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Risposte migliori

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Oltre al testo del De Sopo consigliato da Giuseppe, consiglio, per comprendere meglio come era strutturato l'esercizio del cugnatore e la relativa assegnazione di pila e torsello (con sigla annessa) con cui battere moneta, di leggere l'articolo di G. Bovi "Un processo per falsificazione di monete nella zecca di Napoli (1637)" pubblicato nell'Archivio Storico per le Provincie Napoletane, nuova serie, vol. XXXVIII, (1958) e poi ripubblicato nel voluminoso tomo della raccolta degli Studi di Numismatica del dottor Giovanni Bovi.


Inviato

Ringrazio Giuseppe e Fedafa per le loro segnalazioni ma ero già a conoscenza di quanto riportato nel De Sopo e dal Bovi....... le risposte alle mie domande non ci sono anche perchè l'esigenza di sottoporle l'ho avuta dopo aver letto la riflessione di Fedafa sul fatto che questi simboli potessero identificare il nome, il cognome o rappresentare il coniatore stesso e per giunta a proprie spese.

A me risulta e correggetemi se sbaglio che il Mastro di Conio era l'unico a conoscenza di questi simboli ecc.ecc. e consegnava un determinato conio con la relativa pila a caso annotando poi successivamente tutto su di un'apposito registro. L'ipotesi poi che il coniatore potesse anche ordinare e pagare a proprie spese il costo per la produzione mi sembra un pò lontana....erano persone che non facevano questo per mestiere e vivevano alla giornata.


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Ringrazio Giuseppe e Fedafa per le loro segnalazioni ma ero già a conoscenza di quanto riportato nel De Sopo e dal Bovi....... le risposte alle mie domande non ci sono anche perchè l'esigenza di sottoporle l'ho avuta dopo aver letto la riflessione di Fedafa sul fatto che questi simboli potessero identificare il nome, il cognome o rappresentare il coniatore stesso e per giunta a proprie spese.

A me risulta e correggetemi se sbaglio che il Mastro di Conio era l'unico a conoscenza di questi simboli ecc.ecc. e consegnava un determinato conio con la relativa pila a caso annotando poi successivamente tutto su di un'apposito registro. L'ipotesi poi che il coniatore potesse anche ordinare e pagare a proprie spese il costo per la produzione mi sembra un pò lontana....erano persone che non facevano questo per mestiere e vivevano alla giornata.

La lingua italiana è bella ma a volte può risultare di difficile comprensione... eppure nel mio scritto precedente mi era sembrato di essere stato chiaro che quello che scrivevo a riguardo al passo che ho quotato di Rex Neap olim Peter1, cioè che si trattasse di un mio pensiero e non di certo di un dato di fatto!

Provo a riquotarmi sperando questa volta di essere più comprensibile... spero.

Passo 1:

Volevo invece fare una riflessione a voce alta sui simboli del coniatore presenti su queste ed altre monete.

Qui mi pare chiaro di aver scritto che si tratta di una mia riflessione... e quindi non di nulla di documentato.

Passo 2:

Come sappiamo tutti essi venivano impressi per identificare il coniatore di turno che avrebbe risposto personalmente della moneta battuta. Solitamente troviamo delle lettere ad identificare questo personale di zecca, ma a volte, come in questo caso, si trovano simboli "particolari". Questa simbologia particolare naturalmente richiedeva la preparazione di un punzone ad hoc, quindi un costo aggiuntivo per la zecca. Perchè allora utilizzarli al posto di una semplice lettera già presente tra i punzoni della zecca? Probabilmente c'erano troppi battitori e le sole lettere non bastavano per tutti,

In questo passo mi pare di aver indicato in poche righe quello che più o meno accadeva realmente in zecca...

Passo 3:

ma a me piace pensare che questi simboli particolari identificassero in maniera univoca il coniatore, magari simboleggiando quello che potrebbe essere stato il suo cognome o anche il suo soprannome...

Anche in questo caso mi pare ben chiaro che si tratta di un mio pensiero e proprio per sottolineare la cosa c'è il passo successivo...

Passo 4:

E' una visione un po romantica che forse tende a sdrammatizzare il caos che sicuramente regnava in zecca a quell'epoca e non solo, però provate ad immidesimarvi per un attimo nel coniatore, non avreste preferito utilizzare un simbolo che in un qualche modo vi rappresentasse, magari anche realizzando il punzone a proprie spese, che non un semplice carattere "anonimo"?

Con la mia visione romantica mi pare ancor più chiaro che col mio scritto non rappresentassi la realtà... e, per sottolineare ancor di più che si tratta di un mio pensiero... abbiamo il passo successivo.

Passo 5:

Fatta questa, che ripeto si tratta di una mia riflessione a voce alta (anzi scritta), torno alla moneta postata. La presenza di questo nuovo simbolo del coniatore dimostra che il loro censimento è in continuo sviluppo. Chissà quanti ancora ne dovranno essere "scoperti" ed in questo l'aiuto del web e del forum stesso è fondamentale. Un grazie a Francesco77 per avercelo mostrato.

Che altro aggiungere... Mi pare che altri hanno ben compreso quello che ho scritto ed ora con questo chiarimento spero che il tutto sia chiaro anche a Rex Neap olim Peter1. E che quindi non possono esserci risposte alle sue domande che sono state poste su quello che era un mio pensiero/riflessione e non dato di fatto.


Inviato (modificato)

Ringrazio Giuseppe e Fedafa per le loro segnalazioni ma ero già a conoscenza di quanto riportato nel De Sopo e dal Bovi....... le risposte alle mie domande non ci sono anche perchè l'esigenza di sottoporle l'ho avuta dopo aver letto la riflessione di Fedafa sul fatto che questi simboli potessero identificare il nome, il cognome o rappresentare il coniatore stesso e per giunta a proprie spese.

A me risulta e correggetemi se sbaglio che il Mastro di Conio era l'unico a conoscenza di questi simboli ecc.ecc. e consegnava un determinato conio con la relativa pila a caso annotando poi successivamente tutto su di un'apposito registro. L'ipotesi poi che il coniatore potesse anche ordinare e pagare a proprie spese il costo per la produzione mi sembra un pò lontana....erano persone che non facevano questo per mestiere e vivevano alla giornata.

Ciao Pietro,

dunque:

- che il maestro di conio fosse l'unico a conoscenza di questi simboli non sò dove l'hai letto, ma ricordo di aver scorso tempo fa gli atti di un processo a carico del personale della zecca del tempo in cui furono chiamati a testimoniare anche i coniatori e venne fuori che in qualche caso testimoniarono che in alcuni giorni (per indisponibilità di coni con la loro sigla per rotture od altro) avevano coniato monete con coni di loro colleghi assenti al momento; da questo direi che i coniatori conoscevano benissimo quale fosse il simbolo pertinente a ciascuno di loro.

D'altra parte figurati se in un ambiente di lavoro tutto sommato ristretto queste cose non si sapessero ... anche a voler tenerle nascoste (e comunque non vedo perchè tenerle nascoste).

- per la questione che i coniatori non facessero quel lavoro come mestiere: è un pò difficile inquadrare un "operaio" del tempo con gli schemi di quanto in essere oggi, secondo me.

Avevano una % sui pezzi coniati sicuramente, forse anche qualcosa di fisso (dovrebbe esserci qualcosa in merito sui testi ma non li ho qui); probabilmente avevano periodi in cui c'era molto lavoro ed operavano maggiormente e periodi in cui il lavoro era minore e potevano dedicarsi ad altro; non credo si possano paragonare agli impieghi attuali (cioè il cartellino di entrata/uscita, i giorni di ferie, ecc...).

Considera poi che l'economia del tempo era essenzialmente agricola, per cui niente di strano che in certi mesi anche i "cugnatori" si dedicassero più alla mietitura del grano, alla raccolta della frutta, alla vendemmia, ecc....

Certamente comunque l'impiego in zecca non era poi cosi secondario ed era ambito.

- Non credo che per gli incisori del tempo ci fossero particolari difficoltà ad approntare punzoni (che sono comunque molto piccoli) con un deteminato simbolo piuttosto che con un numero od una lettera, per cui non riesco a vedere il problema; al più quel punzone non poteva essere usato per le lettere delle scritte o le cifre delle date, ma non è detto che lo fossero comunque.

C'è inoltre la possibilità di riuso di piccoli punzoni usati magari nel passato per altre monete od altri lavori, ecc...

Considero l'ipotesi di fedafa piuttosto verosimile, cioè non tanto che il coniatore si facesse fare il punzone "personalizzato", ma certamente il fatto che il simbolo richiamasse il nome od il soprannome; in fin dei conti alcune lettere sono state associate in determinati periodi a coniatori di cui si hanno i nomi ed ovviamente operanti in quegli anni. Certo, in mancanza di documenti scritti è sempre difficile avere certezze, ma se dovessi scegliere fra l'assegnare un simbolo (lettera, ecc...) a caso oppure un simbolo (lettera, ecc...) che ricordasse in qualche modo il deteminato coniatore e quindi facilmente riconducibile anche per associazione "di idee" alla persona non avrei dubbi.

Modificato da Giuseppe
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