L. Licinio Lucullo Inviato 9 Aprile, 2013 Condividi #1 Inviato 9 Aprile, 2013 (modificato) http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G67/2 Modificato 9 Aprile, 2013 da L. Licinio Lucullo Link al commento Condividi su altri siti Più opzioni...
L. Licinio Lucullo Inviato 9 Aprile, 2013 Autore Condividi #2 Inviato 9 Aprile, 2013 Lucius Hostilius Saserna dedica le emissioni coniate nella zecca di Roma alla celebrazione dei successi di Cesare nelle guerre galliche. Secondo alcune teorie, l'unico ritratto di Vercingetorige effettuato quando era ancora in vita, è riportato su questo denario. Al D/ troviamo infatti un ritratto maschile caratterizzato dalla forte individualità espressiva, colla barba puntata e la capigliatura folta e irsuta. Il volto ha le fattezze simili a quelle del prigioniero seduto rappresentato sui denarî di Cesare, a riprova di una visione comune e ormai codificata dello straniero gallico nell'immaginario figurativo dei romani. Importante notare come al ritratto fisico, alla fisionomia particolare, corrisponda anche un tipo morale: la chioma lunga, irsuta del diritto indomabile come il temperamento bellicoso dei Galli, faticosamente sconfitti da Cesare. Belloni ritiene che l’identificazione con Vercingetorige possa essere una “suggestione”, che magari si verificava anche all’epoca, ma non la esclude a priori. Amisano sottolinea che il ritratto può avere natura polivalente: può infatti essere interpretato come Pallor, invocato unitamente a Pavor (il Terrore, rappresentato su un altro denario di Saserna, RRC 448/3) da Tullo Ostilio, nel pieno della battaglia contro i Veienti. Ugualmente la scena riprodotta sul R/, con i due guerrieri galli in corsa sul carro (un metodo di combattimento proprio dei Celti della Gallia), ha un significato ambivalente. Da un lato essa rappresentativa del coraggio e dell'abilità dei nemici nel combattimento, ma dall'altro essa ne rivela la debolezza: i galli sono senza dubbio coraggiosi, ma sono anche dei selvaggi, e perciò nudi e disorganizzati all'opposto dei romani, protetti dalla loro armatura e rigidamente inquadrati nell'esercitò dentro la formazione tattica della legione. Malgrado ciò, la destrezza dei Galli nel combattimento a cavallo e su carro, era già stata riconosciuta da Cesare, il quale si premurò di assoldare contingenti di cavalieri tra le tribù degli Edui, degli Allobrogi, dei Remi e dei Lingoni, con lo scopo di affiancare e di rafforzare le truppe romane di cavalleria delle legioni a sua disposizione (Caes. B. G., I 15,1; III, 59,1; VIII, 11,2) Link al commento Condividi su altri siti Più opzioni...
L. Licinio Lucullo Inviato 9 Aprile, 2013 Autore Condividi #3 Inviato 9 Aprile, 2013 (modificato) Discussioni che trattano (anche) di questa emissione: http://www.lamoneta.it/topic/96388-minerva/ http://www.lamoneta.it/topic/95216-aureo-di-vercingetorice/ Modificato 9 Aprile, 2013 da L. Licinio Lucullo Link al commento Condividi su altri siti Più opzioni...
caiuspliniussecundus Inviato 10 Aprile, 2013 Condividi #4 Inviato 10 Aprile, 2013 Il ritratto è fisiognomico, perciò ritrae qualcuno, non è un'allegoria. Chi, oltre Vercingetorige, potrebbe essere ritratto su una moneta che allude alle vittorie in Gallia??? Potrebbe essere una generica allusione ad un Gallo idealizzato, ma siamo alle solite, il guerriero per antonomasia è lui, Vercingetorige. Ricordo anche che, essendo stato esposto nel trionfo , il prigioniero fu visto dai romani e quindi anche dagli incisori che quindi avevano possibilità dio trarne un ritratto corrispondente al vero, assecondando la vena di arte plebea e realistica che caratterizzava la ritrattistica romana del tempo. 1 Link al commento Condividi su altri siti Più opzioni...
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