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IGNORED

Belgio, assedio di Anversa


Risposte migliori

Inviato

Seconda monetina Praghese che posto,

anche qui è gradito il vostro parere!

Belgio Luigi XVIII - 10 cent 1814 "assedio di Anversa"

assedio-di-anversa.jpg

Moneta coniata con il bronzo dei cannoni nemici catturati dai Francesi

Ciao,

R


Inviato

Magnifica moneta!

Un vero e proprio pezzo di storia.

Altro che impersonali Fior di conio. Sono queste le vere monete da collezione.

Complimenti al proprietario :)

Marco


Inviato

C'è molto interesse su queste monete e molti i raccoglitori. Quando ho scritto la storia dell'assedio di Anversa, in contemporanea ho comperato tre monete ossidionali relative ad un'asta tedesca per un prezzo abbastanza caro. Due sono ancora in mio possesso: una come la tua (Luigi XVIII) ed un altra con lo stemma di Napoleone ("N"). Se hai piacere puoi guardare quanto ho scritto in collasborazione su:

http://www.roth37.it/COINS/Antwerpen/index.html

post-1738-1146173532_thumb.jpg

post-1738-1146173566_thumb.jpg


Inviato

In effetti ha un fascino molto diverso e un aspetto "vissuto" con ardore che effettivamente una lira FDC di V.E. III non ha... senza nulla togliere artisticamente e storicamente alla seconda.

Grazie Roth37, complimenti anche per l'interessantissima pubblicazione che ho letto con molto piacere.

E' una tipologia e un periodo che non colleziono , tuttavia quando l'ho vista nel vassoio sono rimasto affascinato dal pezzo... poi visto che costava l'equivalente di poco meno di 10 euro non ci ho pensato su molto e l'ho pigliata, francamente senza conoscerne il valore nè la rarità.

Ciao

R


  • 10 anni dopo...
Inviato

Nel postare questa moneta in mio possesso, vorrei aggiungere qualche nota all'eccellente lavoro postato a suo tempo da Roth37 su questa interessantissima e poco conosciuta monetazione. DSC03504.JPGDSC03505.JPG

Le prime monete ossidionali furono emesse nei primi anni del XVI secolo nell’ambito del conflitto che oppose Francesco I a Carlo V, ne sono un esempio le emissioni ossidionali di Tournai e/o di Pavia. Come detto la qualità delle ossidionali, a causa del loro intrinseco di scadente qualità e per la (in)perizia dei zecchieri spesso improvvisati, era piuttosto scarsa, anche perché la loro speranza di vita era piuttosto breve, destinate come erano ad essere rifuse al momento della fine dell’assedio. Non è però il caso di queste emissioni dell’assedio di Anversa che si presentano con un conio relativamente raffinato e in notevole quantità poiché, come le loro consorelle dell’assedio di Strasburgo, continuarono a circolare per un certo periodo anche dopo la fine degli eventi bellici che le avevano create: i pezzi da 10 cent furono infatti demonetizzati nel 1825, ossia più di dieci anni dopo la loro ultima emissione (quelle dell’assedio di Strasburgo furono ritirate addirittura nell’ottobre del 1856).

 

Come detto da Roth37 nel succitato lavoro, Napoleone considerava da sempre Anversa come un punto strategico chiave nel suo schieramento difensivo, nominò come governatore l’insigne uomo politico, stratega ed architetto militare, fisico nonché matematico Lazar Carnot , il quale arrivò ad Anversa i primi di febbraio del ’14 trovandovi, al comando di 6000 uomini, il generale Lebrun. Una delle prime preoccupazioni del Carnot fu di dare disposizioni al fonditore della marina imperiale Monsieur Wolschot di battere moneta utilizzando il bronzo dei cannoni (c’è chi dice dei cannoni presi agli inglesi, mah!). Inizialmente le due “zecche” di Wolschot ricevono l’indicazione di battere pezzi da 5 centesimi dal peso di 16,6 g avendo l’intenzione di emettere moneta con valore corrispondente all’intrinseco (all’epoca il rame era quotato 3 franchi/kilo pesando i 5 cent. francesi “Duprè” 10 g, Carnot voleva cosi aumentare il “gradimento” presso la popolazione delle monete dell’assedio) ma dopo appena qualche giorno Carnot ritorna sulla sua decisione e ne ordina la riduzione a 12,5 grammi: questo ci porta alla prima variante di questa monetazione, ossia gli assai ricercati soldi a “grande modulo” di cui se ne conoscono una trentina di esemplari ma se ne stima l’esistenza di 180 (questo a me risulta contrariamente a quanto riportato nel succitato articolo che ne cita 200), oltre ad alcune rarissime  prove in piombo ed esemplari di presentazione in argento. I conii sono immediatamente riconoscibili dalla “s” dopo “CENT” (quotazione catalogo Gadoury 250 B – 750 MB – 2000 BB – 5000 SPL), ad onor del vero ne esiste anche qualche esemplare (4 conosciuti) a 12,5 g. ma si pensa possano essere anch’essi delle prove della prossima coniazione. Successivamente, per far fronte alle esigenze di commercio (il 5 cent. Era una moneta dal potere d’acquisto piuttosto basso, rapportabile più o meno ai nostri 65/100 di euro) si emise il multiplo da 10 centesimi dal peso esattamente doppio di quelle da 5 centesimi, ossia 25 grammi.

 Quasi immediatamente venne aperta un’altra “zecca” all’Arsenale e l’incisione venne affidata niente meno che ad un sergente, tal Jean-Louis Gagnepain, un dilettante dall’enorme talento innato, tanto che le incisioni delle monete uscite dalla sua officina sono di qualità superiore a quelle uscite dai conii prodotti dagli incisori che lavoravano per il Wolschot, Van de Goor (V) e Ricquier (R): le sue monete sono riconoscibili per la presenza delle lettere JLGN sul nastro che lega i rami d’olivo, mentre quelle degli altri due incisori portano l’iniziale R o V sotto la N di Napoleone; alcune monete portano l’iniziale W, non si tratta però di un quarto incisore ma bensi dell’iniziale dello stesso Wolschot. Le monete senza nessuna iniziale vengono attribuite al Ricquier. Come già detto questa monetazione, nel panorama delle monete ossidionali, è alquanto anomala: sono diverse le singolarità che la contraddistinguono dalle altre monete d’assedio, prima fra tutte è l’esistenza, per quasi tutte le tipologie, di prove in piombo ed esemplari d’ostentazione in argento, la qual cosa è perlomeno singolare in monete di necessità emesse sotto il cannone nemico. Un’altra particolarità è data dal fatto che ad Anversa non c’era all’epoca la disponibilità di un laminatoio e le lastre da cui ricavare i tondelli per la coniazione furono ottenute versando direttamente la colata di fusione del bronzo in una vasca piana dai bordi rialzati facendola qui freddare prima di essere fustellata: questo ha prodotto sia monete battute ma che presentano a volte bolle di fusione,  sia (a causa delle inevitabili micro-pendenze) alcuni esemplari a sezione leggermente trapezoidale anziché rettangolare, con la conseguente diversa impressione sui bordi contrapposti. Possiamo parlare poi della scelta inspiegabile di coniare alcune monete con assi alla francese ed altre con assi alla tedesca. Ma forse la particolarità più grande è che le monete ossidionali d’Anversa furono emesse a nome di due diverse autorità.

Torniamo brevemente alle nostre note di storia: nonostante qualche parziale successo, le truppe napoleoniche, accerchiate ed in schiacciante inferiorità numerica perdono sempre più terreno nei confronti delle truppe della sesta coalizione. Il 4 aprile, dopo un’ultima disperata difesa, Parigi cade e due giorni dopo Napoleone firma a Fontainbleu la capitolazione ed accetta di ritirarsi sull’Isola d’Elba trasformata in un principato. La notizia arriva ad Anversa ormai ridotta alla fame solo l’11 di aprile ma non ci sono ordini o disposizioni precise, solo il giorno dopo Carnot è invitato ad aderire al nuovo governo provvisorio del restaurato nuovo sovrano, il fratello minore della buonanima di Luigi XVI, Luigi XVIII. Possiamo immaginare quale reazione possa aver avuto il repubblicano Carnot, a cui già andavano strette le redini di Napoleone, all’idea di prestare giuramento al fratello di colui che aveva contribuito a spedire, con il suo voto favorevole alla decapitazione, sul poco ambito palco delle Tuilleries, ma nonostante un consiglio di guerra molto indeciso sul da farsi, Carnot opta per l’armistizio con gli inglesi, che però rifiuta di firmare personalmente. Il 17 aprile la guarnigione riconosce l’autorità del nuovo sovrano e sulle monete ossidionali di Anversa il monogramma con le doppie L di Luigi XVIII sostituisce la N napoleonica: per circa due settimane vengono battute 52760 monete ossidionali con le insegne del nuovo sovrano.

In totale furono coniate 217448 monete da 10 Cent. e 69296 monete da 5 cent. suddivise in 29 varianti censite, ma che probabilmente costituiscono un computo per difetto.

Per concludere, vediamo ora una scheda riassuntiva delle varianti repertoriate per tipologia:

Napoleone 5 CENTs grande modulo unica tipologia facilmente riconoscibile per la presenza di una piccola s dopo CENT con censiti 1 esemplare di prova in piombo (Museo Vleeshuis Anversa), 1 esemplare di ostentazione in argento (Cabinet des Médailles – Bruxelles) e 4 esemplari da 12,5 g (Museo Vleeshuis e collezione privata);

Napoleone 5 CENT piccolo modulo varianti per: incisore/commissionario (V –  JLGN e senza firma);  V della firma sopra o sotto il nodo; bordo (limato, irregolare, rigato); nastro (punte arrotondate o no); nodo (semplice o doppio); posizione della legenda “OBSIDIONAL”; conio dei 10 centesimi per il dritto; assi (alla francese o alla tedesca); rami ( estremità che si toccano o meno); numero di foglie all’esteremità.

Luigi XVIII 5 CENT Monogramma primo tipo (doppie L parallele) tutte firmate da Van de Goor. Varianti per: V della firma sopra o sotto il nodo; posizione della legenda “OBSIDIONAL”; assi (alla francese o alla tedesca); presenza o meno di un punto sotto il “5”.

Luigi XVIII 5 CENT Monogramma secondo tipo (doppie L incrociate), tutte firmate da Gagnepain. Varianti per presenza o meno di un punto dopo la data; presenza o meno di un punto dopo “CENT”; assi (alla francese o alla tedesca); numero di foglie con cui terminano i rami d’olivo.

 

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Inviato

mi pare che un pezzo simile sia in vendita alla prossima asta Elsen.


Inviato

Per quanto riguarda le monete da dieci centesimi si conoscono esemplari con caratteristiche analoghe ai 5 centesimi modulo piccolo più la variante costituita dalle10 cent Anversa r1.JPG10 cent Anversa r2.JPG

più o meno distanziate tra loro, nel primo esemplare postato (quello con la cifra 1 e la cifra 0 ravvicinate) si notano bene le bolle di fusione di cui parlavo nel mio primo intervento.

 


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