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Numa Pompilio istituì il culto di Giove Termine. Entrambi sono legati dalle emissioni pompeiane di quest’anno (Cr. 446/1 e Cr. 447/1) e se ne deduce, pertnato, che furono adottati come simboli della propaganda tradizionalista di Pompeo (Campana).

La moneta è stata coniata da Cn. Calpurnio Piso, che servì il partito pompeiano come pro questore in Spagna, durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo. La testa di Numa Pompilio richiama la pretesa della gens Calpurnia di discendere da Calpus, figlio di Numa, mentre la Prora si riferisce alle vittorie navali di Pompeo contro i pirati, nel 67. Denario battuto probabilmente in Hispania Citerior, forse nella zecca di Ilerda, da Cnaeus Calpurnius Piso, proquestore di Cneo Pompeo. Il tipo del rovescio, la prora rostrata di una nave da guerra in una rappresentazione tra le più suggestive dell’intera monetazione repubblicana, esalta le vittorie navali di Pompeo il Grande. Il ritratto di Numa Pompilio è un preciso riferimento alla pretesa discendenza della gens Calpurnia da Calpus, figlio di Numa. La testa dell’antico re, ieratica e di grande vigore espressivo, è cinta da un diadema che reca la scritta NVMA. L’incisore del prototipo, sfruttando con geniale intuizione le caratteristiche geometriche delle lettere che compongono il nome, lo dissimula in un perfetto motivo decorativo a linee spezzate, ottenendo un risultato estetico sorprendente.


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