parte dello scibile umano o per un dato periodo storico). La sorpresa piacevole per me è stata scoprire la presenza su questo forum di tante persone che oltre a competenze storiche e numismatiche hanno anche ampie conoscenze e competenze bibliche e vivono convitamente la fede cristiana. Complimenti!

Modificato da King John
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Inviato (modificato)

Ogni ricerca effettuata con rigore storico/scientifico non puo` che portare acqua al mulino della Verità.

La Verità stessa si è infatti incarnata nella storia ed in una persona, per cui è diventata suscettibile di indagine. Anzi l`indagine seria è assolutamente auspicabile e non puo` che portare al fine stesso per il quale la Verità si è manifestata. Il centro del cristianesimo è la persona stessa di Cristo e gli scritti neotestamentari ne sono la testimonianza diretta piu` autentica. Il cristianesimo cioè non è la "religione del libro" nel senso inteso per altre religioni, e con le conseguenti ed annesse limitazioni assolute.

Diverso sarebbe partire da costruzioni ideologizzanti che vogliono conformare la realtà a tesi preconcette (normalmente attraverso la menzogna, piu` o meno subdola) producendo scempiaggini tanto pericolose quanto gradite a chi le puo` in qualche modo monetizzare, e non a poco.

Purtroppo, va detto, il nostro mondo è piu` disposto ad ascoltare queste scempiaggini che non ad impegnarsi in approfondimenti seri .

Modificato da ihuru3
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