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Questa moneta è datata 45-46 e non 49, anno di più probabile e logico utilizzo di una simile iconografia. Ciò ci riporta alla campagna di Cesare in Spagna, atta a debellare le armate di Tito Labieno, Attio Varo, Gneo e Sesto Pompeo, che partì nel novembre del 46 per poi concludersi colla grande battaglia di Munda del 17 marzo 45. Cesare aveva con sè ben 8 legioni di veterani, molti Dei quali veterani della campagna di Gallia. Una simile immagine mirava probabilmente al rinnovamento del ricordo di quella gloriosa guerra, faceva tornare alla mente ciò che quegli stessi soldati furono in grado di fare sotto il comando di Cesare, veniva onorato il loro operato vecchio di pochi anni, il loro valore e la conseguente gloria. La moneta evidenzia quindi l'acume del condottiero ed aiuta a capire quanto Cesare fosse attento a particolari che tanto piccoli non sono. Comprendeva benissimo quanto fosse importante il fattore psicologico, cercava in tutti i modi di tenera alto il morale delle truppe e di infondere coraggio e fiducia nei suoi legionari.

Dopo l'anno 46 fu Cesare stesso ad apporre il proprio nome al verso di due differenti tipologie denariali, dedicando il D/ all'amata dea. Il richiamo alle grandiose vittorie in Gallia, ottenute grazie alla benevolenza di Venere, è evidente.

Modificato da L. Licinio Lucullo

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