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Inviato

Scrivo questo mio contributo dopo un lungo confronto tra cataloghi e siti che riportano le quotazioni delle varie monete. Ho voluto riportare come denominatore comune le quotazioni pubblicate su http://numismatica.land63.com/index.php?id=lire_zecca&id2=100_Lire_Minerva_tipo1 anche perché sovrapponibili ad altri cataloghi consultati e, a siti che si interessano di compravendita di monete della Repubblica. Sto studiando questo problema da quasi un mese, vi voglio mettere al corrente di una parte del mio approfondimento (il lavoro riguarda solo la 100 lire minerva 1° tipo), sperando di non annoiarvi chiedendovi contributi.

Le quotazioni sono spesso strane, incomprensibili agli appassionati come il sottoscritto, vediamo di raccapezzarci.

Penso che siamo tutti d’accordo a riconoscere che le variabili che si pensa siano indispensabili per valutare una moneta dovrebbero essere fondamentalmente tre:

1. La tiratura (che corrisponde alla disponibilità di reperire il pezzo sia tra le circolate che tra le FDC);

2. Il Millesimo, che, in quanto più antico, dovrebbe corrispondere ad una leggera difficoltà a reperire la moneta poiché negli anni, molti pezzi possono essere stati tesaurizzati, distrutti, ritirati dalla zecca ecc. facendo acquistare alla moneta un valore aggiunto maggiore.

3. Infine, il prezzo di mercato della serie divisionale, che, se di prezzo sostenuto per variabili interne alla serie, es. una moneta tra le altre NC, una variante di uno dei vari pezzi ecc., dovrebbe trascinare con se il resto dei pezzi dell’intera serie facendo crescere per proprietà transitiva il valore di ciascun pezzo.

Ci potrebbe essere anche un’altra variabile, magari meno materialistica e più romantica, ossia il primo e l’ultimo pezzo di una coniazione, che potrebbe rappresentare comunque un modo di interpretare la moneta nel suo insieme, ma anche in questo caso siamo stupefatti.

Prendiamo la 100 lire della repubblica.

La quotazione più bassa di questa moneta 1° tipo in BB si estende nei sei anni consecutivi che vanno dal 1976 al 1981 con una quotazione di circa 10 centesimi il pezzo, se osserviamo la tiratura ci accorgiamo che sullo stesso piano vengono messe sia le monete del 1980 con 69.938.500 pezzi sia quelle del 1978 con una tiratura di 363.626.000 pezzi l’anno cioè, una coniazione quintuplicata vale alla stessa maniera, allora, cerchiamo di capire il fenomeno; chi colleziona BB colleziona moneta circolata, ma la possibilità di imbattersi in un 1980 versus un 1978 è di 1 a 5.

Perché allora stessa valutazione che si estende anche al FDC con 40 centesimi?

Lascia stupefatti il fatto che invece in FDC si quotano 70 centesimi le monete del 1981 con tiratura 122.281.700 pezzi e quelle del 1979 con 351.535.600 pezzi.

Che differenza corre tra le 100 lire del 1978 e quelle del 1979 in considerazione del fatto che in FDC si valutano 7 volte di più?

Quale la variabile da considerare?

Il millesimo più vecchio?

No.

Perché in FDC il 1981 si valuta 70 centesimi come il 1979.

Il prezzo di mercato della Divisionale in FDC?

Nemmeno: 9 – 10 euro 1980; 9 – 10 euro il 1979; 9 – 10 euro il 1978.

Una rondine non fa primavera, sarà un caso!

Cerchiamo allora di confrontare altre variabili per meglio orientarci.

La tiratura più bassa risale al 1955 (8.600.000 pz) la più alta fu fatta nel 1978 (363.626.000 pz) statisticamente parlando, abbiamo 1 possibilità su 42 di imbatterci in una moneta del 1955 tra le circolate. Questo giustifica largamente la differenza di prezzo 9 euro in BB del 1955 verso 10 centesimi sempre in BB del 1978, non si vuole entrare nella quotazione FDC perché i meccanismi, spesso, in questi casi, sono complessi e più legati all’investimento che al collezionismo provetto (vedi Aste).

Una giustificazione ulteriore si trova anche nel millesimo, più antico nella moneta maggiormente quotata.

Ergo la prima moneta di una intera coniazione deve avere un valore elevato ma … l’ultima?

L’ultima no … la 100 lire del 1989 (34.000.000 di pz) si quota solo 30 centesimi in BB.

Sarà colpa della elevata tiratura?

No.

La 100 lire del 1965 ad esempio ha una tiratura più elevata (37.000.000 di pz) ma vale 5 volte di più (1,5 euro BB) eppure non è ne la prima ne l’ultima.

Non ho elementi per confrontare le due divisionali, lo farò in seguito, seguendo anche i FDC e le Aste.

Allora forse è l’anzianità del millesimo che crea la discriminante, non la tiratura…

No.

Ad esempio la più giovane 1961 (20 euro BB) quota più della più vecchia 1955 (9 euro BB).

Mah.

Allora la tiratura 1961 è inferiore a quella del 1955.

No. Anzi è il contrario.

1961 (11.860.000 pz) – 1955 (8.600.000 pz).

Non voglio più continuare, collegatevi al Link, confrontate il 1965 con il 1985 per il valore, il 1961 con il 1984 e il 1985 per la tiratura, il 1964 con il 1984 per il millesimo.

Si ha come l’impressione che qualcuno dia un valore fuori dalle regole per interessi diversi da quelli effettivi del pezzo e che questo fatto influenzi fortemente il mercato.


Inviato (modificato)

Tieni presente che ciò che fa il prezzo, per lo più, di una moneta, è la richiesta. Una moneta più richiesta e ricercata costerà di più e una meno ricercata avrà minor valore. Infatti capita spesso che non ci sia una diretta corrispondenza tra valore e tiratura/anno. Spesso poi le più ricercate sono quelle in minor tiratura perchè, magari, più rare. Ma non è detto, a volte vengono ritirate dalla circolazione più monete di una data rispetto ad altre con altra data. Oppure la moneta è più ricercata e allora "gira" meno, diventando più rara.

Sempre che io abbia capito cosa intendevi dire :)

Modificato da Ianva

Inviato

Perchè dovrebbe essere più richiesta una moneta che potenzialmente si dovrebbe trovare sul mercato più facilmente (che poi spesso è così), invece che un'altra che si dovrebbe trovare sia per tiratura che per età più difficilmente (che poi è anche così, amici e parenti ti regalano continuamente monete e al di la della richiesta di mercato, quelle con tiratura più alta te le ritrovi in doppioni più facilmente). Che significa più richiesta, visto che poi si trova nelle ciotole?


Inviato

Ho in mente un esempio preciso:

Carlo Alberto 100 lire 1836 Ge, comune. Pezzi coniati: 703

Carlo alberto 100 lire 1835 To comune. Pezzi coniati 26360

Carlo Alberto 100 lire 1837 To R3. Pezzi coniati 3885

Se guardiamo la tiratura dei pezzi dovrebbero esserci pochissime monete per il 1836 e tantissime per il 1835. Eppure sono valutati ugualmente sia per rarità che per valore.Quella del 1837, coniata in un quantitativo superiore a quella del 1836, è catalogata addirittura R3.

Forse, e dico forse, che sia il 1837 più ricercato del 1836? Quindi, forse, che "giri" meno nelle vendite, si veda meno in giro. O anche che il 1836 sia, per qualche motivo, di poco interesse ai numismatici e allora appaia di più, sia più comune.

Parliamo di monetazioni differenti, ma forse ci possono essere similarità, calcolando anche il numero di pezzi ritirato dal mercato.

Se poi invece alcune monete si trovano di più di altre nelle ciotole eppure costano di più, potrebbe significare che i collezionisti hanno teso a pagarle di più, facendo aumentare il prezzo, ma il perchè non te lo saprei dire. In fondo se una moneta costo di più è perchè c'è qualcuno che è disposto a pagarla di più, suppongo.

Io comunque non sono un esperto, ho fatto solo una riflessione, aspettiamo pareri di chi, invece, lo è :)


Inviato

Bravissimo Ianva è proprio su questo che vorrei portare la discussione. Perchè?

Siamo sicuri che la stessa moneta con un millesimo diverso, un tiratura più elevata, una divisionale standard debba essere più richiesta di un'altra?

Ho in mente un esempio preciso:

Carlo Alberto 100 lire 1836 Ge, comune. Pezzi coniati: 703

Carlo alberto 100 lire 1835 To comune. Pezzi coniati 26360

Carlo Alberto 100 lire 1837 To R3. Pezzi coniati 3885

Se guardiamo la tiratura dei pezzi dovrebbero esserci pochissime monete per il 1836 e tantissime per il 1835. Eppure sono valutati ugualmente sia per rarità che per valore.Quella del 1837, coniata in un quantitativo superiore a quella del 1836, è catalogata addirittura R3.

Forse, e dico forse, che sia il 1837 più ricercato del 1836? Quindi, forse, che "giri" meno nelle vendite, si veda meno in giro. O anche che il 1836 sia, per qualche motivo, di poco interesse ai numismatici e allora appaia di più, sia più comune.

Parliamo di monetazioni differenti, ma forse ci possono essere similarità, calcolando anche il numero di pezzi ritirato dal mercato.

Se poi invece alcune monete si trovano di più di altre nelle ciotole eppure costano di più, potrebbe significare che i collezionisti hanno teso a pagarle di più, facendo aumentare il prezzo, ma il perchè non te lo saprei dire. In fondo se una moneta costo di più è perchè c'è qualcuno che è disposto a pagarla di più, suppongo.

Io comunque non sono un esperto, ho fatto solo una riflessione, aspettiamo pareri di chi, invece, lo è :)


Inviato

Ora ho capito dov'è il problema :) , ma sinceramente non saprei cosa risponderti e le cause, aspetterei altri interventi piu dotti dei miei :)


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