L. Licinio Lucullo Inviato 16 Luglio, 2013 Condividi #1 Inviato 16 Luglio, 2013 (modificato) http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G268/1 Modificato 16 Luglio, 2013 da L. Licinio Lucullo Link al commento Condividi su altri siti Più opzioni...
L. Licinio Lucullo Inviato 16 Luglio, 2013 Autore Condividi #2 Inviato 16 Luglio, 2013 (modificato) Sintetizzato da: http://www.lamoneta.it/topic/56520-la-bellezza-di-una-dea-che-ha-affascinato-roma/ http://www.lamoneta.it/topic/50803-venere-l%26%238217%3Bascesa-di-una-dea-nella-repubblica-di-roma/ Simili a quelli riscontrabili nell'emissione RRC 258/1 (http://www.lamoneta.it/topic/107790-denario-di-sex-iulius-caesar/) sono i riferimenti individuabili nei denarî emessi da L. Memmius Gal. e L. Iulius L. f. Sex. n. Caesar, alla fine del II secolo (RRC 313/1 e 320/1, http://www.lamoneta.it/topic/109514-denario-di-lucio-giulio-cesare/). Nel primo caso, il monetario fornisce una pseudo genealogia dei Memmii, rintracciabile anche in Virgilio, che li lega a Enea e, conseguentemente, a Venere. Si riteneva infatti che la Memmia fosse una delle familiae Troianae che seguirono Enea nel suo viaggio verso la terra italica e che il suo capostipite prese parte ad un'importante gara tra navi, svoltasi durante le celebrazioni del funerale di Anchise. Nel secondo caso invece, il richiamo a Venere è più diretto, essendo il magistrato monetale un esponente delle gens Iulia. In tutte e tre queste emissioni è quindi quella Venus che successivamente verrà adorata con l'epiteto di Genitrix ad apparire, allo scopo di far coincidere le origini della famiglia di appartenenza del magistrato con quelle di Roma stessa. In ottica prettamente repubblicana, l'essere annoverati tra le gentes originarie era infatti motivo d'immenso orgoglio e sinonimo di onore e prestigio. Tali ideologie, profondamente sentite ed ufficialmente osannate per gran parte del periodo repubblicano, andarono tuttavia ad affievolirsi, in quanto surclassate da autoritarismi ed individualismi sempre più incisivi. Si ritiene che la testa di Saturno implichi l’attribuzione a un questore (cui era demandata la cura dell’erario custodito, per l’appunto, nel tempio di Saturno). Dati i numerosi ritrovamenti in Spagna, Babelon lo attribuisce al questore inviatovi da Silla nell’82, Crawford invece al suo (altrimenti ignoto) padre, con datazione al 106 Modificato 16 Luglio, 2013 da L. Licinio Lucullo Link al commento Condividi su altri siti Più opzioni...
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