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Inviato

Probabilmente avrete già affrontato il problema, ma mi chiedevo se valutando la " rarità " di una moneta ed il rispettivo valore, si possa ancora oggi avere lo stesso parametro di riferimento.

Se valuto la rarità con un catalogo specializzato, questa rarità sarà ancora valida quando poi sulla baia compaiono tutti gli esemplari ?

Se mi trovo un 10 Tornesi in rame, 4° tipo del 1853 (considerato R dal catalogo) BB, sarà ancora R se poi sulla baia ne vengono fuori 20 pezzi ?

Non è che la multimedialità possa modificare il valore numismatico ?


Inviato

Non credo che cambi la rarita' a causa della piu' facile ricerca telematica.

Sicuramente i cataloghi vanno presi con le pinze e soltanto una conoscenza approfondita del mercato consente alla fine di indicare come Rara una certa moneta.

Poi' vanno considerati a mio avviso, l'autenticita' e sopratutto lo stato di conservazione.

Esistono tante monete classificate come rare (parlo sopratutto di V.E.III), ma che in realta' sono rare nelle alte conservazioni, e che si trovano facilmente in conservazione MB.

Io ne ho diverse trovate a pochi euro nei vari mercatini.....

Ripeto parlo sopratutto per V.E.III.

Cmq in tema ad esempiuo di Roma Imperiale, piu' volte mi hanno offerto Rari impertaori per pochi soldi, ovviamente l'usura era tanta....


Inviato

Sono del parere che il valore economico delle monete è attribuito a seconda della richiesta del mercato.

Questo vale anche per la rarità, come nel caso del Regno d'Italia, dove sono per la maggior parte , diciamo "inventate", che reali.

In definitiva direi che basta pagare e si trova tutto.

saluti

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Inviato (modificato)

Se quella R indica il numero di monete coniate conosciuto non credo che cambi facilmente, se prendiamo la baia così come è non fà altro che visualizzare (con tutti i rischi connessi) ciò che, come numero di esemplari è già inserita nella classificazione Rnumero di catalogo...ovvero se di una moneta ne sono stati coniati 100 esemplari, probabile che ne trovi zero sulla baia, se sono 60.000.000 allora probabile che ne troverò molti di più....ma è un discorso che lascia il tempo che trova perchè bisognerebbe incrociare anche la volontà di venderla. Così se su 100 esemplari ne trovi in vendità 100 e invece se di 60.000.000 ne trovi in vendita solo 1 ...possiamo dire che è variata la rarità? non credo...

A meno che non vengano immessi sul mercato monete uguali tali per cui le classificazioni passino da chessò R4 a R2....ma solo perchè è aumentato il numero totale di esemplari conosciuti.

E poi come dice quadriga....la conservazione è fondamentale, da quella parte sicuramente una valutazione che ne determina il prezzo....

Modificato da stiraeammira

Inviato (modificato)

Se quella R indica il numero di monete coniate conosciuto non credo che cambi facilmente, se prendiamo la baia così come è non fà altro che visualizzare (con tutti i rischi connessi) ciò che, come numero di esemplari è già inserita nella classificazione Rnumero di catalogo...ovvero se di una moneta ne sono stati coniati 100 esemplari, probabile che ne trovi zero sulla baia, se sono 60.000.000 allora probabile che ne troverò molti di più....ma è un discorso che lascia il tempo che trova perchè bisognerebbe incrociare anche la volontà di venderla. Così se su 100 esemplari ne trovi in vendità 100 e invece se di 60.000.000 ne trovi in vendita solo 1 ...possiamo dire che è variata la rarità? non credo...

A meno che non vengano immessi sul mercato monete uguali tali per cui le classificazioni passino da chessò R4 a R2....ma solo perchè è aumentato il numero totale di esemplari conosciuti.

E poi come dice quadriga....la conservazione è fondamentale, da quella parte sicuramente una valutazione che ne determina il prezzo....

Ciao, permettimi di dissentire su questo punto..la rarità di una moneta non è data dalla propria tiratura ma dalla reperibilità in commercio e soprattutto dalla domanda..ci sono monete coniate in piccole quantità considerate comuni perchè non se le fila nessuno e monete coniate in misura maggiore considerate più rare perchè le vogliono tutti..Ti voglio fare inoltre un esempio fesso fesso..i 25 centesimi degli anni 1902 e 1903 hanno una tiratura complessiva di quasi 14 milioni di unità, quindi secondo il tuo ragionamento dovrebbero essere monete comunissime, invece per via del ritiro dalla circolazione gli esemplari effettivi sono molti di meno..Cambiando ambito potrei parlarti del Denario di Bruto delle Idi di Marzo, moneta considerata molto rara perchè tutti la vogliono ma in realtà ce ne sono..

Rispondo ora a Postumius dicendo che le rarità riportate sui cataloghi sono (dovrebbero) essere date ad ogni singola moneta tenendo conto di decine e decine di anni di passaggi in asta e via dicendo quindi non credo che il semplice fatto che di una moneta ne escano 20 esemplari sulla baia influisca più di tanto (a meno che non si tratti di un R4-R5 però in questo caso ci sarebbe da porsi qualche domanda), difficilmente poi se una moneta è molto rara ne vedrai molti esemplari su internet. Nel caso da te citato del 10 tornesi puoi stare tranquillo sulle rarità dato che la parte del Regno di Napoli del Gigante è curata dal nostro francesco77 ;)

Gaetano

Modificato da ermejoromanista

Inviato (modificato)

Leggendo i commenti mi sono fatto l'idea che la rarità (intesa come valore intrinseco di un prodotto numismatico) non è influenzata dalla concomitante presenza di più esemplari in un mercato (seppur virtuale) o in aste diverse online, ma da caratteristiche quali la tiratura, la conservazione, il materiale usato e il particolare periodo storico che rappresenta la moneta.

Però, secondo me, la rarità è anche qualcosa che è difficile raggiungere ed avere.

E' una sfida che si vuole vincere.

E' un progetto che si vuole realizzare.

Una cosa, in era pre-internet, è sfogliare un catalogo, attendere un' asta, sperare che l'affare proposto vada a buon fine, contare il tempo, fare chilometri per un mercatino, e un 'altra è premere dei tasti e veder apparire in poco tempo la moneta cercata (seppur in fior di conio o spl).

Si è perso un pò di romanticismo, che di questi tempi, ...è R5.

Modificato da Postumius
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Inviato

@ermejoromanista se mi fai il ragionamento di una moneta che passa da 14.000.000 a (se non ho sbagliato scheda) 314.854 per un motivo di ritiro è ovvio che, anche se ne sono stati coniati "una montagna", nei fatti....risultano più ricercati perché in circolazione sono di meno. Diciamo che è un caso particolare tanto quanto il rilascio di monete da depositi che ne abbassano la rarità perché ne aumentano il numero in circolazione.

Per il Denario di Bruto delle Idi di Marzo intendi questo? http://www.sixbid.com/browse.html?auction=729&category=16143&lot=726392 apperò al prezzo che è stato realizzato se dici che non è così rara come dicono...fai la felicità di molti...

Beh comunque concordo con quello che dice @Postumius si è perso un po' di romanticismo, tutti a fare click click su una tastiera. :)


Inviato (modificato)

@@stiraeammira Ma tu credi che di ogni moneta ci siano ancora in circolazione tutti gli esemplari coniati? L'esempio che ti ho fatto è solo uno dei tanti e poi la Numismatica è fatta di casi particolari. Ci ritroviamo con il 5 Lire Cinquantenario coniato in 60.000 unità che è considerato R, mentre il 5 Lire Quadriga coniato in 272.515 esemplari che è un R2..mi spieghi questa differenza con il tuo ragionamento vertente unicamente sulla tiratura? E per le monete per le quali la tiratura è ignota come la mettiamo nome? Tutti R5? Nah :)

Gaetano

Modificato da ermejoromanista

Inviato

Si fa confusione con rarità e prezzo di mercato. Il prezzo dipende da tanti fattori, compresa la rarità, ma non è sempre il parametro principale.

Se quella R indica il numero di monete coniate conosciuto non credo che cambi facilmente, se prendiamo la baia così come è non fà altro che visualizzare (con tutti i rischi connessi) ciò che, come numero di esemplari è già inserita nella classificazione Rnumero di catalogo...ovvero se di una moneta ne sono stati coniati 100 esemplari, probabile che ne trovi zero sulla baia, se sono 60.000.000 allora probabile che ne troverò molti di più....ma è un discorso che lascia il tempo che trova perchè bisognerebbe incrociare anche la volontà di venderla. Così se su 100 esemplari ne trovi in vendità 100 e invece se di 60.000.000 ne trovi in vendita solo 1 ...possiamo dire che è variata la rarità? non credo...

A meno che non vengano immessi sul mercato monete uguali tali per cui le classificazioni passino da chessò R4 a R2....ma solo perchè è aumentato il numero totale di esemplari conosciuti.

E poi come dice quadriga....la conservazione è fondamentale, da quella parte sicuramente una valutazione che ne determina il prezzo....

Con tutto il rispetto ma hai un pò le idee confuse e non te lo dico per creare polemica....ma se leggi qualche discussione su questo argomento, c'è gente molto preparata che ha dato spiegazioni esaustive con argomenti validi.... :good:

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Inviato

Vista la vastità del mondo numismatico e tutte le risposte che ti sono già state date (alcune molto valide), non credo si possa rispondere in maniera univoca.

E' una concomitanza di molti aspetti che fa di una moneta rara o comune.

La tiratura è un buon punto di partenza, poi la vastità del territorio in cui ha circolato, la "certezza" su tutti i dati riferiti alla moneta (ci sono alcune monete di cui non si conosce l'esatta tiratura che spesso sono rare solo perchè si dice che lo siano :rofl: ), la facilità di reperimento, la facilità di reperimento in ogni stato di conservazione (che dipende anche dai materiali e dal periodo storico)...

Non è così facile la questione :D


Inviato (modificato)

Vista la vastità del mondo numismatico e tutte le risposte che ti sono già state date (alcune molto valide), non credo si possa rispondere in maniera univoca.

E' una concomitanza di molti aspetti che fa di una moneta rara o comune.

La tiratura è un buon punto di partenza, poi la vastità del territorio in cui ha circolato, la "certezza" su tutti i dati riferiti alla moneta (ci sono alcune monete di cui non si conosce l'esatta tiratura che spesso sono rare solo perchè si dice che lo siano :rofl: ), la facilità di reperimento, la facilità di reperimento in ogni stato di conservazione (che dipende anche dai materiali e dal periodo storico)...

Non è così facile la questione :D

Appunto !

In cosa differisce la numismatica dal semplice commercio ?

Se ho reperibilità semplice di merce ritenuta rara, quella merce avrà lo stesso valore ?

Se non esistesse internet, non credo ci sarebbero problemi.

Nell'asta argentum di rick2 mi è venuto semplice criticare la spesa di 7500 sterline per una moneta romana, quando Moruzzi offriva per la stessa tipologia (ma non lo stesso pezzo) valutazioni infinitamente inferiori.

Se non avessi avuto internet, col cavolo che potevo fare certe osservazioni !

la moneta risultava pezzo unicissimo del suo genere e chi sè visto, sè visto.

Comunque grazie a tutti per la interessante ( e costruttiva) discussione.

Se c'è ancora da aggiungere qualcosa in merito, avrò il piacere di leggere con attenzione. ;)

Modificato da Postumius

Inviato

"Per vedere ciò che pochi hanno visto, dovete andare dove pochi sono andati". (Buddha).

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Inviato (modificato)

...

Modificato da gennydbmoney

Inviato (modificato)

E' un argomento delicato, specie se lo si basa sui raffronti fra differenti rarità. Mi spiego meglio.

Prendiamo, ad esempio, il 20 franchi Napoleone 1807, coniato a Torino, che viene dato come R3. Il grado è sottostimato? Dipende. Certo è che, tra internet, aste e negozianti, se ne vedono in giro davvero pochi.

Eppure è considerato al pari di un 20 lire VE II del 1856, che, per quanto indiscutibilmente raro, è assai più facile da rinvenire sul mercato (si trova in numerose aste di pregio).

Altro esempio: il 20 lire VE I del 1816, dato quasi da tutti per R2, è, in realtà, piuttosto facile da trovare sul mercato. Tra il 1816 ed il 1807 non c'è la differenza di un solo grado.

Se poi lo paragoniamo con altri R2, tipo il 20 lire 1822 di Carlo Felice, ci rendiamo conto che tra le due reperibilità non vi è alcun confronto.

Con questi esempi potrei andare avanti all'infinito, ma mi fermo qui.

Il dubbio è che i cataloghi, talvolta, non ne tengano sufficientemente conto.

Modificato da tuttonero

Inviato

E' un argomento delicato, specie se lo si basa sui raffronti fra differenti rarità. Mi spiego meglio.

Prendiamo, ad esempio, il 20 franchi Napoleone 1807, coniato a Torino, che viene dato come R3. Il grado è sottostimato? Dipende. Certo è che, tra internet, aste e negozianti, se ne vedono in giro davvero pochi.

Eppure è considerato al pari di un 20 lire VE II del 1856, che, per quanto indiscutibilmente raro, è assai più facile da rinvenire sul mercato (si trova in numerose aste di pregio).

Altro esempio: il 20 lire VE I del 1816, dato quasi da tutti per R2, è, in realtà, piuttosto facile da trovare sul mercato. Tra il 1816 ed il 1807 non c'è la differenza di un solo grado.

Se poi lo paragoniamo con altri R2, tipo il 20 lire 1822 di Carlo Felice, ci rendiamo conto che tra le due reperibilità non vi è alcun confronto.

Con questi esempi potrei andare avanti all'infinito, ma mi fermo qui.

Il dubbio è che i cataloghi, talvolta, non ne tengano sufficientemente conto.

Allora si dovrebbe rivedere tutti cataloghi singolarmente o creare una piattaforma su cui tutti i cataloghi dovrebbero convenire.

Creare uno standard mondiale sulle monete che ne definisca davvero ed in modo univoco le varie caratteristiche, perchè in era internet le informazioni viaggiano molto più veloci dello sfogliare di un catalogo.

Io non so adesso se il World Coin è già una base di partenza o di arrivo, però ho letto spesso tra appassionati nel forum che ci sono molte differenze inspiegabili anche sulla stessa moneta.


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