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Inviato

"Ne avevo già scritto ai post 230 e , mi pare , 235.

Il mercato dei pezzi di carta , senza sottostante, fa guadagnare commissioni e serve a manovrare i mercati.

La crisi che stiamo vivendo è nata dallo scoppio della bolla sui derivati. ( carta anche quella).

Forse sarebbe scoppiata ugualmente la crisi , ma certamente più tardi ed in modo più "morbido".

E' vero. Ne avevi scritto e anche molto chiaramente.

Mi ricordo però che, in tempi "non sospetti", cioè quando l'oro era alto, c'era anche chi sul Forum rispondeva ai potenziali acquirenti di comprare i certificati rappresentativi del metallo (ETF?), evidenziando come si andasse sul sicuro e come in questo modo si evitassero gli oneri ed i rischi della custodia del fisico.

Non chiedetemi dove e quando vennero scritte queste cose ma mi ricordo perfettamente che furono dette.

Mi chiedo se oggi, chi dispensava allora quel suggerimento, sia rimasto sulle sue posizioni o abbia cambiato parere, considerando che è emerso con molta chiarezza come la causa principale che ha prima generato la "bolla" e poi la "caduta in picchiata" delle quotazioni dell'oro, è da individuarsi proprio nella "carta igienica" rappresentativa del metallo.

Saluti.

Michele

Me le ricordo io. E mi ricordo bene anche gli insulti palesi o velati che presi.

Come mi ricordo bene le discussioni che facevo con commercianti numismatici e pseudo-collezionisti-commerciantini relativamente alla vendita di oro da investimento e preziosi che effettuavano (ed effettuano) eventualmente con la sola licenza per i beni usati (o collezione).

Ma son tutti discorsi che erano e rimangono antipatici, meglio continuare a tacerli (per me).

;)

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Inviato

Provo a chiarire l' 80%.

"normalmente vendute a un prezzo che non supera dell'80 per cento il valore sul mercato libero dell'oro in esse contenuto"

cioè il 180% del valore.

esempio : : marengo = fino contenuto 5,81 , prezzo circa 30 €/ gr. = 175 circa , che a 180% fa 315.

ergo: tutti i marenghi che vengono venduti a meno di 315 sono oro da investimento, oltre 315 sono da collezione. ( resta il problema delle oscillazioni della quotazione dell'oro per cui quello che oggi è investimento potrebbe non esserlo più domani)

Andiamo avanti:

"Chiunque dispone o effettua il trasferimento di oro da o verso l'estero, ovvero il commercio di oro nel territorio nazionale , ha l'obbligo di dichiarare l'operazione all'Ufficio italiano dei cambi, qualora il valore della stessa risulti di importo pari o superiore a 20 milioni di lire"

dovrebbe intendersi per operazioni di acquisto ( o vendita) all'estero o in Italia per importi di ( 20 milioni L.) ora 12500 €.

non c'entra la detenzione. ( almeno per ora il nostro oro ce lo teniamo a scudo e garanzia di sopravvivenza per futuri e improvvisi disastri che si spera non avvengano ma non si sa mai, può sempre succedere che...mia nonna diceva : se non avessi avuto i marenghini sarei morta di fame..... , ecc.ecc)

Inviato

non c'entra la detenzione. ( almeno per ora il nostro oro ce lo teniamo a scudo e garanzia di sopravvivenza per futuri e improvvisi disastri che si spera non avvengano ma non si sa mai, può sempre succedere che...mia nonna diceva : se non avessi avuto i marenghini sarei morta di fame..... , ecc.ecc)

Ni Roby.

La detenzione de facto deve essere registrata. Qualsiasi operatore abilitato (Ex UIC) che ti venda (e non solo ti acquista) oro da investimento legalmente ha l'obbligo di mettere i tuoi dati nel registro dei preziosi che viene poi consegnato alla questura. Non farlo é un reato penale: confermerà Michele.

Altresì vi é l'obbligo di inserire in dichirazione dei redditi eventuali guadagni effettuati dalla compra/vendita di metallo fisico da investimento.

Ciau.

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Inviato
Un anno fa la Bundesbank chiese il rimpatrio del suo oro conservato dalla FED a NY e dalla Banque de France. In tutto 674 tonnellate.

La FED chiese tempo ( 8 anni ) .

A tutt'oggi , scrive " Die Welt" la Bundesbank è riuscita a recuperarne 37 tonnellate, di cui 32 dai francesi e, udite udite, solo 5 dalla FED.

Pare che Frau Angelina e con lei tutti i teteschi non l'abbiano presa bene e comincino ad afere dei dubbi chiedendosi dove sia finito il loro oro.

E il nostro? io mi preoccuperei , ma il nostro governo è in altre faccende affaccendato.


Inviato

Ho letto sole le prime due frasi e mi è bastato!

Di fatto, già la Banca d'Italia è in parte in mani straniere, non c'è bisogno di aspettare che arrivino grandi gruppi finanziari.

A conferma di quanto dico, faccio presente che la Banca d'Italia è di proprietà delle Banche Italiane.

Ma:

- In Unicredito c'è un grosso azionista di nazionalità germanica;

- in Banca Intesa c'è un grosso socio di nazionalità francese;

- BNL è di prorietà di una Banca francese.

Potrei continuare nell'elenco, ma credo che sia già sufficiente.


Inviato

Qualcosa di simile l'ho già letto nei giorni scorsi. E' una possibilità non remota.

( ma l'oro c'è ancora oppure è latitante come quello tedesco? mi pare che stia negli Usa perchè dicono che nei sotterranei della Banca d'Itala non c'è posto e nemmeno sicurezza)

Inviato

Volevo aggiungere una cosa.

Noi abbiamo Unicredit che è proprietaria in Germania di HVB ed in Austria di Bankaustria.

Ma in quei paesi, la Banca Centrale non è di proprietà delle Banche.


Inviato (modificato)

Ciao.

"Io credo che chi avesse parlato di ETF avesse preso in considerazione la specificità del mercato italiano ove non è consentito un investimento in oro "fisico" bensi solo attraverso titolo che lo rappresentano (ETF ad esempio) oppure in oro monetato (le cosiddette monete d'oro "bullion" o da investimento) oppure ancora in proxies come certificati azionari di società proprietarie di miniere d'oro etc.
Ognuna di queste alternative presenta dei vantaggi e degli svantaggi..
Ciao numa."


Sono andato per curiosità a vedermi la normativa nazionale e non mi pare affatto che ci siano limiti all'investimento in oro “fisico”, intendendo con questa definizione, oltre ai beni che indicavi Tu (oro monetato “bullion”, ETF e certificati azionari) anche i classici lingotti.

Dove sta scritto che nel mercato italiano non si possano acquistare lingotti?

Anzi, direi che il principio che informa il sistema sia proprio l'opposto e cioè che l'investimento in metalli preziosi (indicati dall'art. 1 del D. Lgs.vo nr. 251/1999 nel platino, palladio, oro e argento: http://www.po.camcom.it/doc/metrico/d251-99.pdf ) sia assolutamente libero.

Vi sono, ovviamente, delle regolamentazioni amministrative da osservare, che però non pongono limiti né all'acquisto di oro fisico in lingotti, né sotto le altre forme indicate.

Rimanendo quindi sull'oro e volendo fare un esempio pratico, se volessi acquistare un lingotto da 1 Kg. da un rivenditore italiano autorizzato alla vendita di oro da investimento, dovrò comportarmi così:

1. intanto il lingotto, per rientrare nella nozione legale di “oro da investimento” deve avere una purezza pari o superiore a 995 millesimi, altrimenti non è considerato oro da investimento;

2. L'acquisto del lingotto con quella purezza sarà esente dall'IVA; altrimenti l'IVA si paga;

3. La cessione del lingotto sarà dichiarata all'UIF della Banca d'Italia da chi me lo vende (e non, quindi, da me che lo compro). Come dicevano miroita e monetaio, il cedente dovrà fare la dichiarazione tutte le volte in cui il valore dell'oro da investimento ceduto sia superiore ad € 12.500,00;

4. Riterrei, ma questa è una mia considerazione personale, in quanto non ho trovato la risposta né nella Legge n. 7/2000 né altrove, che il limite suddetto non sia cumulabile. In altre parole, se acquisto oro da investimento a più riprese da diversi (ma anche dallo stesso venditore) senza mai superare, per ogni singolo acquisto, la predetta soglia, il cedente non debba fare all'UIF alcuna comunicazione;

5. La comunicazione all'UIF sarà sempre a carico dell'operatore professionale anche nel caso in cui il privato dovesse vendergli il suo oro da investimento (quindi, in questo caso, non è il cedente a farla ma il cessionario);

6. L'omissione della dichiarazione all'UIF comporta una sanzione (amministrativa) dal 10% al 40% del valore negoziato.

7. Sul fronte fiscale, non è l'acquisto dell'oro da investimento da parte del privato che comporta particolari denunce ma l'eventuale produzione di plusvalenze che il privato otterrà nel momento in cui andrà a rivenderlo;

8. Queste eventuali plusvalenze costituiscono “redditi diversi” e sono tassabili sulla base della differenza tra il costo di acquisto del metallo prezioso ed il prezzo percepito all'atto della vendita;

9. Il costo d'acquisto deve essere documentato dal contribuente; in mancanza, la plusvalenza è determinata forfetariamente nel 25% del prezzo di cessione ed è tassata nella misura del 20%.

Es.: vendo oggi ad un operatore professionale il lingotto da 1 Kg. che ho ritrovato nel “baule del nonno”, incassando 30.000,00 euro. Non sono in grado di stabilirne il prezzo d'acquisto, mancando qualunque documento. Riporterò allora nel quadro RT del mio Mod. UNICO (“Redditi diversi”) una plusvalenza forfetariamente accertata pari ad € 7.500,00 (25% di € 30.000,00) sulla quale pagherò al Fisco il 20%, ovvero € 1.500,00. Direi che non è affatto male come trattamento.

Mi pare non ci sia altro. Rifate Voi i conti perchè garantisco su tutto ma non sui calcoli.... :crazy:

Saluti.

M.

Modificato da bizerba62

Inviato (modificato)

Ho letto sole le prime due frasi e mi è bastato!

Di fatto, già la Banca d'Italia è in parte in mani straniere, non c'è bisogno di aspettare che arrivino grandi gruppi finanziari.

A conferma di quanto dico, faccio presente che la Banca d'Italia è di proprietà delle Banche Italiane.

Ma:

- In Unicredito c'è un grosso azionista di nazionalità germanica;

- in Banca Intesa c'è un grosso socio di nazionalità francese;

- BNL è di prorietà di una Banca francese.

Potrei continuare nell'elenco, ma credo che sia già sufficiente.

C'è anche da dire che con la nuova riforma, le banche proprietarie delle quote di Bankitalia non potranno avere più di una percentuale (il 5%) che a tutt'oggi viene superata.

Quindi le eccedenze finiranno sul mercato a disposizione di chi potrà permettersi di acquistarle.

Modificato da heineken79

Inviato

Volevo aggiungere due righe sugli etf.

Innanzitutto bisogno distinguere tra etf ed etc.

Gli etf lavorano per lo più sul metallo fisico: a fronte di tot once contenute nei forzieri del fondo vengono emessi tot certificati rappresentativi.

L'investitore ha la possibilità di richiedere il fisico, ma per ovvi motivi non lo fa nessuno.

E questi sono piuttosto efficienti, poco costosi, liquidi e ritengo siano un buon surrogato delle monete.

Devo dire che il fisco italiano ci ha messo del suo per il trattamento di questi strumenti, ma fa tutto la banca e l'investitore deve cliccare solo dalla sua poltrona.

Le monete, lo sappiamo tutti, sono altro.

Parallelamente agli etf negli ultimi anni sono usciti fuori come funghi gli etc, strumenti ccdd derivati che altro non sono che carta, non garantita dal fisico.

Funzionano allo stesso modo degli etf per l'investitore, ma capirne il meccanismo è parecchio complicato (rollover, contango, futures e compagnia investendo).

Per non parlare degli strutturati: a leva, short, double short, ecc.

Questi hanno distrutto il mercato.

Ciò che il sistema non discerne, a livello di prezzo, fra la carta e il fisico, determina quello che abbiamo visto negli ultimi tempi: un'oncia d'oro di carta ha lo stesso valore di un'oncia d'oro monetato.

Inviato dal mio iPhone utilizzando Lamoneta.it Forum


Inviato

@@bizerba62

Per quanto concerne il punto 4 la normativa non prevede segnalazioni per importi inferiori al limite consentito

"

Importo da dichiarare

Nel caso di semilavorati o leghe, l’importo da dichiarare va comunque riferito al valore dell’oro fino ivi contenuto, al limite desumendolo dalla prassi o dagli usi commerciali. In presenza di più operazioni di importo inferiore alla soglia dei venti milioni di lire, qualora queste si configurino, anche se nell’arco della stessa giornata, come singoli e separati contratti, non è previsto un obbligo di dichiarazione in quanto la Legge 7/2000, al contrario della Legge 197/91 in materia di antiriciclaggio, non prevede ipotesi di frazionamento.

"

il passo è tratto dalla normativa Bankitalia

Rimane comunque il problema in quanto, allorché il privato vorrà disfarsi del suo "oro da investimento" e ha un importo superiore al consentito, o fraziona (cosa non sempre agevole) le vendite o effettua un'unica operazione ed in quel contesto dovrà presentare la documentazione originaria di acquisto altrimenti sarà tassato sul capital gain sul 25% del valore del metallo.


Inviato

C'è anche da dire che con la nuova riforma, le banche proprietarie delle quote di Bankitalia non potranno avere più di una percentuale (il 5%) che a tutt'oggi viene superata. Quindi le eccedenze finiranno sul mercato a disposizione di chi potrà permettersi di acquistarle.

Credo che il 100% resterà nell'ambito degli attuali possessori, sia bancari che assicurativi.

Basta suddividere (ma credo sia già così) le quote nell'ambito delle società facenti capo allo stesso gruppo bancario che il problema è risolto.

D'altra parte sono sufficienti venti aziende per raggiungere il 100%, ed in Italia ce ne sono.

Sul mercato non ci andrà nulla.


Inviato
Credo che il 100% resterà nell'ambito degli attuali possessori, sia bancari che assicurativi.

Basta suddividere (ma credo sia già così) le quote nell'ambito delle società facenti capo allo stesso gruppo bancario che il problema è risolto.

D'altra parte sono sufficienti venti aziende per raggiungere il 100%, ed in Italia ce ne sono.

Sul mercato non ci andrà nulla.

Non so, non ne sarei così sicuro, essenzialmente per due motivi.

1) il capitale di bankitalia passa da 156.000€ a 7 miliardi e mezzo, la plusvalenza per molti sarà notevole (e ben tassata al 12%) e l'occasione ghiotta per mettersi a posto i bilanci in vista degli stress test. E poi c'è l'obbligo di vendere l'eccedenza.

2) il 5% delle quote oggi vale 350 milioni, non è da tutti (banche e assicurazioni e peggio mi sento inps) disporre di questa somma cash.

E poi ci sono i dividendi al 6%...

Non è detto quindi che non si sviluppi un mercato, classico, domanda/offerta e quindi una frammentazione ulteriore dell'azionariato.

Ma dovrei leggere meglio se è previsto oppure no.

Inviato dal mio iPhone utilizzando Lamoneta.it Forum


Inviato

Non ci dimentichiamo delle Fondazioni Bancarie. Quelle i fondi li hanno (salvo rare eccezioni).


Inviato (modificato)

"Per quanto concerne il punto 4 la normativa non prevede segnalazioni per importi inferiori al limite consentito"

Importo da dichiarare

Nel caso di semilavorati o leghe, l’importo da dichiarare va comunque riferito al valore dell’oro fino ivi contenuto, al limite desumendolo dalla prassi o dagli usi commerciali. In presenza di più operazioni di importo inferiore alla soglia dei venti milioni di lire, qualora queste si configurino, anche se nell’arco della stessa giornata, come singoli e separati contratti, non è previsto un obbligo di dichiarazione in quanto la Legge 7/2000, al contrario della Legge 197/91 in materia di antiriciclaggio, non prevede ipotesi di frazionamento."

Va detto che nel passaggio che hai riportato si parla di "semilavorati o leghe" e non di "oro da investimento".

"Rimane comunque il problema in quanto, allorché il privato vorrà disfarsi del suo "oro da investimento" e ha un importo superiore al consentito, o fraziona (cosa non sempre agevole) le vendite o effettua un'unica operazione ed in quel contesto dovrà presentare la documentazione originaria di acquisto altrimenti sarà tassato sul capital gain sul 25% del valore del metallo."

Francamente ciò mi pare tutto fuorchè un "problema".

Se il privato vende il suo "oro da investimento" ad un operatore professionale, non c'è alcun obbligo di presentare la documentazione originaria dell'acquisto.

Il privato può dire di non averla, di averla smarrita....e la rivendita del suo oro gli costerà, con il parametro forfettario che in quel caso sarà applicabile in via presuntiva, un imposta pari al 5% dell'importo incassato....

Non ditelo a Saccomanni, altrimenti..... :pardon:

Vorrei dire ancora qualcosa ma mi rendo conto che forse....è meglio che mi fermi qui...

Comunque, inutile dire che io la penso esattamente come rorey36 e la Sua saggia e previdente nonna..... :good:

Saluti. :hi:

M.

Modificato da bizerba62

Inviato
..

3. La cessione del lingotto sarà dichiarata all'UIF della Banca d'Italia da chi me lo vende (e non, quindi, da me che lo compro). Come dicevano miroita e monetaio, il cedente dovrà fare la dichiarazione tutte le volte in cui il valore dell'oro da investimento ceduto sia superiore ad € 12.500,00;

4. Riterrei, ma questa è una mia considerazione personale, in quanto non ho trovato la risposta né nella Legge n. 7/2000 né altrove, che il limite suddetto non sia cumulabile. In altre parole, se acquisto oro da investimento a più riprese da diversi (ma anche dallo stesso venditore) senza mai superare, per ogni singolo acquisto, la predetta soglia, il cedente non debba fare all'UIF alcuna comunicazione;

5. La comunicazione all'UIF sarà sempre a carico dell'operatore professionale anche nel caso in cui il privato dovesse vendergli il suo oro da investimento (quindi, in questo caso, non è il cedente a farla ma il cessionario);

6. L'omissione della dichiarazione all'UIF comporta una sanzione (amministrativa) dal 10% al 40% del valore negoziato.

7. Sul fronte fiscale, non è l'acquisto dell'oro da investimento da parte del privato che comporta particolari denunce ma l'eventuale produzione di plusvalenze che il privato otterrà nel momento in cui andrà a rivenderlo;

8. Queste eventuali plusvalenze costituiscono “redditi diversi” e sono tassabili sulla base della differenza tra il costo di acquisto del metallo prezioso ed il prezzo percepito all'atto della vendita;

9. Il costo d'acquisto deve essere documentato dal contribuente; in mancanza, la plusvalenza è determinata forfetariamente nel 25% del prezzo di cessione ed è tassata nella misura del 20%.

Es.: vendo oggi ad un operatore professionale il lingotto da 1 Kg. che ho ritrovato nel “baule del nonno”, incassando 30.000,00 euro. Non sono in grado di stabilirne il prezzo d'acquisto, mancando qualunque documento. Riporterò allora nel quadro RW del mio Mod. UNICO (“Redditi diversi”) una plusvalenza forfetariamente accertata pari ad € 7.500,00 (25% di € 30.000,00) sulla quale pagherò al Fisco il 20%, ovvero € 1.500,00. Direi che non è affatto male come trattamento.

Mi pare non ci sia altro. Rifate Voi i conti perchè garantisco su tutto ma non sui calcoli.... :crazy:

Saluti.

M.

Direi che è un vero affare non c'è che dire. Comprare/vendere oro da investimento in Italia è sempre stato possibile attraverso i banchi dei metalli (soprattutto per gli operatori del settore orafo ed industriale) oppure, piu' recentemente, attraverso intermediari ma non è conveniente.

Inoltre se non devo fare alcuna dichiarazione all'UIF come acquirente, la dovro' comunque fare come cedente (quando/se lo cedero').

Molte banche consigliano l'acquisto di monete bullion, perché vi sono, credo , meno adempimenti amministrativi e perche sono frazionabili.


Inviato (modificato)

"Direi che è un vero affare non c'è che dire"

E già. Altro che! non dirlo troppo in giro, però.... :help:

"Inoltre se non devo fare alcuna dichiarazione all'UIF come acquirente, la dovro' comunque fare come cedente (quando/se lo cedero')."

No. Se la cedi ad un operatore professionale.

In questo caso è sempre lui a farla.

M.

Modificato da bizerba62

Inviato

"Direi che è un vero affare non c'è che dire"

E già. Altro che! non dirlo troppo in giro, però.... :help:

"Inoltre se non devo fare alcuna dichiarazione all'UIF come acquirente, la dovro' comunque fare come cedente (quando/se lo cedero')."

No. Se la cedi ad un operatore professionale.

In questo caso è sempre lui a farla.

M.

Per fortuna (o purtroppo..? :whome: ) il mercato non guarda ai cavilli e alle postille ma solo a dove c'è la maggiore efficienza

che non si deve scambiare per "cinismo" bensi per una allocazione razionale delle risorse.. ;)

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Inviato

"Per fortuna (o purtroppo..? :whome: ) il mercato non guarda ai cavilli e alle postille ma solo a dove c'è la maggiore efficienza

che non si deve scambiare per "cinismo" bensi per una allocazione razionale delle risorse.."

Mah. ..Cavilli e postille.....? Io le chiamerei semplicemente "regole".

Quanto alla "maggiore efficienza" di certi mercati....mi sta benissimo....mi chiedo solo perchè non si regolamentino con disposizioni che impediscano la creazione fittizia di beni che, in realtà, esistono solo sulla carta e che poi generano le conseguenze che sappiamo.

Capisco che molto dipende dal punto di vista dal quale si guarda un fenomeno; nel mio caso l'ottica dalla quale osservo è quella del risparmiatore....comprendo che se invece ci si pone dalla parte dello speculatore, anche i mercati "di pura carta (igienica)" vadano benissimo.

:hi:

M.

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Inviato

Consiglierei un bel corso di economia di base .. Per cominciare e se proprio non si vuole esiste sempre l'alternativa del (soldi sotto il) materasso... :)

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Inviato

solo per i nostri lettori desiderosi di saperne di piu' di economia:

La speculazione è come il colesterolo c'è di tipo buono e di tipo cattivo.

le operazioni di <speculazione nella teoria economica non sono viste come negative, al contrario sono viste come benefiche perché stabilizzano la domanda .

L'esistenza di speculatori capaci di formulare previsioni corrette circa i prezzi futuri di un determinato mercato concorre a far assumere ai prezzi correnti un livello allineato a quello dei prezzi futuri.

L'esempio calssico in economia è quello delle previsioni legate ad un raccolto particolarmente abbondante che induce gli speculatori detentori di scorte a ridurne il livello contribuendo quindi a far scendere i prezzi correnti e calmierare il mercato nell'interesse degli stessi consumatori.

Quando la speculazione è 'cattiva' , quando o speculatore distorce il mercato con informazioni fasulle o atte a determinare comportamenti che favoriscano il proprio vantaggio. Tipico caso è quello degli speculatori che acquistano terreni agricoli e poi promuovono con pressioni politiche o altro l'assgnazione di quelle aree a terreni fabbricabili. O chi, disponendo di informazioni riservato su una società, compie operazioni sul titolo di Borsa di quest'ultima per ottenere profitti illeciti.

§

Infine una parola sulla carta : un titolo di carta rappresentativo di un diritto, di un capitale non è cattivo di per sé, è solo una comodità.

Noi tutti, la nostra economia, si fonda ormai da moltissimo tempo sulla circolazione fiduciaria. E le banconote emesse dallo Stato non sono altro che "carta" che rappresenta un diritto ad un valore (fiduciario perché come sapete da tempo il valore espresso sul titolo al portatore, la banconota, non ha piu' un corrispondente "reale" - l'ultimo Paese che aboli' la conversione aurea, pienamente legittima fino a quella data, furono gli USA che il 15 agosto 1971 annunciarono, sotto la Presidenza Nixon, l'abolizione della copertura aurea, la convertibilità in oro, della propria valuta). I titoli azionari sono altra carta rappresentativa di un dirittto in un capitale. I mutui, le obbligazioni sono altra carta rappresentativa di altri diritti di prestito etc.

Tutta questa carta è una gran comodità per l'economia che altrimenti non si sarebbe potuta sviluppare ai livelli attuali.

E' una costruzione sociale in fin dei conti per facilitare la crescita e lo sviluppo.

Parimenti anche il Diritto è venuto crescendo nel tempo altrimenti saremmo rimasti al codice di Hammurabi.

Tutte queste istituzioni sociali è normale che crescano esi sviluppino per soddisfare le esigenze di una Comunità sociale.

Chiaramente come tutte le cose dipende da come le usiamo. Un coltello da cucina serve a tagliare il pane o la carne , se poi lo uso per ferire una persona di proposito non è il coletllo ad essere sbagliato... ma non per questi casi, per fortuna una minima inoranza, è pensabile di mettere al bando tutti i coltelli del regno per evitare episodi spiacevoli, forse meglio intervenire sulla coscienza e l'educazione di chi userà il coltello..

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Inviato

Direi che è un vero affare non c'è che dire. Comprare/vendere oro da investimento in Italia è sempre stato possibile attraverso i banchi dei metalli (soprattutto per gli operatori del settore orafo ed industriale) oppure, piu' recentemente, attraverso intermediari ma non è conveniente.

Inoltre se non devo fare alcuna dichiarazione all'UIF come acquirente, la dovro' comunque fare come cedente (quando/se lo cedero').

Molte banche consigliano l'acquisto di monete bullion, perché vi sono, credo , meno adempimenti amministrativi e perche sono frazionabili.

Non é vero che é sempre stato possibile. Anzi, le leggi ante 2000 in Italia vietavano l'acquisto ed il possesso di oro fisico da investimento ai privati. Con la legge 2000 si é andato "liberalizzando" acquisendo le direttive europee.

Venivano infatti utilizzati allo scopo monete (che ora vengono definite di borsa ed equiparate all'oro da investimento dall'allegato B della legge se non ricordo male) in oro con decreto d'emissione per aggirare il divieto essendo questi titoli legali emessi dallo (dagli) stato ad uso anche dei privati e non avendone mai ordinato il ritiro dalla circolazione.

Inoltre, ripeto, tutti gli acquisti e le vendite legali di metallo da investimento (anche quelle da 250€ della classica sterlina per fare un esempio o del marengo italiano) devono essere riportate sull'apposito registro della questura con i dati dell'acquirente/venditore da parte dell'operatore abilitato.

La segnalazione diretta poi é come avete detto voi, ma sempre da parte dell'operatore abilitato.

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