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Inviato (modificato)

Questa notte non ho dormito mai!

Poi verso le tre non riuscendo a prendere sonno mi sono alzato per andare a fare un po' di ricerche su internet.

Non ho dormito,.... ma i risultati mi hanno appagato del sonno perso!

Iniziamo con il fare un breve excursus.

Come molti avranno capito dal titolo della discussione, l'argomento di cui mi vorrei occupare è il "mezzo denaro" della zecca di Ancona.

Se ne è molto parlato, ed ogni tanto ritorna in discussione.

Nel periodo della monetazione autonoma della Repubblica Anconitana si parla dell'esistenza del mezzo denaro.

Il primo a parlarne fu il Ciani nella RIN del 1904 facendo riferimento al ripostiglio di Rocchette dove si sarebbero trovate, tra le altre, due monete anconetane di peso e dimensioni ridotte rispetto al classico denaro riportante sul D/ + DE ANCONA e sul R/ + PPS QVIRIA e CVS nel campo.

Parliamo di un peso di circa 0,32 gr. e di un diametro di 12 mm. contro gli 0,75 gr. e 16-17 mm medi del noto denaro anconetano.

Poi il CNI lo inserì tra i denari del periodo della monetazione autonoma facendo riferimento a quanto riportato dal Ciani.

Qualche anno dopo, Giuseppe Castellani (in La moneta del Comune di Ancona - estratto da Studia Picena) parla di un mezzo denaro in suo possesso del peso di 0,30 gr. e diametro di 13 mm.

Nel 2009 Dubbini-Mancinelli nella loro Storia delle Monete di Ancona dicono di possedere un mezzo denaro del peso di 0,26 gr. e diametro di 12 mm.

Tutti però sono nella incapacità di dimostrare che la zecca di Ancona, in quel periodo, abbia coniato piccole monete da "mezzo denaro", perchè come ben sappiamo non esistono documenti che possano provarlo, così come per buona parte delle lavorazioni della zecca di Ancona, la cui documentazione è stata distrutta dagli eventi naturali e da quelli bellici succedutisi nel tempo.

Segue.

Modificato da adolfos
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Inviato

Nei giorni 13 e 14 maggio 2011 si tenne ad Ancona il 2° Convegno di Studi Numismatici Marchigiani cui partecipò l'eccellenza italiana per gli studi numismatici.

Durante gli interventi, uno degli oratori en passant (Roberto Rossi?) riferì che in un documento rinvenuto presso il Comune di Osimo si parlava di "medium anconitanum" (così mi sembra di ricordare, ma non sbaglio di molto).

La cosa suscitò immediatamente un pieno di discussioni tra gli stessi oratori (tra i quali ricordo il prof. Saccocci @@Andreas) e tra quanti presenti nell'uditorio (cito alcuni tra coloro che partecipano a questo forum: io naturalmente, @@lollone, @@scacchi, @@coins, @@teofrasto, ed il mio amico Giancarlo Mancinelli già citato coautore della storia delle monete di Ancona). Chiedo scusa se non ho citato tutti i presenti, anche se altri partecipanti al forum erano presenti, ma non ne conosco il "nik".

Tra auditorium ed intervallo si formarono alcuni gruppetti tra assertori e non sull'esistenza del "mezzo denaro".

Purtroppo non ci sono prove ed il riferimento di quel documento del Comune di Osimo non è così chiaro da poter consentire di confermare l'esistenza di questa monetina.

Pochi giorni fa il dibattito è ripreso proprio su questo forum nella discussione "articolo mezzo denaro ravenna", ma anche qui, pur in presenza di

generici discorsi possibilistici nulla è trapelato che potesse confermare l'esistenza.

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Inviato (modificato)

Bene! Torniamo a ieri sera.

Prima di addormentarmi, vista la mia tarda età, sono abituato a prendere in mano un libricino e leggere qualche paginetta.

Solitamente sono libri di numismatica o libri di storia della città di Ancona.

Di recente, come ho avuto modo di segnalare in altra discussione, ho acquistato un volumetto di Marcello Mastrosanti dal titolo I Notai nella storia di Ancona, 2013.- che mi sta riservando diverse sorprese.

Si tratta di uno di quei libri che scorri velocemente senza neanche soffermati su alcuni particolari che immediatamente sembrano insignificanti, ma che poi ad una lettura più attenta ti svelano dei segreti.

Già avevo segnalato che da un documento del Vescovo Grimaldo del 1051 si evince che a quella data la zecca di Ancona ancora non esisteva.

La cosa era già stata segnalata da altri autori che poi indicavano come moneta usata in Ancona (all'epoca) quella papiense e quella lucchese.

L'autore Mastrosanti segnala che da documento da lui tradotto si evince che a quel tempo in Ancona "si adoperavano le lire papiensi".

Ma non mi voglio soffermare oltre qui.

Ieri sera leggevo di "Decime e Costituzioni Egidiane".

Tra l'indormito ed il mezzo indormito, lasciatemi il termine, leggo che "ricevevano 5 anconitani e mezzo".

Oibò!

Sono mezzo indormito, ma quel "mezzo" mi fa sussultare:

Per l'autore, probabilmente non avvezzo a problematiche monetarie e numismatiche dell'epoca, la cosa sicuramente non ha detto assolutamente nulla. Ma per una persona un pochino più addentro a queste problematiche ha suscitato subito incredulità e curiosità.

Rileggo attentamente tutta la frase, tutto il contesto.

Si, parla di "mezzo denaro"!

Allego copia della pagina. Il contesto è nella parte in fondo alla pagina, e la parola "mezzo" è proprio l'ultima.

segue

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Modificato da miroita
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Inviato

Ma come è possibile, mi dico quasi stupito!

La pubblicazione a cui si fa riferimento è un'opera del 1357, che sicuramente hanno studiato e ristudiato milioni di studiosi italiani ed esteri, e nessuno si è accorto di questo particolare?

Miro, hai preso un abbaglio! mi dico. Non è possibile!

Un'opera così importante per la storia di Ancona e della Marca Anconitana è passata inosservata agli studiosi di numismatica?

Debbo trovare un riscontro!

Sul volumetto che leggo, mezzo indormito, riporta una fotocopia si e no leggibile, ma vado subito a leggere la parte incriminata!

E' scritta in latino.

Fortunatamente me l'hanno fatto studiare per ben otto anni quando ero più giovane e così riesco subito a decifrare quanto c'è scritto.

E' proprio vero l'autore di questa opera ha scritto proprio "mezzo".

Ma la cosa più strana, continuando a leggere il latino è che il Mastrosanti, nella sua traduzione si è fermato a un certo punto, ma poi nel testo in latino

c'è dell'altro.

Poche righe sotto si fa riferimento a "medium anconitanum".

Peggio mi sento.

Scendo dal letto e vado su internet a ricercare l'opera originale.

Tantissimi riferimenti, ma nulla di originale da scaricare. L'opera, tradotta in italiano, è ancora coperta da copyright.

Alla fine, dopo parecchie ricerche riesco nel mio intento e trovo l'opera originale in formato pdf (a cura di google book).

Per chi non lo sapesse, o per chi non lo avesse ancora capito, l'opera di cui sto parlando è stata scritta da un certo Cardinale Egidio Albornoz ed è intitolata "Costituzioni Egidiane" (Il titolo originale è AEGIDIANAE CONSTITVTIONES CVM ADDITIONIBVS).

L'opera, come già detto risale al 1357 e fu pubblicata per la prima volta (credo) a Venezia nel 1571.-

segue


Inviato (modificato)

MEDIUM ANCONITANUM

Ma siamo sicuri che stiamo parlando di un "mezzo denaro"?

Beh! All'epoca mi risulta che la zecca di Ancona coniasse: il Denaro (quello con la CVS, per intenderci), il Grosso (quello che noi chiamiamo primitivo e che è il più vecchio, ed anche lui riporta la CVS), il Grosso Agontano (quello con San Ciriaco), il Bolognino, e i vari Denari del XIV secolo indicativamente (quelli con CVS e Cavallino, e con scarsa presenza di argento).

A questo punto credo che non possano esserci dubbi. L'unica possibilità è che quando l'Albornoz parla di mediun anconitanum si riferisca unicamente al mezzo denaro. Teniamo anche conto che l'Albornoz ha vissuto diversi anni in Ancona e quindi è un conoscitore delle cose che la caratterizzavano ed oltretutto ha vissuto proprio in quell'epoca e non ha ricevuto notizie da altri, ma sono notizie dirette.

Termino, per il momento questo mio intervento, forse un pochino lungo e prosaico, ma nel contempo spero di aver aggiunto qualcosa di nuovo nello studio della monetazione della zecca di Ancona. Come ebbe a dirmi un utente del forum qualche tempo fa, "ogni virgola aggiunta è un contributo in più".

Allego ora in questa o in videate successive le immagini delle pagine dell'opera originale (vedo come riesco meglio), precisando che, scorrendo l'opera dell'Albornoz si parla altre volte di "medium anconitanum", come si può vedere da altra pagina che allego.

Continuerò a leggere l'opera (in latino purtroppo)!

Modificato da miroita

Inviato

Bentornato, Miro. E che ritorno !! :)

Vorrei prima metabolizzare la gran mole di notizie che ci hai fornito, sai la vecchiaia......anche se qualche considerazione già mi viene in mente.

Attendiamo commenti.

Saluti a tutti


Inviato (modificato)

Mi dispiace smorzare gli entusiasmi, ma a p. 67 mi pare si chiarisca che nelle Costituzioni col termine "agontano" si intende moneta del valore di 4 soldi, mentre il "denaro agontano piccolo" che intendiamo noi è chiamato semplicemente "denaro". Così a p. 81 per la sigillatura delle lettere si pagano a seconda dei casi 12 denari (ovvero 1 soldo) oppure "mezzo agontano" cioè la metà di 4 soldi (ovvero 2 soldi).

Modificato da mfalier
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Inviato (modificato)

salve

5 anconitani e mezzo

dovrebbe essere inteso come riceviamo 5 grossi agontani e mezzo?

leggo male il primo scritto

è possibile capire se sia il valore giusto di 5 agontani e mezzo o cinque denari e mezzo per quel motivo?

Modificato da scacchi
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Awards

Inviato (modificato)

Per chi ha letto per la seconda volta tutta p. 67 delle Costitutiones e si accinge a farlo per la terza, comunico che l'indicazione sul significato da dare ad 'anconitanus' non è lì ma a p. 68, sotto Summarium. Comunque si tratta di grossi agontani, non c'è alcun dubbio, ha ragione Falier.

A.

Modificato da Andreas
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Inviato (modificato)

Per chi ha letto per la seconda volta tutta p. 67 delle Costitutiones e si accinge a farlo per la terza, comunico che l'indicazione sul significato da dare ad 'anconitanus' non è lì ma a p. 68, sotto Summarium. Comunque si tratta di grossi agontani, non c'è alcun dubbio, ha ragione Falier.

A.

Avevo detto di essere indormito o quasi e la dimostrazione è più che palese!

Mi sono fermato alla prima osteria e l'ho fatta "fuori dal vaso"!

Bastava andare a leggere la pagina successiva (in latino) e tutto sarebbe stato più chiaro. :nono:

Mea culpa! :bash:

Mi dispiace smorzare gli entusiasmi, ma a p. 67 mi pare si chiarisca che nelle Costituzioni col termine "agontano" si intende moneta del valore di 4 soldi, mentre il "denaro agontano piccolo" che intendiamo noi è chiamato semplicemente "denaro". Così a p. 81 per la sigillatura delle lettere si pagano a seconda dei casi 12 denari (ovvero 1 soldo) oppure "mezzo agontano" cioè la metà di 4 soldi (ovvero 2 soldi).

La vecchiaia fa brutti scherzi! Non ci capisco più niente!

Sto perdendo tutte le mie certezze! O forse le mie incertezze!

Se 1 soldo è = 12 denari

Se mezzo agontano = 2 soldi

2 soldi x 12 denari = 24 denari

e un agontano = 48 denari

Qualcosa non mi quadra!!!

Modificato da miroita

Inviato

Non vorrei abusare della Vostra pazienza, ma a questo punto, mi pongo una domanda, forse banale.

L'Albornoz parla di lire, soldi, anconitani, denari e mezzi anconitani, ma in altre pagine dell'opera parla anche di fiorini e bolognini.

Mentre le prime due sono sicuramente "monete di conto" (almeno per la Marca), le altre sono monete che sono state effettivamente coniate

da alcune zecche della Marca. Considerato che l'Albornoz mi sembra sia molto preciso nelle sue enunciazioni, perché avrebbe parlato di medium anconitanum se in Ancona questa tipologia di moneta non era stata mai coniata in quel periodo? Forse anche in Ancona è stato coniato un mezzo grosso agontano di cui non abbiamo traccia? O ne parla solo come moneta di conto? O forse faceva riferimento all'agontano ridotto? Ma in questo caso dal punto metrologico non ci siamo in quanto a peso!


Inviato

Avevo detto di essere indormito o quasi e la dimostrazione è più che palese!

Mi sono fermato alla prima osteria e l'ho fatta "fuori dal vaso"!

Bastava andare a leggere la pagina successiva (in latino) e tutto sarebbe stato più chiaro. :nono:

Mea culpa! :bash:

La vecchiaia fa brutti scherzi! Non ci capisco più niente!

Sto perdendo tutte le mie certezze! O forse le mie incertezze!

Se 1 soldo è = 12 denari

Se mezzo agontano = 2 soldi

2 soldi x 12 denari = 24 denari

e un agontano = 48 denari

Qualcosa non mi quadra!!!

Caro Miroita, intendevo solamente dire che la sigillatura poteva comportare a seconda dei casi una cifra oppure il doppio, il che è plausibile, mentre non avrebbe senso pensare che più o meno la stessa operazione venisse pagata 12 denari oppure solo "mezzo denaro". Anche senza la nota di ragguaglio monetario, avrebbe avuto più senso un rapporto di costo di 1 a 2 che non di 0,5 a 12.


Inviato

Non vorrei abusare della Vostra pazienza, ma a questo punto, mi pongo una domanda, forse banale.

L'Albornoz parla di lire, soldi, anconitani, denari e mezzi anconitani, ma in altre pagine dell'opera parla anche di fiorini e bolognini.

Mentre le prime due sono sicuramente "monete di conto" (almeno per la Marca), le altre sono monete che sono state effettivamente coniate

da alcune zecche della Marca. Considerato che l'Albornoz mi sembra sia molto preciso nelle sue enunciazioni, perché avrebbe parlato di medium anconitanum se in Ancona questa tipologia di moneta non era stata mai coniata in quel periodo? Forse anche in Ancona è stato coniato un mezzo grosso agontano di cui non abbiamo traccia? O ne parla solo come moneta di conto? O forse faceva riferimento all'agontano ridotto? Ma in questo caso dal punto metrologico non ci siamo in quanto a peso!

Non abusi assolutamente. Quando si affrontano i documenti medievali bisogna sempre chiedersi se si sta parlando di monete reali o di monete di conto. In molti casi l'ambiguità è difficile da sciogliere. Se troviamo scritto che un gelato costa un euro e mezzo (moneta di conto), possiamo solo ipotizzare che circolino monete da mezzo euro, ma non ne abbiamo certezza finchè non troviamo monete da 50 centesimi. Allo stesso modo se un gelato costa 1 euro e 25 l'ipotesi che esistano "quartini" è campata in aria finchè non c'è un riscontro "numismatico".

Quindi le Costituzioni dicono solamente che una certa cosa si pagava tot agontani e mezzo, ma poteva anche esserci scritto "e un quarto", "e un terzo". Da sola la fonte non basta ad attestare l'effettiva circolazione di un mezzo grosso agontano.

Per quanto riguarda le altre monete che citi, se non mi sbaglio in altra parte delle Costituzioni si precisa che il bolognino va ricevuto per 2 soldi e il fiorino per 17 agontani. Quindi sono tutte monete reali, che però potevano subire valutazioni non omogenee nelle varie città della Marca.

Le Costituzioni mettono ordine e danno un valore di cambio "ufficiale" e uguale per tutte le città fra le varie monete. Ricordo che negli anni Novanta le soglie degli appalti pubblici si calcolavano in DSP o in ECU per cercare di armonizzare gli importi degli appalti sopra soglia fra i vari paesi della UE, senza stare a calcolare ogni giorno il cambio fra le varie monete.

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  • 8 mesi dopo...
Inviato

Riprendo questa vecchia discussione per segnalare quanto mi è appena capitato di scoprire.

Parliamo sempre del mezzo denaro di Ancona, naturalmente. Se qualcuno pensava che avessi mollato la presa, si era sbagliato.

La cosa aggiunge un nuovo tassello alla storia della monetazione di Ancona.

Dopo tutti i preamboli di cui si è parlato all'inizio di questa discussione, nel Convegno del 13-14 maggio 2011 tenutosi ad Ancona e riportato poi negli

"Atti e Memorie 109 (2011)" della Deputazione di Storia Patria per le Marche (stampato nel 2013), Roberto Rossi nel suo intervento dal titolo "Un veneto ripostiglio di monete e gli oboli di marchigiana produzione" asserisce che (riporto testualmente) :

""

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Inviato

Orbene, possiamo notare che il documento presentato da Roberto Rossi e quello presentato dal sottoscritto sono praticamente simili, se non addirittura identici.

Questo documento ci parla per la seconda volta del "mezzo denaro" e quindi in un certo modo è una conferma del primo documento, che attestava l'esistenza del mezzo denaro dopo il 1314. Infatti quel documento é ritenuto "post annum 1314".

La particolarità del mio consiste nel fatto che è un documento del 1308.

Infatti fa parte dello Statuto di Osimo del 1308, Libro III, Rubrica CLX .-

Quindi, oltre ad essere una conferma dell'esistenza (seconda prova), ci dice anche che esisteva già nel 1308, ma ci dice anche un'altra cosa.

Tale moneta non è esistita per un brevissimo lasso di tempo, ma se esisteva già nel 1308 e sussisteva ancora dopo il 1314, la sua vita è stata di almeno 6-7 anni.

Sono gradite vs. considerazioni.

Non sapendo se Roberto Rossi ci legge, segnalo la cosa ad @@Andreas in quanto ha effettuato numerosi studi sulla monetazione di Ancona e su questo argomento in particolare. Magari potrà segnalare la cosa anche a R. Rossi.


Inviato

salve

un bene non mollare mai :crazy:

prima o poi salterà fuori da qualche cassetto polveroso sto benedetto mezzo denaro e se capitasse a me sai chi sarebbe il primo a saperlo? :blum:

Awards

Inviato

Io ci sono andato vicino, ma non era lui ! :cry: :cry: :cry: :cry: :cry:


Inviato

mi pare sia gia stato supposto l'eventuale peso circa 0,3 grammi o no?

Awards

Inviato

I sei esemplari sino ad ora conosciuti hanno un peso tra 0,26 e 0,32 gr. ed un diametro tra 12 e 14 mm.


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