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Savoia VS Antichi Sati preunitari


Guest Fid

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Guest Danilo Maucieri

Toscana: per esempio un matrimonio incrociato tra la corona di Napoli e quella granducale avrebbe pacificamente unito la Toscana al Regno delle Due Sicilie in prospettiva di diventare Regno d'Italia.

Sui confini nord-orientali dell'Italia nutro non pochi dubbi. Che ci azzeccano con l'Italia tutti quei territori tuttora di lingua e cultura tedesca?...

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"Sui confini nord-orientali dell'Italia nutro non pochi dubbi. Che ci azzeccano con l'Italia tutti quei territori tuttora di lingua e cultura tedesca?... "

Oddio, io mi riferivo al Lombardo-Veneto!!!

E poi c'era il Piemonte, Vittorio Emanuele II avrebbe avuto molti scrupoli nel chiamere in suo aiuto i francesi se si fosse visto alle strette?

C'era il rischio di vedersi imbottigliati tra francesi e austriaci.

La soluzione del matrimonio sarebbe stata ottima tra Toscana & Due Sicilie.

Ciao Leo

p.s. hai notato come Vittorio Emanuele II non abbia avuto il buon senso di rinominarsi I dopo l'unità d'Italia!? (e questo prova che considerasse i nuovi territori conquistati).

Persino un tipo grezzo come Ferdinando IV quando ha unito le 2 corone ha pensato ha farlo.....

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Guest Danilo Maucieri

Verissimo... :lol: VITTORIO EMANUELE I RE D'ITALIA oppure VITTORIO EMANUELE II RE DI SARDEGNA.

Quando poco fa mi riferivo agli stati di lingua tedesca, non volevo riprendere una tua affermazione...volevo solo dire che tra le tante cose sbagliate dell'Unità d'Italia c'è stata anche la cattiva idea di unire ai confini dell'Italia territori di cultura e lingua tedesca che ad essere sinceri con l'Italia non hanno nulla da spartire... :)

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Guest Danilo Maucieri

E, a proposito di Lombardo Veneto, perchè non pensare che il Regno delle Due Sicilie grazie ad un trattato con l'Austria con la quale era imparentato, avrebbe potuto ottenere pacificamente o quasi anche quei territori?... :lol: :lol: :lol: di certo non Trieste, il porto era fin troppo importante per l'Austria! :D

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L'unità d'Italia era necessaria. Ed è giusto che ci sia, perchè a parte la divisione dialettale e di una parte di storia, il popolo italico resta italico ed era così anche prima dei romani.

Per me non fu una grande monarchia quella dei Borboni, ma peggiore fu quella dei Savoia, almeno del primo Savoia.Il meridione fu terra di conquista e come terra di conquista fu considerata. I meridionali ci hanno quasi esclusivamente perso con l'unità d'Italia perchè l'unità fu realizzata dai piemontesi, e la storia insegna che chiunque perda una guerra finisce sempre in ginocchio.E se il liberatore d'Italia fosse stato Masaniello?????Il problema chiaramente sarebbe stato settentrionale e non meridionale.Per gli stessi motivi anche la storia che leggiamo (LA STORIA DELLA SCUOLA CHE è FILO-PIEMONTESE E DI SINISTRA ad oltrrnza lasciatemelo dire ma è vero e per onestà intellettuale non posso trattenerlo!!!) non è tanto imparziale. La cosa che comunque più mi dispiace è il fatto che Napoli ha perso il suo ruolo di capitale della cultura italiana (in tutti i campi) con l'unità, non essendoci più lo stimolo di essere in un centro cardine.

Ma la storia è questa.

Vorrei ricordare che la storia sarebbe stata diversa se un tipo abbastanza ambizioso e capace di nome Ladislao d'Angiò non avesse contratto una malattia nella sua campagna toscana. Ci arrivò vicino all'unità d'Italia, padrone del sud, conquistò tutto il Lazio non angioino, Roma compresa, l'Umbria, parte della Toscana e parte delle Marche. Una malattia lo colpì dinanzi a Firenze e dovette far ritorno a casa... Anche in questo caso la storia sarebbe stata diversa...

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non ho una buona opinione nè dei Savoia nè dei Borboni e probabilmente in questa disputa preferisco "tifare" per il mio idolo Napoleone Bonaparte grande condottiro e uomo di Stato che, fra luci ed ombre, poteva segnare non solo la nascita dello stato italiano ma addirittura la costituzione di una grande potenza europea

I Savoia vorrei ricordare che sbarcarono in sicilia precedentemente la spedizione garibaldina impossessandosene con le armi della diplomazione della peggior specie ma mostrando uno spirito differente da quello quasi anarchico nel quale vi è poco Stato e molti potentati territoriali

I Savoia, in un clima di guerre e contese dinastiche, dopo la morte di Carlo II, con una politica tipicamente e vergognosamente Italiana,tradirono l'alleato francese e si unirono alla coalizione austriaca ricevendo in premio,dopo il trattato di utrecht, la Sicilia.Nell'Ottobre del 1713 quando Vittorio Amedeo sbarcò in Sicilia il popolo isolano accolse con estrema freddezza il nuovo regnante,la Sicilia da stato suddito di una grande superpotenza passò nella mani di uno uno stato considerato insignificante e sconosciuto a buona parte del popolo.Le feste(6 giorni) in onore dei Savoia furono "spontaneamente" ordinate in tutta la Sicilia,tre mesi dopo il re ordinò quel qualcosa che per i Siciliani è apparso sempre( e tutt'ora) come una bestemmia...le tasse!!! L'unica provincia che fu graziata dalla nuova imposizione fiscale fu Siracusa e ciò in considerazione dei gravi danni che il terremoto del 1693 aveva generato.Vittorio Amedeo malgrado tutto si impegnò ad essere un buon sovrano e in considerazione di ciò soggiornò in sicilia per ben un anno mostrando la volontà di voler cambiare determinati malcostumi isolani,l'intento del Re fu quello di svillupare l'economia contrastando i poteri nobiliari e migliorando l'industria isolana,per far ciò furono inviati esperti e tecnici per le industrie siciliane ma dopo poco tempo vittorio Amedeo tornò in Piemonte disgustato dall'incapacità siciliana di volersi migliorare.Nel 1714 fu spedito nell'isola il vicerè Annibale Maffei insieme ad una moltitudine di magistrati,amministratori e ministri piemonetesi per gestire l'amministrazione pubblica.Fra le nuove disposizione che alterarono i potenti nobili siciliani vi furono gli ordini inerenti il vestiario,secondo il nuovo corso politico le nuove sobrie divise savoiarde dovevano sostituire le vistose e ricche divise spagnoleggianti,i sicilaini furono colpiti in uno degli aspetti che li contradistinguono....la vanità!!!.I nobili siciliani furono schedati, ai più potenti furono concessi nuovi titoli totalmente insignificanti ed ai piccoli furonoa attribuite delle piccole immunità.Il 6 luglio 1718 le truppe di Filippo V intenzionato ad appropiarsi dell'isola,sbarcarono a Palermo fra l'entusiamo del popolo,le uniche città a non festeggiare furono siracusa,trapani e messina.Il vicerè Maffei si rifugiò a Siracusa cosi' come si rifugiò in questa città buona parte del contingente savoiardo,furono espulsi dalla città tutti coloro che appartenevano alle classi sociali più pericolose e quindi possibili manovalanze per il nemico(disoccupati,mendicanti etc etc) e fu proclamato il coprifuoco e lo stato di assedio.Poco prima della capitolazione di siracusa (più per la mancanza di approviggionamenti alimentari che per le armi) il trattato dell'Aia concesse ai Savoia in cambio della Sicilia la Sardegna.

I siciliani nel volgere di poco tempo si preparavano ad altri 6 giorni di "feste" per proclamare un nuovo sovrano

non importa che vi siano i Savoia,non importa che vi siano i Borboni,se una terra ricca di storia e cultura ha un popolo privo di voglia di cambiare e di migliorarsi anche il miglior sovrano è destinato a fallire.Questo valeva per i secoli precedenti ma sopratutto oggi essendo che il popolo sceglie democraticamente da chi essere governato....passando per il palazzo dei Normanni nel 2006 ci si accorge di come tutto è statico e di come tutto è sempre lo stesso

Modificato da Fid
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Per Danilo: non penso che l'Austria in nome della parentela avrebbe concesso territori a destra e a manca, una volta tra regnanti parenti ci si scannava per molto meno.

A Gionata: tenderei a non incolpare dei fantomatici comunisti savoiardi, quanto l'inveterata abitudine dell'adagiarsi sulla storia insegnata allo stesso modo da 200 anni senza nessuna attitudine all'analisi e alla riflessione attiva sugli eventi.

Napoli non è mai stato il maggior centro italiano di cultura; sarebbe più corretto dire uno dei centri più importanti insieme a Roma, Firenze e Venezia.

Masaniello non sarebbe potuto mai diventare il liberatore d'Italia, alla fine la celebrità lo aveva mandato fuori di testa finchè non l'accopparono.

Più promettente Ladislao d'Angio.....il grosso problema suo e anche di chiunque altro abbia avuto in mente di riunire l'italia (indifferentemente per ideale o gloria personale) era il Papa! I papi potevano perdere delle battaglie, ma non le guerre,

di continuo....chiodo scaccia chiodo....appena uno diventava troppo forte nella penisola chiamavano un'altro stato straniero o formavano una coalizione.

Bisognerà attendere l'epoca moderna, dove la credulità popolare nei confronti delle fandonie ecclesiastiche andava sciamando per poter vedere uno stato unitario italiano......dove le scomuniche non avessero effetto.

Non dimentichiamo anche un dettaglio pratico:

una volta se eri Re, lo eri per "grazia di Dio"......va dà se che se il papa ti scomunicava eri fritto, gli usurpatori per capeggiare una rivolta si trovavano a grappoli mentre i preti sollevavano le masse ignoranti contro l'eretico..... :( .

Per Fid:

Non riesco a comprendere come un Napoleone Buonaparte sarebbe potuto essere una risorsa per l'Italia.

Nonostante sia di stirpe e nome Italiano (la Corsica fino l'anno prima della sua nascita apparteneva alla repubblica di Genova), si è sempre considerato Francese.

Ha spogliato di ricchezze l'Italia (come Spagnoli e Austriaci) ed ha annesso direttamente molti territori all'impero francese.

Forse conoscendo Fid, il riferimento andrebbe fatto a Gioacchino Murat, ma Murat doveva obbedienza a Napoleone e contava come il 2 di coppe quando briscola è denari!

Quoto in pieno la considerazione finale, con un mio salace commento

" Chi si frusta con gusto non prova dolore".

Ciao Leo

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Napoli non è mai stato il maggior centro italiano di cultura; sarebbe più corretto dire uno dei centri più importanti insieme a Roma, Firenze e Venezia.

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Dissento assolutamente da te Leo.

Napoli con gli Angioini era la terza città d'Europa per popolazione, solo dopo Londra e Parigi. Cioè nel XIV secoli la capitale partenopea era già una metropoli.

Dico di più, con gli Aragonesi il divario rispetto alle altre città diminuì ma Napoli divenne la capitale del Mediterraneo, tanto che il re aragonese Alfonso lasciò la sua terra natìa per sedersi all'ombra del prospero Vesuvio.Il primato fu poi condomio con la Serenissima, anche se Napoli fu più centro "industriale" e manifatturiero, Venezia fu più centro "commerciale". Fino al primo dopoguerra e forse anche oltre la popolazione di un centro è sinonimo di forza dello stessoc entro. Le città grandi sono sempre quelle che restano, le piccole si inabissano e scompaiono con il primo rivolgimento della storia a cui incappano. In questo panorama di situzioni stimolanti e mentalmente floride Napoli si ricavò il primato come centro di cultura, che in effetti ha sempre mantenuto anche sotto Roma (quando dalle mie parti si parlava greco e Nerone snobbò l'Vrbe per rappresentare le sue opere teatrali ai colti partenopei), dopo Roma (quando i veri "romani" dinanzi all'ardore longobardo fu la rocca del ducato neapolitano, unico territorio bizantino d'Italia mai caduto ufficialmente in mano barbarica) e poi nel medioevo con la prima università pubblica di stato, il mio ateneo Federiciano che ebbe natali nel 1224, Salerno che ha tolto il puntiglio del primato storico dell'università bolognese con la sua scuola medica.

Avrei tanto da dire che manco lo ricordo.

I padri della lingua italian erano fiorentini ma erano riconosciuti a Napoli (vedi Petrarca) e l'accademia Pontaniana.

Evitando ancora migliaia di nozioni storiche pre-due sicilie e tornando ai Borboni, (l'ho fatto perchè il tuo MAI Leo, permettimi, è veramente inadatto), ricordate che Napoli era e, tuttavia oggi lo è, il centro della cultura giuridica europeo più rinomato.Proprio con i Borboni ebbe l'apice tanto è vero la rinomata ed enfatizzata era la classe dei togati "mandarini" napoletani.

La stessa numismatica a noi tanto cara dov'era più coltivata e studiata?A Napoli.

Le tcniche costruttive uniche e all'avanguardi erano di Napoli dove confluiva l'HI-Tech dell'epoca (inglese, tedesca e francese).E le scuole di pittura, di ceramica, di canto, di teatro (tragedia e commedia anche quella poplare e in maschera), di scultura. I circoli e i giornali andati in fumo dopo l'unità (solo Milano aveva un campo analogo ma un pò più "scapigliato" :) ) li avete dimenticati? La moda e soprattutto l'architettura . Napoli era si la capitale della cultura italiana. Ma Napoli nonera solo Napoli. Napoli era il Sud. Un campano, un siciliano, un pugliese o un abruzzese che fosse di un qualsiasi campo, a Napoli si spostava, per cui Napoli era la patria di tutti i meridionali e non solo dei Partenopei.

Il fervore culturale iniziò poi a rarefarsi, la miseria che già c'era aumentò, manco più i nobili potevano fare i nobili e in un quadro di quest tipo la cultura ne risente. Ne risentirono tutti (i Meridionali) con l'unità, sia il panciotto dei signori che la pancia dei pezzenti.

Napoli era dotata del più grande porto commerciale del Mediterraneo occidentale e non parliamo della zona industriale a ridosso del porto, la prima ferrovia e le ferrovie successive, le prime tecnologie sismografiche, lo studio dell'archeologia e tanto altro andò quasi tutto in fumo. La ragione, ripeto, è solo il fatto che il Sud era terra di conquista. All'inizio sembrò essere buon cosa l'unità per le Due Sicilie, ma subito dopo la gente iniziò a ricredersi e i tempi furono più duri ( esempio banale, il Gattopardo).

Dell'unità d'Italia, un pochettino ne sto giovando io e la mia generazione di ragazzi meridionali (manco i nostri padri ve lo posso garantire), ma sn passati la bellezza di quasi 150 anni.E quand'è che vedrò la questione meridionale chiusa, ingigantita con l'unità? I miei occhi meridionali sicuramente non la vedranno risolta nè probabilmenti i miei figli, i miei nipoti non so. Forse a loro sarà giovata l'unità d'Italia, sempre se i miei geni resteranno sotto il tricolore.

In conclusione non sono contrario all'unità del nostro Bel Paese era un fenomeno necessario, ma parliamoci chiaro nelle tasche dei meridionali non c'è entrato nulla, è solo uscito qualcosa...

Peccato solo che la storia ha scelto che l'unità avvenisse da Nord e non da Sud, e lo dico da napoletano...mannaggia la malattia di Ladislao.... Un settentrionale ha tutta la leggittimità di affermare il contrario nè gliene voglio perchè così va la storia. Però ponderiamo bene le parole prima di dire delle cose.

Un ultimo appunto: Masaniello era per dire...la storia della mia città la conosco ringraziando Iddio...

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Per Fid:

Non riesco a comprendere come un Napoleone Buonaparte sarebbe potuto essere una risorsa per l'Italia.

Nonostante sia di stirpe e nome Italiano (la Corsica fino l'anno prima della sua nascita apparteneva alla repubblica di Genova), si è sempre considerato Francese.

Ha spogliato di ricchezze l'Italia (come Spagnoli e Austriaci) ed ha annesso direttamente molti territori all'impero francese.

Forse conoscendo Fid, il riferimento andrebbe fatto a Gioacchino Murat, ma Murat doveva obbedienza a Napoleone e contava come il 2 di coppe quando briscola è denari!

Quoto in pieno la considerazione finale, con un mio salace commento

" Chi si frusta con gusto non prova dolore".

Ciao Leo

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Forse non sarebbe potuto essere una risorsa da un punto di vista patriotico(forse) visto e considerato che il Regno D'Italia sarebbe diventato una sorta di appendice della potenza francese ma da un punto di vista politico il salto di qualità è evidente,fra il vecchio regime che garantiva e manteneva uno status quo caratterizzato da ingiustizie,disuguaglianze e privilegi la politica napoleonica avrebbe potuto segnare non solo per l'Italia ma per tutta l'Europa un salto di qualità ed un aspirazione all'unità dei popoli europei che oggi pian piano stiamo cercando.Dal punto di vista politico le esperienze rivoluzionarie rappresentavano una grande aspirazione per i popoli cosi' come grande aspirazioni suscitava la modernità napoleonica.Un esempio su tutti:Il Codice napoleonico;le norme napoleoniche furono prese come modello da tutti gli Stati d'Europa e persino oggi rappresenta la base del diritto moderno.Il codice napoleonico era rivoluzionario perchè era rivoluzionaria la portata politica che ne stava alla base cioè la grande ambizione di attribuire maggiori libertà al popolo affrancandolo dall'assolutismo e dal feudalesimo dell'ancien regime.E' la base della società moderna,una società borghese e liberale, di concezione laica, nasce l'idea della proprietà privata per tutti,dell'eguaglianza degli uomini,delle libertà individuali della democrazia e del governo del popolo in una concezione moderna.Malgrado la Restaurazione e la sconfitta francese la portata del Codice e dei principi ispiratori furono cosi' imponenti e lungimiranti che divennero la base giuridica del neonato Regno d'Italia e del codice civile del 1865.Dal diritto a me caro si può passare a tanto altro,non vi ricorda nulla il sistema metrico decimale?

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Gionata, ti vengo a chiarire il significato della mia affermazione:

non ho detto che Napoli non sia stato uno dei maggiori centri di cultura Italiani, ripeto solo il concetto del più importante.

D'altra parte il titolo di centro italiano della cultura più importante, non sarebbe attribuibile neanche a Roma, Venezia, Firenze.

Và da sè che ognuno di questi centri, per qualche decennio si sarebbe potuto definire il più importante, oppure in qualche arte specifica primeggia sugli altri, ma mai per un periodo abbastanza lungo o in tutti i campi della cultura.

Il mio è un commento scevro da ogni forma di campanilismo.

Chè Napoli fosse una delle città più popolose d'Europa sono d'accordo con te.

Non capisco però dove si voglia arrivare continuando a ripetere che Napoli ha costruito la prima ferrovia in Italia.

Dimostrare una presunta superiorità tecnologica?

Ecco la situazione 20 anni dopo la Napoli-Portici

Ferrovie in Italia nel 1859

R. di Sardegna 870 Km

R. Lombardo-Veneto 670 Km

G. di Toscana 305 Km

Stato Pontificio 101 Km

Regno delle due Sicilie 100 Km

Se si usufruisce per primi di una tecnologia solo per prestigio della casa regnante e poi non la si sviluppa non si và molto lontani.

Anzi fornisco qui l'indirizzo di un sito moooolto partigiano in cui vengono elencati vari primati (non che non siano veri, ma molti hanno un rovescio della medaglia):

http://www.realcasadiborbone.it/ita/archiv...ico/primati.htm

Non voglio passare per un rompiscatole che non ha altro da fare che parlare male del Regno delle due Sicilie.

Ciao Leo

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Forse non sarebbe potuto essere una risorsa da un punto di vista patriotico(forse visto e considerato che il Regno D'Italia sarebbe diventato una sorta di appendice della potenza francese ma da un punto di vista politico il salto di qualità è evidente,fra il vecchio regime che garantiva e manteneva uno status quo caratterizzato da ingiustizie,disuguaglianze e privilegi la politica napoleonica avrebbe potuto segnare non solo per l'Italia ma per tutta l'Europa un salto di qualità ed un aspirazione all'unità dei popoli europei che oggi pian piano stiamo cercando.Dal punto di vista politico le esperienze rivoluzionarie rappresentavano una grande aspirazione per i popoli cosi' come grande aspirazioni suscitava la modernità napoleonica.Un esempio su tutti:Il Codice napoleonico;le norme napoleoniche furono prese come modello da tutti gli Stati d'Europa e persino oggi rappresenta la base del diritto moderno.Il codice napoleonico era rivoluzionario perchè era rivoluzionaria la portata politica che ne stava alla base cioè la grande ambizione di attribuire maggiori libertà al popolo affrancandolo dall'assolutismo e dal feudalesimo dell'ancien regime.E' la base della società moderna,una società borghese e liberale, di concezione laica, nasce l'idea della proprietà privata per tutti,dell'eguaglianza degli uomini,delle libertà individuali della democrazia e del governo del popolo in una concezione moderna.Malgrado la Restaurazione e la sconfitta francese la portata del Codice e dei principi ispiratori furono cosi' imponenti e lungimiranti che divennero la base giuridica del neonato Regno d'Italia e del codice civile del 1865.Dal diritto a me caro si può passare a tanto altro,non vi ricorda nulla il sistema metrico decimale?

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Non metto in dubbio tutto ciò, ma alla fine le guerre d'indipendenza si sarebbero dovute combattere ugualmente, contro la Francia, però.

In un'ipotesi in cui Murat avesse fatto piazza pulita dei signorotti che spadroneggiavano nelle campagne, senza distruggere troppo e si fosse impegnato a risanare seriamente l'economia nel sud......sarebbe stata un'ipotesi preferibile.

Restava il problema di Eugenio con il suo regno d'Italia al nord, lui era completamente succube di Napoleone e non andava molto d'accordo con Gioacchino.

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Guest Danilo Maucieri
non importa che vi siano i Savoia,non importa che vi siano i Borboni,se una terra ricca di storia e cultura ha un popolo privo di voglia di cambiare e di migliorarsi anche il miglior sovrano è destinato a fallire.Questo valeva per i secoli precedenti ma sopratutto oggi essendo che il popolo sceglie democraticamente da chi essere governato....passando per il palazzo dei Normanni nel 2006 ci si accorge di come tutto è statico e di come tutto è sempre lo stesso

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Giuseppe Tomasi di Lampedusa era solito ripetere: "La Sicilia è una terra magnifica, ma è abitata da somari..." :( :( :( in tutti i sensi!

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Scusate se mi intrometto, non mi avventuro nel merito della discussione, non avendo una conoscenza del periodo approfondita come la vostra, ma volevo solo sottolineare come la discussione stessa sia oltremodo interessante, civile e costruttiva.

Sarebbe bello se tutte le discussioni in agorà fossero di questo livello e certo alcune decisioni (sezione agorà non evidenziata nei nuovi post) non sarebbero state prese se, anzichè scivolare in chiacchiere e diatribe da bar sport, si fosse cercato di fare un pò più di cultura. ;)

grazie a tutti e due (senza dimenticare Elisa :D)

petronius :)

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Ciao Petronius

probabilmente hai ragione sull'aspetto culturale,diciamo che la cultura storica e numismatica non è mai abbastanza ma di certo un forum che permette la registrazione di oltre 3000 utenti la cultura non può essere imposta

personalmente penso che bisogna essere liberali e tolleranti nei confronti di chiunque dopotutto il forum ingloba collezionisti di età, cultura ed esigenze differente per cui è natural che ognuno abbia delle sue naturali predisposizioni, se ogni tanto si parla di calcio o di cinema non c'è nulla di male considerando che alla moltitudine piace

Modificato da Fid
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Il mio è un commento scevro da ogni forma di campanilismo.

ANCHE IL MIO

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Non capisco però dove si voglia arrivare continuando a ripetere che Napoli ha costruito la prima ferrovia in Italia.

Dimostrare una presunta superiorità tecnologica?

SI, ma togli il presunto

Ecco la situazione 20 anni dopo la Napoli-Portici

Ferrovie in Italia nel 1859

R. di Sardegna 870 Km

R. Lombardo-Veneto 670 Km

G. di Toscana 305 Km

Stato Pontificio 101 Km

Regno delle due Sicilie 100 Km -> sai perchè? Il territorio aspro e montagnoso e non per la maggior parte pianeggiante o comunque collinare

...

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Per Gionata: Napoli fu "barbara" sotto gli ostrogoti. Inoltre l'unico territorio sempre rimasto ai bizantini fu Otranto e la parte estrema del Salento.

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Per Yafet Rasnal : parlavo di Longobardi. Comunque il potere ostrogoto fu dal 542, presa da parte di Totila, al 553 per via di Narsete (fonte "Storia di Napoli" Gennaro Ruggiero 1995 Roma).

I Longobardi giunsero fino ad un luogo limite situato a nord di Gallipoli e a sud di Oria...:D

Saluti

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Il mio è un commento scevro da ogni forma di campanilismo.

ANCHE IL MIO

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Non capisco però dove si voglia arrivare continuando a ripetere che Napoli ha costruito la prima ferrovia in Italia.

Dimostrare una presunta superiorità tecnologica?

SI, ma togli il presunto

Ecco la situazione 20 anni dopo la Napoli-Portici

Ferrovie in Italia nel 1859

R. di Sardegna 870 Km

R. Lombardo-Veneto 670 Km

G. di Toscana 305 Km

Stato Pontificio 101 Km

Regno delle due Sicilie 100 Km -> sai perchè? Il territorio aspro e montagnoso e non per la maggior parte pianeggiante o comunque collinare

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Perdonami Gionata, ma possedere 1/8 della lina del Regno di Sardegna, quando si è partiti in anticipo non è sintomo di superiorità tecnologica, anche se giustamente il territorio era più impervio.

Ad ogni modo, dato che sul livello di sviluppo del Regno delle due Sicilie non concordiamo, lasciamo stare le ferrovie e dammi altri dati per valutarlo diversamente.

Ciao Leo

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Mi sa che qualsiasi dato ti dia (oltre i precedenti elencati) restiamo delle stesse idee.

Aveva ragione un amico del forum che ha detto che non si arriverà da nessuna parte. ;)

Comunque Leo dissentiamo, mi piacerebbe che tutti sentissero a entrambi i lati della campana ma generalmente si dà priorità alla storia dei vincitori e non dei vinti.

Questo è quello che penso e l'idea che ho, difforme onestamente da quella che mi raccontarono a scuola.

G.

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Mi sa che qualsiasi dato ti dia (oltre i precedenti elencati) restiamo delle stesse idee.

Aveva ragione un amico del forum che ha detto che non si arriverà da nessuna parte.

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Un pò qualunquistica come opinione....se non diciamo nulla nemmeno si arriverà da nessuna parte! :)

A me piace molto analizzare la storia, posso avere idee sbagliate e posso sempre ammettere un mio errore, ma mi pare che questo scambio di idee non ha giustamente lo scopo di convincerci l'un l'altro, ma produrre un arricchimento generale.

Non sono un sostenitore della storia dei vincitori (generalmente sono un bastian contrario), ma nel caso specifico non ho dati e conoscenze tali da poter affermare che il Regno delle due Sicilie nel 1859 fosse uno stato all'avanguardia.

E' per questo che vorrei approfondire la questione.

Ciao Leo

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Ti dò un pò di testi:

M. Topa, Così finirono i Borboni di Napoli, Napoli 1950

M. Schipa, Il regno di Napoli sotto i Borboni, Napoli 1900

F. Molfese, Storia del bringantaggio dopo l'unità, Milano 1954

L. Gasparini, Il pensiero politico antiunitario a Napoli dopo la spedizione dei mille, Modena 1953

A. Mangone, L'armata napoletana dal Volturno a Gaeta, Napoli 1972

G. Doria, Storia di una Capitale, Milano 1957

G. De Sivo, Storia delle Due Sicilie dal 1847 al 1861, Trieste

R. De Cesare, La fine di un regno, Città di Castello 1909

B. Croce, Storia del Regno di Napoli, Bari 1931

T. Argiolas, Storia dell'esercito borbonico, Napoli 1970

A. Alianiello, La conquista del Sud, Milano 1972

A. Acton, I Borboni di Napoli, Napoli 1977

Questi sono già sufficienti per farti avere una buona idea.

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Non sono un sostenitore della storia dei vincitori (generalmente sono un bastian contrario), ma nel caso specifico non ho dati e conoscenze tali da poter affermare che il Regno delle due Sicilie nel 1859 fosse uno stato all'avanguardia.

E' per questo che vorrei approfondire la questione.

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Questo è il problema Leo. La colpa non è tua; la colpa vera è che a scuola studiamo su libri tendenzialmente di parte.

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Per Yafet Rasnal : parlavo di Longobardi. Comunque il potere ostrogoto fu dal 542, presa da parte di Totila, al 553 per via di Narsete (fonte "Storia di Napoli" Gennaro Ruggiero 1995 Roma).

Non fu solo 542-553, ma fu in mano barbara dalla caduta dell'impero fino al 536 (476-490 con Odoacre, 490-536 con gli Ostrogoti)

I Longobardi giunsero fino ad un luogo limite situato a nord di Gallipoli e a sud di Oria...:D

...appunto quello che avevo detto io...

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Per Yafet Rasnal : parlavo di Longobardi. Comunque il potere ostrogoto fu dal 542, presa da parte di Totila, al 553 per via di Narsete (fonte "Storia di Napoli" Gennaro Ruggiero 1995 Roma).

Non fu solo 542-553, ma fu in mano barbara dalla caduta dell'impero fino al 536 (476-490 con Odoacre, 490-536 con gli Ostrogoti)

I Longobardi giunsero fino ad un luogo limite situato a nord di Gallipoli e a sud di Oria...:D

...appunto quello che avevo detto io...

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Vero Ostrogoti anche 490-536, fu periodo fiorente per Napoli con Teodorico.

Pessimo fu il rapporto con l'Erulo Odoacre nelle date segnate da Yafet.

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