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Inviato (modificato)

No ...no ...solo amo! ....Ci mancherebbe!

Mi è venuta in mente una "domandina" per i miei carissimi amici "veneziani": ho questo soldo da 12 bagattini del doge Pesaro ...che ha molto combattuto ...poverina ...

Vorrei chiedere, più o meno, la sua rarità e cosa si poteva acquistare allora con questo pezzo? Vorrei rapportarlo alle monete genovesi per "affiancarlo" ad una di pari valore ....sono sicuro che voi sapete esaudire questa mia curiosità.

Ringrazio anticipatamente e saluto DZ

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Modificato da dizzeta
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Supporter
Inviato

Come posso restare insensibile a questa "accorata" richiesta dell'Amico Daniele? :)

appena rientro a casa esaudisco.....

ciao

luciano


Supporter
Inviato

Eccomi :blum:

Giovanni Pesaro

CIII Doge (1658 – 1659)

A dispetto del suo breve regno, che giustifica una emissione di monete alquanto esigua, pezzi che vanno dal primo grado di rarità “R”, fino al “R5”, di soldi ne sono stati emessi in quantità, tanto è vero che sono considerati comuni. (Montenegro – I dogi e le loro monete)

Anche di zecchini ne furono emessi in quantità e tutti servirono a finanziare la ventennale guerra di Candia; pochissimi restarono a Venezia; la maggior parte prendeva la strada della Dalmazia e le colonie per pagare l'Armata, tant'è che anche lo zecchino è giudicato R2.

Tra le varianti censite dal Montenegro, differenti nella interpunzione presente nelle legende e nel tipo di abbreviazioni previste nelle stesse, la tua non c'è......è simile a quella indicata al nr. 1806, ma quello ha delle stelline tra le lettere che compongono la legenda, mentre il tuo mi pare che abbia dei punti.

Lo stesso Montenegro avverte però che ci sono ulteriori varianti che, evidentemente, non ha catalogato.

Che ci si faceva con un soldo in quest'epoca? Ho un riferimento di cinquant'anni prima e già allora non è che ci si potesse fare molto.....

Con un soldo una persona poteva comperare del pesce non pregiato (solo per cena), diciamo quindi 3 o 4 “ghiozzi”; oppure un piatto di fichi; oppure un paio di fogli di carta da scrivere od anche tre uova.....per far ripulire un camino, di soldi ce ne volevano due, così pure per acquistare dei “barbi o barboni” (pesce un po' più pregiato del precedente) da friggere e cucinare in agrodolce.

Credo quindi che a cinquant'anni di distanza e la “normale” svalutazione intervenuta, il potere d'acquisto di un soldo sia diminuita di un bel po'.....

Saluti

luciano

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Inviato

Mentre cercavo notizie di quell'anno (1658) mi sono imbattuto in questa testimonianza del poeta dialettale Giuliano Rossi, morto di peste nel terribile contagio dell'anno precedente ...non so voi, ma mi ha commosso e allora ho pensato di condividerla:

Frè noui semmo in tra peste finn'a i œggi ..............Fratello, noi siamo nella peste fino agli occhi

Ste pù luntan, se puoei, ste pu a Pariggi.................state ben lontano se potete, state pure a Parigi

E in zenoggie preghè D. Dioniggi............................e in ginocchio pregate San Dionigi

Chi n'aggiutte a scappà da tanti imbrœggi..............che ci aiuti a sfuggire tanti guai.

Mi no ve staggo a dì chi che Pandora.....................Non vi racconterò che Pandora

Haggie versoù ro vaso in tra Zittè...........................abbia svuotato il suo vaso sulla città

Perchè vorendo dì ra veritè....................................perchè volendo dire la verità

No me pa ben de mesciaghe ra fora......................non mi sembra bello confornerla con la favola.

E ra musa in sto caxo oura ne canta......................E la Musa in questo caso ora canta

Misericordia, e cria in ata voxe...............................misericordia, e grida ad alta voce

E a s'accompagna ai piè d'unna gran croxe...........e si trascina ai piedi d'una grande croce

Con re tenebre c'han de zœggia santa..................in mezzo a tenebre da Gioverì Santo.

Se vissi ra Zittè in sto tormento..............................Se vedeste la città in questo tormento

Diressi ben che Ziena, n'è ciù Ziena......................direste che Genova non è più Genova

Oura ch'ognun se purga senza sena.....................ora che ognuno si purga senza far storie

Piggiando per meixinna ro spavento......................prendendo come medicina lo spavento.

A ri zinque de luggio là in Seretto...........................Al cinque di luglio, là in Serretto

Morì unna viegia ch'haveiva dro mà......................morì una vecchia ammalata

Subito morta ra fen sotterà....................................subito la seppellirono

Ma a lascià fœra a mà dro Loetto..........................ma lasciò fuori dal letto il suo male.

L'era dri anni assè che questa stria........................Era molti anni che questa strega

A l'aveiva un gran cancao d'in tre l'osso,................aveva un cancro alle ossa,

Eccote ch'uria buria va a bordosso.........................ed ecco che all'improvviso

Do altre donne che l'avean servia...........................morirono le due donne che l'avevano servita.

Questo fu ro prinzipio dri gran danni.......................Questo fu il principio di tutti i guai

Perchè all'undeman o so barbié,.............................perchè all'indomani anche il medico

A queste doe ghè andeto puœ deriè,......................seguì queste due nella fossa,

Che ra cancrena partorì malanni.............................la cancrena aveva partorito malanni.

... E dop'avei Bargaggi stroppioù............................. ...E dopo aver messo in ginocchio Bargagli (il contagio, n.d.a.)

A l'intrà in Ziena, e ghe dà drento apruœo..............entra in Genova e colpisce

Portuœria, Campanà, Caroggio nuœo....................Portoria, Campana, Carruggio Nuovo,

E à l'han deto gran guasto a ro guastoù.................provoca un gran guasto al Guastato.

... Sata ro ma per tutto, e non è stanco.................. ...Il male è dappertutto e non è mai stanco

O corre Priè, e li ghe da de bon..............................corre a Prè, e lì ci dà dentro

Caroggio San Cristoffa, e dro Taccon.....................in vico San Cristoforo e in vico Tacconi

A fe s'o no s'estingue poco manco..........................per poco non si estinguono gli abitanti.

Un giorno vengo a Banchi unna gran boggia..........Un giorno vedo a Banchi una gran folla

De gent'astreita, e mi fermo ro passo.....................di gente radunata, mi fermo

E sento dì che l'è morto Duazzo,............................e sento dire che è morto Durazzo,

Cosa chi misse a tutti scagaboggia........................cosa che mise tutti in gran spavento (la peste colpiva anche i nobili, n.d.a.)

Cose no fà ra peste maledetta,..............................Cosa non fa questa maledetta peste

Onde ram è desgratia me strascinna.....................laddove la mia disgrazia mi trascina.

O s'è attrovou unna morta sta matinna..................Stamattina si è trovata una morta

Con un figiuoè a ro pieto chi ra tetta......................con il bambino attaccato al seno che ancora poppava.

Chi và per Zena ast'ogni dì no sente.....................Chi va per Genova ogni giorno non sente

Che Beccamorti, sbirri, e capostradde...................che di beccamorti, sbirri, capistrada,

Comissarii, Tenenti e cameradde..........................commissari, tenenti e soldati

E rumò in finitissimo de gente................................e un grandissimo rumore di folla.

Non se vè solo basciore isorè................................Non si vedono solo portantine isolate

Ch'à ra Consoration fan ro traghetto,....................che traghettano (i malati, n.d.a.) alla Chiesa della Consolazione

Consoration chi è feta Lazzaretto..........................La Consolazione che è stata trasformata in lazzaretto

De Magistrato chi dra Sanitè.................................dal Magistrato della Sanità.

Chi caze morto, senza puoei dì Bricca..................Chi cade morto senza poter dire una parola,

Chi no vuœ beveron, chi l'ha in tra panza.............chi non vuole il beverone, chi ha male nella pancia,

Chi s'abandonna senz'atra speranza....................chi s'abbandona senza più speranza

Tristo quell'ommo onde rom à s'appicca...............triste è quell'uomo che viene contagiato.

In quella casa donde ne muœran tutti..................In quella casa dove muore uno poi muoiono tutti

Vœran toccà, de netti vegna brutti,........................lo vogliono toccare, e da sani diventano ammalati

Tanto che no ghe resta ciù nisciun .......................tanto che non ci resta più nessuno.

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Supporter
Inviato

Veramente toccante; un grido disperato di chi non vede futuro, né ha mezzi per procurarselo. E' l'attesa della fine, ineluttabile; con l'unico conforto della fede.

Grazie per avercelo fatto conoscere.

Luciano


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