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Inviato (modificato)

Lucio Verazio

Ne parla Gellio nelle Notti Attiche, citando Marco Antistio Labeone.

Il “simpatico” romano era solito passeggiare per Roma con uno schiavo che portava una bisaccia piena di assi.

Quando Lucio si imbatteva in qualcuno a lui poco simpatico, lo prendeva a schiaffi e poi comandava allo schiavo di corrispondere alla vittima la sanzione privata di 25 assi (damnum iniuria datum) prevista dalle XII Tavole.

A parte il siparietto che ricorda “Amici Miei” nella scena della stazione (ma i nostri non pagavano), la citazione evidenzia una svalutazione significativa rispetto alla previsione decemvirale e il problema della presenza di assi in epoca dove di assi non ve ne sono (probabilmente era soltanto una misura di valore).

Il medesimo problema si ha con la riforma censuaria monarchica.

Ho calcolato che (a voler considerare l’asse quale valore e non come moneta) Roma (i cittadini romani) poteva contare su un patrimonio mobiliare/immobiliare di circa 1.313.550.000 assi. Importo calcolato sul minimo per l’accesso alle prime classi e sulla media dell’ultima, la VI, considerando una centuria composta da 100 uomini (lo so che i componenti non dovevano essere necessariamente 100 ma così è più facile calcolare l’abbattimento percentuale).

Saluti

Polemarco

Modificato da Polemarco
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Inviato

Quando è ambientato l'episodio?


Inviato (modificato)

Gellio non colloca temporalmente il nostro Lucio, ma labeone lo ricordava perché' il pretore aveva "corretto"la previsione decemvirale in quanto la sanzione era divenuta troppo mite.

Se si considera che il potere di integrazione-correzione da parte del pretore avviene tramite editto pretorio e che l'Editto pretorio e' collegato alla lex aebutia che è' forse del 120 a.c. (ma la collocazione e' incerta: si parla della metà' del II sec. a.c.), il dies a quo dovrebbe essere forse il 120 a.c..

Il riferimento va raffrontato con i tempi delle riduzioni ponderali dell'asse.

Saluti

Polemarco

Modificato da Polemarco

Inviato

Aulo Gellio era vissuto dal 125 al 180 d.C. e sinceramente non so quanto sia a conoscenza della situazione monetaria nel II secolo a.C., anche se era stato allievo di Marco Cornelio Frontone, esponente dell'arcaicismo latino ossia sostenitore dell'assoluta purezza della lingua latina, che già iniziava a risentire degli influssi da altre parti dell'impero romano. Quindi dovrebbe essere stato attento anche alle ambientazioni romane di età repubblicana.

Non so se esistono commenti su questo episodio in qualche edizione critica delle "Notti Attiche".....


Inviato (modificato)

Aulo Gellio era vissuto dal 125 al 180 d.C. e sinceramente ...

Gellio si limita a citare Labeone (ma l'episodio e' riportato anche da Favorino).

Il giurista romano riporta l 'episodio nei suoi libri sulle XII Tavole (non sono pervenuti) al fine di giustificare l'intervento integrativo dell'Editto pretorio dinanzi ad una sanzione divenuta esigua.

Si consideri che il testo non richiede necessariamente una svalutazione durante il secondo secolo, ma una svalutazione complessiva rispetto al periodo delle XII Tavole, svalutazione cui, per la sanzione, il pretore mette mano nel secondo secolo proprio in virtù' della Lex Aebutia

Ma è' probabile che sia io a sbagliare, come e' mio solito dire: e' solo una opinione.

Saluti

Polemarco

Modificato da Polemarco

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