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bizerba62

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Anche gli oltre 5.000 pazzi lire 100 Fascio meriterebbero alcune considerazioni.

Si tratta del 25% dell'intera coniazione del fascione in oro.....si tratta di un quantitativo davvero importante che può alterare le quotazioni del mercato in maniera significativa per questo pezzo

Inoltre chi lo sa che tra 'dollari / marchi / franchi / sterline' non ci sia qualche pezzo raro?

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Si tratta del 25% dell'intera coniazione del fascione in oro.....si tratta di un quantitativo davvero importante che può alterare le quotazioni del mercato in maniera significativa per questo pezzo

Inoltre chi lo sa che tra 'dollari / marchi / franchi / sterline' non ci sia qualche pezzo raro?

Sono daccordo...Purtroppo dopo 17 anni il contribuente sa solo che esiste una nota 56....il resto....lascio a voi tirare le conclusioni.

In verità, visto come vanno le cose in questa numismatica, non nutrivo molte speranze, ma Bizerba e il nostro "Vendicatore Solitario" non hanno mollato la presa e dai e dai sono riusciti, complice la fame di denaro che attraversa il Paese a trovare un parlamentare che ha accolto la nostra richiesta.

Certo, si è perso tempo..c'era chi poteva dare delle risposte, ma come al solito l'atteggiamento di sufficienza (perchè altra spiegazione non trovo), ha indotto chi sapeva a starsene zitto.

Persone che prendono lo stipendio grazie alle imposte che pagano i cittadini. E che pagano anche me.

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Troppo carina..me la stampo a colori e ci faccio un quadretto :blum:

Ricordati comunque che in questo caso i "cavalieri" sono tre..io...Bizerba e il nostro...... "vendicatore Solitario".. :crazy:

Senza loro due anche il mio articolo sarebbe rimasto nel dimenticatoio...

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Complimenti per non aver dimenticato nonostante il silenzio che avete avuto intorno.....rimaniamo in attesa, grazie.

Tranquilli..il nostro Cavaliere Solitario segue la vicenda passo passo...anche per capire se vi sono per caso..interferenze.... :crazy:

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senza considerare i 17 anni della commissione, sarebbe possibile sapere quanto ci sono costati in rimborsi, compensi e consulenze varie?

Si dice che non sono stati previsti rimborsi o compensi...si dice...attendiamo di sapere cosa risponde il ministero.

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leggo con piacere che le cose non sono rimaste nel dimenticatoio dei palazzi della politica, ma che stanno andando avanti, anche con l'aiuto di persone che hanno la possibilità di poter avere risposte da chi ha il dovere di darle.

certo che molti collezionisti se tali monete fossero messe in vendita avrebbero una perdita, ma purtroppo è anche questo la numismatica, la scoperta di ripostigli o tesori come questo rendono monete che fino a ieri erano uniche delle opere note e comuni, l'importante e che si proceda nella richiesta di chiarimenti, dopo 17 anni credo che abbiano studiato abbastanza.

Io comnque vi chiamerei i tre moschettieri, in lotta per la giustizia..................... :clapping: :pleasantry:

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leggo con piacere che le cose non sono rimaste nel dimenticatoio dei palazzi della politica, ma che stanno andando avanti, anche con l'aiuto di persone che hanno la possibilità di poter avere risposte da chi ha il dovere di darle.

certo che molti collezionisti se tali monete fossero messe in vendita avrebbero una perdita, ma purtroppo è anche questo la numismatica, la scoperta di ripostigli o tesori come questo rendono monete che fino a ieri erano uniche delle opere note e comuni, l'importante e che si proceda nella richiesta di chiarimenti, dopo 17 anni credo che abbiano studiato abbastanza.

Io comnque vi chiamerei i tre moschettieri, in lotta per la giustizia..................... :clapping: :pleasantry:

Indubbiamente sul mercato qualche contraccolpo ci sarebbe. Comprendo il punto di vista di commercianti e collezionisti. Capisco che sarebbe audace e temerario immettere il tutto sul mercato. Almeno in un breve arco di tempo. Ma del resto, trovo assurdo tesaurizzare tutte quelle monete sine die...Cui prodest?

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ipotizzare di immettere quei lotti (teorici) di monete sul mercato sarebbe oltre che poco redditizio (per ovvie ragioni) per lo stato anche un danno per i collezionisti che he ne hanno attualmente il possesso, che, di certo ne sono entrati in possesso non tramite occasione di favore e "inciuci" (che di solito spettano non ai collezionisti, ma ad altra categoria, sempre disponibile e pronta, pur di fare l'affare) ma a costo di sacrifici (dato che i soldi non piovono dal cielo per nessuno, tantomeno per i collezionisti).

Per cui un'azione in questo senso dovrebbe anche tutelare il mercato numismatico, e tutelare non significa certo "sbarazzarsi" in qualche modo di un bene: se non si vendono a privati tanti capolavori d'arte giacenti nei magazzini dei musei e non esposti permamentemente al pubblico, non è perchè allo stato non farebbe comodo intascare qualche quattrino in più (tantopiù di questi tempi), ma per tutelare (si spera) un patrimonio comune della nazione.

Mi pare che la cosa più equa da fare sia quelle eventualmente di stabilire delle regole (magari creando ad hoc un comitato d esperti numismatici di rinomata fama) per il rilascio su base annuale (e per tot anni, non pochi...) sul mercato di quantità compatibili con la ricettività del mercato stesso (in modo da evitare turbative) ed in linea con le quotazioni stesse del mercato, magari con un incentivo aggiuntivo (sconto, detrazione, etc.) in modo favorirne l'interesse... tutto potrebbe avvenire con asta pubblica in modo simile a quello che normalmente avviene in questo ambito...

Senno' questa meritevole azione rischia di trasformarsi in un giustizialismo alla robin hood di fantozziana memoria, con beneficio per i soliti noti e danno sempre dalla parte del cittadino.

Modificato da ihuru3
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Ma comunque, anche immettendo sul mercato tali monete poco alla volta, qualcosa accadrebbe. Se prima c'erano in giro 2000 pezzi e dopo un po' ce ne sono 3000 la moneta apparirà di più nelle vendite, sarà quindi meno rara e, comparendo appunto di più, i collezionisti alle aste saranno disposti a spendere di meno nelle loro "battaglie per ottenerla". Aspetteranno un'altra asta e il prezzo scenderà. Sicuramente a immetterle in blocco sarebbe peggio (per chi già le possiede, non per me quindi :angel: ) e un terremoto vero.

(p.s.: il numero di pezzi che ho indicato è puramente casuale :) )

Modificato da Ianva
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Ma comunque, anche immettendo sul mercato tali monete poco alla volta, qualcosa accadrebbe. Se prima c'erano in giro 2000 pezzi e dopo un po' ce ne sono 3000 la moneta apparirà di più nelle vendite, sarà quindi meno rara e, comparendo appunto di più, i collezionisti alle aste saranno disposti a spendere di meno nelle loro "battaglie per ottenerla". Aspetteranno un'altra asta e il prezzo scenderà. Sicuramente a immetterle in blocco sarebbe peggio (per chi già le possiede, non per me quindi :angel: ) e un terremoto vero.

(p.s.: il numero di pezzi che ho indicato è puramente casuale :) )

è chiaro che bisogna in questo senso optare per il danno minore, ovvero un rilascio lento ... ad esempio il 100 fascione, che è forse la tipologia in posizione più critica, è stato coniato in 20.000 pezzi, che stanno un po' dovunque e non solo in Italia. Lo si vede facilmente nelle aste e non penso che l'aumento su basi fisiologiche e controllate dei pezzi circolanti (in rapporto di 3:1, cioè 15000 circolati e 5000 nei "barili") se molto diluito nel tempo possa davvero creare danno.

Modificato da ihuru3
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Ma voi siete sicuri che quegli oltre 5.000 presenti nei barili siano ricompresi nei 20.000? Potrebbe essere frutto di una ulteriore coniazione posta in essere che so, negli anni immediatamente successivi, per accontentare tutti quei personaggi che ruotavano intorno al regime e che poi per motivi vari non sono state immesse sul mercato. Non credo alla teoria dei pezzi invenduti.

Modificato da elledi
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Ma voi siete sicuri che quegli oltre 5.000 presenti nei barili siano ricompresi nei 20.000? Potrebbe essere frutto di una ulteriore coniazione posta in essere che so, negli anni immediatamente successivi, per accontentare tutti quei personaggi che ruotovano intorno al regime e che poi per motivi vari non sono state immesse sul mercato. Non credo alla teoria dei pezzi invenduti.

può essere benissimo ... il mio parere (che conta meno di zero) è che 5000 pezzi mi sembrano un po' tantini per essere fuori dalla conta ufficiale... non dimentichiamoci che solo pochi anni dopo, per coniare pochissimi e "piccolissimi" 100 Lire, si disse ai privati interessati di portare l'oro alla zecca ...

Comunque, se anche così fosse, la massima cautela nell'immissione sul mercato è a maggior ragione obbligatoria.

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Ciao.

"Senno' questa meritevole azione rischia di trasformarsi in un giustizialismo alla robin hood di fantozziana memoria, con beneficio per i soliti noti e danno sempre dalla parte del cittadino."

Beh, Tu parli giustamente del danno che potrebbe riportare il cittadino-collezionista; non so se invece il cittadino-non collezionista avrebbe da ridire sulla dismissione di qualche quintale d'oro puro dello Stato, sotto forma di monete che (tranne pochissime) non hanno alcun interesse numismatico, per finanziare, ad esempio, l'assistenza ai portatori di handicap, che a causa della spending review ha subito notevoli tagli.

Tutto dipende dai punti di vista.

M.

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Ciao.

"Senno' questa meritevole azione rischia di trasformarsi in un giustizialismo alla robin hood di fantozziana memoria, con beneficio per i soliti noti e danno sempre dalla parte del cittadino."

Beh, Tu parli giustamente del danno che potrebbe riportare il cittadino-collezionista; non so se invece il cittadino-non collezionista avrebbe da ridire sulla dismissione di qualche quintale d'oro puro dello Stato, sotto forma di monete che (tranne pochissime) non hanno alcun interesse numismatico, per finanziare, ad esempio, l'assistenza ai portatori di handicap, che a causa della spending review ha subito notevoli tagli.

Tutto dipende dai punti di vista.

M.

Certamente che parlo da cittadino-collezionista, che notoriamente non ha, in quanto "collezionista", più privilegi del cittadino "qualunque". Dismettere qualcosa dei beni dello stato è cosa buona (anzi ottima) se serve a finanziare situazioni di palese difficoltà. Tuttavia se il criterio è quello di far cassa ma senza attuare una azione mirata alla giusta valorizzazione di ciò che vien posto sul mercato (ed è un discorso generale che va dai beni immobili a quelli mobili di ogni specie), succederà che inevitabilmente andrà tutto all'ammasso, e saranno le solite jene (che mai mancano) quelle che faranno il vero affare. Non certo lo stato, che finirà per ricavare solo il valore dell'oro. Su questo son pronto a metterci la mano sul fuoco... ;) ;) ;) ;) ;) e mi stupirebbe non poco sentire che qualcuno possa ragionevolmente sperare il contrario.

Se nei vari barili predominano monete di tipo "bullion", ben venga liquidarle al valore dell'oro... ma per le altre...

Modificato da ihuru3
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"Certamente che parlo da cittadino-collezionista, che notoriamente non ha, in quanto "collezionista", più privilegi del cittadino "qualunque". Dismettere qualcosa dei beni dello stato è cosa buona (anzi ottima) se serve a finanziare situazioni di palese difficoltà. Tuttavia se il criterio è quello di far cassa ma senza attuare una azione mirata alla giusta valorizzazione di ciò che vien posto sul mercato (ed è un discorso generale che va dai beni immobili a quelli mobili di ogni specie), succederà che inevitabilmente andrà tutto all'ammasso, e saranno le solite jene (che mai mancano) quelle che faranno il vero affare. Non certo lo stato, che finirà per ricavare solo il valore dell'oro. Su questo son pronto a metterci la mano sul fuoco... ;) ;) ;) ;) ;) e mi stupirebbe non poco sentire che qualcuno possa ragionevolmente sperare il contrario.

Se nei vari barili predominano monete di tipo "bullion", ben venga liquidarle al valore dell'oro... ma per le altre..."


Il principio che la dismissione vada attuata con raziocinio è sacrosanto.

E' però altrettanto evidente che l'eventuale immissione sul mercato di quel materiale provocherà delle scontate ripercussioni al ribasso dei prezzi di quei nominali, magari anche in termini di quasi azzeramento del valore numismatico che finora li ha caratterizzati.

Ma questo, evidentemente rientra nella legge della domanda e dell'offerta.

Però, scusami, lo scopo principale della vendita statale deve avere l'obbiettivo di fare cassa per la Collettività, e non quello di salvaguardare il valore numismatico di quei nominali, i cui esemplari in circolazione sono poi nelle mani di qualche migliaio di persone.

Altrimenti, se si paventa il rischio che la vendita dello Stato, pur graduale, può portare ad una discesa dei prezzi (e questa conseguenza mi pare inevitabile, dati i quantitativi di alcune tipologie rinvenute nei "barili") arriveremo all'assurdo che lo Stato non dovrebbe vendere per non far scendere il prezzo (attuale) delle monete.

Diciamola tutta (sebbene a denti stretti, perchè anch'io mi trovo ad avere acquistato qualcuna di quelle monete trovate nei barili ai vecchi prezzi di mercato...): anche al peso del metallo, lo Stato ricaverebbe dall'operazione molti milioni di euro che altrimenti non introiterebbe se lasciasse quelle monete dove sono adesso.

E dove sta scritto che vendere anche 5.000 fascioni a peso d'oro o poco di più sia un cattivo affare per lo Stato (e per i cittadini non collezionisti), se l'alternativa fosse quella di lasciarli dove sono e non ricavare nulla?

Poi è ovvio che se i soldi che si ricavano dall'operazione venissero sperperati, allora tanto varrebbe lasciare le monete dove sono adesso per un altro secolo.

Ma questo, evidentemente, è un altro discorso..

Saluti. :hi:

Michele

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"Certamente che parlo da cittadino-collezionista, che notoriamente non ha, in quanto "collezionista", più privilegi del cittadino "qualunque". Dismettere qualcosa dei beni dello stato è cosa buona (anzi ottima) se serve a finanziare situazioni di palese difficoltà. Tuttavia se il criterio è quello di far cassa ma senza attuare una azione mirata alla giusta valorizzazione di ciò che vien posto sul mercato (ed è un discorso generale che va dai beni immobili a quelli mobili di ogni specie), succederà che inevitabilmente andrà tutto all'ammasso, e saranno le solite jene (che mai mancano) quelle che faranno il vero affare. Non certo lo stato, che finirà per ricavare solo il valore dell'oro. Su questo son pronto a metterci la mano sul fuoco... ;) ;) ;) ;) ;) e mi stupirebbe non poco sentire che qualcuno possa ragionevolmente sperare il contrario.

Se nei vari barili predominano monete di tipo "bullion", ben venga liquidarle al valore dell'oro... ma per le altre..."

Il principio che la dismissione vada attuata con raziocinio è sacrosanto.

E' però altrettanto evidente che l'eventuale immissione sul mercato di quel materiale provocherà delle scontate ripercussioni al ribasso dei prezzi di quei nominali, magari anche in termini di quasi azzeramento del valore numismatico che finora li ha caratterizzati.

Ma questo, evidentemente rientra nella legge della domanda e dell'offerta.

Però, scusami, lo scopo principale della vendita statale deve avere l'obbiettivo di fare cassa per la Collettività, e non quello di salvaguardare il valore numismatico di quei nominali, i cui esemplari in circolazione sono poi nelle mani di qualche migliaio di persone.

Altrimenti, se si paventa il rischio che la vendita dello Stato, pur graduale, può portare ad una discesa dei prezzi (e questa conseguenza mi pare inevitabile, dati i quantitativi di alcune tipologie rinvenute nei "barili") arriveremo all'assurdo che lo Stato non dovrebbe vendere per non far scendere il prezzo (attuale) delle monete.

Diciamola tutta (sebbene a denti stretti, perchè anch'io mi trovo ad avere acquistato qualcuna di quelle monete trovate nei barili ai vecchi prezzi di mercato...): anche al peso del metallo, lo Stato ricaverebbe dall'operazione molti milioni di euro che altrimenti non introiterebbe se lasciasse quelle monete dove sono adesso.

E dove sta scritto che vendere anche 5.000 fascioni a peso d'oro o poco di più sia un cattivo affare per lo Stato (e per i cittadini non collezionisti), se l'alternativa fosse quella di lasciarli dove sono e non ricavare nulla?

Poi è ovvio che se i soldi che si ricavano dall'operazione venissero sperperati, allora tanto varrebbe lasciare le monete dove sono adesso per un altro secolo.

Ma questo, evidentemente, è un altro discorso..

Saluti. :hi:

Michele

... allora, se lo scopo è solo quello di far cassa, con conseguente azzeramento della componente valoriale numismatica (e questo succederebbe probabilmente solo nel caso più eclatante dei 5000 pz, si spera), perchè non fondere il tutto e piazzare direttamente i lingotti ? Per lo stato non cambierebbe nulla, e nemmeno per i collezionisti ... che qualche attenzione la meritano pure, visto che lo stato ha spesso dedicato loro svariate coniazioni in oro (anche nei tempi dell'euro), cedendogliele non certo al prezzo del puro metallo ...

Oppure, in alternativa alla fusione, potrebbe apporvi una punzonatura speciale (sul tipo di un "simbolino" molto semplice e non "deturpante"), che andrebbe ad identificare questa partita (senza arrecarne danno, essendo una punzonatura "statale", come non arreca danno ad un francobollo l'annullo postale) senza svantaggiare i possessori degli esemplari già "storicizzati" ed entrati nella "storia numismatica italiana del regno".

Dopotutto sarebbe un'operazione condotta dalla Repubblica Italiana ma avente per oggetto dei pezzi emessi durante il Regno d'Italia... un "annullo" repubblicano non sarebbe cosa poi così strana, ma lascio la questione agli esperti ... :)

Allora, per assurdo, se la cosa fosse davvero così lecita e motivata da ragioni di "cassa" per altissimi scopi sociali ed umanitari, perchè in futuro non utilizzare i vecchi punzoni originali del Regno (vedi i 100 aquila, ad esempio, se ancora disponibili) per delle serie commemorative "conformi all'originale" ??

Modificato da ihuru3
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Partendo dal presupposto che se lo stato incamera soldi dalla vendita delle monete, questi sono della collettività, collezionisti e non, potrebbero essere usati in molte maniere per favorire i cittadini in vari ambiti.

Il sistema con il quale si vuole fare cassa e poi uno solo vendere le monete, che vengano vendute in 10 anni o in un colpo solo, la maggiore immissione sul mercato di una tipologia di moneta ne fa inevitabilmente crollare il prezzo, con buona pace dei collezionisti, non ritengo giusto fondere le monete o contromarcarle solo per non arrecare danni a chi già è in possesso di tali esemplari, il collezionismo numismatico è anche questo, immaginatevi se un giorno nei magazzini della Zecca si scoprisse un barile con migliaia di pezzi delle 500 lire "PROVA" Caravelle, il loro valore crollerebbe, quindi fondele e vendere l'argento solo per non arrecare danno a pochi, no non mi sembra giusto e cosi per il tesoretto scoperto, piuttosto opterei per unaselezione dei migliori esemplari da posizionare nel Museo della Zecca, altri di questi esemplari dovrebbero essere donati ai Musei Italiani con collezioni numismattiche, ed infine organnizzare una vendita che renda partecipi solo Musei ed Istituzioni Estere, dopo di che si potrebbe procedere alla vendita vera e propia ai privati in un asta pubblica, cosi il numero delle monete sarebbe sempre rilevante ma avrebbe un minore impatto sul valore di mercato delle medesime accontentando sia i collezionisti ed accrescendo le collezioni numismatiche dei Musei in generale.

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