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L. Cornelius Lentulus e C. Claudius Marcellus rivestirono assieme il consolato nel 49. Del primo sappiamo che fu tra i più vivaci oppositori di P. Clodius nella vicenda relativa alla violazione dei culti della Bona Dea (Cic., ad Quint. Frat., I,2) e che fu pretore nel 58. Durante il consolato manifestò la sua opposizione alle ambizioni politiche di Cesare, ma con l'attraversamento di quest'ultimo del Rubicone, dovette abbandonare Roma assieme al collega C. Claudius Marcellus. Passò a Durazzo e giunse in Grecia, congiungendosi alle legioni di Pompeo. Dopo la disfatta di Farsalo si rifugiò a Cipro e poi in Egitto dove, subito dopo l'assassinio di Pompeo per ordine di Tolomeo, venne catturato e messo a morte. (Caes., Bell. civ., III, 4). L'emissione firmata dai due consoli presenta le caratteristiche di urgenza dovute alle attività militari intraprese dai due sostenitori di Pompeo. Al diritto abbiamo il profilo del dio Apollo, colla capigliatura a ciocche ricciute, mentre al rovescio la figura di Jupiter aetophorus, il Giove "portatore dell'aquila", segna una scelta inconsueta nella monetazione repubblicana. Il dio è presentato nudo, in posizione frontale e affiancato da un altare decorato con ghirlanda, mentre regge l'attributo divino del fulmine. La lettera Q impressa in basso a destra rinvia forse alla parola "quaestor" con riferimento alla carica rivestita in quell'anno da Cn. Nerius


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