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Inviato

Oggi mi sono "spostato" a Casale

Guglielmo II Paleologo, 1494-1518

Testone, AR 9,23 g. - 32 mm

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Inviato

@@Liutprand

Bella e interessante moneta!

Si possono percepire caratteristiche già rinascimentali.........

Complimenti per l'acquisto ;)

salutoni


Inviato

Grande moneta per quello che ci mostra,per me un must, la mitica, folta e lunga capigliatura, il caratteristico berretto, per me qui nasce il look nella monetazione..... e che look :blum: !

Mario


Inviato

Complimenti! Bellissima moneta. Mi piace soprattutto il rovescio, ha dei grandi rilievi ;)

Riccardo


Inviato

Oggi mi sono "spostato" a Casale

Guglielmo II Paleologo, 1494-1518

Testone, AR 9,23 g. - 32 mm

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Gradirei maggiori informazioni su Guglielmo II Paleologo

del casato dei MArchesi di Monferrato non lo trovo nella successione, è forse Gulgielmo IX Paleologo ?

"Un altro ramo della dinastia dei Paleologi si sviluppò in Monferrato a partire dal 1305. Violante, figlia di Guglielmo VII Aleramico, aveva sposato l'imperatore Andronico II di Bisanzio. Alla morte di Giovanni I del Monferrato, il quale era rimasto senza eredi, il figlio dell'unione tra Andronico e Violante, Teodoro, venne scelto come successore alla carica di marchese. Ecco la lista dei marchesi Paleologi del Monferrato:

Grazie, Polemarco


Inviato

Gradirei maggiori informazioni su Guglielmo II Paleologo

del casato dei MArchesi di Monferrato non lo trovo nella successione, è forse Gulgielmo IX Paleologo ?

"Un altro ramo della dinastia dei Paleologi si sviluppò in Monferrato a partire dal 1305. Violante, figlia di Guglielmo VII Aleramico, aveva sposato l'imperatore Andronico II di Bisanzio. Alla morte di Giovanni I del Monferrato, il quale era rimasto senza eredi, il figlio dell'unione tra Andronico e Violante, Teodoro, venne scelto come successore alla carica di marchese. Ecco la lista dei marchesi Paleologi del Monferrato:

Grazie, Polemarco

Il testone è di Guglielmo II Paleologo, alias Guglielmo IX di Monferrato. Dipende se includi o no i sette suoi omonimi della famiglia aleramica. Lo stesso problema ce l'hai con i Giovanni.

Sei incappato nella solita ambiguità di numerazione, spesso oggetto di una sterile polemica tra storici e numismatici (ciascuno ritiene di avere ragione con la propria forma di conteggio).

E.

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Inviato

Grazie, la spiegazione è illuminante: il riferimento ai precedenti omonimi spiega il tutto.

Polemarco (in debito)


Inviato

Complimenti Liutprand per questa Moneta affascinante della zecca di Casale Monferrato.

..ti auguro di aggiungere altri testoni piemontesi alla tua collezione


Inviato

mi accodo ai complimenti precedenti, bel testone. giuste le osservazioni di Dabbene, look pienamente rinascimentale di grande fascino.


Inviato

Grande moneta per quello che ci mostra,per me un must, la mitica, folta e lunga capigliatura, il caratteristico berretto, per me qui nasce il look nella monetazione..... e che look :blum: !

Mario

eppure c'è un ritratto dello stesso marchese che precede questo, con i tratti giovanili, delicati, quasi da ragazzo..


Inviato

Si Numa è vero, c'è anche quello giovanile, però è un R4 per il Ravegnani Morosini, quindi un pò più difficile da sognare, questo può essere alla portata e poi questa folta capigliatura e la berretta sono un binomio memorabile.

Estendendo un pò l'ambito su similari ritratti di grande effetto, ricordo i testoni sforzeschi, anche precedenti come età, anche qui abbiamo qualche esempio col berretto per rimanere in tema, due icone, almeno per me, quello di Giovanni Galeazzo Maria giovanile col berretto, ma anche quello di Bona quando esercitava la tutela sul figlio minore ; la Duchessa Bona è rappresentata velata e il suo ritratto è di quelli che attirano l'attenzione.

Un altro ritratto che mi ha sempre colpito molto rimanendo su Milano è quello successivo di Ludovico XII D'Orleans ( 1500 - 1512 ), nel testone abbiamo il Duca con un viso volitivo e fiero con un berretto altrettanto di grande impatto ornato da gigli, la capigliatura e ' sempre lunga e curata.

Quattro esempi importanti da look, io dico da inizio rinascimento, tra i primi di grosso impatto, tutti con copricapo ; i berretti, i copricapi, anche loro contribuivano a creare l'immagine sulle monete, potrebbe essere un bello spunto, affascinante per una discussione ad hoc.

Mario


Inviato

Gradirei maggiori informazioni su Guglielmo II Paleologo

del casato dei MArchesi di Monferrato non lo trovo nella successione, è forse Gulgielmo IX Paleologo ?

"Un altro ramo della dinastia dei Paleologi si sviluppò in Monferrato a partire dal 1305. Violante, figlia di Guglielmo VII Aleramico, aveva sposato l'imperatore Andronico II di Bisanzio. Alla morte di Giovanni I del Monferrato, il quale era rimasto senza eredi, il figlio dell'unione tra Andronico e Violante, Teodoro, venne scelto come successore alla carica di marchese. Ecco la lista dei marchesi Paleologi del Monferrato:

Grazie, Polemarco

Esatto, si tratta di quello che altri chiamano Guglielmo IX (1494-1518) (il venditore addirittura aveva scritto Guglielmo X). Vedo che non è possibile aggiungerlo a catalogo in quanto la zecca di Casale è presente soltanto dall'epoca dei Gonzaga in poi.


Inviato

eppure c'è un ritratto dello stesso marchese che precede questo, con i tratti giovanili, delicati, quasi da ragazzo..

Ce n'è più d'uno: su un testone, su un doppio ducato d'oro, ma anche su un cavallotto. Tutti con berretto, ma senza barba.

Guglielmo II/IX era nato nell'agosto del 1486. Se consideriamo che gli i testoni "cum birreto et barba" (uso lo stesso termine impiegato in un documento coevo per descriverlo) risultano già emessi nel luglio 1511 si può restingere timidamente il periodo di coniazione di queste tipologie giovanili a cui accenna Numa Numa ai primi del Cinquecento.

Personalmente, direi che sono molto più rinascimentali i ritratti su testone e multiplo d'oro che non su questo esemplare, dove la resa "dal vivo" forse non è molto riuscita. Ma d'altronde, questa specifica moneta nasceva con intenti poco nobili, perché serviva per invadere il mercato monetario milanese. Se passate in rassegna tutti i testoni "cum birreto et barba" vedete con quanta poca cura siano stati realizzati complessivamente rispetto ad esempio a quello di Luigi XII per Milano. Lo stile rinascimentale soffre la logica utilitaristica dietro alla realizzazione di questo pezzo. E' una moneta molto comune, io ne avrò visti un'ottantina almeno di pezzi differenti.

Se volete vedere un ritratto giovanile di Guglielmo II/IX vi consiglio di fare un giro al Santuario di Crea, vicino a Casale Monferrato. Lì c'è un ciclo di pitture molto interessanti - forse poco note - di Macrino d'Alba. In una regione come il Piemonte, così avara di cose rinascimentali (mentre ha dei capolavori assoluti in gotico internazionale, su tutti Sant'Antonio di Ranverso), merita sicuramente attenzione.

Questo che vi allego è proprio il ritratto giovanile di Guglielmo ad opera di Macrino d'Alba. Ci sono un po' di dubbi a proposito della sua datazione, ma dovrebbe essere stato realizzato quasi in contemporanea agli altri affreschi del santuario, vale a dire intorno al 1503. Se fate un raffronto con i ritratti giovanili sulle monete, questa data potrebbe essere un terminus post quem per una stima del periodo della loro battitura.

E.

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Inviato (modificato)

Mi ritorna in mente... Filiberto II :D

Cmq complimenti a Liutprand. Una moneta che mi ha sempre affascinato!

N.

- cmq siamo nel limite tra l'autunno del Medioevo e l'inizio dell'età moderna... :)

Modificato da niko

Inviato

Mah forse siamo già nel Rinascimento pieno, la cesura tra tardo Medioevo e l'inizio dell'epoca rinascimentale si è già ampiamente compiuta.

Il Quattrocento ha segnato questo passaggio lasciandoci delle creazioni sublimi, nei vari "medii" utilizzati, che hanno visto la comparsa del ritratto, come genere, nella piittura, la nascita (o meglio ri-nascita dopo i tempi antichi ) della Medaglia ad opera di Pisanello (con qualche esperimento precedente).

La ritrattistica nella statuaria. O ancora il passaggio che si è avuto in altri ambito come quello estremamente significativo dell'introduzione del libro a stampa ove le differenze stilistiche e di forma tra gli incunaboli e anche le prime Cinquecentine è marcata da una cesura che piu' netta non potrebbe essere.

Nelle monete il ritratto fisiognomico ove si distinguono i tratti della persona e sovente l'artista ritrae la personalità del personaggio raffigurato compare a metà del Quattrocento e ci lascia una scia eccezionale di ritratti dei personaggi piu' o meno noti che hanno marcato la storia del rinascimento italiano.

Con Guglielmo Paleologo siamo già nel pieno della maturità di questa nuova tipologia ritrattistica, anzi di là a qualche decennio, il ritratto rinascimentale cederà, per non piu' tornare indietro, il passo agli stilemi manieristici, magniloquenti ma piu' freddi, di posture idealizzate che caraterizzeranno le raffigurazioni dagli anni trenta del '500 in poi.

Il lungo regno di Carlo V ad esempio permette di osservare perfettamente questa transizione con i primi carlini, battuti a Napoli che ancora esibiscono un ritratto dalle caratteristiche perfettamente realistiche e si chiude con i grandi nominali in oro e argento di Milano, Napoli etc. alla fine del suo regno ove il ritratto del grande sovrano è ormai trasfigurato e idealizzato, come diceva il grande Bernareggi, non ha ormai piu' nulla di umano - l'Umanesimo del Rinascimento appunto - bensi anela all'Olimpo dei grandi della storia.

Riporto il fratello del testone di Paleologo in oro, un doppio ducato appartenente ad una vecchia collezione piemontese ed esposto anni fa in una mostra a Casale sulla monetazione dei marchesi del Monferrato.

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