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IGNORED

Denario con genio del popolo romano/globo


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La legenda al rovescio si scioglie in CN(aeus) LENT(ulus) Q(uaestor) EX S(enatus) C(onsulto) ovvero in LENT(ulus) CVR(ator) Q(uaestor) FL(andis) EX S(enatus) C(onsulto). L’emissione fu quindi curata quando il moentiere prestava servizio come questore, per pagare le truppe; e questo avvenne presumibilmente in Spagna, durante la guerra contro Sertorio.

Nel politeismo romano, una figura molto importante era il Genio, nume protettore di ogni individuo e tramite con gli Dei. Qualcuno propone che possa derivare dalle religioni pre-islamiche, dove sono presenti i Jinn (entità tuttavia maligne), ma è più probabile che il concetto sia stato ereditato dagli Etruschi e dai Dàimon greci. Nel corso dei secoli i Genii sono andati confondendosi con Mani, Lari e Penati, condividendone alcune caratteristiche; tuttavia, mentre le altre entità hanno esistenza propria, il Genio viene in essere contemporaneamente all'uomo, alla cui nascita presiede, seppur se in modo piuttosto misterioso (l'etimologia è legata a generare/gnascere). Dall'accostamento ai Lari nacque l'idea tarda che anche animali, luoghi e cosa avessero un proprio Genius (in questa moneta è invece ancora riferito ad un'entità associabile all'operato umano). Si trattava di uno spirito guardiano che seguiva l'individuo per mantenerne l'esistenza, consigliandolo nelle decisioni difficili o (se non era propizio) limitandosi a "guardare da un'altra parte". Non ne esisteva una raffigurazione canonica; le più frequenti sono esseri alati o giovani maschi, spesso rappresentati con cornucopia e a capo coperto; in alternativa potevano avere forma di animali, soprattutto di serpente.

Secondo Alteri, il denario celebra l'espansione del dominio romano; per Grueber, invece, vuole onorare Silla. Il globo è in rapporto all'estensione del controllo romano, controllo ottenuto alle vittorie nell'est; il timone sarebbe in relazione alle vittorie navali di Lucullo, generale di Silla, nell'Ellesponto; lo scettro e la corona sarebbero in relazione alle vittorie nelle battaglie di Cheronea (86) e Orcomeno (85) che ebbero l'effetto di allontanare il pericolo di Mitridate. La particolarità sta nel voler ricordare che queste vittorie non sono attribuite alla personificazione di Roma, ma a quella del Genio del Popolo cui la gens Cornelia sembra fosse devota (Grueber)


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