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pesa poco più di un grammo mi aiutate? grazie :unknw:

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salve

potrebbe essere

AQUILEIA - DENARO D'ARGENTO- XII sec.

Pellegrino II 1195-1204

Nel 1028 Corrado II concesse al patriarca di Aquileia Poppone il diritto di emettere moneta. Le prime monete patriarcali erano dette "frisacensi" dal nome della città austriaca. Successivamente ebbero caratteristiche proprie riportando l'indicazione della città "Aquilegia" e del nome del patriarca. Si tratta di una monetazione tra le più importanti dell'Italia settentrionale e cesserà con l'occupazione della Patria del Friuli da parte della Serenissima avvenuta nel 1420.

http://www.forumancientcoins.com/monetaromana/corrisp/a710/a710.html

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grazie mille

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Inviato

Come ti è stato indicato è un denaro della zecca del Patriarcato d'Aquileia, anonimo, attribuito a Pellegrino II (1195-1204).

Al R/ vi è la rappresentazione del tempio con le due torri e il frontone triangolare già a lungo raffigurato nei denari frisacensi e nei primi denari aquileiesi che hanno preceduto questa moneta.

Il tempio è sostenuto da cinque colonne e quttro archi; la cuspide triangolare è sormontata da da un globetto; al di sopra vi è una grande croce. Le torri sono sormontate da una copertura raffigurata da linee che sembrano un ciuffo di foglie; al di sopra di ogniuna vi è un globetto. Alla base di torri e frontone vi è una linea orizzontale con le estremità ricurve verso l'alto (esiste una variante in cui la base è una semplice linea). Nessuna leggenda. Vi è un doppio contorno perlinato.

E' il conio di martello. Puoi ben notare la scodellatura data dal sollevamento della fascia periferica al momento della battitura, in quanto il conio di martello era più piccolo del del tondello di metallo.

Al D/ e raffigurato il patriarca, seduto in faldistorio ornato da aquile (indicate da una approssimativa testa e da una zampa), con mitra, bastone pastorale e libro (chiuso, come nel tuo esemplare, o aperto). La leggenda è AQVILE GIA.P. (le lettere QVI sono in nesso).

Questo è il conio di incudine. Nel tuo esemplare, come per altro accade spesso, non è "ben riuscito".

Puoi notare quelle particolari "strisciate" sul bordo esterno, date dai colpi di martello sul metallo per accentuare la forma circolare.


Inviato

@chievolan ti ringrazio per la spiegazione

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@@chievolan

grazie per la puntuale descrizione

una domanda data dalla mia ignoranza e per la mia curiosità

come mai sono rimasti al dritto i segni delle due torri del rovescio in incuso? spero si dica così

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Modificato da scacchi
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Inviato

@@chievolan

grazie per la puntuale descrizione

una domanda data dalla mia ignoranza e per la mia curiosità

come mai sono rimasti al dritto i segni delle due torri del rovescio in incuso? spero si dica così

Tondello molto sottile e coniatore molto forzuto? :D


Inviato

Col colpo di martello la sottile lamina si è espansa al centro e ha riempito i "vuoti" incusi dei due coni.

Nel conio di martello le cavità delle due torri sono particolarmente ampie, tali da richiedere molto metallo per "riempirle", metallo insufficiente, dato il sottile spessore del tondello; metallo che quindi è entrato nelle cavità sotto il forte colpo ma, appunto per la sua sottigliezza, nella faccia del conio di incudine si sono evidenziate quelle due "mancanze".

Rileggendo non so se sono stato abbastanza chiaro.


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