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Risposte migliori

Inviato (modificato)

Spesso acquisto monete degli stati preunitari che già posseggo per sostituire le monete con conservazioni inferiori,per questo motivo ho l'esigenza di vendere alcuni doppioni superflui. Penso che in questa situazione si trovino molti collezionisti e dato che come me molti reputano "antipatica" e poco pratica la proposta e la contrattazione nei mercatini numismatici mi chiedevo le seguenti cose

1) Dove conviene vendere i pezzi di alto valore?

2) Dove conviene vendere i pezzi di basso valore?

3) Per vendere quale casa d'asta mi consigliereste?

Modificato da Fid
Inviato

Concordo con Gianluca se le monete sono comuni o in bassa e media conservazione

In caso di pezzi pregiati mi orienterei verso case d' asta oppure proverei un eventuale ritiro dietro acquisto se hai un negoziante di fiducia


Inviato (modificato)

qualche volta ho provato a vendere delle monete comuni sul noto sito con questi strani risultati

- 10 tornesi 1859: una volta ho realizzato una cifra soddisfacente ma inferiore alle mie aspettative, la seconda volta viceversa l'ho dovuta vendere a poco meno del prezzo di acquisto cmq ad un prezzo particolarmente basso

- 5 lire Vitt.Emanuele II: è rimasta invenduta per 2 volte consecutive ma è bastato abbassare il prezzo dell'inserzione di 10 euro per vedere un bel po' di rialzi (il prezzo finale era decisamente superiore al prezzo delle inserzioni precedenti!!)

Ho capito che per i pezzi con valutazione sopra una certa cifra è meglio rivolgersi ad una casa d'asta che al 90% piazzano la moneta a prezzi interessanti e superiori rispetto al noto sito.A questo punto mi chiedo

1) quali spese devo sostenere per vendere le mie monete?

2) il prezzo di base lo scelgo io o lo contratto con la casa d'asta?

3) c'è il rischio che "ritoccano" la mia moneta per aumentarne il valore?

4) La somma a me spettante è esattamente quella della vendita meno i diritti?

5) quale casa d'asta scegliere fra le tante in circolazione?

Modificato da Fid
Inviato
1) quali spese devo sostenere per vendere le mie monete?

Solo le spese postali per mandare le monete alla casa d'asta

2) il prezzo di base lo scelgo io o lo contratto con la casa d'asta?

Il prezzo di norma lo sceglie la csa d'asta ma per certi clienti di vecchia data riescono a contrattare il prezzo di partenza

3) c'è il rischio che "ritoccano" la mia moneta per aumentarne il valore?

No.Questo non si fa.Nel caso di moneta invenduta questa viene rimandata al venditore.Se venisse rimandata ritoccata o rovinata sarebbe una brutta figura per la casa d’asta

4) La somma a me spettante è esattamente quella della vendita meno i diritti?

Dipende dalla casa d’asta ma di solito la casa d’asta prende un 15% di diritti dal acquirente più un 15% dal venditore

5) quale casa d'asta scegliere fra le tante in circolazione?

Non voglio fare nomi per evitare la pubblicità gratuita.Comunque tieni in mente che tanto dipende dalle monete che vuoi vendere.


Inviato (modificato)

grazie dimitrios come sempre i tuoi interventi sono sempre molto utili :P

pensavo che le case d'asta percepissero solo un 15% dal compratore ma con un 30% la somma guadagnata è veramente consistente,a questo punto mi metto d'accordo con qualche esperto e mi apro anch'io una casa d'Asta :D mi basta mettere in contatto domanda ed offerta ed il gioco è fatto ed il guadagno assicurato :D

Modificato da Fid
Inviato

caspita, anch'io pensavo (come nelle ordinarie compravendite) che le tasse ed i diritti li pagassero SOLO i compratori (perlomeno la quota "sostanziale"); anche perchè il 15% è la somma dei diritti e dell'IVA: paga il 20% di iva anche chi vende? mi sfugge qualcosa?

grazie

saluti

@piotr


Inviato
caspita, anch'io pensavo (come nelle ordinarie compravendite) che le tasse ed i diritti li pagassero SOLO i compratori (perlomeno la quota  "sostanziale"); anche perchè il 15% è la somma dei diritti e dell'IVA: paga il 20% di iva anche chi vende? mi sfugge qualcosa?

grazie

saluti

@piotr

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Capisco i tuoi dubbi e ammetto che neanche io ho tutte le idee chiare riguardo la vendita tramite una casa d’asta.

Personalmente non ho mai venduto monete in questo modo e quindi non ho una esperienza personale.Ci tengo a precisare che tutto quello ho scritto precedentemente è quello che mi è stato spiegato dal mio numismatico professionista (NIP) di fiducia. Comunque confermo che secondo le sue parole, si paga il 15% di diritti dal compratore più il 15% di diritti dal venditore.Riguardo l’IVA non saprei dirti se effettivamente in questo modo si paga due volte per la stessa vendita. :huh:

A questo punto chiederei a chi ha già venduto delle monete tramite una casa d’asta o comunque a chi ha più esperienza in materia, di spiegarci con più precisione come funziona la procedura. <_<


Inviato

Salve,si pagano i diritti di acquisto:ovvero chi compra paga i diritti comprensivi di IVA sul margine.

la casa d'aste trattiene anche una ulteriore aliquota variante a seconda della casa e dell'importanza del materiale conferito.Comunque si và dal 10 al 20% per le aste estere. Su questa aliquota non si applica IVA in quanto,di solito ,il conferente è una persona fisica e non giuridica e quindi non è un soggetto IVa.

Altro caso è se il conferente è un commerciante. In questo caso si fà una bolla di consegna e una fattura riepilogativa a fine asta e si trattiene l'IVA.

Comunque non è tutto oro quel che luccica: le spese per far funzionare una casa d'aste sono tantissime, a partire dai cataloghi che hanno dei costi di realizzazione e spedizione altissimi.Saluti


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