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Il "Mondo" dei Romani nelle monete


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Mi ha sempre affascinato questo genere di moneta: un Sesterzio del 143-144, della zecca di Roma RIC 746 di ANTONINVS AVG - PIVS . raffigurante l' Italia seduta su di un "globo" stellato.

Oltre ad Antonino Pio, anche Commodo ha coniato qualcosa di abbastanza simile, mentre globi più piccoli sembrano estremamente più diffusi.

La parola globo da alcune parti è sostituita da "mondo". Ma qui si aprono degli interrogativi su quali fossero le reali conoscenze astronomiche dei Romani, conoscenze forse poco divulgate per convenienza di gestione del potere...

Cosa è davvero dunque quel "globo", cosa ci vedeva un Romano?

Potrebbe essere il pianeta Terra corredato del suo "soffitto" di stelle, cioè forse quel che i Romani immaginavano essere un limitato Universo ?

Allora essi sapevano che la Terra era rotonda, non è poco! oppure un elemento "finito" non può altro che essere qualcosa di circoscritto, quale appunto una sfera...

Se osservate bene però il globo è avvolto da una specie di meridiano e da una specie di "equatore" a guisa di spessi nastri. E quelli cosa sono ?

Sembra Kazzenger? :) Le domande sono davvero molte, però.

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Dettaglio:

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Altro:

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Qui un denario di Titus Carisius del 46 AC.

Anche qui il "globo" è avvolto da "nastri"

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Modificato da vickydog

Inviato

beh, in epoca classica ed ellenistica Aristotele e Eratostene avevano già sostenuto la sfericità del mondo, e insieme, dei cieli, e così pure Seleuco di Seleucia. Quindi fra i romani dotti l'idea di un mondo sferico circolava, sebbene probabilmente limitatamente agli "intellettuali". Le sfere e i globi sulle monete, che rappresentino solo il mondo, oppure "l'universo" ( i cieli sferici con dentro il mondo) probabilmente derivano il loro "concept" da quelle teorie.

A pensarci, anche nel medioevo, quando l'idea della sfericità delle terra era praticamente limitata a pochissimi, il globo rimane comunque per tuttil il simbolo del mondo.


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Bella osservazione. Sembra proprio che tra i dotti la concezione del sfericità del mondo (e dell'Universo / i frattali?) fosse diffusa in tutte le civiltà antiche, senza dimenticare quella Egiziana con conoscenze astronomiche profondissime, ma anche tra gli Aztechi e i Maya mi pare...

D'altra parte "globus" significa sfera...

Dunque per un Romano era l'Universo... E quei nastri invece? Il sole poi dove si troverebbe, all'interno di quel pacchetto, o fuori ?

Modificato da vickydog

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Ti ringrazio del rimando. E' una discussione con parecchie osservazioni interessanti.

Tra queste mi permetto di riportare in particolare un estratto:

SYMBOLISM OF THE SPHERE

by Michael R. Molnar

Celator, June 1998

The title for this article is taken from a book by Otto J. Brendel, a great art historian, who showed that archeological monuments could support literary evidence to yield new perspectives and insight to the meaning of ancient symbols. His essay on the meaning of the sphere that appears on ancient coinage and artwork stands as one of the great pieces of classical scholarship. Using this work along with other sources, I hope to explain further some of the questions raised in Michael Marotta’s recent article (The Celator Feb. 1998 p. 18.) about this fascinating subject, namely the symbolism of the the sphere.

First of all, the the sphere or orb that adorns so many Roman coins has roots in religion and philosophy. The Greeks believed that the universe was divine. Moreover, it was spherical as evident from the apparent shape of the starry sky. The Stoics, in particular, believed that the cosmos controlled all events by a divine fire that was “reason” (logos). Each person’s soul was a small flame from the cosmic fire that revealed itself as a divine force, namely Fate. And the Sun and stars manifested that fire. Thus, the orb representing the living, divine universe was held sacred which justifies its representation on coins.

The evidence that the orb depicted on so many coins was the cosmos and not the Earth is revealed first of all by stars and astronomical markings. Close inspection of the orbs sometimes shows not a smooth ball, but bands or hatch marks. On small orbs there appears a letter “X,” but on larger orbs, it is recognized as crossed bands that represent the intersection of the allimportant zodiac and the celestial equator. The system of circles that the Greeks marked on the celestial the sphere is described in the Phaenomena of Aratus, Pliny’s Natural History, and Manilius’Astronomica. The “X” is called the equinoctial cross which represents the spring and autumnal equinoxes (where the Sun crosses the celestial equator). It signified the belief in cosmic cycles of birth, death, and rebirth. (The Timaeus of Plato referred to this symbol as a celestial Greek letter “chi.”)

The sestertius of Antoninus Pius in Marotta’s article is a poor specimen. But I happen to have a better example (fig. 1: Antonino Pio, denaro, Italia) that shows that the globe cannot be the Earth. The cornucopia in Italia’s hand represents the abundance of the country. Her scepter symbolizes the authority of Italia, probably due to her greatest city, Rome. But the globe has stars and the equinoctial cross. Thus, Italia presiding on the cosmic orb signifies the greatness and immensity of her power. We will return to the power of the orb later, but for now we will focus on the orb’s circles.

When a Greek astronomer explained the parts of a celestial globe to his pupils, he used a “radix” or staff to point to the equator, ecliptic (zodiac), constellations, etc. Urania, the muse of astronomy, is often depicted as pointing the radix to a celestial globe on a tripod, which signifies her power over the workings of the cosmos. I have seen some of the Republican denarii of Pomponius Musa (Craw. 410/ showing Urania pointing her radix to a globe that has a tiny equinoctial cross. This also reveals the incredible skill and attention for detail by a master celator.

(...)

Nevertheless, as Marotta mused, there is excellent evidence that Greek and Roman scholars knew that the Earth was round, which raises the question whether a round Earth was depicted on coins. However, there was no universal agreement that the Earth was unquestionably round. That is, Ptolemy, Pliny, Seneca, and many others claimed that the Earth is “sensibly” round, but they tell us that the majority of common folk did not accept what navigators and scholars deduced from observation and studies. So, we should not jump to the conclusion that the round Earth was widely accepted as it is nowadays.

Modificato da vickydog

Inviato

Convincente anche la teoria che quelle strisce riprendano la sfera armillare, nota anche come astrolabio sferico, un modello della sfera celeste inventato da Eratostene nel255 a.C.

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Tipicamente, al suo centro è posta una palla che rappresenta la Terra , o in seguito il Sole. Viene usata per mostrare il movimento delle stelle attorno alla Terra.


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Come dice Trivero Antvwala ne L'Orbis Terrarum nella monetazione Romana" la moneta è uno strumento per propagandare eventi gloriosi, veri o presunti. Un "indottrinamento" che pertanto adotta immagini semplici e di lettura immediata che a noi possono apparire trascendenti in quanto i simboli di quel linguaggio ci sono estranei, ma per coloro a cui quel messaggio veniva veicolato con la moneta si trattava di simboli ben noti, addirittura quotidiani.

Premesso questo le strie a forma di croce che compaiono sulla rappresentazione della sfera celeste forse raffigurano proprio le croci equinoziali piuttosto note ai Romani, come ai Greci.

La croce è creata dall'intersezione dei due piani, l'eclittica e l'equatore:
Il primo piano è l'eclittica del nostro Sistema Solare. Per approssimazione, l'eclittica del Sistema Solare è l'equatore galattico, perché il nostro Sistema Solare è molto vicino all'equatore galattico e ruota attorno al centro galattico in un piano parallelo.

Il secondo piano è il piano equatoriale del nostro Sistema Solare e per semplicità, può essere paragonato all'eclittica. Ora che abbiamo identificato i due piani, la Croce Galattica può essere costruita dall'intersezione di questi piani, l'equatore galattico e l'eclittica. Il nostro Sistema Solare interseca l'equatore galattico ad un angolo di 60°. L'intersezione è l'asse dell'equinozio del Sistema Solare. L'asse del solstizio del Sistema Solare è perpendicolare all'asse dell'equinozio ed entrambi formano la Croce Galattica.

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per ulteriori interessanti approfondimenti di astronomia nella storia, inclusa la precessione degli equinozi, questo interessante articolo:

http://www.altrogiornale.org/_/content/content.php?content.915

E buon solstizio d'estate (oggi) a tutti! :)

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In seguito la croce come simbolo del dio cristiano ha sostituito la croce equinoziale, (pur rimanendo sempre una croce), come avvenuto per altri culti pagani, per es. il natale con il dies natalis sol invicti e sempre paradossalmente allontanandosi dalla realtà fisica e astronomica. Ma il culto delle divinità dello zodiaco andava sradicato, sostituendolo con qualcosa di estremamente diverso, ma che gli somigliasse (il perché dell'opportunità di questa "sostituzione" è un altro discorso).

< The cosmic orb of the Greeks and Romans was indeed a pagan symbol; thus, it had to make way for a Christian symbol.

But the cosmic orb could not be abandoned because it had important political symbolism - the power of an emperor. The solution was to remove the equinoctial cross, and supplant that pagan symbol with a Christian one. Placed in the hand of the emperor, the orb with a Christian cross was now sanctified by Christ. Thus, Christ ruled the cosmos, and became the source of power for an emperor. >

Sempre da "Symbolism of the Sphere” in The Celator

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Cosa intendevano i Romani per la parola ITALIA? Chi è quella donna che la personifica sulla moneta, e perché? Cosa ne rimane oggi?

Il nome Italia designava dapprima l’estremità meridionale della Calabria; più tardi si estese fino a Metaponto; poi, nel 3° sec. a.C. alla Campania e poco dopo a tutta la penisola a sud dei fiumi Arno ed Esino e infine alla catena alpina. La sanzione ufficiale del nome si ebbe con Ottaviano Augusto nel 42 a.C.

La donna che la rappresenta sul sesterzio di Antonino Pio è Cibele, la Magna Mater, è una delle prime personificazioni dell'Italia. Con riferimento alle origini troiane (ossia frigie) dei fondatori di Roma, i patrizi (che si vantavano loro discendenti) la onorarono come divinità della loro stirpe e la opposero alla plebea Cerere. Presto si diffusero anche i misteri ellenistici di Cibele, che in epoca imperiale presero forma di religione autonoma. Ancor oggi la donna con le torri in testa (l'immagine di Cibele) rappresenta l'Italia.

Durante la seconda guerra punica, mentre Annibale imperversava per l'Italia, i sacerdoti romani predissero che Roma sarebbe stata salva solo se vi fosse giunta l'immagine della dea dell'Ida, il monte di Troia, ossia Cibele. Da allora divenne una delle divinità di Roma, la Magna Mater, anche se il suo culto fu osteggiato poiché contenente riti orgiastici. L'associazione di Cibele con l'Italia divenne molto forte quando Virgilio scrisse l'Eneide, narrando come il viaggio di Enea fosse stato protetto anche dalla dea. La figura di Cibele andò a rappresentare, grazie anche agli eventi della Guerra sociale, l'idea di un'Italia pacificata e unita sotto Roma, così come Enea aveva pacificato i popoli latini, nonché lo spazio sacro del pomerium, ormai allargato a tutta la penisola.

Durante l'Impero le donne della famiglia imperiale presero a vestire come Cibele, ossia con una corona turrita. Quest'immagine divenne quindi sempre più simbolo dell'Italia nelle province, specialmente in quelle anatoliche e greco-orientali. Sotto Antonino Pio venne coniato un sesterzio rappresentante l'Italia come una donna turrita, che siede su un globo e tiene in una mano una cornucopia mentre nell'altra il bastone del comando. Questa diverrà poi l'immagine classica dell'allegoria del Bel paese.

Dopo il Medioevo, il primo a riprendere la classica figura dell'Italia è Cesare Ripa, che nella sua Iconologia la descrive come nel sesterzio di Antonio Pio, associandole anche una stella che le brilla sopra la testa, in riferimento al fatto che nell'antica Grecia l'Italia fosse associata alla Stella di Venere poiché posta ad occidente e quindi fosse chiamata Esperia. La Stella d'Italia è quindi un antico simbolo identitario della terra italiana.

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Ok grazie vicky

ma perché in quel determinato frangente storico l'Imperatore decise di far coniare Sesterzi con la scritta in esergo ITALIA?


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perché in quel determinato frangente storico l'Imperatore decise di far coniare Sesterzi con la scritta in esergo ITALIA?

Ciao Odjob. Forse quell'anno c'erano i Mondiali di Calcio ? :D

A mio parere è probabile invece che Antonino Pio stesse introducendo un concetto, una determinata analogia, in un preciso contesto storico... poi ti espongo il mio pensiero


Inviato

Ciao Odjob. Forse quell'anno c'erano i Mondiali di Calcio ? :D

A mio parere è probabile invece che Antonino Pio stesse introducendo un concetto, una determinata analogia, in un preciso contesto storico... poi ti espongo il mio pensiero

:lol: :lol: :lol:


Inviato

Innanzitutto vorrei aggiungere un elemento a conferma del fatto che sulla moneta in oggetto quelle strie raffigurino i piani (o croci) equinoziali e cioè che le feste in onore della dea Cibele si svolgevano nel mese di marzo, proprio dal 15 al 28, nel periodo dell'equinozio di primavera.

Il 22 Marzo, giorno di equinozio, si celebrava l’Arbor intrat (cioè l’ingresso dell’albero): alcuni sacerdoti tagliavano un albero di pino nel bosco sacro a Cibele, lo fasciavano con bende e ornavano con violette. L’albero veniva portato in processione e poi esposto come un morto all’adorazione dei fedeli. Seguivano tre giorni di lutto, nei quali il popolo, esortato dalle urla dei sacerdoti e dalla musica, si batteva il petto con le palme delle mani e soprattutto con pigne, per procurarsi delle ferite sanguinanti.

Il 24 marzo era il giorno delle deposizione del pino nella tomba. I sacerdoti ed i fedeli danzavano al suono delle percussioni e dei corni; nell’ebbrezza della danza, si flagellavano le braccia e le spalle. Alcuni fedeli finivano per evirarsi, dimostrando così la propria volontà di diventare sacerdoti consacrati a Cibele. Gli organi asportati venivano deposti in appositi vasi e, con una solenne processione, seppelliti nel bosco sacro a Cibèle (ritornavano, quindi alla terra, allo scopo di fecondarla e conferirle vigore).

Il 25 marzo, era considerato il primo giorno dell’anno e si celebrava la resurrezione di Attis [vi ricorda qualcosa questa consecutio di allegorie??/sarà per questo che ancora oggi appendiamo le...palle sull'albero a natale? :D]


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