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Inviato

Parlare di Lucca poi vuol anche dire parlare del monogramma H sulle sue monete medievali, vuol dire San Martino, ma in particolare vuol dire Volto Santo.

Per arrivare alla monetazione moderna lucchese e in particolare alla Santacroce, il cammino è lungo, ma certamente un pò bisognerà percorrerlo partendo da più lontano da quando si vede per la prima volta sulla monetazione lucchese il Volto Santo.

Volto Santo vuol dire sei secoli di monetazione lucchese dal XIII secolo fino al XVIII compreso, una eternità, un binomio indissolubile, Lucca e le sue monete e il VoltoSanto.

Mi piace ricordare quanto dice Franca Maria Vanni a proposito ed è bellissimo in " L'iconografia del Volto Santo nella monetazione lucchese ", in Numismatica e Antichità Classiche, Quaderni Ticinesi, XXXIII, 2004 : " colui che al di sopra di ogni regime politico era stato l'unico vero signore della città, il Volto Santo ".

In queste poche parole si racchiude un pò il significato che va oltre il simbolo, il cristiano, l'identità cittadina, il Volto Santo rappresenta di fatto Lucca.

La scelta di solito ricadeva sul Santo Patrono della città, nel caso di Lucca si opta per il Crocefisso arrivato a Lucca da lontano, dall'Oriente ; la leggenda narra che fu scolpito da Nicodemo che si ricordava della crocifissione.

Quando arrivò in nave nacque una disputa tra Luni e Lucca per appropriarsene ; si decise di affidarsi al giudizio di Dio mettendo il Crocefisso su un carro trainato da due buoi, i quali una volta liberati si diressero verso Lucca.

La città festeggiò per questo avvenimento, invece, delle due ampolle contenenti il sangue di Gesù, una fu data a Lucca, una a Luni.

La fama del Volto Santo si diffuse rapidamente anche oltre Lucca, in tutta la cristianita' in quanto rappresenterebbe il vero volto del Cristo.

Gli incisori in realtà non seguirono poi più di tanto almeno all'inizio quanto rappresentato sul crocifisso, ma lo interpretarono, secondo i loro gusti e quelli del periodo storico, in un certo qual senso potremmo anche dire che il Volto sulle monete segue l'arte, il suo sviluppo, la sua evoluzione, il Volto Santo è anche figlio del suo tempo nei sei secoli in cui fu rappresentato nelle monete lucchesi.

Per arrivare alla monetazione moderna lucchese e alla Santacroce però dovremo per forza riferirci alla partenza medievale con le raffigurazioni dello stesso sui grossi lucchesi e poi da lì proseguire.

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Inviato

Ciao Dabbene bel commento molto interessante

Saluti

Latino


Inviato

Certamente la storia del Volto Santo nasce nella monetazione lucchese con l'introduzione della nuova moneta, il grosso, che viene utilizzata per transazioni maggiori rispetto al denaro.

Tutte le città dell'epoca lo adottano, è una scelta dovuta, con i liberi comuni ogni città sceglie un simbolo importante della sua identità, ma anche del potere, Lucca sceglie il Volto Santo.

Siamo nella prima metà del XIII secolo quando Lucca emette grossi, le tipologie sono diverse con minime differenze tra l'altro nella figura del Volto Santo.

La prima riflessione da fare è che il Volto Santo è sempre di pieno prospetto, cambiano leggermente i tratti somatici con raffigugurazioni più arcaiche ed altre più precise e particolareggiate con uno stile più rifinito.

Certamente rispetto al Volto Santo originale sul Crocefisso ancora non ci sono molti legami, è più che altro una libera interpretazione dell'incisore dell'epoca.

Ma i tratti cambiano, di poco, ma cambiano, il viso, i lunghi capelli, i baffi, la barba, la corona, in questi due esemplari che posto si possono già vedere delle differenze che ognuno se vuole può interpretare o anche con altri grossi differenti.

Ma per arrivare all'epoca moderna ci sono ancora altre tipologie differenti,

da mcsearch.info

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Inviato (modificato)

Altro grosso per un confronto tra i due diversi Volti Santi, ancora da mcsearch.info,

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Modificato da dabbene

Inviato

Con la monetazione aurea, in particolare col grosso d'oro, moneta per le grandi transazioni finanziarie, il Volto Santo cambia di molto, lo abbiamo di profilo a sinistra, quasi a mezzobusto, i tratti sembrano avvicinarsi di più a quelli del Crocefisso.

Una corona a tre fiori, un viso allungato, naso pronunciato, i capelli lunghi sulle spalle, viene evidenziata anche la parte alta della veste.

Certamente l'incisione è efficace e di impatto come volevasi per una moneta importante d'oro come questa.

L'immagine è tratta dal Massagli.

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Inviato

Con la successiva monetazione aurea del XIV secolo cambia ancora la tipologia, compare il San Martino a cavallo e il Volto Santo muta, lo vediamo questa volta di tre quarti a sinistra, il volto assune profondità e prospettiva, copre l'intera moneta, è molto in risalto, l'immagine diventa più realistica, tratta sempre dal Massagli,

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Inviato

Nei grossoni d'argento con le emissioni del 1388 il VoltoSanto ha spesso il busto di tre quarti, anche se ci sono emissioni di prospetto ancora.

L'immagine incomincia a diventare ricercata e impreziosita da una cornice quadrilobata, da mcsearch

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Inviato

La tipologia aurea invece evolve anch'essa nel XVI secolo, il busto è sempre di tre quarti, abbiamo il tipo col San Martinoe poi il successivo con lo scudo di Libertas.

Interessante è vedere come cambia la corona del Volto Santo e come si differenzia, da mcsearch

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Inviato

Le monete d'oro sono indubbiamente dei gioielli, vediamo come cambia la corona col Volto Santo col Libertas, da mcsearch

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Inviato

E' importante in questa discussione porre l'attenzione su un simbolo che il Volto Santo porta che è la corona.

Diversi sono i tipi di corone che vediamo nel tempo, cambiano e seguono anche i gusti e le tendenze del popolo, in un certo qual senso il documento moneta testimonia l'evoluzione dell'espressione popolare nei tempi.

Sicuramente incide anche la capacità e l'abilità dell'incisore ma la corona di certo è la rappresentazione del tempo, dell'epoca che muta.

Accludo tre tipologie di corone ovviamente con una generalizzazione dei tipi come mostrata sul libro di A. Manzoni nella parte su Lucca.

Inizio con la corona tipo al 1550,

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Inviato

Proseguo con la seconda tipologia di corona quella dal 1550 al 1650,

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Inviato (modificato)

Vediamo ora la terza per il periodo dopo circa il 1650, vediamo se qualcuno ha riflessioni su quanto detto finora o ulteriori immagini attinenti a questa parte, poi vedremo comunque la santacroce....,

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Modificato da dabbene

Inviato

Ovviamente lo stile e la raffinatezza di queste monete, soprattutto riferendosi all'iconografia del volto santo è andata migliorando nel corso dei secoli, la corona stessa è un segno di questo cambiamento. Quella dei grossi mi sembra essere formata da tanti puntini ravvicinati e messi insieme, usando magari lo stesso punzone con cui facevano i segni di interpunzione

http://www.mcsearch.info/ext_image.html?id=865019

Si distinguono nove punti ravvicinati alla base e tre fioroni di tre punti ciascuno. Anche però in questi grossi, il volto santo è molto verosimile ed accurato.

RIccardo

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Inviato

Giusta riflessione Coins, sono stati usati anche per fare gli occhi...., interessanti aspetti da considerare anche questi,

Mario

Ovviamente lo stile e la raffinatezza di queste monete, soprattutto riferendosi all'iconografia del volto santo è andata migliorando nel corso dei secoli, la corona stessa è un segno di questo cambiamento. Quella dei grossi mi sembra essere formata da tanti puntini ravvicinati e messi insieme, usando magari lo stesso punzone con cui facevano i segni di interpunzione

http://www.mcsearch.info/ext_image.html?id=865019

Si distinguono nove punti ravvicinati alla base e tre fioroni di tre punti ciascuno. Anche però in questi grossi, il volto santo è molto verosimile ed accurato.

RIccardo


Inviato

La raffigurazione del Volto Santo in croce compare per la prima volta in una moneta che il Bellesia identifica nel grossone da sei bolognini deliberato nel 1515 e poi modificato nel tempo nei tipi e che non riporta date.

Probabilmente non ebbe molto successo e fu ripreso successivamente nel 1564 e poi nel 1566 con la tipologia della santacroce da 10 bolognini.

Ci furono degli evidenti problemi tecnici nella battitura di questa moneta, perchè troppo stretta come tondello e che fu in molti casi soggetta a ribattiture.

Spesso è presente un foro perchè la moneta veniva usata con lo scopo di medaglietta devozionale, d'altronde la moneta si prestava molto a questo uso specifico.

L'aspetto innovativo di questa moneta è che per la prima volta abbiamo la rappresentazione simile alla raffigurazione reale, cioè quella col crocifisso a figura intera.

La rappresentazione del Cristo sulla croce seguirà poi una evoluzione nel tempo nella sua iconografia in diversi particolari, ma uno rimarrà sempre immutato ed è il calice presente ai piedi di Cristo.

In questa del 1564 abbiamo un richiamo al Carolus Imperator e al Salvator Mundi sul rovescio che eleva ulteriormente il messaggio simbolico e cristiano in essa presente.

Nelle varie immagini che seguiranno potrete vedere le differenze e come cambia questa raffigurazione cristiana.

D/ CAROLVS.IMPERATOR.1564, lettere LVCA disposte intorno a rosetta

R/ SALVATO R: MVNDI, il Volto Santo a figura intera

AG, diametro 31 mm, peso legale 5,99 gr. rif. Bellesia 57

Dalle tavole del Massagli la santacroce da 10 bolognini del 1564,

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Inviato (modificato)

Nel 1615 e nei successivi 1619, 1622, 1625 abbiamo una ulteriore evoluzione tipologica, pur mantenendo nei documenti dell'epoca il nome di sanmartino la santacroce compare sui 25 bolognini, mantenendo in leggenda un CAROLO IIII IMP e al rovescio SANCTVS VVLTVS ; al diritto abbiamo loscudo coronato della città con LIBERTAS, ora da mcsearch l'immagine di uno dei molto rari bolognini da 25, ancora da mcsearch.info,

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Modificato da dabbene

Inviato (modificato)

La santacroce continua con una produzione maggiore negli anni successivi, la ritroviamo nel 1668, 1682, 1734, 1735, 1742, 1748, 1756.

In leggenda compare al diritto RESPVBLICA LVCENSIS e il Volto Santo a figura intera sul crocefisso assume la dimensione raggiante.

Ci sono sempre minime variazioni nelle emissioni, qualcuna la vedremo insieme, sul volto, sulla corona, sul corpo più o meno grande, la tunica, la raggiera, ora vediamo un 1734, come sopra da mcsearch.info,

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Modificato da dabbene

Inviato (modificato)

Raramente in grande conservazione questa moneta, il pezzo precedente per la tipologia è veramente molto bello, continua fino agli ultimi anni di produzione, col 1748 siamo alla penultima coniazione della moneta, da mcsearch.info ancora,

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Modificato da dabbene

Inviato (modificato)

Coll'ultimo anno il 1756, la moneta risulta di rarità comune, i particolari diventano minuziosi sia della corona, del volto, della veste e della raggiera, anche lo stemma della città al diritto, nelle monete con buona conservazione, rileva una cura della coniazione notevole ;vediamo se c'è qualche appassionato di questa moneta che voglia aggiungere riflessioni o altre monete, magari anche sue, sempre da mcsearch.info,

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Modificato da dabbene

Inviato

L'immagine riprodotta sulle santacroci si ritrova sia nei sigilli che nelle medaglie cittadine, la più antica raffigurazione del Volto Santo a figura intera si trova in un sigillo dei Vigintiviri dell'Opera di Santa Croce databile alla fine del XIII secolo.

A ricordo di quanto fosse venerato in città il crocefisso col Volto Santo venuto dall'Oriente, è dimostrato dal fatto che le vecchie monete di santacroce non furono abolite e continuarono a circolare nel tempo.

Anche dopo la caduta di Napoleone si continuarono a battere pezzi d'oro con l'immagine del Volto Santo e furono accettati dal mercato fino all'inizio dell'Unità d'Italia.


Inviato

Quando si decise di battere questa moneta nel 1564 risultò all'epoca la moneta più grande per modulo battuta all'epoca dalla zecca di Lucca, questo dimostra non solo l'esigenza di essere innovativi dal punto di vista iconografico ma anche per la tipologia.

La prima produzione fu però scadente per titolo e coniazione tanto che non ebbe successo all'esterno della città causando danni economici per i mercanti dell'epoca.

Si migliorò la lega e la coniazione nelle successive emissioni del 1600.

Le immagini di monete del Massagli sono sempre belle e nel contempo affascinanti, ne riporto due, una della santacroce del 1625 e una del 1734 per un confronto visivo immediato.

Ci sono cento e passa anni di distanza e in effetti vedrete le differenze abbastanza evidenti tra le due santacroci, se vorrete potremo vederle insieme, inizio col 1625.

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Inviato

Salve dabbene, lo sai vero.... che la cittadinaza onoraria ti aspetta di diritto,la santacroce e la tipologia che manda in brodo di giuggiole il collezionista di monete lucchesi, mi tocchera rifare qualche foto.

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Inviato

Grazie Foglionco, qui effettivamente ci vuole un grande appassionato di Lucca e della sua monetazione e tu lo sei ; in effetti la santacroce mancava e cerchiamo di colmare il vuoto, dopodichè se poi uscissero un giorno anche i denari enriciani lucchesi, allora avremmo fatto bingo, anche se volendo c'è sempre qualcosa ancora da raccontare,

un caro saluto, in attesa ovviamente della cittadinanza onoraria :blum: ,

Mario

Salve dabbene, lo sai vero.... che la cittadinaza onoraria ti aspetta di diritto,la santacroce e la tipologia che manda in brodo di giuggiole il collezionista di monete lucchesi, mi tocchera rifare qualche foto.


Inviato

Torniamo al confronto che ci propongono le immagine tratte del Massagli, con la santacroce del 1625 e quella del 1734, un bel salto temporale, ma non solo.

Le due santacroci si rivelano subito molto diverse in molti particolari, nel volto più o meno curato, nella corona, nel corpo, nella tunica, nella raggiera che compare in quella del 1734, anche lo stile è molto più curato e preciso nella seconda.


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