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Inviato (modificato)

Ho recentemente acquistato un piccolo quarto di Carlo II. Ad un primo sguardo mi è parso di poterla catalogare come Zecca di Vercelli di Girardino Cassagnone, ma poi, lente alla mano, mi è sorto un dubbio: che si tratti di una T? .

Se si fosse trattato di una V, oltre a non avere una base larga, parte del braccio sinistro si sarebbe dovuto ritrovare sul lembo di sx. qui, sembra che l'intero corpo della lettera sia spostato a destra e che la frattura si sia formata proprio in corrispondenza dell'asse della lettera T sul lato sx. Mi spiego meglio, con una approssimativa ricostruzione grafica.

Alternativa, che non escludo assolutamente, anzi, la frattura potrebbe aver asportato il lato sx della V.

Riuscite a darmi una mano a dipanare la questione? A Catalogo abbiamo un esemplare TGC di Pier. purtroppo le sigle si vedono molto male nella foto. Forse lui, avendola in mano, potrà essere di ulteriore aiuto.

Grazie!

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Modificato da Luca Vezzaro

Inviato

A titolo di supporto, ecco una foto, tratta dal catalogo, di un esemplare di ottima conservazione, in cui bene si vede la V della zecca di Vercelli (peraltro utilizzata anche, capovolta, come A). Come potete notare la differenza rispetto alla base della mia è notevole essendo molto stretta.

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Inviato (modificato)

Secondo me e' una T , la base inferiore della lettera e' tipica della T

Modificato da piergi00

Inviato (modificato)

Secondo me e' una T , la base inferiore della lettera e' tipica della T

Molto bene! Mi rallegra il fatto che il venditore non abbia voluto dedicare qualche minuto in più per decifrare le sigle, così sono riuscito a comprarla davvero a poco. :-)

Stavo leggendo il Promis. Questa tipologia di moneta è stata coniata per un brevissimo lasso di tempo a Torino, prima dell'Assedio di Francesco I, fatto che costrinse Cassagnone a proseguire l'opera a Vercelli.

Di qui il motivo della rarità.

La Numismatica offre sempre interessanti spunti di approfondimento storico..

Modificato da Luca Vezzaro

Supporter
Inviato

come ti ho già detto via MP la T può starci, anche la stella è nel quarto giusto della croce, poi puoi paragonarla alla T presente in legenda nella parola ITALIA, il punzone usato è lo stesso e la lettera ci può assomigliare, ma la certezza ..., probabile, anzi molto probabile,

... io propendo comunque per la T....


Inviato

come ti ho già detto via MP la T può starci, anche la stella è nel quarto giusto della croce, poi puoi paragonarla alla T presente in legenda nella parola ITALIA, il punzone usato è lo stesso e la lettera ci può assomigliare, ma la certezza ..., probabile, anzi molto probabile,

... io propendo comunque per la T....

Grazie Silvio. Concordo che la certezza è impossibile ad aversi, ma, come ti dicevo via mail, tutti gli indizi portano ad una T. E come si suol dire, mille indizi, fanno una prova.

Indipendentemente da questo, ieri ho avuto la possibilità di approfondire il tema con il Promis e devo dire che le monete TGC hanno una storia a dir poco affascinante.

Il solo spunto che mi ha dato a riprendere in mano i libri di storia, la rendono, ai miei occhi, affettivamente preziosa.

Ciao!


Supporter
Inviato

... e questo è il bello delle savoia!!!!


  • 4 settimane dopo...
Inviato

Avrei bisogno di una informazione: la battitura per marco di questa moneta... Chi può aiutarmi?

So che ne dovrebbero essere state battute 240 marchi. Grazie!


Inviato

All'epoca del Cagnassone dovrebbe fare ancora fede l'ordinanza del 15 ottobre 1535, quindi 185 pezzi per marco (= 1,3230 grammi) e titolo di 1.15 denari (= 135,4167 millesimi). Naturalmente i dati sono meramente teorici, perché in pratica oltre alle tolleranze ammesse c'erano altre aleatorietà.

Comunque se guardi sul primo volume del Promis (Monete dei Reali di Savoia, Torino 1841) in appendice trovi una discreta lista di ordinanze e i relativi dati. C'è qualche refuso qua e là, oltre che inevitabili mancanze rispetto al totale delle ordinanze emesse frutto delle lacune archivistiche. Nel complesso però resta ancora un elenco di discreta affidabilità e di necessario riferimento per valutazioni come quella che interessa a te. In Internet ne trovi facilmente una copia in PDF.

Per l'ordinanza di cui sopra i dati proposti dal Promis sono corretti, li ho verificati con una copia d'archivio che ho io e corrispondono.

E.


Inviato (modificato)

Molte grazie! Ho il Promis e lo avevo consultato, ma mi raccapezzo sempre poco con l'appendice...

Quindi stiamo parlando di 44.400 pezzi. Non pochi in realtà.

Grazie ancora

Modificato da Luca Vezzaro

Supporter
Inviato

Molte grazie! Ho il Promis e lo avevo consultato, ma mi raccapezzo sempre poco con l'appendice...

Quindi stiamo parlando di 44.400 pezzi. Non pochi in realtà.

Grazie ancora

non tanti invece....


Inviato

Ha ragione Silvio, molto pochi. Una zecca come Vercelli o Torino era in grado di emettere un quantitativo così basso in un giorno o due di lavoro. Di quarti se ne coniavano a milioni ogni anno.

Comunque, non escludere a priori che il quantitativo di 240 marchi rappresenti tutto il coniato. I dati riportati in letteratura sono molto lacunosi, ci sono moltissimi rendiconti che dal Promis in avanti non sono stati presi in considerazione. Inoltre, esperienza insegna che gli errori di trascrizione non sono mai pochi, quindi qualche imprecisione di lettura (e di corretta associazione tra quantitativi e tipologia...) sono dietro l'angolo.

E.

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