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Questa medaglia, pur con tutti i suoi limiti di conservazione con evidente riempimento di ben due fori, è sempre stata una delle mie “prede” più ricercate, in questi ultimi dieci anni ne ho viste passare in asta una quarantina di esemplari alcuni a prezzi “eccessivi”, secondo me, e alcuni sui quali la mia offerta non è stata sufficiente.

Finalmente l’ho presa a prezzo modico, pur con tutti i suoi limiti di conservazione con evidente riempimento di ben due fori e una frattura, ed è stata ugualmente una soddisfazione.

Questa medaglia, mentre me la rigiravo tra le mani, mi ha detto un sacco di cose che vi voglio raccontare:

Il suo autore è Leone Leoni, grande scultore e intagliatore che nel 1536 lasciò avventurosamente il suo posto alla zecca di Ferrara con l’accusa di aver coniato monete false, nel 1538, a seguito dell’arresto di Benvenuto Cellini (che lo accusò di aver tentato di avvelenarlo durante la prigionia) fu nominato incisore presso la zecca pontificia e anche lì, nel 1540, fu accusato di aver ferito, brutalmente per motivi d’interesse, un gioielliere papale e fu condannato all’amputazione della mano destra, questa terribile pena fu commutata, per l’intercessione di alcuni cardinali, in un periodo di lavoro forzato sulle "galere".

Pena non meno dura in quanto pochi tornarono vivi da quella particolare detenzione sul mare per stenti, fatica, malattie o battaglie.

Fu quindi Andrea Doria (su richiesta di Carlo V, protettore del Leoni) che si mobilitò per la sua liberazione a Genova nel 1541.

Quale atto di ringraziamento per essere da lui liberato dalla pena della “galera” il Leoni incise questa medaglia, con da un lato il busto del Doria e dall’altra una “galera”: nave da corsa con vessillo dei Doria a poppa, vela ammainata e rematori con in primo piano scialuppa con due persone a bordo rimorchiata da un delfino, della quale conosciamo tre varianti:

  1. Busto con la legenda ANDREAS DORIA P.P. senza decorazione e retro senza legenda
  2. Busto con legenda ANDREAS DORIA P.P. con decorazione del Toson d’oro e retro senza legenda
  3. Busto con la legenda ANDREAS AVRIA P.P con decorazione del Toson d’oro e retro con legenda NON DORMIT QUI CVSTODIT

La prima variante negli ultimi 10 anni è passata in asta 10 volte su 36 esemplari che ho controllato, la terza 26 volte su 36 e la terza è rarissima e non l'ho mai vista.

Ora non si capisce perché visto che la medaglia è del 1541, o poco dopo, ci siano esemplari senza decorazione e con decorazione del "Toson d'oro" (che il Doria ebbe da Carlo V nel 1531), da qualche parte ho letto che il Leoni la fece senza decorazione, poi qualcuno lo avvisò e fece un secondo conio con l’aggiunta della catena al collo, ma se così fosse non saprei collocare l’esemplare con la legenda sul retro e il cognome AVRIA che ha la decorazione.

Ecco comunque qualche immagine della mia (senza decorazione), la meravigliose medaglia di @@giancarlone con la decorazione del Toson d’oro, il disegno dell’esemplare con legenda e infine la prestigiosa onorificenza del Toson d’oro.

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Buona serata

bellissima storia...complimenti e...grazie per averla raccontata. Quando un tondello, moneta o medaglia ha poca importanza, porta con se una storia di questo tipo, si può veramente dire che parla. :good:

saluti

luciano

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Ciao dizzeta, questa è quella che ho in collezione

Sì, è la stessa che avevo "rubato" dall'altra discussione su Andrea Doria ....mi piace, mi piace, mi piace ...

E' la più bella di tutte le 36 medaglie che ho visto passate nelle aste in questi ultimi dieci anni.

Complimenti!

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Inviato (modificato)

.......e gia che siamo in tema, se vuoi descrivi anche questa.....

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E allora parliamo anche di questa, abbiamo due interpretazioni:

Secondo il Pesce il volto effigiato, oltre al solito busto del Doria (con il "Toson d'oro"), sarebbe lo stesso Leone Leoni in un contorno di catene con sul retro a sinistra la stessa "galera" (quella dove Leoni scontava la sua pena al remo e anche le catene sono quelle usate per i rematori) mentre secondo l'Olivieri e l'Avignone il personaggio effigiato sarebbe il pirata Dragut.

Forse non tutti sanno che questo personaggio è la terza statua da destra, di chi guarda, in alto sulla facciata del "Paxo", il Palazzo Ducale di Genova, tra le 8 che rappresentano i "nemici" di Genova ...e già che ci siamo vi allego la fotografia della statua, opera di Nicolò Traverso e Francesco Ravaschio che eseguirono il progetto della nuova facciata neoclassica di Simone Cantoni a seguito dell'incendio del 1777.

Ecco due righe per "inquadrarlo":

–Pirata Dragut: visse nella seconda metà del XVI secolo, originario dell’Anatolia, fu sconfitto da Giannettino Doria quando nell’estate del 1540 , alla giuda di 20 galee di Andrea Doria lo sorprese nel golfo di Girolata in Corsica. L’impresa fu clamorosa: Giannettino riuscì a catturare 9 degli 11 vascelli e Dragut stesso, che condusse in catene a Genova, nonché a liberare 2.000 cristiani tenuti prigionieri tra l’isola di Capraia e Pirro in Corsica. Si narra che vedendo Giannettino così giovane Dragut, incredulo, reagì con rabbia dando in escandescenze per essere stato fatto prigioniero da quello che lui definiva “una donna con la barba”. Quindi fu messo in catene al remo di una galea del grande ammiraglio Andrea Doria che, pochi anni più tardi, lo fece liberare contro il pagamanto di una taglia di 3.500 ducati (altri dicono 1500, che sembrano pochi) e la cessione di Tabarca, in Tunisia, dove si stabilì una colonia genovese (quella del Lomellini che avrebbero tratto grandi ricchezze dalla pesca del corallo).

Io fra le due opzioni sceglierei quella del Pesce (che oggi è quella che va per la maggiore) ...ma anche la seconda è affascinante.

Saluti

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Complimenti dizzeta per l'esauriente descrizione, per la seconda medaglia sono daccordo con te e il numismatico Pesce che è l'autoritratto di Leone Leoni, a ricordo delle catene di quando remava sulla galera. Anche per questa ti risultano due versioni del ritratto del DORIA.

Giancarlone


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Complimenti dizzeta per l'esauriente descrizione, per la seconda medaglia sono daccordo con te e il numismatico Pesce che è l'autoritratto di Leone Leoni, a ricordo delle catene di quando remava sulla galera. Anche per questa ti risultano due versioni del ritratto del DORIA.

Giancarlone

Degli esemplari che ho visto io avevano tutti la decorazione del Toson d'oro (anche nella foto che ha messo l'eccellente Fabio22 nei cataloghi, presa da Spink, si vede molto poco ma c'è, vi allego la stessa fotografia ingrandita) ma L'Olivieri e l'Avignone sostengono che ce ne sono anche senza, però scrivono: "probabilmente risalgono ad epoca precedente al conferimento di quest'ordine da parte di Carlo V", il che mi sembra impossibile perché l'onorificenza è del 1531 (brevetto n. 175 capitolo di Bruxelles secondo i biografi di Andrea Doria) mentre la medaglia non può essere precedente al 1541, probabilmente, come dici tu, tra il 1541 e il 1545 mentre lavorava alla zecca di Milano e dopo, tra il 1550 e il 1571, essendo ritornato alla zecca di Milano.

Ma vi prego non prendete per oro colato quanto scrivo perché io copio qua e là quello che hanno scritto gli altri e su questi periodi storici c'è molto forte il rischio della moltiplicazione esponenziale degli errori.

...come scrisse Anatole France: «Gli storici si copiano l'un l'altro, così si risparmiano la fatica.» :P

...escluso i presenti, ovviamente ...e monbalda che so perfettamente il dispendioso lavoro certosino che fa per verificare sempre le fonti...

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...permettetemi ancora una parola sul delfino (eppoi mi taccio ...promesso ....beh... per questo argomento).

E' un immagine che rarissimamente è chiara, secondo me rappresenta il Delfino di Francia (Carlo V) che trae a riva il prigioniero (Leoni stesso) e la scritta "NON DORMIT QVI CUSTODIT" dovrebbe significare "NON DORME CHI TI PROTEGGE" (colui che ti protegge non dormirà) ed è anch'essa riferita a Carlo V, il vero protettore del Leoni, mentre Andrea Doria fu solo l'esecutore materiale della volontà del Delfino.

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Ecco, lo sapevo, nemmeno un’ora e rompo la promessa … che ci volete fare è l’uso dei nostri tempi…

Per una piccola ma importante precisazione circa il Toson d’oro:

Carlo V sbarcò a Genova il 12 agosto 1539 e vi soggiornò per 43 giorni. L’imperatore lasciò Genova, donando all’Ammiraglio 25.000 scudi d’oro e insignendolo dell’Ordine del Toson d’Oro, la massima onoreficenza dell’Impero, di cui solo 31 gentiluomini si fregiavano (ndr: in realtà furono 25 i primi cavalieri poi arrivarono a 110 nel 1491 mentre Andrea Doria fu il 175°) con il diritto di indossare cappa e tocco di velluto rosso e il collare d’oro e smalto con il vello dorato del montone che ricordava (il nome stesso lo dice) la splendida chioma bionda d’una dama amata da un duca di Borgogna, fondatore dell’Ordine nel Quattrocento. Infine, nel 1531, Carlo V nominò il Doria Principe di Melfi in Basilicata, che rendeva 40.000 scudi all’anno, feudo già appartenuto a Giovanni Caracciolo, punito per la sua alleanza con i Francesi. L’Ammiraglio si schermì e poi "accettò per non avere l’aria di disprezzare come troppo modesto il dono dell’Imperatore."

A 65 anni era finalmente Principe.

La Repubblica di Genova, in segno di riconoscenza, gli conferì il titolo di «Pater Patriae» (ndr: P.P.) e decretò l’erezione di una statua celebrativa di dimensioni colossali (eseguita nel 1539 dal Montorsoli).

PS: Beninteso tutte queste cose me le ha dette la medaglia ...ci è voluto un po' che prendesse confidenza ma poi ...

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Sul Toson d'Oro dici bene: Andrea Doria lo ebbe da Carlo V a Tournay, durante il XX Capitolo dell'Ordine tenuto il 3 e 4 dicembre 1531.

In quell'occasione, l'onorificenza fu conferita a ventiquattro cavalieri.

Andrea Doria fu il 171° cavaliere a ottenerla, da quando s'era iniziato a conferirla.

Così dicono fonti "non doriane" (Livre du toison d'or, Olanda, fine XVI secolo, Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, ms. Cod. icon. 285, ff. 53r e 54v; J. J. Chifflet, Insignia gentilitia equituum Ordinis velleris aurei, fecialium verbis enuntiata, Anversa, B. Moret 1632, pp. 98 e 101-102; n.n., Le mausolee de la Toison d'Or, ou les tombeaux des chefs et des chevaliers du noble ordre de la Toison d'Or, Amsterdam, H. Desbordes 1689, pp. 135 e 139).

Sull'identificazione fra il delfino e Carlo V, direi che puoi avere ragione.

Da millenni il delfino è considerato amico dell'uomo, e secondo gli antichi greci accompagnava i naviganti ed era pronto a soccorrerli se cadevano in mare, o in altri frangenti pericolosi.

Famosissimo è il delfino che protesse Taras, mitico eroe fondatore ed eponimo della città di Taranto, la quale tuttora ha entrambi nel proprio stemma.

Quindi, identificare nel delfino il Carlo V salvatore del Leoni ha un valido motivo d'essere. :good:

Però bisogna anche dire che (se non mi sbaglio) l'Asburgo non c'entra con il concetto di Delfino di Francia, appellativo invece riservato al figlio primogenito del sovrano parigino. :unknw:

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Grazie del tuo intervento!

Io non ho nulla di fonti extra-genovesi e quindi mi fa molto piacere avere conferme ...ho sempre il timore che i miei riferimenti siano un po' troppo partigiani.

Saluti

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Sull'"Imperatore" hai mille volte ragione, evidentemente l'estensore del testo da cui ho preso quella frase ha confuso Carlo V di Spagna con Carlo V d'Asburgo ...però l'ha scritta virgoletteta come se fosse la frase pronunciata dal Doria ... chissà?

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Inviato

Sull'"Imperatore" hai mille volte ragione, evidentemente l'estensore del testo da cui ho preso quella frase ha confuso Carlo V di Spagna con Carlo V d'Asburgo ...però l'ha scritta virgoletteta come se fosse la frase pronunciata dal Doria ... chissà?

No, scusa ancora, ho visto adesso su Wikipedia che sono la stessa persona, Carlo V d'Asburgo Imperatore del S.R.I. Re di Spagna.

Quindi il Doria fece bene a chiamarlo Imperatore.

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Inviato

Altroché se fece bene! ;)

-------

Forse l'estensore del testo ha confuso Carlo V d'Asburgo con Carlo V di Francia, attivo un secolo e mezzo prima dell'imperatore.


Inviato

Ahhhh, ho capito solo adesso!

Che c'entra con il Delfino di Francia? ....qui l'estensore sono io .....lo sapevo non dovevo buttare lì quello che mi passa per la testa. Sorry

...Eppure mi sembrava "carino" il Delfino" ...sic!

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