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Una buona sintesi della questione sulla problematica delle riconiazioni durante la seconda guerra punica, con annessi e connessi, é quella pubblicata dalla Manfredi in un volumetto del Ministero dei Beni Culturali di qualche anno fa.

Ve ne propongo la scansione.

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Inviato (modificato)

Sempre sulle riconiazioni romano-puniche:

L. Forteleoni, Riconiazioni romane di monete puniche in Sardegna, Annali IIN, 18-19 (1972)

L.I. Manfredi, La riconiazione e gli errori di conio nel mondo punico, Rivista di studi fenici, suppl. 18 (1990).

Mentre questo é riferimento bibliografico dell'articolo riportato sopra:

E. Acquaro - L.I. Manfredi - A. Tusa Cutroni, Le monete puniche in Italia, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Roma 1991

Modificato da g.aulisio
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Inviato

Ringrazio Aulisio e Ahala per la notevole competenza mostrata e anche per avere assicurato un buon livello a questa discussione.

La mia apertura alla discussione era forse un poco provocatoria, partendo da un esemplare "fuori misura" per un sestante repubblicano, proprio nella speranza che venga evidenziato un importante aspetto della monetazione romana repubblicana, quello delle numerose emissioni anonime, molto trascurato se non stravolto dal Crawford.

Inutile dire siamo assai impazienti sulla disponibilità del ponderoso studio di Ahala sul bronzo anonimo.

Qualcuno ha da obiettare alle interessanti anticipazioni di Andrew (Ahala) ?


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@acraf

Sarei curioso di sapere se da quella ridente cittadina di cui ti stai occupando (e che non diremo a nessuno) siano venute fuori anche greco-campane di Cales, Suessa o dintorni.

Romano campane ce ne sono? In privato, se vuoi, ti darò più dettagli visto che mi sto occupando più o meno della stessa zona.


Inviato (modificato)

Qualcuno ha da obiettare alle interessanti anticipazioni di Andrew (Ahala) ?

Allora, visto che Vincenzo non interviene (sta certamente prendendo la rincorsa... :) ), provo a dire la mia.

L'ipotesi che tutta una serie di monete anonime leggere che presentano raffigurazioni molto simili (non parlo di "stile", parlo proprio di cio' che é rappresentato sulle monete, e dei suoi elementi costitutivi) ad emissioni della cosiddetta serie postsemilibrale siano riconducibili, nonostante il dato ponderale, ad un'epoca "alta" ed in particolare alla transizione tra il III ed il II secolo (e quindi da inquadrarsi nelle vicende della II guerra punica) non mi chocca particolarmente. Al contrario: corrisponde a quello che anche io ho sempre pensato.

Poi puo' darsi che questa ipotesi, valida per un certo numero di esemplari, non copra tutta la casistica, e li' bisogna stare attenti a non fare generalizzazioni che rischiano di appiattire fenomeni più complessi, e magari circoscritti, che possono aver toccato la monetazione anonima repubblicana in momenti diversi.

Faccio un esempio, basandomi sugli esemplari da me postati (modesti, e che non possono competere con gli esemplari postati da ahala, ma chiedo venia, si tratta nella maggior parte di esemplari acquistati da un adolescente per poche lire, quelle che poteva permettersi):

- la 3 e la 4, come già detto sopra, per diverse motivazioni, le tiriamo fuori; sono leggere ma sono più tarde, e non possono certo essere ricondotte ad epoca alta.

- la 1 e la 5, al contrario, rientrano in pieno nel discorso portato avanti da ahala, che mi trova concorde.

- quanto alla 2 ed alla 6 (le "quadrateggianti" di Mirko) non sono cosi' convinto che possano essere ricondotte allo stesso fenomeno (parlo di fenomeno, non necessariamente di epoca), in quanto mi sembrano nettamente differenziate per cio' che concerne la tecnica di fabbricazione e la rappresentazione di rovescio. Andrebbero trovati riscontri oggettivi certi in quanto a localizzazione e cronologia.

Il tema é, secondo me, estremamente complesso, e non bisogna mai dimenticare la presenza delle serie imitative, spesso difficilmente distinguibili da quelle ufficiali (e qui bisogna rendere onore al Crawford per averlo ammesso in uno dei suoi scritti).

Per cui, visto che la situazione é già abbastanza incasinata (confused), vedo di buttare un altro po' di carne al fuoco.

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7. 8. Due trienti, rispettivamente di gr.6,17 (asse 18,51) e gr.6,82 (asse 20,46).

Nessuno dei due ha a che vedere con la serie del Crawford 197-198.

Il primo é probabilmente ascrivibile alle emissioni di cronologia "alta" di cui si sta discutendo, l'altro ha caratteristiche che spingono piuttosto verso un'identificazione in quanto imitazione. Imitazione di cosa? Non certo di un 197-198.

Imitazione di che epoca?

Modificato da g.aulisio
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Abbandoniamo i pezzi anonimi.

Ammettendo che durante la seconda guerra punica da qualche parte in Italia (forse in Sardegna, ma va a sapere...) si coniavano pezzi di peso ridotto, in Sicilia si coniavano (e riconiavano) pezzi di peso più "regolare".

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9. gr. 6,00 (asse gr. 36,00) riconiato su un bronzo siracusano

Che rapporto c'era tra queste differenti emissioni?

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Infine torniamo alla Sardegna.

Due pezzi (brutti, lo so, ...) delle serie sarde:

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10. gr. 4,26 (asse gr. 17,04); 11. gr. 4,18 (asse gr. 25,08)

Il quadrante MA, per quanto di conio molle, non é particolarmente usurato, il sestante C, al contrario, é piuttosto frullato. Al di là del modulo, il peso, ma non il valore, é praticamente lo stesso.

E circolavano insieme, nello stesso momento e nello stesso luogo.

Che "peso" aveva il peso, in queste emissioni?

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Inviato (modificato)

Analizzando il materiale del Museo Nazionale Romano, ho trovato questo esemplare, piuttosto consunto, ma chiaramente decifrabile come un sestante romano anonimo, con Mercurio e petaso a destra al diritto e prora di nave a destra, con ROMA sopra la prora e i due globetti sotto la prora, al rovescio (dal vivo si vede meglio e i tipi sono sicuri).

Mi hanno impressionato i suoi dati:

peso = 0,70 grammi

diametro = 12,9 mm

Esistono evidenze dell'esistenza di un asse repubblicano di circa 6 grammi, calanti sino a 2,5 grammi. Ne abbiamo parlato diffusamente qua:

http://www.lamoneta.it/topic/107374-serie-cr-97-luceria/

So bene che, secondo l'opinione prevalente, i pochi esemplari ufficiali sono monete a carattere (eccezionalmente) fiduciario, emesse a Luceria e forse a Canusium, e gli altri sono mere imitazioni (quelle studiate da Stannard, per intenderci).

Però è una tesi che non mi convince, per tre motivi.

Primo, perché mi sembra impensabile che i "falsari" (scrivo così per semplicità, sebbene il fenomeno delle coniazioni pseudo-ufficiali sia ben più complesso) abbiano copiato proprio monete eccezionali. Già un "falsario" ha il problema di far accettare la propria moneta; se poi decide di imitarne una rara ...

Secondo, perché l'asse di 6-4 grammi è saldamente attestato in coniazioni ufficiali provinciali (assi cosiddetti di Panormos, in realtà verosimilmente attribuibili a Lilybaeum, assi di Thessalonica e assi della serie navale leggera di Marc'Antonio).

Terzo, la rivelazione di acraf: di questo asse ... esistevano persino i divisionali!!! (sestante 0,7 => asse 4,2 grammi).

A questo punto mi sembra più plausibile l'ipotesi espressa da Vincenzo nella discussione di cui sopra, ovvero che sia esistita un riduzione quartunciale (standard teorico 6,82 g, ovviamente - come in tutte le emissioni enee repubblicane - calante). L'unica seria obiezione a questa ipotesi mi sembra il ritorno a uno standard semionciale, attestato con Augusto ma identificabile già nelle emissioni dei due figli di Pompeo Magno (emissioni comunque molto variabili e, forse, a carattere "propagandistico").

Il ritrovamento citato da acraf ci pone però il problema della datazione di questa ipotetica riduzione.

Una cittadina distrutta da Silla ... Quando? Al più tardi nell'82 a.C.?

Modificato da L. Licinio Lucullo
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@L. Licinio Lucullo

Affascinante la tua considerazione, ma - ancor prima che con Augusto - un'ipotetica riduzione quartunciale dovrebbe fare i conti con la Lex Papiria che, promulgata nell'89 a.C. (sette anni prima della distruzione della colonia in questione), consentiva l'abbassamento a livello semionciale dell'Asse.


Inviato (modificato)

Non vedo perché un'ulteriore svalutazione non possa essersi prodotta in "soli" sette anni, a maggior ragione se si considera che sono anni di caos politico e sociale (per la prima volta nella storia un esercito di Roma ha marciato contro Roma!).

E comunque non do per scontato che la riduzione quartonciale sia di epoca sillana. Personalmente, avrei pensato a qualche anno dopo ... Dipende anche da cosa potrà dirci acraf su questo ritrovamento

Modificato da L. Licinio Lucullo
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@L. Licinio Lucullo

E' verissimo che in sette anni sarebbe potuto succedere di tutto, ma la moneta presentata da acraf mi sembra molto usurata e quindi ne deduco (magari sbagliando) una circolazione prolungata.

Mi lascia perplesso la totale mancanza nelle fonti in merito ad una riduzione quartunciale: figuriamoci se Plinio si sarebbe fatto scappare un'indicazione del genere!

A questo punto, come giustamente affermi (mi permetto di darti del tu) è indispensabile conoscere il contesto del rinvenimento e, possibilmente, gli altri materiali presenti nella medesima sezione stratigrafica.

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Verissimo. Attendiamo


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