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Didracma con Roma e Vittoria


L. Licinio Lucullo

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Il Crawford riporta 26 simboli diversi; le lettere dell'alfabeto greco vanno da alfa ad omega, quelle doppie da alfa/alfa a omega/omega, e con alfa-beta in monogramma. Il sistema di marche di controllo usato per questa emissione è stato fatto derivare da quello analogo che compare nei tetradrammi di Arsinoe II d'Egitto, sorella e consorte di Tolomeo II Filadelfo.

Per l’identificazione del D/ sono state proposte Bellona (Breglia) e Diana (Thomsen 1957), ma oggi si ritiene pacifico che sia Roma (Alföldi, Thomsen 1961, Crawford, Coarelli).

Per il R/, sappiamo da Livio (10.47.3), che ci informa che in occasione dei Ludi Romani del 293, per la prima volta, fu importata a Roma l’abitudine greca di offrire rami di palma ai vincitori. Amisano ritiene che la vittoria commemorata sia quella di Agrigento (261), unica importante nel periodo, e l’emissione non potrebbe quindi che essere posteriore. Coarelli invece osserva che la perfetta e mai più riproposta coincidenza fra il sistema di numerazione (due serie, semplici e doppie, di lettere greche, da 1 a 50) adottato qui e sulle monete di Arsinoe II denuncia la contemporaneità delle emissioni, datandole entrambe al 272, l'anno successivo al trattato di amicitia stipulato da Roma con l’Egitto (le monete di Arsinoe II, seppur correntemente datate al 270, potrebbero in realtà essere di poco precedenti). La vittoria sarebbe allora la conquista di Taranto, ove sarebbero anche state coniate le didracme. La datazione è confermata da valutazioni ponderali: questa didracma risente del calo dello standard da 7,24 g a 6,6 g, che si registra nella monetazione magno greca e siracusana ed è attribuibile agli anni ’70 del III secolo (come dimostra il fatto che non si presenta a Metaponto, abbandonata entro il 275).

Significativo anche che l’ambasceria in Egitto del 273 fosse costituita da Q. Ogulnio Gallo e da due Fabii: Coarelli evidenzia come le emissioni Cr. 15/1, 18/1, 20/1, 22/1 e l’introduzione del quadrigato siano tutte riconducibili a un gruppo politico composto dalla potente famiglia dei Fabii e da Q. Ogulnio Gallo, della gens Ogulnia di origine etrusca (forse discendente dagli Uclina di Volsinii); gruppo politico cui, quindi, andrebbe imputata l’iniziativa di aver fortemente promosso l’introduzione della moneta romana

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Esistevano fin dal V-IV secolo a.C. elmi da cerimonia, decorati, pregevoli e ben fatti, spesso importati dall'Italia Meridionale. Sulle emissioni del III secolo (oltre a questa didracma, l'asse RRC 21/1, il dupondio RRC 24/2 e l'oncia di Luceria classificata da R. Russo, Essays Hersh, 37) la Dea Roma, in connessione con la sua importanza sacrale e celebrativa, veste appunto un elmo da cerimonia di tipo frigio.
La scelta dell'elmo frigio vale a citare le pretese origini troiane del'Urbe.

Un esemplare di elmo frigio da cerimonia, ottimamente conservato, è presente nella Axel Guttmann Collection britannica.

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