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Inviato

Alcuni mesi fa in un'intercapedine dell'abside del duomo della mia città fu ritrovato un foglietto di carta arrotolato e rinsecchito, ma vi si poteva leggere chiaramente:

pane 1 lira

cacio 2 lire

vino 2 lire

Da alcune ricerche risulterebbe che in quella zona della chiesa furono effettuati dei lavori nel periodo 1884-1886. Quindi quel piccolo foglio sarebbe la testimonianza della spesa degli operai di circa 130 anni fa......

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Inviato

Chissà che quantità ne avevano comprato con 1 lira di pane...1 kg? 1 libbra? Chissà.

Grazie per aver raccontato questa curiosità. Giò

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Inviato

Ciao

Interessantissimo, questa per me è sempre stata la cosa più affascinante, quanto costava la vita al tempo della moneta che abbiamo in mano, quanto in "ciccia" come si dice a livorno, si poteva comprare, quanto costavano i mezzi di prima necessità, e quanto le cose superflue, questo mondo mi affascina :)

grazie per la condivisione, speriamo qualcuno che mastichi l'argomento, ci faccia un bel implemento, o mi mandi a qualche vecchia discussione sull'argomento, sono curioso.... ;)


Inviato

Il pane bianco, nel 1880, costava attorno alle 0,45 Lire al kg, mentre quello nero 0,30.

Il prezzo del vino e del formaggio era molto più variabile, ma già sapere che la lista della spesa in questione si riferisce all'acquisto di un paio di pagnotte è qualcosa ;)


Inviato (modificato)

Ti copio qui sotto un file, contenete notizie che credo possano interessarti, inviatomi tempo fa dal Prof. Roberto Ginocchi.

Vedi se può esserti utile. Ciao, Giò

QUATTRO SOLDI

Purtroppo NON possediamo studi "scientifici" sull'economia romana intorno al 1870. Né la documentazione ufficiale è più abbondante e, in ogni caso, dovrebbe essere esaminata da uno studioso di finanza e statistica piuttosto che da me.

Però, spulciando fra i giornali dell'epoca, le loro "manchettes" pubblicitarie ed altre fonti, si può azzardare una specie di rendiconto del REALE VALORE D'ACQUISTO delle monete in uso nella Roma papalina di quel decennio.

Per di più, l'indagine è complicata dalla presenza contemporanea sul mercato di due pezzi dallo stesso valore facciale, ma di diverso metallo: il 20 centesimi/4 soldi d'argento ed il 20 centesimi/4 soldi di rame(lega).

Il Regno d'Italia aveva sopperito a questa difficoltà abolendo del tutto la monetazione argentea inferiore ai 20 centesimi, cosicché le monete da 1, 2, 5 e 10 cent erano esclusivamente di rame e le superiori d'argento (escludo a priori l'oro -vide infra- perché quasi moneta di conto).

L'anomalia è, quindi, tipica dello Stato Pontificio. Si cercò di ovviare al problema facendo in modo che il 4 Soldi di rame fosse più grande di quello d'argento, anzi addirittura la moneta di maggior diametro (insieme alle 100 lire oro e alle 5 lire argento) di tutto il sistema.

Grazie alla "Guida delle Attività e delle Professioni di Roma" edita nel 1870 da Tito Monaci e riferentesi all'anno precedente, possiamo farci un'idea di che cosa si poteva comprare con la moneta da 4 Soldi.

Fra i generi a prezzo calmierato, costavano 4 Soldi = due sigari di 2° qualità (fatti nel palazzo della Manifattura dei Tabacchi e, quindi, di produzione nazionale) oppure una "stizza" (scatoletta da 6 mezzi sigari) di 3° qualità.

= 16,5 Kg di sale (da conceria) ma con il resto di ½ Soldo

= Quattro numeri dell'Osservatore Romano (che costava 5 centesimi a numero quotidiano, escluso quello del sabato che ne costava 7,5 perché aveva un inserto "fotografico")

Fra i generi liberi, con una sola moneta da 4 Soldi, un comune cittadino poteva acquistare

Due fojette (circa 3 litri) di vino "andante" dei Castelli

Quattro "cartocci" di friggitoria (però il prezzo poteva variare in base alla grandezza del cartoccio e/o alla qualità dei generi alimentari)

Circa 12-15 litri di acqua acetosa (esclusa la damigiana)

Circa 6-7 metri di nastro (da teleria) "ecro", cioè grezzo, non colorato con colori "ricchi"

Ovviamente, con i 4 Soldi argento si potevano comprare più cose, dato il valore intrinseco del metallo. Anche se questa monetina d'argento durò relativamente poco. Infatti, secondo una regola aurea "La moneta cattiva scaccia quella buona" e si tendeva a tesaurizzare l"argento (di qualsiasi valore facciale) e a spendere il rame. Tant"è che la Birindelli ha avanzato l’ipotesi che l’espressione "Vale quattro soldi!" per indicare una cosa di modesto o nullo valore, si riferisca NON alla moneta di rame, bensì a quella d'argento, ormai praticamente scomparsa dalla circolazione.

Comunque la moneta più battuta e più usata nel periodo 1865-70, era la 2 Lire AR, paragonabili anche come potere reale d'acquisto agli attuali 20 Euro. Aveva, fondamentalmente, preso il posto del vecchio Mezzo Scudo di Gregorio XVI. 2 Lire AR costava un ottimo pranzo in un ristorante eccellente, una notte all'Albergo degli Inglesi (Hotel d'Angleterre) costava 2,5 Lire AR.

Il 5 Lire AR era già più raro, un po' come gli attuali fogli da 200 Euro. Trattandosi della moneta argentea più grossa e di più alto valore facciale, il Governo tendeva a limitarne la circolazione.

Del tutto particolare la situazione delle monete auree. Le 100 Lire erano coniazioni speciali riservate alle Banche. Lo stesso Papa ne aveva una piccolissima dotazione di pezzi e, sporadicamente, ne regalava un esemplare a qualcuno per beneficenza, anche perché era difficilissimo farsi cambiare un 100 Lire AV in monete di taglio inferiore.

Più diffuse erano le 10 e le 5 Lire AV. Venti lire AV erano il piatto mensile di un cardinale di Curia. Dopo la battaglia di Mentana, gli ufficiali francesi di alto grado ricevettero dal Governo pontificio (oltre a varie medaglie), una dotazione di 5 Lire AV ciascuno, a titolo di ringraziamento. Il Monumento funebre ai Caduti di Mentana che fu eretto al Verano nel 1870, costò complessivamente 80 Lire AV

Durante le mie ricerche passate, mi sono imbattuto in parecchi Menù di ristoranti romani. Uno dei più famosi ed eleganti e raffinati, frequentato da sceltissima clientela anche straniera, era Restaurant de Marquis a via Mario de Fiori.

Paragonabile ad un moderno Vissani, faceva alta cucina con largo uso di prodotti di prima qualità e di una certa rarità. Un pranzo completo (due tipi di entrate/antipasti, una zuppa/minestra, lesso con maccheroni e piselli, arrosto vaccino con garofano, insalata mista, frutta e zuppa all'inglese) costava 5 Lire AR. Oggi (2010) da Vissani si spendono 300 euro!

Modificato da giovanna
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