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Inviato

Rovescio del ducatone di Ranuccio II Farnese, qui l'ispirazione è alla precedente monetazione bellissima di Odoardo Farnese,

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Inviato

Abbiamo parlato prima del quaranta soldi o quarantano di piacenza, allora vediamolo insieme, è del 1673, moneta raramente in buona conservazione, in questo caso invece lo è, provenienza Nomisma 30, 2005, lotto 774,

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Inviato

Ma il viaggio affascinante nella monetazione del 1650, tra le varie zecche, può continuare.....

Mario


Supporter
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Buona giornata

piano, piano, io sono ancora a Venezia...... :pleasantry: Francesco Molin doge di Venezia dal 1646 al 1655

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Porto alla vostra attenzione questa osella che, pur non rientrando nella mia sfera di interessi, è a parer mio bellissima e dal significato drammatico.

D/ S°M°V° GERMINAVIT LILIVM FLOREBIT AETERNO FR°MOL°D° - San Marco in trono, porge il vessillo al doge genuflesso; dietro al Santo c'è S. Antonio da Padova in piedi.

R/ ET NON FULTA NON FLUXA (Anche se non sostenuta, non è malferma) Fiamma ardente

Questa osella esalta il coraggio e l'orgoglio dei veneziani che, soli, senza aiuti né alleati, continuano a sostenere l'impari lotta contro il turco che vuole conquistare Candia (Creta).

Fu la più stremante guerra che Venezia combattè nel corso della sua millenaria vita; dal 1645 al 1669 profuse energie, uomini e denaro per sostenere la piazzaforte di Candia che, sola, resisteva ai continui assalti turchi.

In verità l'aiuto Venezia lo ricevette, ma fu sempre saltuario, poco incisivo e quindi mai risolutivo; oltre che a Candia, le ripercussioni guerresche toccavano tutta l'area greca e la Dalmazia e le navi veneziane si trovavano a dover operare blocchi navali troppo estesi per riuscire ad evitare che le navi saracene portassero viveri e rifornimenti a Creta; fu una voragine di sostanze per Venezia; buona parte dei guadagni finivano in spese per contrastare l'assedio; d'altra parte Creta era troppo importante per Venezia e non solo come base d'appoggio per le sue rotte commerciali, ma anche per tutte le merci che da li importava.

Come andò a finire lo sappiamo, purtroppo, l'assedio (forse il più lungo della storia) cessò con la resa della piazzaforte dopo estenuanti trattative.

Venezia conservò qualche lembo di terra su scogli poco distanti, qualche concessione territoriale in dalmazia, ma Creta era turca, per sempre.

saluti

luciano

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Inviato

Penso che in una panoramica di questo tipo intorno al 1650 monetario non si possa non parlare e ricordare la zecca di Messerano.

Di Messerano, ne abbiamo parlato l'anno scorso molto con l'evento che si è svolto proprio sul posto e allora riprendo un pò lo studio di Luca Gianazza che fu il relatore in quell'occasione, per ricordare questa monetazione significativa.

Messerano era un principato situato in una posizione strategica in prossimità delle importanti vie commerciali di comunicazioni del tempo, lo possiamo definire una " impresa ", la zecca vista come impresa, a Messerano si produsse monete per circa due secoli, la maggioranza delle quali erano contraffazioni, si capi' che si poteva lucrare sulla produzione e fu fatto.

A Messerano si coniava per i mercati esteri, si coniò un pò di tutto, e poi si esportò con specifici canali che portavano nei luoghi in cui dovevano poi circolare le monete.

Il principato di Messerano era una entità piccola, in pratica era come se fossimo davanti a una Repubblica dell'epoca però con ampia autonomia.

E' una storia quella di Messerano, di fenomeni speculativi, con instabilità dei corsi, con nel 1650 Paolo Besso Ferrero Fieschi ( 1629 - 1667 ), con Messerano possiamo parlare di redditività di zecca, ma tutto questo non investirà solo Messerano, ma accadde anche in altri luoghi, Desana, Passerano, Frinco, Castiglione dello Stiviere e altri ancora, la contraffazione diventa impresa.

Quindi fenomeno comunque monetario dell'epoca sicuramente di grande rilevanza e interesse e certamente da ricordare in questo ambito specifico.


Inviato

Volendo continuare coi Farnese, anche Parma nel 1650 ha Ranuccio II Farnese ( 1646 - 1694 ), qui il suo scudo di gr. 19, 26 tratto da Nomisma 30 del 2005, lotto 740,

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Inviato (modificato)

Non potevano tralasciare la zecca di Modena che molto deve al più grande dei principi estensi, Francesco I , che conferì alla città una fisionomia urbanistica di capitale, promuovendo importanti episodi edilizi di rappresentanza e di servizio: il Palazzo Ducale affidato all’architetto romano Bartolomeo Avanzini con apporti del Bernini, Borromini, Pietro da Cortona, la Cittadella fortificata, la Darsena sul Naviglio, il Teatro “della spelta”, la Palazzina dei Giardini Ducali, la Villa delle Pentetorri…, oltre alla residenza estiva del Palazzo Ducale diSassuolo.

Notevolissimo l’impulso culturale impresso dalla forte personalità del duca, che fece di Modena un centro propulsivo della civiltà barocca.

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Questa era un piccola premessa per comprendere il momento storico che visse la Città di Modena, questo si ripercosse inevitabilmente anche sulla qualità e la scelta delle emissioni monetali di Francesco I, che volle esaltare e curare particolarmente la tipologia e la varietà della monetazione che contraddistinse il periodo a mio modesto parere, più florido della zecca di Modena.

Sotto questo regnante si coniò un numero elevato di tipologie con dei rovesci che rimarranno nella storia per l’alta e raffinata qualità incisoria.


Oggi vorrei proporvi un tondello modesto per conservazione,(purtroppo per questa tipologia è quasi la norma, e comunque già di difficile reperimento), una variante importante per omaggiare gli appassionati di questa zecca e coloro che amano il periodo.


Eros



Una lira 1657 – Gr. 3,9 - D) FRAN.I.MUT.REG.E.C.D.VIII.1657. - Busto del duca rivolto verso sinistra.

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R) QUEM.GENUIT.ADORAVIT. – Nel campo la Vergine della Ghiara che adora il bambino.

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Modificato da eracle62
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Inviato

Grande Eros come sempre, d'altronde Modena con la sua copiosa monetazione in questo periodo ci stava di diritto eccome.

Della monetazione di Modena di Francesco I mi ha colpito sicuramente la varietà delle tipologie, ma anche il simbolismo di alcune monete.

Vedo, se non erro, il ritratto di Francesco I come rappresentazione del solito potere, ostentazione, richiamo e poi al rovescio questa nave tra le onde che ricorre e la scena religiosadi grande impatto e valenza, quella della Vergine adorante il bambino.

Quindi comunque il richiamo ai valori religiosi, pur nell'opulenza del ritratto, non si vuole perdere e il messaggio è sicuramente di forte impatto.

Per completare l'argomento lira vorrei postare il tipo meno raro di quello che hai messo col busto rivolto a destra, senza data, e la stessa scena mistica e religiosa al rovescio.

Provenienza Nomisma 30 del 2005, lotto 652, CNI 289 - 304, Ravegnani - Morosini 48,

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Ora il rovescio della lira di Francesco I d'Este di Modena, peso gr.4,48,

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Inviato

Tanto abbiamo toccato in questo viaggio, tanto si potrebbe toccare ancora, tante zecche, alcune minori, importanti e significative, penso a Massa di Lunigiana con i Malaspina, penso a Retegno con i Trivulzio e le loro incredibili monete,

però anche molto abbiamo già visto, chi vorrà ulteriormente approfondire altre zecche, la discussione rimane per voi e per tutti noi, un viaggio monetario e affascinante nelle zecche del 1650......,

Mario


Inviato

Giusto. Credo sia stata una "mossa" dettata da motivi politici.

Con la solennissima cerimonia, il 25 marzo 1637, il doge di Genova elegge la Santa Vergine a propria Regina e si attribuisce la "corona reale" al posto della "corona ducale", adottata sino ad allora, per sottolineare l'affermazione di totale indipendenza della Repubblica.

Avvenne nel 1637. Nei giorni 2 e 3 gennaio i Serenissimi Collegi della Repubblica emanarono un decreto col quale Maria era dichiarata "Regina di Genova e di tutto il dominio". Promotori dell'iniziativa furono il cappuccino P. Zaccaria Boverio da Saluzzo e la santa Virginia Centurione Bracelli.

Il giorno 9 marzo i Serenissimi Collegi decretarono che sullo stendardo della Torre del Palazzo pubblico, della galea capitana e delle fortezze della Città fosse effigiata Maria SS.

Il 25 marzo nella cattedrale di S. Lorenzo avvenne la cerimonia che l'Accinelli racconta: "in detto giorno celebrossi la solennità nella cattedrale adornata di ricchi apparati, scelta musica, sparo di tutta l'artiglieria e suono di tutte le campane. Cantò Messa il Cardinale Gio. Domenico Spinola e, giunto all'offertorio, il Duce Gio. Francesco Brignole, assistito dai due Collegj a nome di tutta la Repubblica, presentogli in un bacile d'oro lo scettro e la corona regia, con le chiavi e dominio tutto consacrandosi nello stesso tempo, con Palme e cuori alla Sovrana Imperatrice tutta la Città, terre e castelli della Repubblica, ricevendo poi esso Eminentissimo a nome di Nostra Signora il regio donativo, lo pose sull'altare, ove a mezz'aria era collocata la immagine della B. Vergine fra un coro d'angeli e se ne formò subito atto pubblico per mezzo del cancelliere della Repubblica. La statua della B. Vergine Maria era con lo scettro in una mano e nell'altra il Bambino Gesù che alla Madre dice queste parole "et rege eos". La quale statua, chiamata "la Madonna del voto" fu trasportata in appresso nella chiesa di S. Bernardo e, per osservare i genovesi più viva la memoria di detto voto, nel 1652 nella stessa cattedrale eressero, di bronzo, un'altra sontuosa statua di N.S. che con molta solennità, alla presenza del doge e Collegj, la vigilia dell'Assunta si benedisse e collocossi sull'altar maggiore. Con pari solennità e per ordine pubblico in memoria di sì divota azione s'improntò nuova moneta di scudi d'argento dove da una parte lasciata la croce con l'iscrizione "Dux et Gubernatores Reip. Genuensis", dall'altra togliendone l'impronto del griffo con l'iscrizione "Corradus II Rex Romanorum" vi era impressa l'insegna di Maria Vergine, coronata di stelle, collo scettro reale ed intorno le parole ET REGE EOS"

Complimenti per l'intervento!! Una curiosità: quella insegna si trova in cattedrale a Genova?


Inviato (modificato)

Avevo lasciato un pò in sospeso Mantova con la sua monetazione e i Gonzaga, colmo la lacuna con almeno un pezzo rappresentativo, siamo nel 1666 con Ferdinando Carlo Gonzaga / Nevers con reggenza della madre Isabella Clara, è un ducatone dove si vedono i due ritratti precisi, ricchi di particolari, al rovescio un simbolo tipico e ricorrente di questa monetazione, il sole che sorge dal mare diradando le nubi, moneta molto rara, proveniente da asta 55a Varesi dell'8-9 aprile 2010, lotto 895

In realtà il periodo preso in considerazione con questa moneta è unanimemente considerato quello della "decadenza" dell'arte incisoria nella zecca di Mantova. I fasti del passato sono ormai lontani, e gli stravizi del duca Carlo II avevano ormai portato le casse statali al collasso, così che, nonostante uno dei pochi pregi di Carlo II sia considerata la sua tendenza al mecenatismo, soldi per attirare insigni artisti com'era accaduto nel cinquecento e primi del seicento non ce n'erano più. Persino gli anni successivi al sacco del 1630 avevano portato ancora molte monete di grande pregio sul panorama gonzaghesco, basti pensare al ducatone con lo zodiaco di Carlo I (battuto sino al 1636) e al meraviglioso doppio ritratto del ducatone del periodo della reggenza di Maria Gonzaga (1637-1647):

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(provenienza Varesi 29/1999, collezione barone Pelliccia, uno dei migliori esemplari mai passati sul mercato)

Modificato da Paolino67
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Inviato

Cmq anche con Carlo II Gonzaga-Nevers non mancano le mirabili eccezioni di monete di grande fascino e pregio artistico, su tutte il ducatone con il sole e la pioggia (provenienza Nomisma 40/2009):

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Anche tra le monetine spicciole si constata una discreta cura nel conio dell'unico sesino emesso da questo principe (provenienza collezione Paolino67, ex Artemide 10E/2011), che, pur minimalista, ostenta al rovescio l'orgoglio di appartenza a una città dal grande passato:

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Inviato (modificato)

Complimenti per l'intervento!! Una curiosità: quella insegna si trova in cattedrale a Genova?

No, a Palazzo San Giorgio, nell'atrio della parte antica sotto la statua della "Regina".

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Modificato da dizzeta
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No, a Palazzo San Giorgio, nell'atrio della parte antica sotto la statua della "Regina".

Ti ringrazio


Inviato

La sposto tra le importanti, in attesa di qualche ulteriore intervento o sulle zecche già trattate o su altre non ancora affrontate, in particolare quelle minori,

Mario


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